Archive from settembre, 2008
Set 20, 2008 - Politica    Commenti disabilitati su I Signori delle autostrade

I Signori delle autostrade

I Signori delle autostradeBeppe Grillo

Il buon Beppe Grillo ha fatto riferimento ad un libro degno di nota.

Si tratta di una delle privatizzazioni più scandalosamente “clientelari” effettuate nella storia della Repubblica.

Prego notare che quando si parla della “ convenzione del ’97“, (rovinosa per noi contribuenti in quanto a beneficio esclusivo dei Privatizzandi) è d’obbligo ricordare che il Governo in carica era il 1° Governo Prodi, con Ciampi (sì quello che ammirate tutti ma che meriterà un post dedicato più avanti), Visco, Di Pietro e Bersani. E per le lunghe proroghe delle concessioni (nel 1999) era in carica il 1° Governo D’Alema che confermò sostanzialmente QUASI tutti i ministri interessati all’operazione. Sì quasi tutti, perchè venne sostituito quel “Rompicoglioni” di Di Pietro che evidentemente era “Elemente turbativo” per gli scopi di cui trattasi. La sua frase “la cuccagna è finita”risultò EVIDENTEMENTE sgardita a resto del Club.

Ovviamente, come al solito, ogni commento contribuirà ad arricchire il post.

I Governo ProdiIl Governo Prodi I è stato in carica dal 18 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 (886 giorni, pari a due anni, cinque mesi e tre giorni), e ha avuto la fiducia del Parlamento dal 31 maggio 19969 ottobre 1998 (per 861 giorni). al “FORSE non avete capito cosa sta succedendo. Qui il problema non è Wall Street che perde il 4%. Qui siamo a un passo dal collasso totale dei mercati, dalla crisi del sistema finanziario globale”.

Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica era Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente)
Sottosegretari: Roberto Pinza (PPI), Filippo Cavazzuti (PDS), Piero Dino Giarda(Indipendente), Laura Pennacchi(PDS), Giorgio Macciotta(PDS), Isaia Sales (PDS)

Finanze Vincenzo Visco (PDS)
Sottosegretari Giovanni Marongiu(PRI), Fausto Vigevani(PDS), Pierluigi Castellani(PPI, dal 21/11/96)

Lavori Pubblici con delega Aree Urbane Antonio Di Pietro (Indipendente) (fino al 20/11/96) Paolo Costa (Indipendente, dal 20/11/96)
SottosegretariAntonio Bargone (PDS), Gianni Francesco Mattioli (FdV)

Industria, Commercio e Artigianato Pier Luigi Bersani (PDS)
SottosegretariUmberto Carpi (PDS), Salvatore Ladu (PPI)



I Governo D'AlemaIl Governo D’Alema I è stato in carica dal 21 ottobre 1998 al 22 dicembre 1999, per un totale di 427 giorni, ovvero 1 anno, 2 mesi e 1 giorno.

Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente, fino al 13/05/99) Giuliano Amato (Indipendente, dal 13/05/99)
Sottosegretari Stefano Cusumano (UDR, fino al 26/04/99), Natale D’Amico (RI), Dino Piero Giarda(Indipendente), Laura Pennacchi (DS, fino al 09/07/99), Giorgio Macciotta(Ds), Roberto Pinza (PPI), Bruno Solaroli (DS, dal 27/09/99)

Finanze Vincenzo Visco (DS)
Sottosegretari Ferdinando De Franciscis(PPI), Fausto Vigevani (DS), Gian Franco Schietroma (SDI, dal 04/08/99)

Lavori Pubblici Enrico Micheli (PPI)
Sottosegretari Antonio Bargone (Ds), Mauro Fabris (UDR), Gianni Francesco Mattioli (FdV)

Industria, Commercio e Artigianato Pier Luigi Bersani (DS)
SottosegretariUmberto Carpi (DS), Gianfranco Morgando (PPI)



Riporto uno stralcio tratto dal sito: lavoce.info.

Di Pietro, appena assunta la carica di ministro, parlando delle concessionarie ha dichiarato: “la cuccagna è finita”, anche se poi non pare sia riuscito nel suo intento. Il settore registra da tempo profitti molto elevati. Per citare solo i casi più rilevanti, in sei anni la Schemaventotto dei Benetton ha moltiplicato per sei/sette volte il valore del suo investimento. (…) L’imprenditore Gavio, entrato nel settore meno di dieci anni addietro con un piccolissimo investimento controlla oggi un “impero” che vale quattro miliardi.
Per cercare di capirne i motivi abbiamo ripercorso la storia del settore dalle origini ad oggi. Poiché le concessionarie erano prevalentemente pubbliche, dell’Iri o di enti locali, ministri e Anas sono sempre stati molto benevoli nei loro confronti (alle spalle degli utenti). Già le rivalutazioni monetarie del 1976 e 1983 erano state una fonte di grandi profitti per le concessionarie; senza quelle rivalutazioni, nella maggior parte dei casi le autostrade sarebbero già state interamente ammortizzate alla fine degli anni ’90. La privatizzazione di Autostrade ha poi innescato una vera “cuccagna” e ne hanno beneficiato anche gli azionisti privati. Èl’obiettivo di massimizzarne il valore che ha indotto alla proroga generalizzata delle concessioni alla fine degli anni ’90 e all’introduzione di un price cap particolarmente favorevole per le concessionarie, per non parlare delle clausole privilegiate inserite nella convenzione della Autostrade.
Non esiste nessun settore dove un governo, o addirittura solo un ministro, possa fare “regali” così imponenti a società (pubbliche o private) mediante la proroga della concessione e la regolazione delle tariffe, senza che gli utenti ne percepiscano nemmeno i costi addizionali.

LE RIVALUTAZIONI MONETARIE

Se [omissis], in pratica si raddoppiano gli extraprofitti: oltre a pagarli come flusso si pagano anche per il loro valore attuale!

