Mar 16, 2011 - Ecologia    Commenti disabilitati su Sul Nucleare, lasciamo parlare a chi…

Sul Nucleare, lasciamo parlare a chi…

Carlo RubbiaIn questi giorni, dopo le raccapriccianti vicissitudini accadute ai fratelli Giapponesi, volano stracci tra esperti e pseudo esperti di destra e sinistra… … ma Carlo Rubbia, nei confronti del quale ogni commento è riduttivo, ha affermato: L’errore nucleare Il futuro è nel sole

Vi riporto una intervista pubblicata da Repubblica.it

ROMA – Come Scilla e Cariddi, sia il nucleare che i combustibili fossili rischiano di spedire sugli scogli la nave del nostro sviluppo. Per risolvere il problema dell’energia, secondo il premio Nobel Carlo Rubbia, bisogna rivoluzionare completamente la rotta. “In che modo? Tagliando il nodo gordiano e iniziando a guardare in una direzione diversa. Perché da un lato, con i combustibili fossili, abbiamo i problemi ambientali che minacciano di farci gran brutti scherzi. E dall’altro, se guardiamo al nucleare, ci accorgiamo che siamo di fronte alle stesse difficoltà irrisolte di un quarto di secolo fa. La strada promettente è piuttosto il solare, che sta crescendo al ritmo del 40% ogni anno nel mondo e dimostra di saper superare gli ostacoli tecnici che gli capitano davanti. Ovviamente non parlo dell’Italia. I paesi in cui si concentrano i progressi sono altri: Spagna, Cile, Messico, Cina, India Germania. Stati Uniti”.

La vena di amarezza che ha nella voce Carlo Rubbia quando parla dell’Italia non è casuale. Gli studi di fisica al Cern di Ginevra e gli incarichi di consulenza in campo energetico in Spagna, Germania, presso Nazioni unite e Comunità europea lo hanno allontanato dal nostro paese. Ma in questi giorni il premio Nobel è a Roma, dove ha tenuto un’affollatissima conferenza su materia ed energia oscura nella mostra “Astri e Particelle”, allestita al Palazzo delle Esposizioni da Infn, Inaf e Asi.

Un’esibizione scientifica che in un mese ha già raccolto 34mila visitatori. Accanto all’energia oscura che domina nell’universo, c’è l’energia che è sempre più carente sul nostro pianeta. Il governo italiano ha deciso di imboccare di nuovo la strada del nucleare. 

Cosa ne pensa?
“Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c’è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano”.

Lei è il padre degli impianti a energia solare termodinamica. A Priolo, vicino Siracusa, c’è la prima centrale in via di realizzazione. Questa non è una buona notizia?
“Sì, ma non dimentichiamo che quella tecnologia, sviluppata quando ero alla guida dell’Enea, a Priolo sarà in grado di produrre 4 megawatt di energia, mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti per 14mila megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale solare nell’arco di 18 mesi. Tutto questo mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei passi avanti nel solare li sta muovendo anche l’amministrazione americana, insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche, a Israele e molti paesi arabi. L’unico dubbio ormai non è se l’energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara saranno cinesi o statunitensi”.

Anche per il solare non mancano i problemi. Basta che arrivi una nuvola…
“Non con il solare termodinamico, che è capace di accumulare l’energia raccolta durante le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il successo dell’idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l’energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici – a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici – sono in grado di risolvere il problema dell’accumulo”.

La costruzione di grandi centrali solari nel deserto ha un futuro?
“Certo, i tedeschi hanno già iniziato a investire grandi capitali nel progetto Desertec. La difficoltà è che per muovere le turbine è necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l’estate hanno problemi. E nei paesi desertici reperire acqua a sufficienza è davvero un problema. Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa. I jet sono ormai macchine affidabili e semplici da costruire. Così diventeranno anche le centrali solari del futuro, se ci sarà la volontà politica di farlo”.

Fonte: repubblica.it
Mar 9, 2011 - Economia, Politica, Truffe    1 Comment

Equitalia = ABUSO DI POTERE 2

equitalia

Nuovo stop alla notifica eseguita direttamente

 

La notifica della cartella eseguita direttamente da Equitalia, senza l’intermediazione di un ufficiale della riscossione, è inesistente. La Ctp di Lecce, con la sentenza n. 533/05/10, torna a mettere in gioco la questione dopo che la Cassazione sembrava aver scritto la parola fine alla querelle. La pronuncia n. 15948/2010 della Suprema corte aveva precisato la ritualità della notifica diretta da parte dell’agente della riscossione. In breve, la decisione dei giudici salentini ribadisce l’assunto che la notifica dei ruoli effettuata direttamente da Equitalia sia eseguita in violazione delle indicazioni fornite dall’articolo 26 del Dpr n. 602/73 e dall’articolo 60 del Dpr n. 600/73 e, perciò, inesistente. L’articolo 26, comma 1, in particolare, stabilisce che la notifica della cartella di pagamento deve essere tassativamente effettuata soltanto dai seguenti soggetti: ufficiali della riscossione; soggetti abilitati dal concessionario nelle forme previste dalla legge, in base a un documento ufficiale, precedente alle notifiche con data certa; messi comunali – previa convenzione tra comune e concessionario – anche in questo caso in base a un documento ufficiale precedente alle notifiche con data certa; agenti di polizia municipale.

