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Mar 10, 2013 - 11 Settembre 2001, Abuso di Potere, Truffe    Commenti disabilitati su 11 Settembre, continua l’Ecatombe.

11 Settembre, continua l’Ecatombe.

Torri di Luce

Il 17 Ottobre 2010 riportai un
articolo tratta da signoraggio.it

(link a fondo pagina non più raggiungibile)
sull’ECATOMBE dei Testimoni
dell’11 settembre
.

Ecco, adesso apprendo che non è ancora finita.


Autore del nuovo libro di
9/11 Truth è stato trovato morto con i suoi figli

http://partitodellarinascita.forumfree.it/?t=65029253#.UTqD7pqtbpA.facebook

L’ex pilota di linea Phillip Marshall ha trascorso molto tempo vicino a Santa Barbara lo scorso anno preparando l’uscita del suo controverso libro sul complotto del 9/11 “The Big Bamboozle:. 9/11 e la Guerra al Terrore

the big bamboozle - Marshall Philip

Durante il processo di editing e pre-marketing del libro, Marshall ha espresso un certo livello di paranoia perché il suo lavoro di saggistica accusa l’amministrazione Bush di essere in combutta con la comunità dell’intelligence saudita nella formazione dei dirottatori morti utilizzati negli attacchi.

“Pensate a questo,”Marshall ha detto l’anno scorso in una dichiarazione scritta,“La versione ufficiale di qualche fantasma (Osama bin Laden), in qualche grotta dall’altra parte del mondo, che è riuscito a sconfiggere il nostro intero establishment militare sul suolo americano è assolutamente assurda.”

Marshall ha continuato a dire:
“La vera ragione è che l’attacco ha avuto successo a causa di un interno di stand-militare e una azione di formazione coordinata che ha preparato i dirottatori per voli aerei di linee commerciali esanti. Abbiamo decine di documenti dell’FBI per dimostrare che questo addestramento al volo è stato condotto in California, Florida e Arizona nei 18 mesi precedenti all’attacco. “

Il pilota veterano confidò che era preoccupato per il suo libro da 10 anni, lo studio indipendente sul 9/11 e più di recente a quanto indicato ai sauditi e alla comunità di intelligence di Bush come i carnefici dell’attacco che ha battuto tutte le difese militari degli Stati Uniti l’11 settembre , 2001. Marshall ha detto che sapeva che il suo libro avrebbe messo molte persone contro di lui.

A quando segue dalla relazione dello Sceriffo della contea i bambini stavano dormendo quando gli è stato sparato. Il pubblico ufficiale ha dichiarato che Macaila Marshall, 14, e Alex Marshall, 17,  giacevano 6 piedi uno dall’altro in parti separate su un grande divano ad U in sezione.

“La causa della morte è stata un unico colpo di pistola alla testa per tutti”, ha detto il medico legale. Il cane di famiglia inoltre è stato trovato ucciso da un colpo di pistola in una camera da letto.

La madre dei bambini, Sean Marshall, era in viaggio per lavoro in Turchia, al momento delle uccisioni. Il medico legale ha detto che è previsto l’arrivo nella zona presto per fare organizzare il funerale.

“Dopo un esauriente studio di 10 anni di questo attacco letale che ha usato aerei di linea Boeing pieni di passeggeri e membri dell’equipaggio compagni come missili guidati, io sono al 100% convinto che una squadra segreta di agenti dei servizi segreti sauditi era la fonte delle risorse finanziarie, logistiche e tattiche che la formazione diretta di volo essenziali per i dirottatori dell’11 / 9 per 18 mesi prima l’attacco “, scrive Marshall. “Questa conclusione è stata determinata sei anni fa e tutte le prove successive hanno fatto altro che confermare questa conclusione.”

L’anno scorso, Marshall ha parlato alla trasmissione radiofonica nazionale Coast to Coast AM. Ha detto che l’intero episodio 9/11 era“una trovata politica per favorire il governo americano ombra che sta facendo affari come la comunità di intelligence degli Stati Uniti.”

Marshall Philip

fonte:www.santabarbaraview.com/phillip-ma…-of-one4254252/

Fonte: Signoraggio.it

Set 11, 2012 - 11 Settembre 2001, Abuso di Potere, InGiustizia, Truffe    Commenti disabilitati su Imposimato: a 11 anni da quell’11 settembre: era Strategia della Tensione

Imposimato: a 11 anni da quell’11 settembre: era Strategia della Tensione


verofalsovero
di Ferdinando Imposimato – Journal of 9/11 Studies

Gli attentati dell’11/9 sono stati un’operazione globale di terrorismo di Stato consentita dall’amministrazione degli USA, che sapeva già dell’azione ma è rimasta intenzionalmente non reattiva al fine di fare la guerra contro l’Afghanistan e l’Iraq. Per dirla in breve, gli eventi dell’11/9 erano un caso di Strategia della Tensione messa in atto dai poteri politici ed economici negli Stati Uniti per perseguire vantaggi in capo all’industria petrolifera e delle armi.

Anche l’Italia è stata una vittima della “Strategia della Tensione” della CIA, attuata in Italia dai tempi della strage di Portella della Ginestra, in Sicilia, nel 1947, fino al 1993.

Ci sono molte prove di una tale strategia, sia circostanziali che scientifiche. Le relazioni del National Institute of Standards and Technology (NIST), del 20 novembre 2005, hanno sancito le conclusioni di seguito esposte.

Gli aerei che hanno colpito ciascuna delle torri gemelle hanno causato tanto una breccia quanto un’esplosione evidenziata da una gigantesca palla di fuoco. Il carburante rimanente fluiva verso i piani inferiori, alimentando gli incendi. Il calore degli incendi deformava le strutture degli edifici così che entrambe le torri sono crollate completamente da cima a fondo. Molto poco è rimasto di quanto era di qualsiasi dimensione dopo questi eventi, a parte i frammenti in acciaio e in alluminio e i detriti polverizzati provenienti dai pavimenti in cemento. Anche l’edificio 7 del World Trade Center crollò: lo fece in un modo che risultava in contrasto con l’esperienza comune degli ingegneri.

Il rapporto finale del NIST ha affermato che gli attacchi aerei contro le torri gemelle erano la causa dei crolli per tutti e tre gli edifici: WTC1, WTC2 e WTC7.

Tutti e tre gli edifici sono crollati completamente, ma l’edificio 7 non fu colpito da un aereo. Il crollo totale del WTC7 ha violato l’esperienza comune ed era senza precedenti.

Il rapporto del NIST non analizza la reale natura dei crolli. Secondo gli esperti intervenuti nel corso delle Udienze di Toronto (“Toronto Hearings”, 8-11 settembre 2011), i crolli avevano caratteristiche che indicano esplosioni controllate. Sono d’accordo con l’architetto Richard Gage e l’ingegnere Jon Cole, entrambi professionisti di grande esperienza, che sono arrivati alle loro conclusioni attraverso test affidabili, prove scientifiche, e la testimonianza visiva di persone insospettabili, tra cui i vigili del fuoco e le vittime.

L’autorevole teologo David Ray Griffin ha descritto con grande precisione perché l’ipotesi di demolizione controllata dovrebbe essere presa in considerazione. Vari testimoni hanno sentito raffiche di esplosioni.

Secondo il NIST il crollo dell’edificio 7 è stato causato da incendi provocati dal crollo delle torri gemelle. Il chimico e ricercatore indipendente Kevin Ryan, tuttavia, ha dimostrato che il NIST ha dato versioni contraddittorie del crollo dell’edificio 7. In un rapporto preliminare del NIST dichiarava che il WTC7 fu distrutto a causa di incendi provocati da gasolio conservato nel palazzo, mentre in una seconda relazione questo combustibile non era più considerato come la causa del crollo dell’edificio. Ulteriori commenti sulla versione degli eventi data dal NIST sono stati formulati da David Chandler, un altro testimone esperto intervenuto nel corso delle Udienze di Toronto. Nonostante la presunzione del NIST in merito a tre distinte fasi di crollo, Chandler ha sottolineato che molti video disponibili dimostrano che per circa due secondi e mezzo l’accelerazione dell’edificio non può essere distinta da una caduta libera. Il NIST è stato costretto a concordare con con questo fatto empirico come sottolineato da Chandler, e ora comprensibile per chiunque.

Peter Dale Scott, un altro testimone alle Udienze di Toronto, ha dimostrato l’esistenza di un modello d’azione sistematico della CIA volto a bloccare importanti informazioni nei confronti dell’FBI, anche quando l’FBI avrebbe normalmente diritto di ottenerle. Inoltre, ci sono ulteriori elementi di prova contro George Tenet e Tom Wilshire. Secondo l’ex capo dell’antiterrorismo della Casa Bianca, Richard Clarke (intervista rilasciata alla televisione francese e tedesca come parte di un documentario di Fabrizio Calvi e Christopf Klotz ,31 agosto 2011, nonché l’intervista con Calvi e Leo Sisti, “Il Fatto Quotidiano “, 30 agosto 2011la CIA era a conoscenza dell’imminente attacco dell’11/9.

Inoltre, dal 1999 la CIA aveva indagato Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hamzi, entrambi sauditi, che sono stati associati con l’aereo della American Airlines che ha colpito il Pentagono. La CIA era stata informata che Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hamzi erano arrivati negli Stati Uniti all’inizio del 2000. È legittimo dedurre che Tenet, capo della CIA, e Wilshire, secondo Peter Dale Scott una “figura chiave” nella Alec Station, bloccarono gli sforzi di due agenti dell’FBI, Doug Miller e Mark Rossini, intesi a notificare al centro FBI che uno dei partecipanti alla riunione di Kuala Lumpur, al-Mihdhar, aveva ottenuto un visto USA attraverso il consolato degli Stati Uniti a Jeddah. Il professor Scott, basandosi sulla ricerca di Kevin Fenton, cita 35 occasioni in cui i dirottatori sono stati protetti in questo modo, a partire dal gennaio del 2000 al 5 settembre 2001. Con riferimento al precedente di questi incidenti, il motivo di questa protezione era evidentemente, secondo Fenton, «per coprire un’operazione della CIA che era già in corso.»

