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Apr 25, 2008 - Politica    Commenti disabilitati su Carlo De Benedetti – Pessime Frequentazioni

Carlo De Benedetti – Pessime Frequentazioni

De Benedetti Bush Bin LadenHo trovato un articolo interessante con un passo MOLTO INTERESSANTE alla fine dell’articolo.

Si tratta di una intervista a Carlo De Benedetti rilasciata a Barbara Palombelli, moglie dell’ex Sindaco di Roma nonchè ex candidato premier PERDENTE alle elezioni politiche del 2002 Francesco Rutelli.

Corriere del 14.12.2002: Carlo De Benedetti racconta che il 10 settembre 2001 era a cena a Washington, al National Building Museum, con Bush senior e la famiglia Bin Laden, tutti invitati dal Gruppo Carlyle.


Tratto da: Logo EFFEDIEFFEche lo indica come un articolo del 14 Dicembre 2002, ma sul sito del Corriere NON vi è traccia. Si tratterebbe di capire se si tratti di articolo pubblicato SOLO in forma cartacea (e non inserito nel sito nè nell’archivio del sito) o se sia stato RIMOSSO ad hoc.

MILANO – «Non mi chiederà ancora una volta se intendo scendere in politica? E’ un tormentone che mi perseguita ormai da mesi. Io faccio l’imprenditore e ho intenzione di continuare a farlo. L’ho già detto: sono convinto che esista un’incompatibilità sostanziale e profonda tra la natura autocratica che contraddistingue le decisioni di un imprenditore e la natura democratica che deve contraddistinguere quelle del politico. E poi in Italia abbiamo già chi ha un ingombrante conflitto di interessi. Non vorrà che se ne aggiunga un altro? Anche perché sento già le critiche del mio amico e autorevole garante di Libertà e Giustizia, Giovanni Sartori. No, mi creda, non è proprio il caso». Tarda mattinata di ieri, al primo piano di via Ciovassino 1, nell’ufficio di Carlo De Benedetti. Dietro alle spalle dell’ingegnere, un dipinto di Felice Casorati. Sparse ovunque, le foto dei figli, dei nipoti e della moglie Silvia. Accanto a lui, un busto di marmo che ritrae un cavaliere senza testa, «l’ho comprato a Londra, è un’opera del Cinquecento, serve a ricordarci che ogni tanto ci vestiamo da guerrieri ma lasciamo la testa a casa». Il guerriero che ho di fronte, quello in carne e ossa, ha scelto di lanciare un appello «a tutti gli italiani, al di là degli schieramenti di destra e di sinistra, per ricostruire l’identità civile di questo Paese, per riscrivere il patto di cittadinanza che è alla base dello stare insieme e per fermare il declino dell’Italia nel mondo. Un patto che avrebbe oggi, come primo firmatario, Indro Montanelli… Il grande leader della società civile ci ha lasciato un compito: intervenire con la cura giusta quando i due anni del “vaccino Berlusconi” avranno fatto il loro effetto». Più politico di così… Ha fondato un movimento, Libertà e Giustizia, che somiglia tanto a un nuovo partito. Pensa di presentare le liste alle elezioni?
«Innanzitutto, Libertà e Giustizia non è l’associazione di Carlo De Benedetti. E’ qualcosa di più e di diverso. Conta al momento oltre 2000 soci e, tra loro, così come nei comitati di presidenza e dei garanti compaiono persone di grandissima autorevolezza morale e civile. Mi è stato chiesto di dare una mano per contribuire a promuovere l’iniziativa in fase iniziale e io l’ho fatto volentieri. Oggi sono solo uno dei soci, nient’altro. Non ci sono partiti in vista per me, e tantomeno per altri. Libertà e giustizia, infatti, non è e non vuole essere, e dunque non diventerà, una nuova formazione politica. E questo perché noi tutti crediamo in una netta distinzione di ruoli tra la politica e la società civile. Non c’è dubbio che in questo momento i partiti, a destra come a sinistra, stiano attraversando una crisi profonda, ma io conservo una piena fiducia nelle forze politiche e considero pericolosa la demagogia antipolitica che si è diffusa nel Paese…»
Poche settimane fa, su questo giornale, Sergio Cofferati l’ha accusata proprio di questo: di lavorare contro i partiti. Lei non gli ha replicato pubblicamente, ma l’ha incontrato…