Lo stesso articolo 26 autorizzerebbe anche il ricorso al servizio postale. La questione controversa è se tale ausilio possa essere utilizzato direttamente dal concessionario o se debba necessariamente servirsi del l’intermediazione di un ufficiale della riscossione. A maggio scorso, la problematica, infatti, era stata affrontata dalla Suprema corte con una pronuncia, che aveva espressamente escluso, nel caso di specie, l’ipotesi dell’inesistenza della notifica, fattispecie che si realizzerebbe solo quando questa mancherebbe del tutto o, in alternativa, se la stessa fosse eseguita esulando completamente dallo schema legale del procedimento notificatorio. Ma, secondo la Ctp Lecce, è stato di fatto ignorato l’evoluzione legislativa subita dall’articolo 26 del Dpr n. 602/73. Il testo della norma legittimava il concessionario a ricorre alla notifica diretta, almeno fino a quando la sua stesura non è stata radicalmente modificata dall’articolo 12 del Dlgs n. 46/99. Per effetto di tale ultima modifica, il testo della norma è stato emendato proprio della locuzione che autorizzava espressamente il concessionario a notificare i ruoli mediante il servizio postale, senza l’intermediazione di un ufficiale.

Che la volontà del legislatore fosse di sottrarre questa prerogativa al concessionario, è evidenziato dal fatto che l’articolo 26, nella vigente disposizione, esordisce attribuendo a soggetti specifici la notifica della cartella, primi fra tutti gli ufficiali della riscossione. Per tali motivi, conclude la Ctp, non si può condividere quanto assunto dalla Cassazione, ancor di più se si tiene conto dell’espresso rinvio, operato da questa, all’articolo 137 del Codice di procedura civile, che disciplina la notifica come atto proprio dell’ufficiale giudiziario, anche quando questo ricorra al servizio postale.

Fonti: Forodinapoli.it noiconsumatori.org
Mar 9, 2011 - Economia, Politica, Truffe    2 Comments

Equitalia = ABUSO DI POTERE

equitaliaE’ bene che ne siate a conoscenza,
ed in ogni caso, anche quando l’Ipoteca sulla casa viene posta a termini di legge, esistono consulenti che sono in grado di darvi una via d’uscita:
Agenzia Debiti;
Rcquadro

Gerit Equitalia spa, Clamorosa sentenza di condanna


REPUBBLICA ITALIANA

UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI ROMA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Giudice di Pace Roma, Avv. Massimo Catarinella,ha pronunciato la seguente

SENTENZA

Nella causa iscritta al n. … R.G. contenzioso dell’anno 2007

TRA

Tizio, rappresentato e difeso dall’Avv. …, presso il cui studio elettivamente domicilia in Roma ….. -attore-

CONTRO

Gerit Equitalia Spa, rappresentata e difesa dall’Avv …., elettivamente domiciliata in Roma -convenuta-