UN GIUDIZIO COMPLESSIVO

Il sistema tariffario italiano è chiamato price cap ma in realtà è ben lontano dall’applicare tale modello regolatorio (Coco & Ponti 2006). Mentre si regolano le variazioni delle tariffe non si è proceduto a determinare i livelli congrui delle tariffe iniziali sulla base dei capitali netti residui di ciascuna commissionaria; non si specifica che l’obiettivo della regolamentazione sia quello di pervenire a una remunerazione “congrua” del capitale netto investito (Rab – Regulated Asset Basis), né che si debba riportare la redditività al livello “congruo” alla fine di ogni quinquennio (“claw back” dei profitti), aspetto che è invece la caratteristica essenziale della regolamentazione tramite price cap. Attribuire poi il “rischio traffico” ai concessionari non introduce alcun incentivo all’efficienza ma si è solo rivelato una fonte di “extraprofitti” per le prudentissime previsioni inserite nei piani finanziari.
E’ evidente che la nuova regolamentazione tariffaria è stata pensata principalmente, se non esclusivamente, al fine di massimizzare il ricavo della privatizzazione di Autostrade. A tal fine, non era certo opportuno indicare né un “tetto” alla remunerazione “congrua” sul capitale investito, né come si dovesse determinare il capitale netto investito (Rab). Con la convenzione del ’97 sono state d’altronde concesse alla sola Autostrade anche due clausole di particolare favore: il recupero dell’inflazione (negato alle altre concessionarie) e la limitazione della X al massimo pari all’incremento del traffico nel quinquennio precedente.
La “formula” ha lasciato nel vago i criteri per la determinazione del parametro X aprendo la porta a un elevato grado di arbitrarietà e a “mercanteggiamenti” periodici tra l’Anas e le singole concessionarie. La remunerazione per la qualità, che non trova riscontro né in Francia né in Spagna, appare “fantasiosa” e genera incrementi tariffari che non hanno alcun riscontro nei costi sostenuti per ottenere i miglioramenti qualitativi; anche questa clausola sembra pensata soprattutto per incrementare i ricavi prospettici delle concessionarie ed in particolare di Autostrade.
Nel complesso, i risultati conseguiti dalla regolazione delle autostrade italiane dal 1997 ad oggi sembrano davvero fallimentari. Non si ha evidenza di miglioramenti significativi nell’efficienza di costo, al di là dell’applicazione di sistemi automatici di esazione già avviati nel periodo precedente (e i costi delle nostre concessionarie sembrano molto maggiori di quelli francesi, vedasi paragrafo 3.3). Gli investimentiprevisti, sulla base dei quali le concessionarie ottennero nel 1999 lunghe proroghe delle concessioni (vedasi paragrafo successivo) e incrementi di tariffa, non sono stati realizzati se non in piccola parte. Le concessionarie hanno invece registrato enormi extraprofitti, cioè rendimenti sul capitale investito largamente eccedenti non solo rispetto ad un ragionevole Wacc ma anche rispetto agli stessi generosi livelli previsti nei piani finanziari.

UN VENTENNIO DI “CUCCAGNA”

Tentiamo qui una sintesi di quanto precede, e il termine “cuccagna”, usato dal ministro Di Pietro, sembra il più appropriato per indicare ciò che è accaduto nell’ultimo ventennio.
La costruzione della rete autostradale italiana è stata finanziata pressoché interamente a debito grazie anche alla garanzia con la quale lo Stato assicurava i debiti delle concessionarie perché, sino alla fine degli anni ’90, quasi tutte erano considerate “pubbliche”. Le concessioni erano basate sulla logica della tariffa-remunerazione. I pedaggi dovevano servire a coprire i costi operativi e l’ammortamento dei debiti con i quali veniva finanziato l’investimento. La legge 463 del 1955 prevedeva che l’eventuale eccedenza dei ricavi oltre una contenuta remunerazione del capitale investito venisse devoluta allo Stato; questo principio veniva ribadito e rafforzato ancora nel 1961 con la legge 729 ed in leggi successive, sino al 1993.
Finito il grosso degli investimenti a metà anni ’70, dopo 15-20 anni molte concessionarie erano già state in grado di rimborsare i debiti finanziari e di ottenere una buona remunerazione sul capitale proprio versato (di regola modestissimo). Molte convenzioni avrebbero quindi potuto scadere negli anni ’90 per avvenuto integrale recupero del capitale investito (…). Ma quasi due terzi della rete apparteneva allo Stato tramite l’Iri, e l’Iri aveva bisogno di tutto l’ossigeno che poteva venirgli dalla Autostrade (definita al tempo la “gallina dalle uova d’oro” dell’Iri). Il resto della rete, con la sola eccezione della Torino-Milano, era di proprietà di province e comuni e quindi anch’essa “pubblica”. E’ questo che spiega o giustifica l’incredibile generosità dello Stato-regolatore, che proroga “gratuitamente” concessioni in scadenza, mantiene tariffe elevate e crescenti, accetta l’ammortamento in tariffa delle rivalutazioni monetarie. 
Per massimizzare il ricavo dalla cessione di Autostrade la sua convenzione viene prorogata  (in due tempi) di 35 anni, e lo Stato non può esimersi dal concedere generose proroghe anche alle altre concessionarie allora considerate “pubbliche”, anche se oggi si definiscono “private” e vantano i loro diritti contrattuali dimenticando tutti i “regali” ricevuti in passato proprio in quanto possedute da province e comuni. Ancora per massimizzare il ricavo dalla cessione di Autostrade viene introdotta la “formula” di revisione tariffaria detta price cap che “regala” ad ogni concessionaria il “diritto” di mantenere il livello tariffario del 1999 e accrescerlo secondo la “formula” sino alla scadenza della concessione, senza alcun riferimento a quale fosse nel 1999 il capitale netto residuo da ammortizzare. La fortuna di Gavio è di essere entrato nel settore poco prima del “banchetto” offerto dallo Stato (alle spalle degli utenti) per far incassare all’Iri più soldi possibile.
Insomma, a parte il caso Autostrade, per l’acquisto della quale gli azionisti hanno versato dei soldi veri (tanti o pochi…), quasi tutte le altre concessionarie hanno da tempo più che largamente recuperato e remunerato il (modestissimo) capitale originariamente versato dagli azionisti e i diritti che oggi accampano riflettono essenzialmente “regali” ricevuti a più riprese dallo Stato, nell’ultimo ventennio.
Basta dare un’occhiata ai bilanci delle concessionarie italiane per vedere che il valore residuo dell’autostrada è ormai generalmente una quota modesta dell’attivo, e in molti casi si è quasi azzerato, pur dopo le rivalutazioni monetarie e la capitalizzazione degli interessi e di ogni altra possibile spesa (vedasi il capitolo 5). Se si applica la logica della tariffa-remunerazione i pedaggi dovrebbero dunque essere drasticamente ridotti o azzerati. Si potrebbe anche applicare la tariffa-scommessa, come in Francia, ma gare per l’assegnazione delle concessioni con questa logica non sono mai state fatte, né le concessionarie hanno mai pagato il “biglietto” per questa scommessa. Manca dunque un’origine storica per la legittimità dei diritti che oggi esse accampano.
Quasi tutte le concessionarie, avendo rimborsato ormai i debiti finanziari, si sono trovate, già a partire dagli anni ’90, con flussi di cassa rilevanti e stabilmente crescenti che non avevano opportunità di impiegare nella costruzione di nuove autostrade (…). Le concessionarie “parapubbliche” (controllate da enti locali) hanno investito questa liquidità in strumenti finanziari e diversificando gli investimenti in altri settori (…). Gavio ha invece usato questi ampi flussi di cassa per accrescere la propria quota nel capitale delle partecipate e soprattutto per acquisire altre partecipazioni nel settore; egli ha costruito il suo “impero” con un impegno iniziale minimo di capitale, e ha acquistato in pochi anni tutte le partecipazioni facendo leva sui flussi di cassa delle società stesse (vedasi paragrafo 5.1).
Analogamente, Schemaventotto (la società che controlla Autostrade), tramite l’Opa e il “progetto mediterraneo” (paragrafo 4.7) ha accresciuto la propria quota di Autostrade spa dal 30 al 63 per cento, addossando alla concessionaria (e quindi agli utenti che pagano i pedaggi) l’onere del rimborso del debito contratto per finanziare l’Opa. Schemaventotto ha poi mantenuto il 51 per cento e ha rivenduto il 12 per cento rientrando così in buona parte dei soldi versati all’Iri per il 30 per cento acquistato al momento della privatizzazione.