Ulteriore prova indiziaria contro Tenet e Wilshire è la seguente. Il 12 luglio 2001 Osama bin Laden si trovava nell’ospedale americano di Dubai. Fu visitato da un agente della CIA. Questa informazione è stata data a Le Figaro, che ha anche riferito che bin Laden era stato operato in questo ospedale, essendo arrivato da Quetta (Pakistan). Questa informazione è stata confermata da Radio France International, che ha rivelato il nome dell’agente che ha incontrato bin Laden: Larry Mitchell. Tenet e Wilshire, consapevoli della presenza di bin Laden negli Emirati Arabi Uniti, non sono riusciti a farlo arrestare né estradare, anche se i documenti dell’FBI e della CIA lo ritenevano responsabile di massacri in Kenya e Tanzania.

L’insider trading è una forte ulteriore prova contro la CIA, l’FBI e il governo degli Stati Uniti.

Gli articoli del professor Paul Zarembka, così come da Kevin Ryan e altri, dimostrano che tali casi diinsider trading hanno avuto luogo nei giorni immediatamente precedenti rispetto agli attentati. Eppure questi casi di insider trading sono stati negati dall’FBI e dalla Commissione d’inchiesta sull’11/9.

Ulteriore prova contro la CIA e l’amministrazione degli Stati Uniti è la seguente. Mohammed Atta, almeno a partire dal maggio 2000, era sotto sorveglianza della CIA in Germania, secondo la Commissione sull’11/9, sia perché era accusato sin dal 1986 di attentati contro Israele, sia perché era stato sorpreso mentre acquistava grandi quantità di prodotti chimici per l’uso in esplosivi a Francoforte (The Observer, 30 settembre 2001). È stato indagato dal servizio segreto egiziano e il suo telefono cellulare era sotto controllo. Nel novembre del 1999 Mohammed Atta lasciò Amburgo, andò a Karachi, in Pakistan, e poi a Kandahar. Qui ha incontrato bin Laden e lo sceicco Omar Saeed (secondo la rivista specializzata in questioni di sicurezza interna GlobalSecurity.org, alla voce “Movements of Mohammed Atta”). Dopo giugno 2000 gli USA hanno continuato a monitorare Atta, intercettando le sue conversazioni con Khalid Sheikh Mohammed, considerato il regista del 9/11, che ha vissuto in Pakistan.

Una forte prova del fatto che la CIA era a conoscenza dei movimenti irregolari di Atta dagli Stati Uniti verso l’Europa e all’interno degli Stati Uniti è il documento declassificato della CIA inviato dall’Agenzia a G.W Bush (President’s Daily Brief – Ndt: “relazione breve giornaliera per il presidente”). Questo documento, del 6 agosto 2001, dice: «Bin Laden determinato a colpire in USA.» E continua: “relazioni di provenienza clandestina, di governi stranieri, e dei media indicano che bin Laden sin dal 1997 ha voluto condurre attacchi terroristici negli Stati Uniti. Bin Laden ha inteso in interviste a televisioni statunitensi nel 1997 e nel 1998 che i suoi seguaci avrebbero seguito l’esempio dell’attentatore del World Trade Center Ramzi Yousef, e avrebbero “portato i combattimenti in America”.»

Dopo gli attacchi missilistici degli Stati Uniti sulla sua base in Afghanistan nel 1998, bin Laden disse ai seguaci che voleva infliggere una rappresaglia a danno di Washington, secondo un servizio di intelligence straniero. Un membro operativo egiziano della Jihad islamica ha rivelato a un agente di un servizio segreto straniero, nel frattempo, che bin Laden aveva intenzione di sfruttare l’accesso operativo agli Stati Uniti per organizzare un attacco terroristico …

Una fonte clandestina ha affermato nel 1998, che una cellula di bin Laden a New York stava reclutando giovani musulmani americani per gli attentati.

Questo documento dimostra che la CIA, l’FBI, così come il presidente Bush, conoscevano già dal 6 agosto 2001 chi aveva un accesso operativo: Atta. Nessuno ha goduto di un tale accesso negli Stati Uniti quanto Atta. Ma la CIA, l’FBI e Bush non hanno fatto nulla per fermarlo.

In Italia ho raccolto prove che la guerra in Iraq è stata decisa dal governo degli Stati Uniti prima degli attacchi dell’11/9 con l’aiuto dei servizi segreti italiani. Secondo Michel Chossudovsky, gli attacchi dell’11/9 sono stati usati come pretesto per la guerra, avendo avuto come sfondo i molti anni in cui si è avuta la creazione e il sostegno da parte della CIA della rete terroristica ora conosciuta come al-Qa’ida. Oggi c’è il pericolo di una nuova “guerra preventiva” contro l’Iran da parte degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere terribile per la gente di tutto il mondo e potrebbe anche distruggere una gran parte dell’umanità.

L’unica possibilità per avere giustizia è quello di presentare le migliori prove relative al coinvolgimento di singoli individui nei fatti dell’11/9 al Procuratore della Corte penale internazionale chiedendogli di indagare in base agli articoli 12, 13, 15 e 17, lettere a e b, dello Statuto della Corte penale internazionale, ricordando anche il preambolo della Statuto:

 

  • Riconoscere che tali gravi reati minacciano la pace, la sicurezza e il benessere del mondo,
  • Affermare che i reati più gravi che sono motivo di allarme per la comunità internazionale nel suo insieme non debbano rimanere impuniti e che la loro repressione debba essere efficacemente garantita mediante provvedimenti adottati a livello nazionale ed attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale,
  • Essere determinati a porre fine all’impunità degli autori di tali crimini e quindi di contribuire al perseguimento di tali reati,
  • Ricordare il dovere di ogni Stato di esercitare la propria giurisdizione nei confronti dei responsabili di reati internazionali …

 

Ferdinando Imposimato, settembre 2012.

Fonte: http://www.journalof911studies.com/resources/2012-September—Imposimato-letter.pdf

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.


ferdinando imposimato megachFerdinando Imposimato è presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ed ex senatore e deputato. A lungo ha fatto parte della Commissione bicamerale Antimafia.

Da magistrato ha istruito alcuni tra i più importanti processi sul terrorismo (il caso Aldo Moro, l’attentato al papa Giovanni Paolo II, il caso Bachelet). Ha scoperto la “pista bulgara” e altre connessioni terroristiche internazionali. Innumerevoli i processi contro mafia e camorra. Tra gli altri, ha istruito il caso Michele Sindona e il processo alla Banda della Magliana.

È autore o co-autore di sette libri sul terrorismo internazionale, la corruzione statale, e di questioni connesse, nonché Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.


Fonte: Megachip http://www.megachip.info/finestre/zero-11-settembre/8851-imposimato-a-11-anni-da-quell11-settembre-era-strategia-della-tensione.html

Apr 25, 2012 - 11 Settembre 2001, Bancocrazia, Economia, Finanza, Giustizia, Informazione, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Petrodollari e petro€uro….

Petrodollari e petro€uro….

Il Valore reale dei DollariDa anni tengo a ricordare che l‘evento scatenante dell’11 Settembre e dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo sia partito dal fatto che nel 2000, a Novembre, Saddam Hussein iniziò a richiedere che il petrolio iracheno fosse pagato in euro anziché in dollari, forse perché gran parte delle importazioni irachene avvenivano dai paesi europei, ma più probabilmente per tentare di indebolire la moneta statunitense: infatti secondo alcuni la domanda di dollari sarebbe dovuta soprattutto alla compravendita del greggio in quella valuta, il che sosterrebbe il suo cambio, proteggendolo dalla svalutazione.
L’embargo proclamato dalle Nazioni Unite a seguito della guerra (il primo Desert Storm”) ha pesato fortemente sull’economia irachena, vista la difficoltà per l’apposito Ufficio dell’ONU incaricato di vagliare la rilevanza militare di ogni componente elettronico e ad alto contenuto tecnologico la cui importazione veniva sollecitata dall’Iraq e che, tra l’altro, ha a lungo impedito al Paese di sfruttare appieno la sua potenzialità energetica e idrica che in forte misura dipendevano proprio da un corretto impiego e da un’utilizzazione appropriata di tali apparecchiature. (fonte: wikipedia)
——————————
In seguito, anche su disinformazione.it ritrovo le medesime tesi: http://disinformazione.it/cauaaconflittoiraq.htm.
Che addirittura riporta:
“Francia e Germania che con Saddam stanno facendo affari sono naturalmente contrarie all’intervento militare.Trovano quindi un alleato nella Gran Bretagna che guarda caso  l’1 gennaio 1999,. non ha adottato l’euro ed è uno dei grandi produttori Europei di petrolio inoltre Tony Blair ha diversi motivi urgenti per supportare un’invasione. Appoggiando George Bush, egli appoggia l’ala destra della stampa britannica. Restando al fianco di Bush, può vantarsi di una leadership globale più credibile rispetto a quella di altri leader europei, continuando a difendere la posizione anomala della Gran Bretagna come membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Occupato l’Iraq gli Usa smantellano il programma ONU  “Oil for Food” riconvertono in dollari le riserve irachene e varano il loro Fondo per la Assistenza all’Iraq naturalmente in dollari USA. Washington elabora una lista di imprese con lo scopo di eliminarle dal business della ricostruzione Irachena. Tra queste vi è l’ENI, prendendo come motivo il pretesto che hanno trasgredito la legge sulle sanzioni imposte a Iran e Libia del 1996 e classificandole come complici del terrorismo. L’Italia per non predere i pozzi dell’ENI a Nassiriya aderisce  a guerra conclusa (?) all’operazione Antica Babilonia  l’inviando truppe militari come missione di pace o umanitaria. Invece proprio in questi giorni il il presidente della commissione esteri della camera Gustavo Selva dichiara: “Basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario. (…) Abbiamo dovuto mascherare come operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle non sarebbe mai arrivato il via libera”.
Nel dicembre 2003, gli USA (il Pentagono) annunciano che per le compagnie petrolifere e di altra natura, Francesi, Tedesche e Russe è chiusa la porta per ottenere commesse per la ricostruzione in Iraq. “Grazie alla guerra al’Iraq L’Unione Europa non esiste più” può affermare  soddisfatto Bush in un incontro con il premier turco Erdogan.
IRAQ invaso OPEC impaurita. Europa spaccata.
Missione compiuta COMMANDER IN CHEEF: abbiamo il petrolio e il dollaro è salvo!