E CONTRO

Comune di XXXX, con l’Avv. …, elettivamente domiciliato … Roma –convenuto-

OGGETTO: Opposizione all’esecuzione in materia di ipoteca esattoriale.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Il Sig. Tizio con atto di citazione in opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., citava in giudizio la Gerit Equitalia Spa e il Comune di XXXX per sentir dichiarare l’inefficacia di una cartella esattoriale (n.- ……) che il ricorrente asserisce non essergli mai stata notificata, così come ritiene estinta per prescrizione per mancata notifica dei verbali prodromici la sanzione irrogatagli per violazioni al CdS, sanzione per la quale la Concessionaria aveva provveduto a iscrivere presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Roma ipoteca, ai sensi dell’art. 77 DPR 602/1973. L’opponente sostiene che l’iscrizione dell’ipoteca relativamente alla sanzione amministrativa, è illegittima e che comunque l’importo del credito complessivo (l’iscrizione ipotecaria comprendeva anche tributi iscritti al ruolo con altre cartelle), è al di sotto del minimo di legge (€ 8.000,00), quale limite per la Concessionaria della Riscossione ai fini dell’iscrizione del vincolo ipotecario su beni immobili di proprietà del presunto debitore. L’opponente sarebbe venuto a conoscenza della suddetta ipoteca sui beni di sua proprietà in occasione di un’operazione di mutuo intrattenuta presso il proprio Istituto di Credito. L’opponente chiede, previa sospensiva, nel merito dichiararsi la nullità o l’inefficacia della cartella stessa e la cancellazione dell’iscrizione ipotecaria. Si sono costituiti sia il Comune di XXXX che la Gerit Equitalia Spa. Il Comune di XXXX eccepisce l’incompetenza del GdP essendo la materia dell’esecuzione forzata immobiliare di competenza del Tribunale. In via subordinata, il Comune di XXXX eccepisce la ritualità della notifica della cartella e dei verbali iscritti al ruolo. La Gerit Equitalia Spa, in via pregiudiziale, eccepisce anche essa l’incompetenza per materia del Giudice adito, trattandosi di esecuzione immobiliare, la cui competenza è riservata al Tribunale e non al Giudice di Pace. Per quanto riguarda la notificazione della cartella impugnata, la Gerit fornisce la prova della sua rituale notificazione. Infine la Gerit eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva circa l’eccezione di prescrizione sollevata dal Tizio in quanto la titolarità del rapporto sostanziale di credito farebbe sempre capo all’Ente che ha disposto l’iscrizione al ruolo, con la conseguenza che la legittimazione passiva nelle controversie che abbiano ad oggetto l’accertamento negativo dell’esistenza e validità della pretesa creditoria apparterebbe esclusivamente all’Ente impositore. In sede di prima udienza le parti precisavano le proprie conclusioni e all’udienza di rinvio del 25/10/2007, depositate le note conclusive finali autorizzate dal Giudice, il fascicolo, su concorde richiesta delle parti, veniva trattenuto per la decisione.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Come statuito dalla recente sentenza della Cassazione n.2214 del 01/02/2007, in tema di sanzioni amministrative, non è autonomamente impugnabile con l’opposizione ad ordinanza ingiunzione il provvedimento con il quale l’amministrazione finanziaria iscriva ipoteca su un immobile di proprietà dell’ingiunto, “a meno che il ricorrente, formalmente impugnando l’avviso di iscrizione ipotecaria, intenda in realtà recuperare l’esercizio del mezzo di tutela offerto dall’art. 23 della legge n. 689 del 1981, vanificato dalla omissione delle notifiche del verbale di accertamento della ordinanza ingiunzione , ove emessa, della cartella esattoriale. e dell’avviso di mora”. Nel caso di specie, il Sig. Tizio ha impugnato sia la c. e. che l’iscrizione ipotecaria conseguente, effettuata dalla Gerit quale Concessionaria della Riscossione, sui beni immobili del (presunto) debitore. Ora, poiché la questione dibattuta è appunto la tutela offerta dall’art. 23 della legge 689/81, non vi è dubbio che in sede di opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c. la competenza a giudicare sia quella appunto prevista per le opposizioni alle sanzioni amministrative, per le quali la cognizione della causa è riservata funzionalmente in via esclusiva al GdP e non al Tribunale, in astratto competente per le esecuzioni immobiliari. Questo Giudice osserva ulteriormente che, dalle considerazioni che precedono, discende un corollario di carattere assolutamente assorbente anche sulla questione se in via generale il Concessionario abbia o meno il potere di iscrivere fermi ed ipoteche per sanzioni relative a violazioni amministrative in generale. Il fermo e l’ipoteca hanno la loro normativa genetica nel D.P.R. 602/1973 (esattamente art. 77 per l’ipoteca e art. 86 per il fermo amministrativo nel testo novellato dall’art. 16 del DLGS 26/02/1996 n. 46 e 26/02/2001 n. 46). Dunque, fermo ed ipoteca sono previsti come mezzi speciali di esecuzione forzata ad iniziativa dell’ Esattore (o Agente della Riscossione o Concessionario che dir si voglia) solo ed esclusivamente per l’imposte sui redditi e per gli altri tributi, tasse od imposte, dovuti allo Stato o agli altri Enti Pubblici. Nessuna norma è reperibile nel nostro ordinamento che autorizzi il Concessionario a disporre il fermo amministrativo degli autoveicoli, e l’ipoteca sugli immobili, di proprietà del debitore, per le sanzioni amministrative. Non certamente l’art. 27 della l. 689/81, secondo cui “l’autorità che ha emesso l’ordinanza-ingiunzione, procede alla riscossione delle somme dovute in base alle norme previste per l’esazione delle imposte dirette…”. Questo, non tanto a seguito delle varie e profonde riforme che hanno interessato tutto il sistema tributario vigente all’epoca dell’emanazione della legge 689/81, per cui questa norma oggi non è più applicabile nella sua formulazione letterale, quanto perché secondo questo Giudice l’ articolo n. 27 della Legge 689/81 indicava solo le “forme” in cui l’Ente Pubblico creditore può procedere alla riscossione delle sanzioni amministrative, ma non anche i “mezzi” specifici di riscossione coattiva cui l’esattore può ricorrere per ottenere l’assolvimento dell’obbligazione sanzionatoria vera e propria, per infrazioni comportanti sanzioni amministrative consistenti nel pagamento di una somma di danaro a carico del contravventore o dell’obbligato in solido. Concludendo, il campo di applicazione di questi speciali provvedimenti è dunque strettamente limitato ai carichi tributari, nulla del genere essendo previsto per le sanzioni amministrative vere e proprie, in particolare per quelle relative alle violazioni del Codice della Strada. Ne deriva che l’assenza di una norma rende illegittimo di per sé il provvedimento di iscrizione ipotecaria per le sanzioni amministrative. Circa l’eccezione di difetto di legittimazione passiva della Gerit Equitalia, và osservato che, pur essendo risultata la cartella esattoriale ritualmente notificata al contribuente secondo le prove portate in atti dalla stessa Gerit Equitalia, tuttavia manca la prova della rituale notificazione dei verbali prodromici. Il Sig. Tizio aveva infatti eccepito anche la mancata notificazione dei verbali di accertamento, e quindi la prescrizione delle singole sanzioni iscritte al ruolo. Ora, il Comune di XXXX non ha fornito la prova documentale del contrario, assolutamente essenziale, in assenza della quale si deve ritenere che o detti verbali siano addirittura inesistenti oppure che non siano stati affatto notificati. Ne consegue ulteriormente la nullità della cartelle impugnata, per la quale, pur essendo stata dimostrata la sua notificazione, manca tuttavia la prova dell’avvenuta, tempestiva, quindi rituale, notificazione dei verbali prodromici di riferimento.