«Mi viene da sorridere quando leggo che voglio imporre i candidati alla premiership. Cofferati l’ho incontrato. Ho sentito di alcune sue preoccupazioni. Spero che tutto quello che ci siamo detti in questa intervista serva a tranquillizzarlo. D’altra parte ora che anche lui con la Fondazione Di Vittorio si occupa di attività culturale, al massimo potremo farci concorrenza sul piano delle idee».
Dica la verità. Lei, come tanti, aspetta il ritorno del suo amico Romano Prodi…

«E’ vero, ho grande stima per lui. Ci siamo conosciuti nella notte dei tempi e abbiamo avuto anche dei rapporti conflittuali, al tempo della vicenda Sme… E’ una persona a cavallo fra società civile e politica: il suo pullman rimarrà un simbolo. Lui, Ciampi e Amato hanno gestito una fase di emergenza in modo straordinario e hanno portato l’Italia nell’euro fra lo scetticismo di tanti, me compreso. Oggi Prodi ha un background unico, per merito e per fortuna: è il protagonista in un’Europa che cambia contemporaneamente regole e perimetro. Per questo, è importante che resti dov’è fino alla conclusione del processo in atto. Guai se, con un suo rientro anticipato, l’Italia dovesse fare una brutta figura… Allo scadere del suo mandato, sarebbe demenziale se l’Italia non si avvalesse di un uomo come Prodi. In quale posizione, si vedrà…».
Ingegnere, non possiamo non parlare di Fiat. Nel lontano 1976, lei fu per cento giorni amministratore delegato del gruppo torinese…

«Quando penso alla situazione di oggi provo una gran tristezza. Mi allibisce pensare che i migliori cervelli del Paese siano occupati, in queste ore, a capire se abbia vinto o perso Maranghi, mi sorprende che la crisi Fiat sia trattata dall’opinione pubblica e dai giornali come una soap opera, con i fratelli che litigano, le mogli che piangono, i cugini che chiedono, le banche buone, Mediobanca cattiva… L’unica cosa che dovremmo fare è domandarci perché va così male. E allora scopriremmo che le automobili che produce non piacciono sempre meno agli acquirenti. All’azienda servono tre modelli nuovi: uno piccolo, uno medio e uno grande. Per realizzarli, ci vogliono gli uomini giusti, 4,5 miliardi di euro e quattro anni di tempo. Ci sono? No. E allora, si va da chi sa fare le automobili, ovvero dal signor Ghosn presidente della Nissan, dal signor Folz presidente di Peugeot e si dice: ecco il 10 per cento Fiat Auto gratis, lavoriamo assieme. Ma lo sa oggi quante auto si fanno al giorno, a Mirafiori?»
No. Me lo dica lei.

«Appena 900. E si arrivava, in passato, anche a 8 mila. Si stringe il cuore, ai torinesi come me… Quella è un’azienda che non si può dimenticare. Mi hanno regalato l’ultima Panda prodotta: una 4 per 4 grigia con cui giro in montagna. La Panda l’avevo fatta io, 28 anni fa, ed è l’auto più venduta della storia della Fiat».
Dicono che lei metterebbe volentieri le mani sul quotidiano di casa Agnelli, La Stampa, attraverso il suo socio Carlo Caracciolo, cognato dell’Avvocato.