Ebbene, in questi giorni ho trovato un articolo molto interessante sulle motivazioni che, da qualche anno a questa parte ed in particolar modo dopo aver tolto di mezzo l’Hussein ribell, hanno spostato l’attenzione sull’IRAN. Pubblicato su italia.pravda.ru il 30 Aprile del 2007, agli albori DELLA NUOVA CRISI EPOCALE CHE CI STA’ TRAVOLGENDO TUTTI!


L’Iran guida l’attacco contro il dollaro Usa

30.04.2007
 

Mentre la stampa mondiale si è concentrata sui piani dell’Iran di continuare l’arricchimento dell’uranio, Teheran continua dietro le quinte a muovere una guerra economica contro il dollaro Usa.

In base alle affermazioni del governatore della Banca centrale dell’Iran, Ehrabhim Sheibany, a Kuala Lumpur alla fine del mese scorso, Tehran ha raggiunto la decisione di terminare tutte le vendite di petrolio in dollari.
La Zhuhai Zhenrong Trading, una compagnia statale cinese che compra 240.000 barili di petrolio al giorno dall’Iran, approssimativamente il 10% della produzione totale iraniana di 2, 2 milioni di barili al giorno, ha confermato il passaggio all’euro per i suoi acquisti di petrolio iraniano.
Circa il 60% degli introiti iraniani derivati dal petrolio sono attualmente in valute diverse dal dollaro secondo Hojjatollah Ghanimifard, che è responsabile degli affari internazionali per la National Iranian Oil. Persino le raffinerie giapponesi, che comprano qualcosa come 550.000 barili di petrolio al giorno dall’Iran, hanno indicato la loro volontà di comprare il petrolio iraniano in yen.
La Cina, che compra circa il 12% delle sue forniture di greggio dall’Iran, ha firmato lo scorso anno un accordo a lungo termine da $ 100 miliardi con l’Iran per sviluppare l’enorme giacimento iraniano di Yadvaran. Stime indicano che la Cina potrebbe ricavare 150.000 barili di petrolio dal giacimento di Yadvaran per tutti i prossimi 25 anni, assicurando la posizione dell’Iran per i decenni futuri come uno dei maggiori fornitori di petrolio alla Cina.
Una possibilità è che la Cina possa iniziare a pagare il petrolio iraniano in yuans.
Nel frattempo la Cina, che possiede ora depositi da mille miliardi di dollari in valuta straniera, ha annunciato il 20 marzo che non accumulerà più riserve in valute straniere. Questa è un’ulteriore cattiva notizia per il dollaro, dal momento che circa il 70% dei mille miliardi cinesi in valute estere sono in dollari Usa.
Circa la metà dei fondi cinesi in valuta Usa sono investiti in buoni del Tesoro statunitense, che sono vitali per il finanziamento dei continui deficit del budget federale Usa.
La recente spinta dell’Iran di richiedere pagamenti per il petrolio iraniano in valute diverse dal dollaro segna un allontanamento da un precedente annuncio in cui Tehran dichiarava di star pianificando di aprire una borsa petrolifera iraniana nel marzo 2006 destinata a quotare i prezzi del petrolio in euro.
L’Iran deve ancora aprire una borsa petrolifera iraniana, ma chiedere il pagamento del petrolio in valute diverse dal dollaro è visto da molti esperti come un più diretto attacco contro il dollaro, specialmente se la decisione iraniana appoggia un allontanamento mondiale dall’uso del dollaro come base delle riserve mondiali in valuta estera.
Il governatore della Banca centrale dell’Iran Sheibany ha anche confermato che l’Iran sta tagliando le riserve in dollari a meno del 20% di suoi depositi totali in valuta estera. L’Iran progetta di gestire le sue riserve di valuta estera provenienti dalle vendite del petrolio in un paniere di 20 differenti monete.
La mossa, da parte sia dell’Iran che della Cina, di detenere meno dollari nelle loro riserve di valuta estera riflette un desiderio di diversificare il portafoglio di valute estere nel timore che il dollaro continui a perdere valore nei confronti dell’euro. Nello scorso anno il dollaro ha perso il 9% del suo valore contro l’euro, ed è sceso del 35% contro l’euro negli scorsi cinque anni.
WorldNetDaily ha precedentemente riferito del fatto che il defunto dittatore iracheno Saddam Hussein aveva virtualmente firmato la sua condanna a morte quando aveva ottenuto il permesso delle Nazioni Unite per detenere in euro le sue riserve di valuta estera derivata dal programma Oil for Food.


Alla luce di questi fatti, è più chiaro CHI stia attentando all’Unione Europea, oltre i Bancocrati che sono evidentemente in combutta con i detentori della Stampante di Dollari non più collegati ad alcun controvalore aurifero già dal 1971 grazie a Richard Nixon, che con questo atto dichiara implicitamente il reale FALLIMENTO DELL’ECONOMIA USA e del Dollaro:

Sotto Bretton Woods, era d’obbligo tenere i dollari a riserva e dunque era nota la somma di dollari in possesso delle banche straniere, quantità prevalente della massa di dollari esistente fuori dagli USA. Inoltre, i dollari circolanti in USA (come ogni moneta circolante dentro uno Stato) erano un dato disponibile poiché la massa monetaria era ed è decisa dalla FED. Al tempo di Roosevelt era già risaputo che le once d’oro dichiarate nella riserva della FED non erano sufficienti né a convertire il totale dei dollari esistente (dentro e fuori USA), né quelli in possesso di stranieri. Nemmeno una forte svalutazione da 30 a 300 dollari/oncia avrebbe reso Bretton Woods un sistema di cambi sostenibile. Era chiaro che prima o poi la convertibilità sarebbe finita; l’aumento successivo dell’emissione di dollari (da convertire) accelerò questo processo.
Il provvedimento di Roosevelt parlò, infatti, di Gold Window (chiusa da Nixon 40 anni dopo) come periodo di transizione per il ripagamento di una parte dei dollari in possesso di investitori stranieri (quelli che l’oro disponibile poteva ripagare).

  • Con la guerra in Vietnam e la crescita economica di Germania e Giappone, gli USA necessitano di finanziamenti eccezionali; l’indebitamento a causa delle guerre costrinse a coniare ingenti quantità di dollari e a svalutare la moneta, fissando un cambio inferiore rispetto all’oncia d’oro (e quindi alle altre valute) perché la riserva d’oro doveva bastare per una massa circolante di moneta molto più alta.

Per tentare di mantenere il sistema creato a Bretton Woods, si organizza un pool di banche centrali che mantengono il corso del cambio del dollaro sull’oro a 35 $ l’oncia, comprando titoli di Stato USA in caso di perdita e vendendoli in caso di risalita. La Francia si ritira dal pool nel 1967.

  • 15 agosto 1971: il presidente statunitense Richard Nixon annuncia che nemmeno i dollari degli stranieri sono più convertibili in oro. La soppressione della convertibilità totale del dollaro in oro è per alcuni una dichiarazione implicita di bancarotta.

A completamento del danno ci si è poi messo quel bel pezzo di Democratico amante delle scrivanie popolate del Clinton:
Con l’Abolizione del Glass-Steagall Act, che fu revocato negli Stati Uniti, mentre era presidente Bill Clinton e Ministro del Tesoro Robert Rubin. Alla distinzione cioè fra banca commerciale e banca di investimenti si è progressivamente sostituito il modello di banca universale, che tende a includere l’attività assicurativa. Il Gramm-Leach-Bliley Act del 1999 abrogava il Glass-Steagall Act. La legge passò al Senato con un voto di 90 contro 8, col contributo di 38 Democratici, inclusi: Joe Biden, John Kerry, Tom Daschle, Dick Durbin e (perfino) John Edwards. Nei primi del Novecento, il Glass-Steagall Act aveva introdotto una distinzione giuridica tra banche di commercio pubblico e banche d’investimento pubblico, attività che non potevano essere svolte dallo stesso soggetto giuridico per il conflitto di interessi esistente fra le due. Il Glass-Steagall Act proibiva alle banche commerciali, o a società da esse controllate, di sottoscrivere, detenere, vendere o comprare titoli emessi da imprese private. Questa separazione fu decisa dopo che un comitato d’inchiesta (noto come Pecora Committee), promosso dal Senato americano in seguito ai numerosi fallimenti conseguenza della crisi del ’29, verificò che alcune banche avevano collocato presso i propri clienti titoli emessi da imprese loro affidate e che queste avevano successivamente utilizzato i fondi così raccolti per rimborsare i prestiti precedentemente concessi dalla banca. In sostanza, le banche avrebbero trasformato potenziali sofferenze in emissioni collocate presso i propri clienti. in altri casi, gli istituti di credito emettono dei prestiti con la cosiddetta “opzione convertendo”, che permette al debitore, in presenza di determinate condizioni economiche, di non rimborsare il prestito e cedere alla banca altrettante azioni di proprietà.