Per completezza di motivazione, il Giudicante osserva che nella fattispecie manca la prova della notificazione dell’avviso di iscrizione ipotecaria, formalità essenziale per procedere alla successiva formalità, onde un ulteriore motivo di nullità dell’iscrizione pregiudizievole, e comunque che l’importo in esazione, compresi i tributi di cui alle altre cartelle non impugnate, è certamente inferiore al minimo di legge (€ 8000,00) per procedere all’iscrizione di ipoteca su i beni immobili del presunto debitore. Concludendo, l’iscrizione ipotecaria effettuata dalla Gerit Equitalia Spa a carico del Sig. Tizio va annullata e la convenuta Gerit Italia Spa deve provvedere alla cancellazione del vincolo pregiudizievole dai Registri Immobiliari, la presente sentenza costituendo anche l’ ordine al Conservatore dei suddetti Registri Immobiliari di provvedere alla richiesta formalità. Per quanto concerne poi la c.e. impugnata (n. ….), anche questa và annullata posto che il Comune di XXXX, cui indubbiamente incombeva l’onere della prova sul punto, ha omesso di produrre i verbali prodromici iscritti a ruolo e la certificazione della loro tempestiva e rituale notificazione all’opponente. Nulla si deve decidere in relazione alle cartelle non impugnate, portanti apparentemente iscrizione a ruolo di tributi asseritamente non versati all’Erario.

Le spese legali seguono la soccombenza e vanno liquidate come da dispositivo.

PQM

Il GdP ritenuta la propria competenza a giudicare sulla proposta opposizione, definitivamente pronunciando, così provvede: a) annulla l’impugnata c.e. n. …..; b) annulla l’iscrizione ipotecaria impugnata dall’opponente Sig. Tizio, con ordine al Competente Conservatore dei Registri Immobiliari di provvedere alla cancellazione della formalità pregiudizievole a cura e spese di Gerit Equitalia Spa; c) condanna il Comune di XXXX e Gerit Equitalia, in solido fra loro, alla rifusione delle spese di lite a favore del Sig. Tizio, spese che vengono liquidate in complessivi € 750,00, di cui € 50,00 per spese, 300,00 per diritti procuratori, € 400,00 per onorari di avvocato, più iva e cap e addizionale al 12,5% a norma di legge .

Così deciso in Roma il 08.11.2007

Il GdP

Avv. Massimo Catarinella

Fonte: noiconsumatori.org
Mar 3, 2011 - Internet    Commenti disabilitati su Alla faccia della Privacy!!

Alla faccia della Privacy!!