Set 19, 2008 - Economia    Commenti disabilitati su Benvenuti nel nuovo 1929

Benvenuti nel nuovo 1929

WTC7Crack 1929

Crack Wall Street

In alcuni forum ne ho parlato già da tempo, il crollo delle borse dell’11 Settembre 2001 ci farà venire nostalgia al confronto di cosa si prepara nel futuro prossimo.
La politica ultraliberista che ci hanno PROPAGANDATO fin dal governo Craxi, tutti rampanti, tutti arrivisti, tutti inculati.
Però con una variante: questa volta ci lasciano il culo anche i miliardari (in euro).
La considerazione? Benvenuti nel nuovo 1929. Con l’aggravnte della finanza MOLTO più “globalizzata” che allora. Come se nel 1929 a crollare fosse il conto del condominio.

AVREMO DI CHE LECCARCI I BAFFI!

Prepariamoci, perchè la carta straccia che ci rifilano le banche servirà meno delle tenderly!

Il documento è tratto da: Repubblica

"Serve una terapia d'urto o le Borse rischiano la chiusura"Il racconto di un trader: ormai il sistema è al collasso
“Sta accadendo qualcosa di inimmaginabile, mai visto prima”

“Serve una terapia d’urto
o le Borse rischiano la chiusura”

di MASSIMO GIANNINI

“FORSE non avete capito cosa sta succedendo. Qui il problema non è Wall Street che perde il 4%. Qui siamo a un passo dal collasso totale dei mercati, dalla crisi del sistema finanziario globale”.
Il noto trader milanese consulta le carte, snocciola le cifre, riordina i fatti, e in cima alla giornata più drammatica e indecifrabile di questo Settembre Nero dei mercati avanza l’ipotesi più funesta: “Non si può escludere nulla. Nemmeno che da un momento all’altro si decida la chiusura delle principali Borse mondiali…”.

Benvenuti nel Nuovo ?29. Evocata, temuta, ma in fondo mai presa sul serio, la “crisi di sistema” del capitalismo finanziario globale si materializza nelle parole dell’operatore che la sta vivendo in presa diretta, minuto per minuto. È anonimo, e non può essere diversamente, perché quello che dice è talmente preoccupante da non poter essere “firmato” da chi, ogni giorno, compra e vende titoli per milioni di euro. “In questo momento – spiega – ogni parola può creare altro panico, ed è meglio evitare…”.

Ma se quello che racconta è vero – e a giudicare dall’andamento degli scambi sui mercati e dalle mosse delle autorità politiche e monetarie non possiamo dubitarne – il panico è già abbondantemente giustificato. “Sta accadendo qualcosa di inedito, che non abbiamo mai visto prima. Dall’America si sta diffondendo una crisi di fiducia senza precedenti, tra banche e banche e tra banche e clienti. Una crisi che colpisce in prima battuta quelle che un tempo avremmo chiamato le “Big Five”, cioè le grandi “investment banks” : Bear Stearns, Lehman Brothers, Merrill Lynch, Morgan Stanley e Goldman Sachs. Le prime due ce le siamo già giocate, la terza prova a salvarla Bank of America, ma ora il punto è che stanno finendo nel mirino anche le altre due”.

Non a caso, i titoli Morgan e Goldman, a New York, sono letteralmente crollati, lasciando sul campo oltre il 40% del proprio valore. “Ma quello è solo il sintomo, la febbre – spiega l’operatore – perché la malattia è molto più grave. E la malattia è questa: dopo il crac della Lehman gli investitori istituzionali, e soprattutto gli hedge funds, stanno chiudendo le proprie posizioni presso le grandi banche d’investimento americane, perché non si fidano più della loro solvibilità. Questo sa cosa significa? Significa il collasso dei mercati azionari e obbligazionari mondiali, il “meltdown” totale di tutti gli scambi finanziari del pianeta”.

Non è un’esagerazione. È la pura realtà, che deriva da un dato di fatto che ci porta a riflettere sulle distorsioni del modello capitalistico “drogato” da Greenspan e cavalcato da Bush: “Queste grandi “investment banks” muovono ogni giorno trilioni di miliardi di dollari. Hanno in custodia, in regime di sostanziale monopolio, la quasi totalità dei titoli posseduti dagli investitori istituzionali e dagli hedge funds di tutto il mondo.

Ora, se questi ultimi cominciano a ritirarli, perché temono il default delle stesse banche d’affari, non si rischia solo qualche altro “fallimento eccellente”, ma si blocca tutto il meccanismo che regge i mercati finanziari. Glielo spiego con un esempio: le banche d’affari sono il “motore” del sistema finanziario globale. I loro clienti, investitori istituzionali ed hedge funds, sono l’olio che fa girare quel motore. Nel momento in cui l’olio viene a mancare, perché i clienti smettono di versarlo, il motore fonde, e la macchina è da buttare”.

Questa è la posta in gioco. “Con un’aggravante. Investitori ed hedge funds chiudono le loro posizioni, e per esempio sulla piazza di Londra stanno cercando di dirottare i propri investimenti sulle grandi banche “retail”, che al momento sembrano più sicure: Deutsche Bank, Santander, Bnp. Ma ormai non funziona più neanche questo, perché i mercati, terrorizzati dal fantasma del crac globale, sono totalmente illiquidi. Non si riesce né a comprare né a vendere, perché mancano le controparti.

Per questo la crisi è di sistema, e rischia di travolgere tutto. Non c’è più fiducia. Le mosse di Paulson non convincono nessuno, la gente non crede al salvataggio di Aig, che infatti continua a perdere a rotta di collo, e i “Treasury bond” americani hanno raggiunto un rendimento dello 0,23%, una cosa che non si vedeva da mezzo secolo. Le stesse banche centrali, la Fed e la Bce, non sanno che pesci prendere, perché hanno capito che questo non è un “trend” classico dei cicli borsistici: rialzi e crolli non sono mai stati un problema, figuriamoci, ci siamo abituati, fanno parte del gioco. Il guaio, stavolta, è che è proprio il gioco in sé che si sta rompendo”.