Pertanto, attendiamoci il temuto atto finale nei confronti dell’Iran in quanto, oltre alle evidenze suesposte, è FORTEMENTE VOLUTO DA QUELLA TEOCRAZIA paradossalmente definita come l’unica Democrazia del Medio Oriente (detentrice di oltre 200 testate nucleari E DEI MISSILI che ne consentono l’utilizzo a lunga gittata) che è ISRAELE.

Beh, se credete in qualche dio, attaccatevi alle preghiere, perché tra poco assisteremo ad uno scenario da INCUBO!

Ott 17, 2010 - 11 Settembre 2001    Commenti disabilitati su I testimoni dell’11 Settembre

I testimoni dell’11 Settembre

Torri di Luce

Sapevate dell’ECATOMBE dei Testimoni dell’11 settembre?

fatti fuori uno alla volta, ma qualcuno parla ancora…

Molti testimoni dei fatti accaduti l’11 Settembre 2001 sono rimasti vittime di morti misteriose. L’elemento che li accomunava, è il fatto che le loro affermazioni sostenessero il Movimento per la Verità sull’11 Settembre (911truth.org) e smentivano la versione ufficiale dei fatti.

Barry Jennings
BARRY JENNINGS
Era il coordinatore per le emergenze della New York Housing Authority (con sede presso il WTC). L’11 Settembre dichiarò di essere stato sbalzato all’indietro (insieme al collega Michael Hess) da una potente esplosione nell’edificio 7.
In seguito dichiarò di avere udito altre esplosioni nello stesso edificio, molto prima che la torre collassasse, e che durante la fuga avrebbe scavalcato diversi corpi senza vita, contraddicendo la versione “ufficiale” secondo cui nessuno sarebbe deceduto nello edificio 7.
Barry è morto misteriosamente il 19 Agosto 2008, due giorni prima che venisse presentata la prima bozza del rapporto NIFT sugli eventi dell’11 Settembre.
Beverly Eckert


BEVERLY ECKERT

Beverly perse il marito negli attentati dell’11 Settembre. Dichiarava di non credere alla versione “ufficiale” dei fatti.
Apparteneva alla organizzazione attivista dei famigliari delle vittime degli attentati, inclusa una azione civile contro i sauditi e il governo degli Stati Uniti.
Sembra che le sia stato offerto del denaro per desistere e mantenere il silenzio, proposta che rifiutò.
Beverly è morta alla età di 57 anni in uno strano incidente aereo, in data 12 Febbraio 2009. Una settimana prima di morire, aveva incontrato il Presidente Obama in qualità di avvocato delle vittime dell’attentato al WTC.

Kenneth Johannemann

KENNETH JOHANNEMANN
Kenneth lavorava come portiere al WTC. Testimoniò di avere assistito ad esplosioni sia alla base che ai piani superiori della torre. In particolare, parlò di una forte esplosione avvenuta alla base di una delle Torri Gemelle, e raccontò di avere soccorso persone con ustioni su tutto il corpo, vittime della esplosione verificatasi alla base – e non in cima – della torre.
Nel Settembre 2008 Kenneth fu trovato morto, ucciso da un colpo di arma da fuoco alla testa, ed il suo caso fu classificato come “suicidio”.
Il rapporto sul suicidio indica come movente il recente licenziamento di Johannemann.
Tuttavia egli aveva una grande e amorevole famiglia, e sembra che il cugino gli avesse da poco offerto un posto di lavoro.

Michael Doran

MICHAEL H. DORAN
Doran prestava assistenza legale ai famigliari delle vittime dell’attentato, nelle cause di richiesta di risarcimento danni.
E’ morto il 28 Aprile 2009, quando il suo aeroplano monoposto si è schiantato in Ohio.

CHRISTOPHER LANDIS
(Nessuna foto disponibile)
Era il responsabile alla sicurezza per il Dipartimento dei Trasporti della Virginia. Concesse agli autori del documentario “The Pentacon” diverse foto, ed una intervista durante la quale rispose alle domande molto nervosamente.
Il giorno degli attentati potè godere di una visuale libera del punto di impatto dello attentato al Pentagono. Scattò molte foto le quali sembra rivelassero una realtà diversa da quella presentata dalle fonti “ufficiali.”
Circa una settimana dopo che gli autori del film registrarono la testimonianza di Landis, quest’ultimo fu ritrovato morto per un apparente suicidio.

Incidente Christopher Landis

Nessuna ulteriore informazione è trapelata sulla sua morte.

Bertha Champagne

BERTHA CHAMPAGNE
L’11 Settembre 2001 Bertha prestò servizio come baby sitter presso la famiglia di Marvin Bush.
Fino a Giugno 2009 il fratello minore di George W. Bush fu alla direzione della Securacom Stratesec, una compagnia kuwaitiana – saudita, la stessa che sovrintendeva alla sicurezza elettronica del WTC e dell’aereoporto internazionale di Dulles, da cui partì il volo 77.
Il 10 Ottobre 2003 la sessantaduenne Bertha Champagne fu trovata morta allo interno della sua autovettura in una strada nei pressi della residenza dei Bush.

Paul Smith

PAUL SMITH
Pilota dell’elicottero che filmò le immagini dello schianto del secondo aeroplano.
Il 7 Ottobre 2007 mentre smontava da un taxi, Smith fu investito ed ucciso da una misteriosa automobile nera, mai identificata.
L’11 Settembre il cameraman John Del Giorno era l’operatore a bordo dell’elicottero di Smith, ma dal giorno degli attentati ha sempre categoricamente rifiutato di rilasciare dichiarazioni sull’accaduto.

Deborah Palfrey

DEBORAH PALFREY

Deborah Palfrey gestiva un giro di prostituzione che annoverava diversi vip del WTC tra i suoi frequentatori.

Nei giorni successivi gli attentati, la Palfrey dichiarò – anche nella trasmissione di Alex Jones – di essere in possesso di informazioni potenzialmente di grande interesse per la commissione di indagine sull’11 Settembre.

Il 15 Aprile 2008 la Palfrey fu trovata morta nella propria abitazione, plausibilmente suicida.


David Wherley

DAVID WHERLEY
Il maggiore Wherley coordinava le operazioni di volo degli aerei militari nei cieli di Washington, l’11 Settembre 2001.
Il 22 Giugno 2009 Wherley restò ucciso in uno strano incidente della metropolitana, il più grave da un trentennio.
Gli investigatori accertarono che il controllo del treno era stato impostato su “automatico”, anziché manuale, come di norma.

Salvatore Princiotta


SALVATORE PRINCIOTTA

Princiotta fu uno dei primi vigili del fuoco ad intervenire sul luogo dell’attentato.
Il 23 Maggio 2007 fu assassinato.
L’uomo sospettato del suo omicidio, Jeffery Lynn Bigham, fu in seguito trovato morto suicida.
Aggiornamento: ringrazio i ricercatori di “Come Don Chisciotte” per questa pagina: http://xoomer.virgilio.it/911_subito/misteriose_morti.html dalla quale traggo il seguito di questo articolo (purtroppo la lista si è allungata)…

David Graham

 

DAVID GRAHAM

David Graham vide 3 dei dichiarati dirottatori a Shreveport con un uomo d’affari pakistano precedentemente il 9/11.
Andò all’FBI con questa informazione e ricevette minacce da agenti federali.
Il 17 settembre del 2006 David Graham è stato trovato avvelenato. La sua morte non è mai stata oggetto di investigazioni approfondite.

John P. O'Neill

JOHN P. O’NEILL

Esperto di antiterrorismo, ex agente dell’FBI.

I dettagli poco chiari intorno al suo decesso sono troppi per riportarli qui e sono spiegati in un’apposita pagina di questo sito.

Prasanna Kalahasthi

PRASANNA KALAHASTHI

Prasanna Kalahasthi, moglie di un presunto passeggero del volo AA-11 (quello che si schiantò sulla Torre Nord) e studentessa di odontoiatria, è stata trovata impiccata circa un mese dopo l’11 settembre, nonostante fosse Hindu (e quindi non potesse commettere suicidio, in quanto visto come peccato pari all’omicidio) e nonostante gli amici affermino che fosse determinata a terminare l’università e a vivere.

Suo marito, Pendyala Vamsikrishna, a causa di varie stranezze (come liste passeggeri in cui compariva e scompariva senza motivo), è considerato uno dei tanti indizi della falsità delle liste dei voli ufficialmente dirottati l’11 settembre 2001.

La vicenda viene esaminata in dettaglio in questa pagina.

Suzanne Jovin
SUZANNE JOVIN
Suzanne Jovin era una studentessa di Yale che fece una tesi su Osama bin Laden ed ebbe come relatore un agente dell’intelligence statunitense (James Van de Velde, che viveva a 3 isolati da lei).
Suzanne è stata assassinata appena 5 ore dopo aver consegnato la sua tesi di laurea (quasi conclusa) a Van de Velde. Il colpevole è tuttora ufficialmente ignoto.
Un testimone riferì di aver visto Van de Velde camminare dietro Suzanne appena 20 minuti prima che venisse assassinata.
La polizia afferma che Suzanne fu probabilmente condotta nel luogo del delitto da qualcuno che conosceva.
Suzanne prima di morire si era lamentata con amici e conoscenti che Van de Velde, più che aiutarla con la tesi, stava cercando di ostacolarla.
Nella tesi che consegnò a Van de Velde il giorno dell’omicidio mancava solamente la conclusione. Una nota a margine scritta a mano diceva: “la conclusione la lascio per ultima”. Tuttora non sappiamo a cosa si riferisse.
Suzanne fu uccisa nel 1998, e viene da molti definita “la prima vittima dell’11 settembre”.
Maggiori dettagli qui.