«Con Caracciolo passerò il Capodanno, in Antartide, in mezzo ai ghiacci (Silvia De Benedetti sta facendo le valigie… porterà il panettone e un piccolo albero di Natale sulla loro nave Itasca, ed è riuscita a infilare tutte le giacche a vento in una valigia mettendole sotto vuoto). Quanto alle mire su Stampa e Corriere della Sera, voglio leggerle un’analisi dell’Economist, dal titolo “Fiat-Imbroglio”: i giornali legati alla Fiat interessano al premier Berlusconi. Dunque, non tirate in ballo me, non alzate cortine fumogene… E’ scritto qui».
Lei è un uomo ricco, si diverte a girare il mondo. Chi glielo fa fare di impegnarsi con un gruppetto di intellettuali in quello che qualcuno ha già bollato come “il girotondo dei miliardari”?

«Guardi, io ho da poco compiuto 68 anni, ho la gioia di avere tre figli stupendi ognuno dei quali è riuscito con serietà e capacità nelle diverse professioni che ha creduto di scegliere. Ho avuto la fortuna, dopo molti anni di solitudine personale, in cui tutte le mie energie sono state dedicate al lavoro salvo il tempo ritagliato per i figli, di sposare una persona che continua a insegnarmi le mille sfaccettature della vita facendomene comprendere la bellezza e la complessità. Intanto ho proseguito il mio cammino imprenditoriale, anche se in una posizione assai meno esecutiva che in passato, e oggi con soddisfazione sono a capo di uno dei più importanti gruppi privati italiani. Un gruppo in crescita, in utile, fortunatamente senza problemi, che occupa oltre 12.000 persone.
Non ho desiderio né bisogno di visibilità. Da anni non rilascio interviste e mi limito a scrivere di tanto in tanto sulle grandi questioni che mi stanno a cuore, dall’innovazione ai problemi economici
Italiani e internazionali, dai temi della pace e della guerra alla crisi della classe dirigente. La verità è che attorno a me vedo un Paese in cui si è determinata una progressiva crisi civile, che vedo scivolare inesorabilmente verso l’improvvisazione, la demagogia, il populismo, la confusione. Un Paese dove la classe dirigente si è impoverita, i cittadini non sanno più essere quello che devono essere: uomini fra gli uomini, liberi ma responsabili».
Le responsabilità di questo declino sono collettive…

«Quello che più spaventa, come ci ha spiegato Fernando Savater, è che ci siano sempre più persone con discreta competenza professionale ma con perfetta incompetenza sociale, lui li definisce “Idioti Abbastanza Preparati”. Sono uomini civicamente impreparati: individui che non sanno esprimersi in modo pertinente su questioni sociali, che non sanno distinguere tra i valori che vanno condivisi e i disvalori ai quali è doveroso ribellarsi. Diplomiamo e laureiamo asociali che non si preoccupano d’altro che dei loro diritti e mai dei loro doveri. Molti di noi si sono ripiegati su se stessi, il nostro tessuto sociale si è sfilacciato e impoverito, sono venuti meno i valori comuni degli anni del dopoguerra e del “miracolo economico”, manca quella classe dirigente fatta di uomini come Guido Carli, Enrico Cuccia, Bruno Visentini, Ernesto Rossi, Francesco Compagna e, prima di loro, Gaetano Salvemini. Grandi personaggi che, al di fuori dei partiti, hanno contribuito a dare una spina dorsale al nostro Paese».
Lei crede ancora nella società civile come riserva di valori, contro una politica incapace di riformarsi. E chi meglio di Silvio Berlusconi rappresenta il prodotto della società civile? Non c’è contraddizione nel suo appello?