Il trader italiano, di stanza a Piazza Affari, vive ai margini del ciclone finanziario americano. Ma cita altri due indizi, che danno la misura del livello di allarme scattato anche nelle “province” dell’impero del capitale globale: “Primo: stamattina la Banca d’Italia ci ha chiesto di fornirgli entro mezz’ora, e dico entro mezz’ora, le posizioni aperte con Lehman da tutti noi operatori nazionali: una roba mai successa. Secondo: nel pomeriggio abbiamo vissuto momenti di forte tensione, perché neanche la Cassa di compensazione aveva più liquidità sufficiente. Cioè: la Cassa non paga, noi non paghiamo, e così tutto l’ingranaggio va in tilt da un momento all’altro”. Il tema vero è: ci si può ancora salvare da questo Nuovo ’29 che incombe?

L’operatore spera, ma non si avventura: “Parliamoci chiaro: qui, se siamo ancora in tempo, ci sono solo due possibilità per non far fondere tutta la macchina. La prima possibilità è che almeno un paio di grandissime banche commerciali di dimensione mondiale, che so, Hsbc tanto per fare un nome, si comprino le banche d’affari americane a un passo dal tracollo: operazione possibile, anche se molto complicata, che richiederebbe comunque una fortissima “moral suasion” da parte del potere politico. La seconda possibilità è che invece sia proprio la politica americana a fare il passo più estremo, nazionalizzando Morgan e Goldman prima che sia troppo tardi. Operazione complicata e forse impossibile, se non al prezzo di addossare ai contribuenti i costi enormi del doppio salvataggio e snaturare per sempre il modello liberale del capitalismo Usa”.

Altre soluzioni, per il trader milanese, non ne esistono. E oltre tutto bisogna fare presto, perché la velocità con cui questa crisi si sta avvitando su se stessa è impressionante. Per questo, in attesa che qualcuno decida qualcosa, l’operatore ipotizza addirittura il ricorso all’arma fine di mondo: “Se questo è il clima, ci può stare anche che le autorità decidano, da un giorno all’altro di chiudere le Borse. È un’ipotesi estrema, è chiaro, che in Italia è successa solo nel luglio ’81 dopo lo scandalo P2, e in America dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre. Ma ora come ora non mi sento di escludere niente. Qualcosa bisogna pur fare. Bisogna prendere il toro per le corna. Anzi, stavolta bisogna prendere l’orso per la coda, visto che sul mercato, di tori, non ce ne sono più”.

(18 settembre 2008)

Set 18, 2008 - 11 Settembre 2001    Commenti disabilitati su 11 Settembre. I misteri del WTC7

11 Settembre. I misteri del WTC7

WTC7Nuovo WTC7Sull’11 Settembre 2001 come preannunciato, ho raccolto altra documentazione.
Questa volta a proposito dell’Edificio 7 noto come WTC7 che si è afflosciato proprio come accade nelle demolizioni controllate.
Ripeto: NON darà risposte, ma vi FARA’ PORRE DELLE DOMANDE.

Intanto, in tutta fretta, hanno riciclato l’acciaio, smaltito i detriti e costruito la nuova WTC 7 (visibile a destra).

Così è riportato su Wikipedia: “Quando l’edificio fu inaugurato nel 1987 il proprietario del complesso Roger Silverstein, ebbe difficoltà ad attirare inquilini. Nel 1988, la società Salomon Brothers firmò un contratto a lungo termine diventando il maggiore inquilino dell’edificio. L’11 settembre 2001, l’edificio fu danneggiato dai detriti delle Torri Gemelle.”
La sua integrità strutturale fu ulteriormente compromessa dal fuoco, che provocò l’indebolimento della struttura causandone il crollo alle 5.20 del pomeriggio. Osservando però i numerosi video che ne testimoniano il crollo e confrontandoli con casi analoghi, mostrano che fu l’unico edificio al mondo a crollare a causa di un incendio collassando nella parte centrale. Inoltre edifici più vicini alle Torri Gemelle, rimasero meno danneggiati rispetto a quest’ultimo.
Nuovo WTC7 2003

La costruzione del nuovo WTC 7 è iniziata nel 2003 e finita nel 2006. Esso conta 52 piani in altezza. Il nuovo edificio è delimitato da Greenwich, Vesey, Washington e Barclay streets. Un piccolo parco in Greenwich Street, occupa tutto lo spazio che occupava il vecchio edificio a forma trapezoidale.

L’attuale World Trade Center 7, nel design, prevede una maggiore sicurezza rispetto al precedente, con un nucleo in cemento armato, ampie scalinate, estintori, spesse colonne di acciaio e incorpora numerose funzioni ecologiche.


Il documento è tratto da: wtc7.net
Proverò a tradurre per chi non ha troppa dimestichezza con l’inglese.

L’edificio 7 fu il terzo grattacelo ridotto in maceria l’11 Settembre 2001. Segondo la versione governativa, la causa è da addebitare agli incendi, ma gli incendi , finora, non hanno mai distrutto grattaceli con la stuttura in acciaio.
Il gruppo  che ha investigato fu tenuto distante dalla scena del crimine. Secondo quanto pubblicato nel loro inconsistente report nel Maggio 2002, le prove vennero distrutte.
Perchè il governo ha rapidamente riciclato l’acciaio del più gende e misterioso danno ingegneristico della storia del mondo, e perchè i media sono rimasti silenti?

I Video che mostrano la caduta verticale del WTC7

La sopravvivenza di parcchie registrazioni video del crollo dell’edificio 7, nonostante la bassa risoluzione, consentono lo studio del movimento ed il momento del crollo.
Ognuno dei seguenti video mostra l’intera porzione visibile dell’edificio crollando con una precisione verticale altrimenti visibile solo nelle demolizioni controllate. Inoltre, mostrano the il crollo è avvenuto in soli 6.5 seconds circa dall’inizio alla fine. Questo lasso di secondi è sufficiente ad un oggetto che cade dal tetto dell’edificio ad arrivare al suolo senza resistenza dell’aria.

video broadcast by CBS – 1.4MB – mpeg
Questo video di 36 secondi mostra il crollo dell’edificio da una posizione elevata puttosto distante a nordest dello stesso.
CBS WTC 7 video
video from an NBC news camera – 1.5MB – mpeg
Quest’altro video di 9 secondi mostra il crollo dell’edificio 7 da circa 1,5 km a nordest  sulla West Broadway.
Broadway WTC 7 video
video broadcast on CBS – 1.7MB – mpeg
Quest’altro video di 9.6  secondi mostra il crollo dell’edificio 7 da una posizione di soli 300 metri circa a nord.
West Street WTC 7 video
 
 WTC 7 ancora in piedi
Ed infine, cosa ne pensate del fatto che una telvisione annunci il crollo ben 23 minuti PRIMA CHE AVVENGA?
Meditate, ed immaginatevi fino a che punto possono arrivare le STRONZATE CHE CI RACCONTANO GIORNALI E TV!

Set 17, 2008 - 11 Settembre 2001    2 Comments

Attacco al Pentagono 11 Settembre 2001

PentagonoPentagono 2Sull’11 Settembre 2001 si è detto di tutto ed ancora ne diremo e sentiremo da chi, complottisti e non diranno la loro ed affermeranno questa o quell’altra tesi. A mio avviso NON sapremo MAI la verità (così come accade persistemenente per l’assassinio di Kennedy nonostante l’avvicendamento di amministrazioni Repubblicane/Democratiche). Per chi però non conosce i dettagli e le considerazioni, pubblico un documento filmato (descritto in Italiano) che NON darà risposte, ma vi FARA’ PORRE DELLE DOMANDE.