FacebookFacebook: condivideremo numeri e indirizzi

I vertici del sito in blu hanno risposto a due congressman statunitensi. Le applicazioni chiederanno il permesso agli utenti per lo sfruttamento di dati relativi ad indirizzi fisici e numeri di telefono. Le preoccupazioni continuano

Roma – A scriverla è stata Marne Levine, vicepresidente della divisione global public policy di Facebook. Una missiva di sette pagine, indirizzata all’attenzione dei due congressman statunitensi Edward J. Markey e Joe Barton. Una lettera certo delicata, in cui il colosso social è tornato a spiegarsi su alcune delle problematiche relative alla privacy dei suoi utenti.

I due membri del Congresso – attualmente co-presidenti del House of Representatives’ Privacy Caucus – non avevano affatto usato mezze misure con gli alti rappresentanti del sito in blu. Facebook avrebbe dovuto rispondere entro la fine del mese scorso ad alcuni spinosi interrogativi, principalmente legati alla possibile condivisione di indirizzi fisici e numeri di telefono di milioni di utenti.

A preoccupare Markey e Barton erano stati alcuni cambiamenti annunciati da Facebook alla metà dello scorso gennaio. Dati personali come quelli relativi agli indirizzi fisici e numeri di telefono sarebbero stati messi a disposizione delle più svariate applicazioni terze presenti sul social network. Informazioni dunque rese accessibili con le API dello User Graph Project del sito in blu.

L’annuncio aveva subito destato non poche polemiche, in primis da parte di alcuni esperti in sicurezza informatica. I dati degli utenti sarebbero potuti finire più facilmente tra le grinfie di app malintenzionate, soprattutto quelle gestite da truffatori e affini. I due congressman statunitensi avevano poi sottolineato come a rischio fossero in particolare i minori, dato il livello di condivisione troppo pericoloso.

Gli stessi vertici di Facebook avevano in seguito annunciato il congelamento delle nuove policy, apparentemente convinti da “utili feedback” inviati dall’esterno. Sul developer blog del sito in blu era stata dunque fatta chiarezza: le modifiche sarebbero state implementate solo a partire da un’effettiva consapevolezza da parte degli utenti. Un assunto più che ribadito nella missiva scritta da Marne Levine.

Pare infatti che Facebook sia ancora intenzionato ad implementare le modifiche annunciate, prevedendo un’apposita schermata che chieda agli utenti un esplicito permesso per la condivisione delle informazioni. Un principio molto semplice, almeno secondo la visione del social network: si potrà accettare lo sfruttamento da parte di terzi di indirizzi e numeri di telefono oppure no.

Un ragionamento troppo semplicistico, almeno secondo il parere dei due congressman. Facebook dovrebbe fare decisamente di più per evitare che il libro dei volti diventi un elenco del telefono a disposizione di terzi. La stessa Levine ha sottolineato come nessun minore di 13 anni possa attualmente iscriversi al sito. E un quattordicenne rimane anagraficamente un minore.

Mentre Facebook annuncia ulteriori tutele per i propri utenti, c’è chi suggerisce di proteggersi per conto proprio. Il consiglio più diffuso resta quello già espresso dagli esperti in sicurezza informatica: procedere con la rimozione di informazioni come quelle relative agli indirizzi e ai numeri di telefono.

Fonte: Mauro Vecchio, puntoinformatico.it
Feb 22, 2011 - Informatica    Commenti disabilitati su Perchè continuare con il software PIRATA?

Perchè continuare con il software PIRATA?

OpenOffice è LA SUITE PER UFFICIO ufficio completa e GRATUITA. Consente anche l’esportazione in formato PDF senza la necessità di tool aggiuntivi o da scaricare illegalmente Copie dell’omologa Suite (quella più nota e ampiamente distribuita su tutti i circuiti P2P)

Arrivato alla versione 3.3 è davvero completo e veloce.


Per i felici utilizzatori di Ubuntu, se intendete installare OpenOffice 3.3 potrete incontrare qualche problema, ma seguendo questi passi, vi risulterà di una semplicità sconcertante.

Partiamo dallo scaricamento dei pacchetti .deb ufficiali, reperibili sul sito di Openoffice Org.

Primo passo FONDAMENTALE da compiere: rimuovere le versioni precedenti (se installate).

Per farlo, aprire una sessione terminale e digitate:

sudo apt-get remove openoffice*.*

Adesso scaricate il pacchetto deb dal link del sito o semplicemente cliccando QUI’. E’ un archivio tar.gz quindi dovetre estrarlo, cliccando con il tasto destro del mouse sul file scaricato e facendolo puntare alla home o sulla scrivania (o dove meglio reputate opportuno). Diversamente, da terminale, digitate

tar -zxvf OOo_3.3.0_Linux_x86_install-deb_it.tar.gz

A questo punto, spostatevi nella directory DEBS che trovate all’interno della cartella appena estratta, quindi (sempre da terminale) digitate:

cd DEBS

o se vi pare più comodo lavorare nella scrivania

cd Scrivania/OOo_3.3.0_Linux_x86_install-deb_it.tar.gz/DEBS

non dimenticate che il comando è “case sensitive”

ed eseguite in successione i seguenti comandi

sudo dpkg -i *.deb
cd desktop-integration
sudo dpkg -i *.deb

A questo punto, dal menù Applicazioni > Ufficio, troverete tutti i componenti della Suite.