Perry Kucinich

 

PERRY KUCINICH

Perry Kucinich era il fratello di Larry Kucinich, un membro del Congresso che richiedeva una nuova investigazione sull’11 settembre.
Ufficialmente la causa del decesso è stata una caduta (è stato ritrovato morto nella sua cucina steso sul pavimento a faccia in giù).

Wendy Burlingame


WENDY BURLINGAME

Wendy Burlingame era la figlia di Charles Burlingame, il pilota del volo AA-77 che si sarebbe schiantato al Pentagono.
E’ morta in un incendio nel 2006, nel complesso di appartamenti chiamato Galaxy Towers.
Edward DeFazio, il procuratore della Contea di Hudson, ha affermato che secondo gli esperti il fuoco ha avuto origine “sospetta”.
Inoltre il Galaxy Towers aveva una sicurezza antincendio all’avanguardia e non aveva mai sofferto incendi di alcun tipo prima.
Nessun altro è morto nell’incendio.

Ezra Harel

EZRA HAREL

Ezra Harel era una figura chiave del Mossad (il servizio segreto israeliano che secondo molti ha avuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione dell’11 settembre, insieme al governo e al complesso militare-industriale statunitense).
Poco dopo l’11 settembre è stato trovato morto per attacco cardiaco.
Potrebbe non essere stato altro che un attacco cardiaco spontaneo, potrebbe essere stato qualcosa di più… Impossibile saperlo con certezza.

Bruce Irvins

 

BRUCE IVINS

Ivins era sospettato di essere il responsabile delle lettere all’antrace del 2001.
Sembra che la causa della morte sia stata overdose, non si sa se per mano sua o meno.
Nonostante questa incertezza non è stata eseguita nessuna autopsia, perché le autorità l’hanno definita “non necessaria”. Eppure è la prassi, in casi simili.

Eric Wishnie


ERIC WISHNIE

Eric Wishnie era un produttore anziano alla NBC News.
La moglie, Dawn Fratangelo, era una giornalista che si era occupata della cronaca degli attacchi dell’11 settembre.
Wishnie è morto il 31 luglio 2007. Ufficialmente si è trattato di suicidio.

Michael Zebuhr

MICHAEL ZEBUHR

Michael Zebuhr stava preparando un dottorato di biologia alla Clemson University e figurava tra i membri del movimento degli «Scienziati per la verità sull’11 settembre», in cui giocava un ruolo essenziale di coordinatore.
Accompagnato dalla sorella, da un amico e dalla Sig.ra Suzanne Strong, sua madre, stava uscendo da un ristorante a Minneapolis, sabato 25 marzo 2006, quando due individui si sono avvicinati per avere il portafoglio della Sig.ra Strong, che gli è stato consegnato senza resistenza, ha detto la polizia.

Senza ragione apparente, i due aggressori hanno poi ucciso Michael Zebuhr con un colpo alla testa. Zebuhr è morto 24 ore dopo presso il Hennepin County Medical Center a causa delle ferite.

Pubblicato il da in 11 settembre
Fonte: Signoraggio.it
Set 11, 2010 - 11 Settembre 2001    2 Comments

WTC Demolizione controllata ILLEGALE?

Asbestosi

Siamo tutti a conoscenza della tragedia avvenuta 9 anni fa.

Ma, a pochi viene in mente un dettaglio: ricordate le torri TRASFORMATE IN POLVERE?

E le migliaia di persone CHE NE SONO STATE COMPLETAMENTE INVESTITE ED AVVOLTE?

 

Ebbene, si perde un riferimento: l’anno di costruzione, il LARGO USO DI FIBRE DI AMIANTO di quegli anni, IL DANNO CAUSATO DOPO ANNI DALL’INSPIRAZIONE DI QUELLE MALEDETTE FIBRE.

 

Il “FORTUNATO” Larry Silverstain (ne ho già parlato qualche tempo fa), era BEN AL CORRENTE del costo di demolizione di una struttura del genere, che IN MANIERA LEGALE NON SI SAREBBE MAI E POI MAI POTUTA DEMOLIRE COL METODO CHE POI è stato INVECE ADOTTATO: La demolizione controllata, appunto.

Mesotelioma PleuricoEbbene, a tutt’oggi l’OMS non ha ancora diffuso i dati sulla diffusione di ASBESTOSI E MESOTELIOMA che ha colpito i superstiti delle Torri Gemelle (e le WTC 7), gli incolpevoli passanti, i soccorritori e quanti si sono trovati, loro malgrado AVVOLTI DALLA NUBE VELENOSA E NE HANNO INSIPRATO LE FIBRE!!

 

 


Ho trovato un articolo scritto POCHI GIORNI DOPO I FATTI del 2001 davvero interessante che vi riporto:

 

Mentre l’America e il mondo tremano all’ipotesi di una ancora indefinita e ipotetica guerra batteriologica, a Manhattan, nel cimitero delle torri gemelle, il rischio chimico ha già un nome concreto: polvere di amianto. In mezzo a questa polvere, ormai da due settimane, migliaia di volontari, pompieri, addetti dei servizi di protezione civile, giornalisti e cine operatori scavano, raccolgono notizie e fotografano. Nessuno di loro, però, sembra dotato di adeguate misure di protezione, se non di qualche poco utile mascherina di carta usa e getta.
L’agenzia federale di protezione ambientale (Epa) ha comunque fornito dati rassicuranti sul livello di amianto a New York. Delle 24 misurazioni effettuate nei due giorni successivi al disastro, ha spiegato Tina Kreisher, portavoce dell’Epa, soltanto quella effettuata nell’epicentro del disastro ha rivelato un livello di presenza di polvere di amianto superiore alla soglia di sicurezza (con il 4.5% di fibra di amianto). Tuttavia, ha rassicurato l’Epa, l’esposizione all’asbesto è pericolosa solo se prolungata nel tempo, e dunque non riguarda la grandissima maggioranza dei cittadini della Grande Mela. Epa e Osha (l’Occupation safety health administration) continueranno comunque a monitorare l’aria della città.

I rischi di chi vive e opera nell’epicentro del disastro possono essere limitati, raccomanda ancora l’Epa, con l’uso di maschere dotate di filtri speciali che però “quasi nessuno ha usato o usa”, denuncia ancora l’agenzia ambientale statunitense. Essendo le fibre di amianto di dimensioni ridottissime, le tradizionali protezioni usate dai medici in sala operatoria non bastano.

La costruzione delle torri del World Trade Center fu terminata nel 1973; le strutture in acciaio furono spruzzate con amianto (contenente il 30 per cento di crisotilo) e 5 mila tonnellate di amianto furono utilizzate per le tramezze e le coibentazioni. Ma, almeno ufficialmente, solo fino al quarantesimo piano: in seguito alla presa di posizione di numerosi scienziati Usa, tra cui uno studio fondamentale di Irving Selikoff, gli altri settanta livelli furono elevati utilizzando ulteriori materiali. Nel febbraio del 1972, poi, l’utilizzazione dell’amianto nell’edilizia newyorkese fu vietata per legge.

In realtà, sulla quantità di amianto presente nei grattacieli al momento dell’esplosione non c’è accordo. Ed Ferrand, membro del Dipartimento di scienza e tecnologia della città di New York, ancora ricorda l’asbesto piovere copiosamente dalle torri al momento dell’installazione: “Camminavo – dice – e dovevo togliermi l’amianto dalle spalle. Alcune zone erano ricoperte da parecchi centimetri di polvere”. Secondo Guy Tozzoli, l’ingegnere responsabile della costruzione e manutenzione del Wtc (rimasto in carica fino al 1987), l’amianto fu utilizzato solo fino al trentanovesimo piano, poi fu impiegato altro materiale, “con un costo aggiuntivo di 400 mila dollari”, precisa l’ingegnere. In seguito, ha detto Tozzoli, l’amianto presente nelle torri fu stoccato in speciali contenitori di plastica e nei primi anni ottanta “interamente rimosso”. In realtà si tratta di analisi non condivise da tutti: secondo alcuni, fino all’11 settembre erano ben visibili, all’ultimo piano, travi coibentate con amianto a spruzzo.

C’è anche qualcuno che, nella tragedia, trova occasione per tirare fuori la vecchia, e si sperava superata, polemica sull’effettiva pericolosità dell’amianto. Secondo Richard Wilson, docente di fisica all’Università di Cambridge nel Massachusetts, la resistenza al calore della sostanza avrebbe potuto proteggere in maniera più efficace le colonne portanti dei due grattacieli, ritardandone il crollo di qualche ora e, probabilmente, salvando centinaia di vite umane. Steve Miller, editor del sito scientifico junk-science.com, conferma: “L’amianto è il migliore isolante che conosciamo e non usarlo a causa di isteriche ragioni di salute pubblica è assurdo”. L’argomento usato dai sostenitori dell’asbesto è che la sostanza, allo stato solido, non sarebbe pericolosa: in realtà altri e più attendibili studi rivelano che anche in questo caso, con il tempo, l’amianto si sfalda e libera fibre nell’atmosfera.