Conto di preparare una pagina analoga con la parte relativa alle Torri del WTC di New York.

Il filmato è tratto da: Pentagonstrike
Set 16, 2008 - Economia    3 Comments

CHI provoca l’Inflazione??

Parlamento

Chi provoca inflazione?

Vediamo: chi ha troppi soldi da spendere, in confronto a ciò che produce? Non certo il 90% dei lavoratori italiani, malpagati e precari. Anzi, gli operai – i produttori di merci – sono i meno pagati d’Europa e non arrivano a fine mese (e sul loro magro salario lordo subiscono prelievi tributari del 43% direttamente, ma del 60% se vi aggiungete l’IVA, le accise, gli infiniti balzelli che gravano sul reddito fisso, e sul consumatore finale: il fisco italiano è arrivato a tassare tanto i poveri, da renderli miseri).

Anche tra i dipendenti pubblici, quelli utili – ossia che forniscono servizi – sono i meno pagati:
i guidatori municipali di autobus e tram, per esempio, o i poliziotti, o gli insegnanti. Costoro non producono inflazione, per il fatto che quel che il denaro che percepiscono è corrispettivo a cose o servizi che essi producono, anzi sono pagati meno di quel che vale ciò che producono o forniscono.

Evidentemente, a produrre la specifica inflazione italiana sono i redditi «non guadagnati», ossia quelli pagati per produrre servizi che non forniscono. Quelli che hanno i soldi, con cui comprano cose che non hanno contribuito a fare. E tanti soldi, da potersi permettere prezzi alti, sì da «spiazzare» i produttori con redditi modesti. Non è difficile identificare questa classe.

Tratto da Logo EFFEDIEFFE(tutti i diritti riservati)

Set 15, 2008 - musica    Commenti disabilitati su Lutto: E’ morto Richard Wright

Lutto: E’ morto Richard Wright

LuttoE’ con la morte nel cuore che riferisco la notizia della morte di Richard Wright, tastierista dei Pink Floyd.

Fonte: http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200809151943-cro-rom1148-art.html
(AGI) – Londra, 15 set. – E’ morto Richard Wright, co-fondatore e tastierista dei leggendari Pink Floyd: aveva 65 anni e da qualche tempo era malato di cancro. Il decesso, avvenuto oggi, e’ stato reso noto dalla famiglia attraverso un portavoce, il quale non ha fornito altri particolari, chiedendo anzi il rispetto della privacy. Nome completo Richard William ‘Rick’ Wright, era nato a Londra, unico dunque nella formazione originale della band britannica a non essere originario della provincia. Da adolescente frequento’ brevemente il ‘London College of Music’, acquisendo un timbro di stampo jazzistico.
  Lascio’ presto, e s’iscrisse ad Architettura dove avrebbe poi incontrato due dei suoi futuri compagni, Roger Waters e Nick Mason, con i quali avrebbe dato vita ai Pink Floyd insieme a Syd Barrett, in seguito sostituito da David Gilmour. Wright suono’ su tutti i dischi in repertorio a eccezione di ‘The Final Cut’ dell’83, quando fu allontanato una seconda volta da Waters: gli era gia’ accaduto nel ’79, durante le registrazioni di ‘The Wall’. Torno’ nell’87, per completare ‘A Momentary Lapse of Reason’, e fu riammesso a pieno titolo un anno dopo in occasione di ‘Delicate Sound of Thunder’. Insieme a Mason partecipo’ anche a ogni concerto del gruppo. Oltre al suo apporto strumentale Wright compose parecchi brani, da solo o a piu’ mani: da ricordare ‘Sysyphus’, ‘Summer ’68’, ‘The Great Gig in the Sky’, ‘Us and Them’ nonche’, in tempi piu’ recenti, ‘Keep Talking’ e ‘Wearing the Inside Out’. In alcuni casi gli fu affidata la parte vocale principale, in cui sfruttava la sua vena melodica. Due gli album solistici, ‘Wet Dream’ del ’78 e ‘Broken China’ del ’96; diverse le collaborazioni, specie nelle incisioni dei vecchi sodali, cui va aggiunta l’effimera esperienza del gruppo Zee insieme a Dave Harris, con cui nell’84 pubblico’ ‘Identity’.

Richard

Richard
Set 13, 2008 - Politica    2 Comments

Mafia & Politica

Carlo LucarelliNon posso esimermi dal richiamare l’attenzione su una nuova puntata di Blu Notte splendido e già citato programma di RaiTre presentato da Carlo Lucarelli riguardante l’interccio tra Mafia & politica.

Amintore Fanfani, Giulio Andreotti, Salvo Lima, Vito Cinacimino, Marcello Dell’Utri, Silvio Berlusconi, Calogero Mannino, Totò Cuffaro.
I “protagonisti” di questa interessante puntata che, senza spunti ideologici, si affida solo a quanto dimostrato dalla storia e dei processi. Alcuni ancora solo in primo grado, altri non verranno MAI applicati. Certo, molte cose oramai le conosciamo già, altre le abbiamo sempre sapute. Lucarelli ricorda una frase dello stesso Andreotti: “a parte le guerre puniche, mi hanno accusato di tutto” con quell’aria da clero-massone, l’uomo più potente d’Italia degli ultimi 60 anni. Talmente potente, che venne assassinato il giornalista Pecorelli solo perchè poteva pubblicare notizie “imbarazzanti” ma SENZA CHE LUI NE SAPESSE NULLA. Così, giusto a titolo di favore.

Beh, che dire…
… state in linea perchè appena rimedio il video provvederò a postarlo per quanti non avessero avuto la fortuna di seguirlo ieri notte.