Buon Lavoro.

Tratto, rieditato ed aggiornato su spunto di chimerarevo.co
Feb 20, 2011 - musica    Commenti disabilitati su Nuovo video di Caparezza

Nuovo video di Caparezza

RepubblicaL’Italia è una REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA…..

… sulle TRUFFE DI STATO.

Ma …
… da quà se ne vanno TUTTI.


Feb 19, 2011 - Politica    Commenti disabilitati su Vogliamo aleggerire il lavoro ai GIUDICI?

Vogliamo aleggerire il lavoro ai GIUDICI?

Giustizia INGIUSTASi parla di “riforma della giustizia” e ci infilano IL RIPRISTINO DELL’IMMUNITA’ PARLAMENTARE!!
Ci hanno rotto il cazzo e non ne possiamo più, ma perchè non si fa UNA cosa GIUSTA?
Perchè sembra che lo scopo sia SOLO QUELLO DI INCULARCI?
Vogliamo una riforma della Giustizia GIUSTA!! Che RISPETTI LA COSTITUZIONE e che dia risposte rapide e oneste.

Sono dell’avviso che si dovrebbe procedere innanzitutto ad una operazione:
– DIVIDERE LE COMPETRENZE DEI TRIBUNALI.
Mi spiego meglio: sappiamo che una valanga di cause civili pende sulla testa dei Giudici di TUTTI i Tribunali. E’ dato conosciuto che una quantità immensa trattano specificità raggruppabili; intendo dire che invece di avere tre tribunali per provincia che trattano TUTTO, si potrebbe:
dedicare un Tribunale (o una sezione se il Tribunale è in grado di gestirne il carico) alle Cause PER INCIDENTI STRADALI,
uno per le Cause CONDOMINIALI,
uno per le Cause MATRIMONIALI,
Cause AZIENDALI, PATRIMONIALI E DEL LAVORO
ed uno per i reati PENALI.
Tutte le altre minori… ai Giudici di Pace.

E’ inutile che dappertutto si tratti TUTTO. E’ chiaro che in un’azienda che si rispetti, la qualità del prodotto è tanto migliore quanto più l’Azienda è specializzata in un prodotto specifico.
Altro Capitolo (che però coinvolge in verità tutti i settori della Giustizia) è quello della pena da infliggere a CHI PROMUOVA UNA CAUSA BEN SAPENDO DI AVERE TORTO. Ne è un limpido esempio la QUERELA PER DIFFAMAZIONE. A tal proposito vi suggerisco un passo tratto dal sito di Beppegrillo: non è una sua idea, in realtà il DIRITTO ANGLOSASSONE LO PREVEDE, ma noi siamo CREATIVI e dobbiamo inventarci le coglionate pur di proteggere il ricco potente prepotente di turno.
La proposta è: SE QUERELI UNA PERSONA e chiedi un MILIONE di euro di risarcimento, se il Giudice stabilisce che hai torto, PAGHI AL QUERELATO l’ammontare richiesto!
Io aggiungerei le spese processuali e Legali raddoppiate per INTASAMENTO DELL’ATTIVITA’ DEL TRIBUNALE. Sono certo che il numero delle Querele crollerebbe drasticamente.


da beppegrillo.it
La querela per diffamazione è sopravvissuta a tutte le riforme sulla Giustizia, alla depenalizzazione del falso in bilancio, al lodo Alfano, alla separazione delle carriere, al bavaglio all’informazione. La querela serve al potere. La querela è un’arma da ricchi. Usata per intimidire. Per tappare la bocca. Per togliere i mezzi economici all’avversario. Spesso con la ricerca del pelo nell’uovo, come ad esempio un mancato virgolettato in una frase. La querela può essere penale o civile. Se va bene si infanga l’avversario e si porta a casa un piccolo tesoretto. Magari con la cessione del quinto dello stipendio di un povero diavolo.
La querela per diffamazione va depenalizzata. E se si richiede un indennizzo economico, chi fa la querela dovrebbe depositare in anticipo l’intera somma richiesta su un conto a disposizione del Tribunale. Se perde la causa, il deposito servirà a risarcire il querelato. Troppo comodo infangare, spaventare e cavarsela con le sole spese processuali.
Di solito si querela la verità, mai la menzogna. Di solito chi querela sono i politici e i rappresentanti delle cosiddette istituzioni, mai i cittadini. Di solito la querela viene usata in mancanza di altre argomentazioni per finire sui giornali di regime e fare la figura dell’innocente. Riporto Schifani che non può essere processato ha querelato Travaglio, Mavalà Ghedini minaccia di querela chiunque dia del puttaniere al suo cliente (in pratica mezzo mondo), Cicchitto querela l’Espresso.