Ma a Manhattan la mappa del rischio tossico non si ferma purtroppo all’amianto. Dopo il crollo altre sostanze pericolose potrebbero essere state liberate nell’atmosfera: il freon (dai condizionatori d’aria onnipresenti nel Wtc), Pcb e idrocarburi. L’Epa ha inviato sul posto unità mobili speciali per il monitoraggio dell’aria. Mezzi dello stesso modello usato in Kuwait durante la guerra del Golfo per misurare le tossine prodotte dalla combustione dei pozzi petroliferi.

(26 settembre 2001)

Fonte: Assoamianto
Ago 23, 2010 - 11 Settembre 2001    1 Comment

Quando si dice essere FORTUNATI

11 Settembre11/9: IL GIORNO PIU’ FORTUNATO DI “LUCKY” LARRY SILVERSTEIN

Bisogna proprio essere fortunati per fare 4 miliardi di dollari con un bel colpo su un investimento di 6 mesi da 124 milioni di dollari.

Larry Silverstein è il magnate immobiliare newyorkese che acquistò l’intero complesso del World Trade Center proprio 6 mesi prima degli attacchi dell’11 settembre. Quella fu la prima volta che nei 33 anni di storia del complesso vi fu un cambio di proprietà.

Il primo ordine del giorno di Mr. Silverstein in qualità di nuovo proprietario fu di sostituire la compagnia responsabile della sicurezza del complesso. La nuova compagnia che venne ingaggiata fu la Securacom (ora Stratasec). Il fratello di George W. Bush, Marvin Bush, era nel consiglio d’amministrazione, e il cugino di Marvin, Wirt Walzer III, ne era il direttore generale. Secondo documentazioni pubbliche, la Securacom, non solo forniva sicurezza elettronica al World Trade Center, ma forniva copertura al Dulles International Airport e alla United Airlines, due protagonisti chiave negli attacchi dell’11/09.

La compagnia era appoggiata da una società d’investimenti, la Kuwait-American Corp., anch’essa legata per anni alla famiglia Bush.

La KuwAm fu legata finanziariamente alla famiglia Bush fin dalla Guerra del Golfo. Uno dei direttori e membro della famiglia reale del Kuwait, Mishal Yousef Saud al Sabah, fece parte del consiglio della Stratasec.

Facciamo ora una considerazione: i membri di una esigua cricca possedevano il WTC, ne controllavano la sicurezza dei sistemi elettronici, e anche la sicurezza non solo di una delle linee aeree i cui velivoli vennero dirottati l’11/09, ma dell’aeroporto dal quale provenivano.

Un’altra piccola “coincidenza” – Mr. Silverstein, che diede un acconto di 124 milioni di dollari su questo complesso da 3,2 miliardi di dollari, lo assicurò prontamente per la cifra di 7 miliardi di dollari.
Non solo, assicurò il complesso contro “attacchi terroristici”.
[“Lucky” Larry Silverstein]

A seguito degli attacchi, Silverstein presentò due richieste di indennizzo per la cifra massima della polizza (7 mld. di dollari), basate, secondo il parere di Silverstein, su due attacchi separati. La compagnia assicurativa Swiss Re, diede a Mr. Silverstein un risarcimento di 4.6 miliardi di dollari – un principesco compenso per un investimento relativamente misero di 124 milioni di dollari.

C’è dell’altro. Vedete, le World Trade Towers non erano proprio quell’affare immobiliare che siamo portati a credere. Da un punto di vista economico, il Trade center – sovvenzionato fin dall’inizio dal New York Port Authority – non ha mai funzionato, né si intendeva farlo funzionare, indifeso nel disordinato mercato immobiliare. Come non faceva a esserne al corrente il Gruppo Silverstein?

Le torri avevano bisogno di ristrutturazione e migliorie per un totale di 200 milioni di dollari, gran parte dell’ammontare relativo alla rimozione e rimpiazzo dei materiali edilizi dichiarati rischiosi per la salute fin già negli anni quando le torri vennero costruite. Era ben risaputo dalla città di New York che il WTC era una bomba all’amianto. Per anni il Port Authority trattò l’edificio come un vecchio dinosauro, cercando in diverse occasioni di ottenere i permessi per demolire la costruzione per motivi liquidità, mai concessi a causa dei risaputi problemi riguardanti l’amianto. Inoltre si sapeva benissimo che l’unico motivo per cui la costruzione stava ancora in piedi fino all’11/09 era perché sarebbe stato troppo costoso smantellare le Twin Towers piano per piano dato che al Port Authority venne impedito legalmente di demolire gli edifici.

Il costo stimato per smontare le torri: 15 miliardi di dollari. Solo il materiale da impalcatura per l’operazione venne stimato sui 2.4 miliardi di dollari!

In poche parole, le Twin Towers erano strutture condannate. Che cosa conveniente un attacco “terroristico” che demoliva completamente gli edifici.

L’edificio 7 era parte del complesso del WTC, e coperto dalla stessa polizza assicurativa. Questa struttura di 47 piani, in acciaio, che non venne colpita da un aereo, crollò misteriosamente su se stesso a caduta libera , otto ore più tardi nello stesso giorno – esattamente nello stesso modo delle Twin Towers.

Come è potuto accadere? Mr. Silverstein diede al mondo la risposta durante un’intervista al canale PBS, un anno dopo l’11/09/2002:

“Mi ricordo di aver ricevuto una chiamata dal… comandante dei vigili del fuoco, che mi informava di non esser sicuro che sarebbero stati in grado di contenere l’incendio, e io dissi, ‘abbiamo avuto un numero tremendo di vittime, forse la cosa più intelligente da fare è di tirarlo giù’ . E presero questa decisione e assistemmo al crollo dell’edificio”.

Chiunque ne sappia un po’ sulle costruzioni può affermare: “tirar giù” nel gergo industriale sta per demolizione controllata.

Una cosa è certa, la decisione di “tirar giù” il WTC 7 avrebbe reso felici molte persone.

[World Trace Center 7. Non dimenticate…che nessun aereo ha colpito questo edificio]

Specialmente perché era stato riferito che migliaia di dati sensibili riguardanti alcune delle più grandi truffe finanziarie della storia – comprese Enron e WorldCom – erano depositate negli uffici di alcuni inquilini dell’edificio:

– US Secret Service

– NSA

– CIA

– IRS

– BATF

– SEC

– NAIC Securities

– Salomon Smith Barney

– American Express Bank International

– Standard Chartered bank

– Provident Financial Management

– ITT Hartford Insurance Group

– Federal Home Loan Bank

La Security and Exchange Commission [SEC: Commissione di controllo sui titoli e la borsa n.d.t.] non ha quantificato il numero di casi effettivi nei quali dati sostanziali vennero distrutti dal crollo del WTC 7.

L’agenzia di stampa Reuters e il Los Angeles Times pubblicarono resoconti che li stimavano tra i 3.000 e i 4.000. Includevano la più importante tra le inchieste dell’agenzia sui metodi con i quali le banche d’affari si spartivano le azioni più appetibili appena immesse sul mercato durante il periodo del boom dell’high-tech. … “Le investigazioni in corso al New York SEC ne verranno influenzate clamorosamente perché gran parte del loro è un lavoro di documentazione intensivo”, disse Max Berger della Bernstein Litowitz Berger & Grossman di New York. “Per quei casi è una sventura”.

Citygroup afferma che alcune delle informazioni che la commissione sta cercando (circa WorldCom) vennero distrutte nell’attacco terroristico dell’11 settembre al World Trade Center. Salomon aveva degli uffici nell’edificio 7 del World Trade Center. La banca riferì che i nastri delle registrazioni delle e-mail della società a partire dal settembre 1998 fino al dicembre 2000 erano archiviate nell’edificio e distrutte nell’attacco.

Nell’edificio 7 del WTC vi era il più grande ufficio del territorio dei Servizi Segreti USA, con più di 200 dipendenti: “tutte le prove che avevamo archiviato e che si trovavano nell’edificio 7, in tutti i casi, sono crollate con l’edificio”, secondo l’agente speciale dei servizi segreti US David Curran.

Che perfetto, completo e fortuito susseguirsi di eventi fu l’11 settembre.

Casualmente, val la pena notare che uno degli amici più intimi di Lucky Larry – una persona con la quale, si dice, parli al telefono quasi tutti i giorni – è niente meno che l’ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Altro ancora su quella piccola intima relazione prossimamente…

Fonte: http://www.fourwinds10.com/
Link
06.09.2006
DI LIFEFORCE@ROCKYMOUNTAINS.NET
The Four Winds

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LAURA

Fonte: Comedonchisciotte.net
Ago 7, 2010 - 11 Settembre 2001    Commenti disabilitati su 11 Settembre: Attacco al Pentagono

11 Settembre: Attacco al Pentagono

pentagon_montage.jpgA distanza di 9 anni….
… ancora non ci hanno detto DOVE sia finito l’aereo che

i terroristi Islamici AVREBBERO fatto rovinare sul Pentagono.

 

E voi?
Cosa ne pensate?

Tratto da: Pentagonstryke
Ago 2, 2010 - 11 Settembre 2001    Commenti disabilitati su Ricorrenze, lutti, stragi senza Mandanti.

Ricorrenze, lutti, stragi senza Mandanti.

durban-2001.jpg

Oramai stiamo facendo il callo ai tanti “per non dimenticare”, per decine di stragi e atti di terrorismo (pilotato e gestito da Servizi Segreti e dietro i quali appaiono mandati di Stato) per i quali non avremo MAI una risposta certa e definitiva, proprio perchè è CHI COMANDA a gestire queste cose (a livello nazionale ma anche a livello Mondiale) e conseguentemente, non permetteranno MAI a nessun giudice o commissione di inchiesta di Sputtanarli ottenendo probabilmente sommosse popolari e il rispolverare di forche.