Ritengo importante la corretta precisazione fatta dal Procuratore Caselli in merito alla Sentenza di assoluzione del processo a Giulio Andreotti:
3) gli episodi considerati dalla Corte palermitana come dimostrativi della partecipazione al sodalizio criminoso sono stati accertati in base a valutazoni e apprezzamenti di merito espressi con motivazioni non manifestamente irrazionali e prive di fratture logiche o di omissioni determinanti; 4) avendo ritenuto cessata nel 1980 la assunta partecipazione nel sodalizio criminoso, correttamente il giudice di appello è pervenuto alla statuizione definitiva senza considerare e valutare unitariamente il complesso degli episodi articolatisi nel corso dell’intero periodo indicato nei capi d’imputazione; 5) le statuizioni della Corte di Appello concernenti l’insussistenza di una delle circostanze aggravanti contestate e la teorica concedibilità delle circostanze attenuanti generiche non hanno formato oggetto di impugnazione specifica e, quindi, sono passate in giudicato, precludendo qualsiasi ulteriore indagine perché la cessazione della consumazione del reato nel 1980 ne ha determinato la prescrizione.
Il Procuratore Caselli, infatti, tende a precisare che tale sentenza dichiara che fino al 1980 si è dimostrato il sodalizio criminoso del senatore a vita Andreotti, ma che, ORAMAI PRESCRITTO non sarà oggetto di procedimento. Poi, il senatore (che siede nei banchi dell’OPPOSIZIONE) ha cambiato amicizie e si è messo a fare il bravo evitando di frequentare le cattive amicizie e rinunciando ai vantaggi ottenuti fino a quel dì.
??? E’ credibile???
Credo importante riportare un interessante video pubblicato su Youtube:

Set 12, 2008 - Politica    2 Comments

Mani Pulite

Mani PuliteHo appena finito di seguire l’ottimo servizio di Blu Notte splendido programma di RaiTre presentato da Carlo Lucarelli. Mi ha sorpreso l’estrema prudenza nel NON citare il nome di una persona:

Romano Prodi

Anche se ha, alla fine della puntata, puntualizzato qualche riferimento (più in veste di quesito e di “ragionevole dubbio” piuttosto che di accusa vera e propria) sul ruolo del PCI-PDS-DS oggi PD e delle Coop Rosse che in Emilia, Toscana, Umbria, Liguria e Marche fanno, disfano e spartiscono i soldi pubblici sotto forma di appalti truccati e non.



Intanto cominciamo con l’oggetto della trasmissione:

La falsa rivoluzione 1992 – 1994, il crollo della “prima” repubblica, tangentopoli, il tintinnio delle manette.

Di Giacomo Franciosi ( per chi volesse leggere la versione integrale: http://cronologia.leonardo.it/storia/a1992a17.htm )

Con una data, anche se forse non è del tutto imputabile a quella, s’aprì in Italia la stagione di Tangentopoli, del pool di Mani Pulite, dello scatafascio del sistema partitico di quella che venne chiamata la “prima Repubblica”, la data in questione è il 17 febbraio del 1992.
MARIO CHIESA , socialista, direttore dell’ospizio Pio Alberto Trivulzio in Milano viene arrestato in flagranza di reato, si era appena intascato 7 milioni di vecchie lire da un ditta di pulizia monzese che così comprava un appalto.

Un caso circoscritto in Milano, di risonanza poco più che locale, anche se “il mariuolo” così ebbe a definirlo Bettino Craxi allora in capo al PSI, dopo poco più di un mese di reclusione in San Vittore, iniziò a parlare allargando a ventaglio l’inchiesta nei confronti di imprenditori e politici.
[OMISSIS]
Le elezioni politiche del 1992 sono le prime non anticipate dopo vent’anni, e segnano una cocente sconfitta per i partiti storici, DC meno 5%, PDS (evoluzione del PCI) al 16,1% dal 26,6 % , il PSI dal 14,3% al 13,6%, uniche vincitrici sono due nuove formazioni politiche la Lega Nord, e la Rete, che assorbono un buona fette dell’elettorato dei partiti storici, alto resta comunque l’astensionismo.

Nel frattempo si apre la caccia agli esponenti socialisti, nell’ordine : Cariera, Pillitteri (gia’ sindaco di Milano, cognato di Craxi), Tognoli (gia’ sindaco di Milano), Radaelli, Armanini, Dini (Sì PROPRIO LUI proveniente dalla Banca d’Italia, quello che ha fatto il ministro nel penultimo Governo Prodi, che lo ha sostenuto e poi abbandonato durante l’utlimo governo e che da buon faccia da Culo, si è presentato alle ultime elezioni con il Centro/destra), Parini, Lodigiani, Moroni, ligresti, zaffa,  mandati di cattura per Silvano Larini, Giovanni Manzi, primi avvisi di garanzia colpiscono Giovanni Balzamo (tesoriere del PSI).
[omissis]
Craxi molto toccato, al funerale del giovane deputato dichiarerà “Hanno creato un clima infame”, due settimane dopo anche Vicenzo Balsamo tesoriere del partito morirà stroncato da un infarto.
Nel frattempo il Pds riuscirà ad entrare con il benestare dei socialisti e socialdemocratici nell’internazionale socialista, l’elezioni amministrative del dicembre ’92 affossano ancor più i vecchi partiti e il 15 dicembre viene notificato un avviso di garanzia a Bettino Craxi, il sistema oramai ha i piedi nella fossa.

Se il 1992 è l’anno horribilus, tra le altre cose il PSI festeggiava i suoi cent’anni in quel di Genova, il 1993 è l’anno dove l’onta giudiziaria toccherà il suo picco massimo.
Nel mese di gennaio per voce di Craxi si chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta su tangentopoli, appello che cade nel vuoto, la commissione starà per essere votata il 19 gennaio 2000 giorno in cui proprio lo stesso Bettino Craxi morirà.

A Febbraio il congresso del PSI vede l’addio di Bettino Craxi dalla segreteria dopo 16 anni e 7 mesi di regno incontrastato, un applauso lungo e fragoroso accompagna il suo discorso, a lui succederà nella fase più dura del partito l’ex sindacalista della UIL Giorgio Benvenuto.
Per tangenti vengono coinvolte la Rai, a Napoli si dimette il sindaco Polese. In Bankitalia Ciampi lascia la reggenza, Gabriele Cagliari presidente dell’ENI [società dell’I.R.I. guidata da Romano Prodi 
(stralcio da Wikipedia: “Nel 1993, in seguito alla caduta del primo governo Amato, fu in lizza, assieme a Mario Segni e Carlo Azeglio Ciampi, per l’incarico di Presidente del Consiglio a capo di un governo tecnico. Tale carica fu però assegnata all’allora Governatore della Banca d’Italia Ciampi, che richiamò Prodi a guidare l’IRI, dove quest’ultimo operò una serie di privatizzazioni di diverse società del gruppo.)] viene indagato, La Malfa (PRI), Vizzini (PSDI) si aggiungono a una fittissima lista di nomi di rilievo delle politica e imprenditoria locale.
Non dimentichiamo che il 1993 per l’I.R.I. (con Prodi presidente) è l’anno d’oro delle privatizzazioni “alla cazzo”:

30 giugno 1993: Il governo (Ciampi ex governatore della Banca d’Italia) approva il decreto di privatizzazione per Enel, Agip, Stet, Credit, Comit, Ina.
[omissis]
Da segnalare che nel 1993 la Lega di Bossi, partito emergente e dai chiari intendimenti giustizialisti conquista Milano oramai ex centrale del potere socialista, Formentini ne diventa sindaco.
Gianni Agnelli in una convention di confindustria ebbe a dire che il gruppo Fiat con le corruttele del sistema partitico ebbe a che fare, Romiti viene chiamato in causa, indagato.
[omissis]

Mi preme evidenziare che il Sig. Agnelli e sua sorella Susanna erano Senatori della Repubblica collocabili stranamente nell’area centro/sinistra dell’arco costituzionale. E che gli operai e i Comunisti elettori in genere che hanno sputato sangue per arricchirli, si trovano oggi ad averli sostenuti e votati.
Ironia della sorte?
No, in alcuni ambienti lo chiamano inciucio. In Liguria, invece, ricordano che sono tutti Finocchi COL CULO DEGLI ALTRI!!