Feb 10, 2011 - Politica    Commenti disabilitati su Cornuti e MAZZIATI

Cornuti e MAZZIATI

Riporto, dal Sito del Ministro della Gioventù una notizia che sa di beffa.

In palio, “Posti di lavoro a tempo indeterminato” (ma la costituzione non ne PRESCRIVE IL DIRITTO PER OGNI CITTADINO??)

MUTUI !!!! (e le Banche si inculano gli spiccioli che vi sudate)

Milioni per l’Impresa giovanile!!! Ma avete idea di QUANTE NE AVETE FATTO CHIUDERE?

Vi PREGO, se venite a conoscenza anche di UN SOLO ASSUNTO O UN BENEFICIARIO (che non habbia partecipato alle feste conosciute) fatemelo sapere e rendiamolo pubblico!


Diritto al futuro

Diritto al futuro: stanziati subito 300milioni di euro per il domani dei giovani italiani

“Diritto al futuro”, è un insieme di azioni del Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, rivolte alle nuove generazioni, sui temi del lavoro,  della casa,  della formazione e dell’autoimpiego.

10.000 posti di lavoro a tempo  indeterminato per giovani genitori con contratti atipici;

10.000  mutui concessi a  giovani coppie di precari;

100  milioni per l’impresa giovanile, il talento e  l’innovazione tecnologica;

20.000 tra i migliori neolaureati d’Italia messi a contatto con  il mondo produttivo;

30.000 giovani  meritevoli che potranno investire sul proprio futuro e completare la  propria formazione grazie a un prestito garntito;

oltre 68 milioni di  spesa coordinata con gli enti locali a favore delle giovani  generazioni.

I decreti che compongono il pacchetto “Diritto al Futuro” sono già stati firmati, e la loro dotazione economica interamente finanziata. Espletati gli ultimi passaggi dell’iter burocratico, saranno attivi già nei prossimi mesi.

Feb 8, 2011 - Politica    Commenti disabilitati su Julian Assange e i Giornalai Italiani

Julian Assange e i Giornalai Italiani

AssangeParla Julian Assange, l’Eni?
“La vera grande azienda corrotta italiana”
(E immaginate quanto non ne sappia nulla Prodi! [ndr])

Da Ellingham Hall, il rifugio inglese, il fondatore di Wikileaks parla del nostro modo di fare informazione: “Abbiamo dato i cables ai due grandi giornali italiani, ma non li hanno pubblicati”

I cables censurati dai “due più grandi giornali italiani”. L’Eni, “la vera grande azienda corrotta italiana”. Berlusconi, che a lui non piace, “ma agli italiani sì”. E’ un Julian Assange a tutto campo a parlare in un’intervista pubblicata oggi da Agoravox. Nel giorno in cui l’hacker più famoso del mondo si trova a Londra per difendersi davanti al Tribunale che dovrà stabilire se estradarlo o meno in Svezia, dov’è ricercato con l’accusa di stupro, il fondatore di Wikileaks, l’uomo che ha impaurito la diplomazia internazionale con le sue rivelazioni, dà la sua opinione sul nostro Paese.

Da Ellingham Hall, il rifugio inglese, Assange parla del nostro modo di fare informazione. “I giornali italiani si occupano di persone che sono già in carcere o sotto processo, ma non si occuperebbero mai di persone che non sono mai state indagate, anche se citate nei cables“. E ancora: “Il vero problema è che in Italia i grandi giornali non parlano delle storie di corruzione”. E i cables? perché non sono mai stati dati ai giornali italiani? “L’abbiamo fatto – risponde Assange – li abbiamo dati ai due giornali più grandi. In precedenza avevamo anche lavorato con uno dei due, ma alla fine non ne hanno fatto nulla”.

Eppure, afferma ancora il fondatore di Wikileaks, di cose interessanti nei cablogrammi ce ne sono. Notizie, ad esempio, sulla grande compagnia pubblica Eni, “il grimaldello che l’Italia usa per entrare in vari paesi del mondo. Come per esempio in Kyrgyzstan dove c’è un forte legame basato sulla corruzione tra l’Eni e i politici locali. L’Eni è la vera grande azienda corrotta italiana”.

E Silvio Berlusconi? “Non mi piace, ma agli italiani sì. Il problema di Berlusconi non è tanto il suo potere politico ed economico, ma come l’abbia usato per fare i propri interessi, corrompendo il sistema”.