Già, è pertanto bene rinfrescare la memoria a quanti non memori di un fatto gravissimo: Il congresso tenutosi a Durban in Sudafrica nel Settembre del 2001, che passò alla storia per le polemiche che scatenò: polemiche che nella memoria non sono state ancora cancellate neanche dal trauma immediatamente successivo dell’attacco alle Torri Gemelle, appena tre giorni dopo la sua conclusione. Senza contare quanti, MOLTO probabilmente NON NE SONO NEPPURE A CONOSCENZA in quanto i mainstream si sono BEN guardati dal dare risalto alla cosa, tanto che sarei pronto a scommettere che, la maggior parte di quanti leggeranno quanto segue, ne siano completamente ignari.

Nove anni fa, l’evento si trasformò in un processo nei confronti di Israele, col tentativo di far riportare in vita la deliberazione Onu del 17 Ottobre 1975 che aveva equiparato il sionismo a una forma di razzismo. Stati Uniti e Israele ritirarono allora le loro delegazioni, mentre Australia e Canada redigevano comunicati in cui attaccavano l’“ipocrisia” della Conferenza con parole di fuoco.

Si fecero girare volantini come questo:

Quarto_Reich.jpg

Che ponevano in risalto il fatto che Israele si rendesse responsabile di crimini contro i Palestinesi, equiparabili a quanto già accaduto durante il TERZO Reich.

_______________________________________________________________

Materiale fatto girare da alcune ONG alla Conferenza sul Razzismo tenutasi a Durban nel Settembre 2001

3-09-2001 Durban (Sudafrica)- La delegazione israeliana e quella USA abbandonano per protesta la conferenza sul razzismo organizzata dall’ONU perché ritengono “..la dichiarazione finale del summit offensiva per lo Stato Ebraico..”; oggetto della polemica il testo finale della conferenza nel quale, pur non nominando Israele, lo si accusa di razzismo e di applicare l’apartheid contro i palestinesi.

Il testo era stato proposto dalla maggioranza delle delegazioni ufficiali degli Stati arabi; la dichiarazione più controversa, che equiparava sionismo e apartheid era già stata eliminata dalla bozza di dichiarazione proprio in seguito alle proteste di USA e Israele.

Tra i passaggi contestati e poi non approvati nella dichiarazione finale segnaliamo i seguenti:

– “ Non devono mai essere dimenticati l’olocausto e la pulizia etnica perpetrata ai danni della popolazione araba e palestinese nelle terre storiche della Palestina, nella Bosnia e in Kosovo”

– “ L’occupazione straniera fondata sulle colonie di popolamento, con le sue leggi discriminatorie finalizzate al mantenimento di questo dominio sui territori occupati attraverso un blocco militare totale, sono in contraddizione con i principi della Carta Onu e costituiscono una nuova forma di di apartheid, un crimine contro 1’umanit, una violazione grave del diritto internazionale umanitario, oltre che una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale”

– “Esprimiamo una profonda inquietudine di fronte alla discriminazione razziale che i palestinesi subiscono nei territori arabi occupati e che ha gravi incidenze su molti aspetti della loro vita quotidiana. Chiediamo che sia stabilito un termine alle pratiche razziste cui sono sottoposti i palestinesi e gli altri abitanti dei territori arabi occupati da Israele”

– “La conferenza mondiale constata con inquietudine l’aumento delle pratiche razziste del sionismo e dell’antisemitismo in parecchie regioni del mondo, e la diffusione di modi di pensare di movimenti discriminatori come il sionismo fondato sulla superiorità razziale”


(Il Tempo 4-09-2001, pag. 10; giornalista: Nicol Degli Innocenti)
(Il Tempo 5-09-2001, pag. 10; giornalista: Andrea di Leo)
(Repubblica 4-09-200 1, Prima pagina e pagg. 2,3; giornalista: Stefania di Lellis)

Ricordiamo che il Segretario Generale dell’ Onu Kofi Annan aveva aperto la conferenza affermando che : “L’Olocausto è stato il massimo abominio, ma non può giustificare le persecuzioni dei palestinesi”.

La decisione di lasciare la conferenza sarebbe stata presa dagli USA, mentre Israele era probabilmente più propenso a restare e continuare nell’opera di convincimento delle Ong (Organizzazioni Non Governative), che iniziava a dare i suoi frutti: infatti numerosi coordinamenti di Ong internazionali si sono infatti dissociate dalla dichiarazione finale con cui il Forum delle Ong aveva duramente attaccato Israele; la pubblicazione del testo è stata di nuovo rinviata e c’è un sempre maggior numero di associazioni che ne contestano la legittimità.

Le Ong ebraiche (come il “Simon Wiesenthal Center” per esempio) hanno deciso di ribattere all’offensiva mediatica condotta dai palestinesi a Durban convocando in Sudafrica numerosi parenti di vittime dell’antisemitismo e del “terrore arabo” che hanno parlato in una conferenza stampa la mattina del 4-9-2001. In seguito anche le Ong ebraiche hanno lasciato la conferenza.
(Repubblica 4-09-200 1, pag. 2; giornalista: Stefania di Lellis)

In una intervista concessa al quotidiano “Repubblica” il direttore degli affari internazionali del “Simon Wiesenthal Center” Shimon T. Samuels ha affermato di essere scioccato per quello che sta avvenendo a Durban.”Vengono distribuite copie del Protocolli dei Savi di Sion”, “gli Ebrei vengono aggrediti fisicamente”“Buttati fuori dalle riunioni a cui avrebbero tutto il diritto di partecipare”, a testimonianza dell’atmosfera antisemita che si respirava a Durban.
(Repubblica 4-09-2001, pag. 2; giornalista: Stefania di Lellis)

5-09-2001 Durban — Anche 1’UE minaccia di abbandonare la conferenza sul razzismo. Il primo ministro francese Jospin ha annunciato che l’Unione Europea era pronta a lasciare la conferenza se sul documento finale non fosse stata eliminata l’equiparazione del sionismo al razzismo.
(Il Tempo 6-09-2001, pag.10; giornalista. Nicol Degli Innocenti)

6-09-2001 Durban — Respinto dai paesi islamici il tentativo di compromesso sul testo della dichiarazione finale proposto dal Sudafrica dietro spinta dell’Unione Europea, dichiarando che il testo proposto non è accettabile perché non riflette la gravità della situazione dei palestinesi.

Il testo rivisto e corretto, secondo le richieste dell’UE, non accusa Israele di essere uno stato razzista, ma esprime preoccupazione per le sofferenze dei palestinesi sotto occupazione straniera e ribadisce il loro ‘diritto inalienabile” all’autodeterminazione e a uno stato indipendente. Il testo — che dice che l”Olocausto non deve essere mai dimenticato” — riconosce anche il diritto alla sicurezza per tutti i paesi della zona, Israele compresa, condanna il razzismo e la discriminazione contro le comunità ebree, musulmane e arabe e lancia un appello per una pace duratura in Medio Oriente, ma è stato rifiutato dai paesi islamici e dalla Lega Araba in particolare. (Probabilmente perché troppo interessato agli Ebrei e ad Israele ndr)
(Il Tempo 7-09-2001, pag. 9; giornalista: Nicol Degli Innocenti)

8-09-2001 Durban — Conclusa con un accordo in extremis la Conferenza ONU sul razzismo: ‘La tratta degli schiavi un crimine contro l’umanità”. Il compromesso di Durban delude gli Arabi. No ai risarcimenti per lo schiavismo. Paesi islamici furiosi per il mancato accenno a Israele. La risoluzione contiene le scuse solenni dei Paesi che hanno organizzato la tratta degli schiavi, la cui pratica viene definita un crimine contro l’umanità. Poi ammonisce a non dimenticare l’Olocausto. Vengono sottolineate le sofferenze del popoio palestinese. Israele e il sionismo non vengono mai citati ma si guarda con grande preoccupazione al crescere dell’antisemitismo, islamofobia e arabofobia. La sezione del testo che riguardante il Medio Oriente non ha soddisfatto gli arabi, che avrebbero voluto l’inserimento di tre paragrafi di carattere generale che non citano i palestinesì ma che sicuramente avrebbero giovato alla loro causa. Ma ha provocato spaccature anche in seno agli occidentali. Il Canada si è detto contrario al paragrafo che riconosce ai rifugiati palestinesi il diritto di entrare liberamente nelle loro case, e ha fatto mettere a verbale una dura dichiarazione: “C‘è stato il tentativo di disonorare le sofferenze e la storia del popolo ebraico, e c‘è stata una intromissione irresponsabile nelle questioni di uno dei conflitti più complessi della storia contemporanea” ha detto il rappresentante canadese tra i fischi. Il blocco islamico, siriani e pachistani in testa, ha fatto quadrato sollevando eccezioni procedurali e riuscendo così a bloccare una mozione che nei fatti chiedeva di adottare il testo senza i tre paragrafi cari ai palestinesi; alla fine il testo è stato approvato senza votazione generale, con il dissenso palese degli arabi. Da segnalare che nel testo originale (in inglese quindi) è scritta l’espressione “palestinian plight” che lascia molti dubbi: può voler dire infatti tragedia, crisi, dramma, sofferenza ma anche solo situazione spiacevole, triste: è una espressione diplomatica volutamente ambigua. Tra le varie reazioni segnaliamo quella della Siria che ha dichiarato: “Non dobbiamo dimenticare le pratiche razziste che vengono compiute nei territori occupati palestinesi”.