Ma adesso tocca al PC-PDS-DS-PD (quando cazzo smetteranno di cambiare nome?):

Ho trovato un passo interessante quì: http://www.destra.it/html2/articoli.php?id=558. Certo, la fonte potrebbe essere considerata “di parte”, ma se considerate che nel regime pseudo-democratico (falso)  in cui viviamo i Potenti fanno in fretta a querelare chi si permette di dire anche verità, ma che non ha abbastanza soldi per pagare uno stuolo di avvocati…
…. se il sito è ancora in piedi, mi fà ritenere che non sia querelabile.  😉

Ne riporto un passaggio: “a proposito dell’inchiesta su Primo Greganti che lambì i massimi vertici del Pci-Pds, si chiede: «È probabile che ci sia ancora da sapere, ma quello che si è saputo è proprio insufficiente per chiarire la vicenda «dell’uomo di marmo Primo Greganti»?
Se Paolo Mieli permette, con il rispetto dovuto, vorremmo rispondere all’interrogativo pertinente che angoscia il lettore. La risposta è sì, un sonoro sì. Quello che si è saputo è più che sufficiente per chiarire la vicenda del “Compagno G”. In sintesi: la Procura milanese non solo si premurò di cercare (e trovare) l’ormai famoso preliminare di vendita con il quale fu evitato l’avviso di garanzia a Marcello Stefanini, defunto cassiere del Pci-Pds, ma impedì al pm di effettuare una rogatoria in Svizzera per svolgere ulteriori accertamenti su un conto sul quale, secondo l’accusa, era transitata una parte della famosa tangente della Ferruzzi. Quando il pm – spalleggiato dal gip, Italo Ghitti, secondo il quale era necessario un supplemento d’indagine – chiese di effettuare quella rogatoria, la Procura milanese, allora retta dal resistente Francesco Saverio Borrelli, rispose che tale accertamento era «ininfluente».”

Quindi, finchè si tratta di falcidiare DC e PSI, tutto è lecito (meno male, almeno quelli) ma, per l’azienda foraggiata dalla Lega delle Cooperative (che ha ampliato il core-business con la Geniale Mossa delle Pensioni integrative: http://www.legacoop.coop/TFR.aspx che probabilmente faranno la fine dei vari BOND sottoscritti da tanti risparmiatori) ci si scontra con un TABU’.

Primo Greganti è l’esempio del perchè il PCI-PDS-DS oggi PD abbiano subito Mani pulite in maniera A DIR POCO MARGINALE, come giustamente lascia in sospeso il buon Lucarelli, forse perchè i comunisti non parlano? O forse perchè i magistrati hanno le toghe “rosse”?

Ed ancora, perchè Antonio Di Pietro è stato candidato nel Mugello a costo di un Comunista D.O.C. del calibro di Sandro Curzi? Beh, chi ha i miei anni, sà bene che in Italia NON avremo MAI riposte a questi quesiti. I nostri “delegati”, di una parte, ma anche dell’altra, si guardano e si guarderanno bene dal togliere i veli a capitoli di storia della Dittatura più malcelata della storia.

Alla stregua dell’omicidio Kennedy o dell’11 settembre…

Set 11, 2008 - Informatica    2 Comments

Truffe su Ebay. E lo staff le AGEVOLA!

eBay AbuseQualche anno fa mi registrai sul noto sito, ma forse ero troppo innocente, forse “pollo”, sono cascato nella rete di alcuni stramaledetti venditori americani.

RISULTATO: Sono stato cacciato dalla piattaforma perchè non ho pagato!


Chiaramente devo raccontare l’antefatto.
Avevo scoperto la piattaforma ai suoi albori (nel 1997) e credo di essere tra i pochissimi utenti registrati direttamente sul sito USA nei primissimi anni di attività.

Le regole erano poco chiare ma semplici e la piattaforma si presentava GRATUITAMENTE agli utenti che intendessero porre in vendita i propri oggetti. Poi sono stato all’estero per lavoro e non avendo possibilità di connessione alla rete non ho utilizzato l’account per qualche anno.

Nel 2001 scopro che il mio Nick geoline venne riregistrato sulla piattaforma da un Tedesco e contatto lo staff eBay per avere informazioni in merito. NON mi hanno saputo rispondere su COSA fosse accaduto. Li lascio cagare per un pò, poi, nel 2003 decido di cambiare scheda video, mi “reiscrivo” con il Nick geoline2003, e vendo la mia. Tutto liscio finchè un venditore, tal tankotw per una batteria ricaricabile da 9v. (da 0,99 dollari) mi chiese 60,00 Dollari per la spedizione! Scrivendomi che NON intendeva spedire all’estero. Un venditore onesto avrebbe annullato tutto e pace, ma lui ha ben pensato di tentare l’estorsione. Col CxxxO che pago! Vengo segnalato come offerente non pagante, e ricevo l’ammonimento. Mi sono appellato allo staff eBay, ma la risposta fù: “non possiamo gestire utenti al di fuori della piattaforma Italiana” e pertanto o pago, o mi tengo l’ammonimento.
Opto per la soconda, scambio di feedback negativi e bon.

Il secondo ammonimento (lo ricordo meno bene) avvenne nel Marzo 2004 a causa di un venditore Francese tal max140706 che per un articolo indicava come “Preferita” la spedizione con UPS (piuttosto cara 46,50 euro) ma alla mia richiesta di utilizzo di un metodo di spedizione più consono al valore dell’oggetto (9,99 euro) mi aprì controversia e conseguente ammonimento.
La reazione di eBay (che ve lo dico a fare) totalmente a favore del venditore.

Finchè apro gli occhi e noto che il giochino oramai STRANOTO della vendita di articoli a basso prezzo ma con un l’integrazione cammuffata da “Spese di Spedizione”. Viene da immaginare che almeno acquistando più articoli, si possa risparmiare e “SPALMARE” l’esorbitante PIZZO per la spedizione su più articoli, ma si SBAGLIA!! Ogni articolo viene gravato dal suo importo per spese spedizione!!! E se pagate, vi invieranno comunque tutto in UNICO imballaggio e noterete che la SPESA effettivamente sostenuta è BEN AL DI SOTTO DI QUANTO PAGATO!!
E se segnalate la cosa ad eBay…
.. se ne fottono bellamente e ti “consigliano” di metterti daccordo col venditore.
Nonostante l’azione sia anche lesiva dei LORO interessi in quanto il venditore EVADE PALESEMENTE la percentuale da pagare ad eBay!
Si veda ad esempio l’asta nr. 170233716414.
Geniale! Il venditore lo sà meglio di te e, per portare a compimento la truffa, fà leva sull’Associazione a delinquere complice.
Bene, NUOVA lezione: chiedere SEMPRE PRIMA di fare offerte, e se non si riceve risposta, NON inserire la propria offerta, anche se l’asta scade a breve!
Certo, non vi fà pensare il fatto che l’anno scorso abbiano introdotto tra le regole, l’importo di spedizione troppo elevato?
Sarà mica che hanno avuto un diluvio di lamentele?