Solamente qualche decina di giorni fa, Maurizio Blondet pubblicava un’altro articolo interessante: Quando Prodi aveva “l’amico Putin”
Ne riporto uno stralcio, il resto lo leggete dal sito ufficile (link in calce) in quanto, sebbene sia tratto dalla sezione FREE, non è corretto il copia/incolla.

Nel 2006, Prodi fece un viaggio-lampo a Mosca per concludere un grosso affare. Ma Wikileaks non c’era ancora. Nel 2008, Putin ha offerto a Prodi la presidenza di Southstream
MOSCA – L’accordo ENI-Gazprom lo stava facendo Berlusconi: misteriosi bastoni tra le ruote, nel consiglio d’amministrazione dell’ente, l’hanno liquidato, o meglio ritardato fino alle elezioni e al cambio di regime a Roma. Ora si capisce perché: l’accordo lo doveva fare Prodi.
Perché è un buon accordo, bilaterale, da Stato a Stato e non abbandonato al «libero mercato», secondo la tradizionale politica italiana – alla Mattei, da quel che si può capire.
«Le nostre relazioni nel campo dell’energia non sono più quelle tra venditore e cliente», ha detto Prodi all’uscita dal Cremlino: «ora si tratta della presenza italiana sul mercato russo e della presenza russa sul mercato italiano».
Dal canto suo, Putin ha annunciato che Mosca osserverà l’Energy Charter (vedi sotto) «nei riguardi dell’Italia» (sottinteso: esclusi gli altri) senza nemmeno che il parlamento russo lo approvi.
La cosa ha stupito non poco Andrey Kolesnikov, il giornalista di Kommersant esperto del settore, che da settimane aveva sentito Putin e i suoi scagliarsi contro l’Energy Charter come «un documento che discrimina la Russia» e «in contrasto con il concetto russo di sicurezza energetica».
E la cosa si spiega: stipulato nel ’91 e firmato a Lisbona nel ’94, ossia negli anni di Eltsin e del saccheggio occidentale delle risorse russe (sotto il nome di «privatizzazioni e liberalizzazioni»), l’Energy Charter è il trattato che la Casa Bianca e i suoi maggiordomi europei (Barroso e Solana fra i primi) usano per criticare la mancata privatizzazione della Gazprom, il mancato accesso occidentale agli oleodotti russi, e in generale il fatto che Putin usi gas e greggio non come una merce, ma come un’arma strategica.

Fonti: ilfattoquotidianno.it ed effedieffe.com
Gen 24, 2011 - Internet    Commenti disabilitati su Facebook ENERGIVORO!!

Facebook ENERGIVORO!!

FacebookLa bolletta elettrica è più SALATA??
E’ anche colpa di Facebook!!
Chi ha mai verificato l’effettivo consumo del suo PC?


Ebbene, io già da anni mi occupo di ridurre al minimo i consumi energetici (dalle mie parti non possiamo AUMENTARE LE TASSE, solo RIDURRE LE SPESE!!) con i metodi più o meno noti.

Recentemente però ho notato una cosa, in occasione di una visita di un’amico che mi ha chiesto di poter utilizzare il PC, ho notato un rallentamento delle fluidità della macchina.
Il PC in questione è dotato di Pentium 4 3,2Ghz, 2Gb RAM DDR, HDD Sata2 Barracuda 10k e VGA AGP8x Nvidia.
Una macchina non troppo performante ma con il giusto equilibrio per la stragrande maggioranza delle applicazioni.
Ebbene, vi pubblico il risultato della prova:

Ho utilizzato Mozilla Firefox su Windows XP Home SP3 e il normalissimo Task Manager del Sistema Operativo.
La applet utilizzata è il Poker,
ma credo che altre applicazioni con grafica più complessa sia anche PEGGIO!!

Facebook ENERGIVORODurante l’utilizzo della applet 83%
Facebook ENERGIVORO

Fuori da Facebook 2% (la freccia rossa indica il momento in cui è stata chiusa l’applicazione)
Come ben sapere, il maggiore utilizzo della CPU, corrisponde ad un maggiore consumo energetico, un pò come in Automobile, più accelerate, più consumate.


Conto di ripetere i test anche con altri Sistemi Operativi (Linux e Win7) e pubblicarli appena trovo il tempo.
Se non mi credete, fate voi stessi la prova e inviatemi i risultati.
A breve coto di effettuare misure con il Wattmetro e stimare l’effettivo consumo energetico differenziale.
Quindi, se ci tenete al risparmio energetico….
… non dimenticate questo fatto e, non privatevene, ma utilizzatele con parsimonia e consapevolezza, come fate con il forno elettrico o altri eletrodomenstici energivori.

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