(Corriere della Sera 9-09-2001; giornalista: Massimo Alberizzi)
(Messaggero 9-09-2001; giornalista: Alessandro Di Lellis)

 

Fonte: focusonisrael.org

Lug 21, 2010 - 11 Settembre 2001    Commenti disabilitati su Ma, all’11 Settembre ci credete ancora?

Ma, all’11 Settembre ci credete ancora?

WTC7.jpgMEDICO SOCCORRITORE A GROUND ZERO: «CI E’ STATO DETTO CHE L’EDIFICIO 7 STAVA PER ESSERE “TIRATO GIU’»

E si, siete ancora in TROPPI a credere alla versione ufficiale, ma a quanti vorranno concedermelo, porrei una domanda semplice semplice:

Com’è che è venuto giù anche il WT7?

Non gli è arrivato addosso alcun aereo e non si è neppure parlato di automobili o terroristi all’interno. Semplicemente quel famoso “Pull” pronunciato dal sig. Larry Silverstain NEL TARDO POMERIGGIO dell’11 Settembre.

Larry_Silverstein.jpg

Il medico soccorritore ha deciso di rendere i suoi reclami pubblici dopo aver tristemente constatato come i “debunkers” sull’11 settembre abbiano malvagiamente attaccato i creatori di Loose Change per aver messo in discussione gli eventi nel loro film, che è ora mandato in onda da numerose stazioni televisive internazionali ed è stato visto da milioni di persone su internet. Nella sua trascinante testimonianza, Mike è sceso nei particolari nel descrivere come lui ed altre persone osservarono personalmente una serie di esplosioni in ogni punto degli edifici prima del loro crollo. “Ci sono state esplosioni. Ci sono stati lampi di luce. C’era metallo fuso che scorreva sotto i fasci del livello delle fondamenta come un flusso di lava. Non avevo mai visto nulla di simile. Sì, gli aerei colpirono gli edifici – chiunque dica il contrario è un idiota. Ma le esplosioni – le rapide, simmetriche esplosioni in sequenza – ci furono.”, ha affermato Mike. Egli ha spiegato come lui ed altri fossero nelle fondamenta di una delle Torri ad aiutare le persone ferite, quando videro “uno degli enormi e solidi pilastri di sostegno largo 8 piedi (circa 2 metri e mezzo) esploso al centro”. Guardandosi intorno, Mike vide altre colonne di sostegno che erano nelle stesse condizioni, il che lo indusse a domandarsi: “Come potrebbe qualcuno aver piazzato tutti questi esplosivi?”. “Stavamo all’esterno ad ascoltare le esplosioni”, ha detto Mike, “Una dopo l’altra, più o meno ogni minuto. A un certo punto, circa 10 minuti prima del primo crollo, una parte del cortile di circa 30 piedi (oltre 10 metri) esplose. Proprio prima del crollo ci fu una serie di profonde esplosioni sotterranee, poi numerose esplosioni nei piani superiori dell’edificio. Allora noi fuggimmo. Sentimmo le stesse profonde esplosioni prima del secondo crollo. Tutto ciò non fu causato solo dagli aerei.” Il medico soccorritore conclude empaticamente: “Gli edifici vennero attrezzati [per essere demoliti], non ci sono dubbi.”

Forse persino più interessante è il suo racconto riguardo il fatto che a centinaia di soccorritori di emergenza fu detto, attraverso le ricetrasmittenti, che l’Edificio 7, un grattacielo di 47 piani vicino alle Torri Gemelle che non venne colpito da nessun aereo e che tuttavia crollò simmetricamente la sera dell’11 settembre, stava per essere “tirato giù”, e che un conto alla rovescia via radio di 20 secondi precedette il suo crollo.

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Una cosa davvero interessante, poi è la questione delle Assicurazioni.

E’ dato certo, ad esempio, che nel febbraio del 2002 Silverstein ottenne 861 milioni di dollari dall’Industrial Risk Insurers [un’agenzia assicurativa] per ricostruire sul luogo dove sorgeva il WTC-7. L’investimento di Silverstein nel WTC-7 è stato stimato in 386 milioni di dollari. Dal crollo di quest’unico edificio gli è venuto un profitto di quasi 500 milioni di dollari.

Ebbene?

Già il Sig. Silverstain aveva appena affittato tutto il complesso del WTC per 3,2 MILIARDI di dollari (solo nel LUGLIO 2001) ed aveva BEN PENSATO DI SPENDERE 14 MILIONI DI DOLLARI PER ASSICURARLO CONTRO LA DISTRUZIONE.

Riporto da Wikipedia:

In January 2001, Silverstein, via Silverstein Properties and Westfield America, made a $3.2 billion bid for the lease to the World Trade Center. Silverstein was outbid by $50 million by Vornado Realty, with Boston Properties and Brookfield Properties also competing for the lease. However, Vornado withdrew and Silverstein’s bid for the lease to the World Trade Center was accepted on July 24, 2001.[14] This was the first time in the building’s 31-year history that the complex had changed management.

The lease agreement applied to One, Two, Four, and Five World Trade Center, and about 425,000 square feet (39,500 m2) of retail space. Silverstein put up $14 million of his own money to secure the deal.[15] The terms of the lease gave Silverstein, as leaseholder, the right to rebuild the structures if destroyed.[16]

Ma guarda, quando si dice il caso!

Tratto da: 911_subito

Set 18, 2008 - 11 Settembre 2001    Commenti disabilitati su 11 Settembre. I misteri del WTC7

11 Settembre. I misteri del WTC7

WTC7Nuovo WTC7Sull’11 Settembre 2001 come preannunciato, ho raccolto altra documentazione.
Questa volta a proposito dell’Edificio 7 noto come WTC7 che si è afflosciato proprio come accade nelle demolizioni controllate.
Ripeto: NON darà risposte, ma vi FARA’ PORRE DELLE DOMANDE.

Intanto, in tutta fretta, hanno riciclato l’acciaio, smaltito i detriti e costruito la nuova WTC 7 (visibile a destra).

Così è riportato su Wikipedia: “Quando l’edificio fu inaugurato nel 1987 il proprietario del complesso Roger Silverstein, ebbe difficoltà ad attirare inquilini. Nel 1988, la società Salomon Brothers firmò un contratto a lungo termine diventando il maggiore inquilino dell’edificio. L’11 settembre 2001, l’edificio fu danneggiato dai detriti delle Torri Gemelle.”
La sua integrità strutturale fu ulteriormente compromessa dal fuoco, che provocò l’indebolimento della struttura causandone il crollo alle 5.20 del pomeriggio. Osservando però i numerosi video che ne testimoniano il crollo e confrontandoli con casi analoghi, mostrano che fu l’unico edificio al mondo a crollare a causa di un incendio collassando nella parte centrale. Inoltre edifici più vicini alle Torri Gemelle, rimasero meno danneggiati rispetto a quest’ultimo.
Nuovo WTC7 2003

La costruzione del nuovo WTC 7 è iniziata nel 2003 e finita nel 2006. Esso conta 52 piani in altezza. Il nuovo edificio è delimitato da Greenwich, Vesey, Washington e Barclay streets. Un piccolo parco in Greenwich Street, occupa tutto lo spazio che occupava il vecchio edificio a forma trapezoidale.

L’attuale World Trade Center 7, nel design, prevede una maggiore sicurezza rispetto al precedente, con un nucleo in cemento armato, ampie scalinate, estintori, spesse colonne di acciaio e incorpora numerose funzioni ecologiche.


Il documento è tratto da: wtc7.net
Proverò a tradurre per chi non ha troppa dimestichezza con l’inglese.

L’edificio 7 fu il terzo grattacelo ridotto in maceria l’11 Settembre 2001. Segondo la versione governativa, la causa è da addebitare agli incendi, ma gli incendi , finora, non hanno mai distrutto grattaceli con la stuttura in acciaio.
Il gruppo  che ha investigato fu tenuto distante dalla scena del crimine. Secondo quanto pubblicato nel loro inconsistente report nel Maggio 2002, le prove vennero distrutte.
Perchè il governo ha rapidamente riciclato l’acciaio del più gende e misterioso danno ingegneristico della storia del mondo, e perchè i media sono rimasti silenti?

I Video che mostrano la caduta verticale del WTC7

La sopravvivenza di parcchie registrazioni video del crollo dell’edificio 7, nonostante la bassa risoluzione, consentono lo studio del movimento ed il momento del crollo.
Ognuno dei seguenti video mostra l’intera porzione visibile dell’edificio crollando con una precisione verticale altrimenti visibile solo nelle demolizioni controllate. Inoltre, mostrano the il crollo è avvenuto in soli 6.5 seconds circa dall’inizio alla fine. Questo lasso di secondi è sufficiente ad un oggetto che cade dal tetto dell’edificio ad arrivare al suolo senza resistenza dell’aria.

video broadcast by CBS – 1.4MB – mpeg
Questo video di 36 secondi mostra il crollo dell’edificio da una posizione elevata puttosto distante a nordest dello stesso.
CBS WTC 7 video
video from an NBC news camera – 1.5MB – mpeg
Quest’altro video di 9 secondi mostra il crollo dell’edificio 7 da circa 1,5 km a nordest  sulla West Broadway.
Broadway WTC 7 video
video broadcast on CBS – 1.7MB – mpeg
Quest’altro video di 9.6  secondi mostra il crollo dell’edificio 7 da una posizione di soli 300 metri circa a nord.
West Street WTC 7 video
 
 WTC 7 ancora in piedi
Ed infine, cosa ne pensate del fatto che una telvisione annunci il crollo ben 23 minuti PRIMA CHE AVVENGA?
Meditate, ed immaginatevi fino a che punto possono arrivare le STRONZATE CHE CI RACCONTANO GIORNALI E TV!

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