In seguito, mi procuro anche un feedback negativo da parte di un acquirente, tal comprensorio che intendeva ritirare a mano l’oggetto, senza considerare che io stavo a Milano e lui a Bologna. Probabilmente non ha capito neppure lui il motivo del feedback negativo in quanto gli proposi, se lo avesse preferito, di NON completare la transazione. Vedo che col tempo ha capito che può tentare le furbate anche lui ed ha ricevuto un feedback da nordest666:
 Punteggio di feedback negativo incomprensibile mi aggiudico l’oggetto a 3.000 ma poi ne vuole 6.500 bohhh….
nel Febbraio 2008.

Però il massimo è accaduto con un venditore di una disonestà esemplare: dakmart!
Avevo già acquistato alcuni articoli qualche tempo prima nel Settembre 2004 e credevo di aver “testato l’affidabilità” del venditore, mi sono fidato…
… e l’ho presa in quel posto!
Alcune banche, come forse NON sapete, addebitano FORTI commissioni per i bonifici TRANSFRONTALIERI. Arrivando a costare anche 20-25 euro!
Ho quindi avuto la “brillante idea” di inviare i 50 euro per il pagamento di un registratore digitale mediante posta raccomandata.
Sapete come mi ha inculato??
Dopo aver ricevuto la lettera mi invia un messaggio:
“perchè mi hai mandato una busta vuota?”
Come…
.. VUOTA??
L’avevo ben imbottita (non erano assolutamente visibili) e sigillata con nastro per pacchi in maniera da evitare effrazioni!
Ebbene, Oggetto NON Pagato, terzo ammonimento e conseguente sospensione dell’account.
Ho scritto ad eBay ricevendo:
 
Ti informo che non essendo parte della transazione e non avendo alcuna responsabilità per eventuali problemi sorti in seguito alla conclusione di una vendita, eBay non può contattare un utente a nome di un altro per svolgere attività di intermediazione o garantire che gli utenti portino a termine una transazione a certe condizioni.
Tuttavia, ti confermo che il metodo di pagamento proposto dal venditore non rientra tra quelli consentiti su eBay, che puoi trovare alla pagina:
http://pages.ebay.it/help/policies/accepted-payments-policy.html
I venditori sono tenuti ad indicare chiaramente nella descrizione dell’inserzione e ad offrire metodi di pagamento accettati. eBay ha introdotto questa regola per evitare agli utenti di esporsi a seri rischi di frode.
Ti consiglio di contattare “dakmart” per spiegargli che il metodo di pagamento offerto viola il regolamento di eBay e trovare un accordo.
Ti ricordo che gli acquisti su eBay sono coperti fino a EUR 1.000 soltanto dal Programma di protezione acquirenti PayPal.
Nel caso in cui il venditore non dovesse essere disposto a trovare un accordo, ti raccomando di non concludere la transazione con la ricarica Postepay.
Ti consiglio anche di conservare la corrispondenza intercorsa con l’utente “dakmart” e di contattarci se dovessi ricevere un ammonimento per oggetto non pagato.
Ti assicuro che siamo in qualunque momento a tua disposizione.
Cordiali saluti,
Margherita Santini
eBay Regolamento e Sicurezza
Ma, avendo utilizzato un metodo che ” non rientra tra quelli consentiti su eBay”….
… avete ben capito la conclusione della partita.

Intanto, chi è stato sospeso per questo motivo, se la tiene nel colon ed i truffatori PULLULANO nella piattaforma. Gestita, a quanto pare da altri truffatori che sono stati beccati con le mani nel sacco da eBayAbuse.it. Si tratta di dirigenti di eBay, mica di ragazzetti qualunque!


eBay AbuseE’ da un pò di tempo che diffondo tra gli amici un sito di ECCELLENTE FATTURA.
eBayAbuse.it splendido sito (che tempo fà venne stranamente sospeso dalla Polizia Postale ma SENZA POI GIUSTIFICARNE LE MOTIVAZIONI) con l’evidente intento Robinhoodiano di aprire gli occhi a tutti quegli utenti che, inconsiamente o per scarse capacità informatiche, apportano lustro ed importanza al PIU’ GRANDE SITO DI TRUFFE ON-LINE SUL PIANETA: eBay !!
Suggerisco vivamente a tutti di seguirlo e leggere l’enorme quantità di truffe segnalate e per le quali eBay NON PRENDE PROVVEDIMENTI!!



eBay Abuse
Anche il Telefono Antiplagio se ne occupa da un pò di tempo.
Leggetevi: SETTE DENUNCE CONTRO EBAY – COMUNICATO STAMPA DEL 29/11/07 !

Set 10, 2008 - Economia    Commenti disabilitati su Il Banco Vince sempre

Il Banco Vince sempre

RAI Report
Tratto dal sito RAI, suggerisco di INVESTIRE qualche minuto del Vostro preziosissimo tempo per vedervi questa importante puntata di Report.


IL BANCO VINCE SEMPRE
Gli Enti pubblici hanno sempre bisogno di soldi e li trovano facendo mutui e obbligazioni. Poi si fanno sistemare i debiti dalle banche che si inventano operazioni di finanza strutturata. E così si spostano i debiti in là nel tempo e il pacco se lo ritroveranno le giunte future. Questi scherzetti poi costano cari: le banche hanno un debole per le Regioni, le Province e i Comuni, perché di solito non capiscono i rischi che corrono e non si accorgono dei costi impliciti nelle operazioni “swap”. Gli “swap” fanno parte della famiglia dei derivati (la stessa dei derivati emessi sui mutui subprime che hanno messo in crisi le borse di mezzo mondo) e si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne. Sono strumenti complessi e rischiosi, dove chi ne sa di più lucra profitti abnormi, e chi ne sa di meno perde tutto. Pare che in Italia non si possa vivere senza i derivati perché non hanno lasciato fuori nessuno, dalla grande Regione al piccolo Comune di montagna, dalla lavanderia, al policlinico, all’istituto delle suore. Sono almeno 30 mila le imprese private coinvolte, e 900 gli enti pubblici che ci stanno rimettendo centinaia di milioni. Siccome però nel caso degli enti pubblici passano per perdite potenziali, non vengono scritte da nessuna parte, e rimangono debiti fantasma. Per esempio all’azienda dell’Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, le banche hanno fatto assumere un rischio così elevato che i cittadini pugliesi rischiano un domani di restare senza i soldi per riparare le tubature.

Tratto da: Report
Tema: Inchieste
Durata: 01h 11′ 31”
Pubblicato: 15/10/2007
In onda: non in onda

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