«Berlusconi va affrontato e sconfitto sul piano elettorale, con un risveglio delle coscienze. La definitiva affermazione della società aperta, la mondializzazione, il boom dell’informazione e delle comunicazioni, la complessità delle relazioni economiche hanno ulteriormente allargato le responsabilità della società civile. Su questioni come il conflitto di interessi,
la qualità dell’informazione, la moralità del potere, il rispetto dell’ ambiente, l’etica della ricerca, solo il “tuono” della società può arrivare dove la politica è di fatto impotente. E’ la società, allora, che deve far sentire tutto il suo peso, prendendo consapevolezza del fatto che un premier non può controllare l’intero sistema televisivo di un Paese e, quindi, bocciandolo alle elezioni. Nel resto del mondo occidentale, d’altra parte, funziona proprio così».
La questione morale non sembra appassionare gli italiani. Il conflitto d’interessi era lì anche prima del 13 maggio 2001.

«Anche su questo terreno lo spazio civico può fare molto di più della politica stessa o delle inchieste giudiziarie. Ci vuole un fondamento etico comune. Se negli Stati Uniti la corruzione è molto meno diffusa che da noi, ciò non lo si deve certo ai giudici, ma alla sanzione sociale che colpisce i comportamenti scorretti. Chi sbaglia non solo non viene eletto in Parlamento ma non entra nemmeno più al circolo del bridge. Lo stesso vale per la tv. Come può la politica decidere la validità dei contenuti proposti dalle trasmissioni televisive? E’ ovvio che anche qui quello che conta è la capa-cità del pubblico, cioè dei cittadini, di scegliere».

C’è chi vi accusa di voler rifondare la Democrazia Cristiana. A lei piace Prodi, ieri le piaceva De Mita… In fondo, lei è un moderato. Non va ai girotondi…

«Sono un moderato. Vivo in mezzo ai moderati, fra i miei colleghi di Confindustria Berlusconi è una delusione: l’hanno votato, non voteranno mai a sinistra e sono come sospesi. Che Libertà e Giustizia voglia rifondare la Dc è una stupidaggine. E lo smentisce la trasversalità civile e non partitica della composizione stessa del Comitato di Presidenza. Non posso non notare, però, la sostanziale differenza tra un partito fatto di uomini con alto senso dello Stato e radicamento popolare come Sturzo, De Gasperi, Vanoni, Zaccagnini e l’improvvisazione, che spesso sembra nascondere la difesa di interessi puramente personali, di Forza Italia».

Di nuovo l’antiberlusconismo. Che però, non paga. Anzi…

«Sarebbero guai se il nostro unico collante fosse solo l’antiberlusconismo. Il comune denominatore devono essere i valori: gli ideali condivisi che devono fare da nuova spina dorsale del Paese. E siccome, poi, a me non piace chi parla di valori senza mai citarne uno e magari copre con i valori una totale assenza di proposte, mi permetta di utilizzare l’ultima parte di questa nostra chiacchierata per entrare un po’ nel merito. Innanzitutto, le proposte. Ne faremo tante, glielo assicuro. Del resto non abbiamo perso tempo: già nei giorni scorsi abbiamo presentato con Innocenzo Cipolletta le nostre idee sull’immigrazione. E oggi terremo a Torino un convegno sulla regolamentazione dei mercati. Sul Welfare, poi, contiamo di dare un apporto importante. Se in primavera si dovesse riaprire il confronto sulla riforma delle pensioni, mi creda, noi ci saremo con proposte forti. Sono convinto, infatti, e non da oggi, che il sistema vada rivisto, perché così com’è è iniquo e troppo costoso. E vedrà che anche sugli ammortizzatori sociali i progetti migliori, ispirati al modello inglese, saranno i nostri».

Libertà e Giustizia contro Forza Italia. Sembra già di vedere i manifesti…

«Ma no, semplicemente ridicolo. Per come me l’hanno presentata e per come la intendo io, Libertà e Giustizia si rifà esplicitamente alla grande tradizione dell’illuminismo lombardo e vede nell’età dei lumi il fondamento delle nostre società, Non si tratta di riproporre una ragione eroica e trionfante, ma di ribadire la fiducia in uno strumento insostituibile di conoscenza e di progresso, per quanto popperianamente fallibile e costantemente confutabile».

I Lumi, la Ragione, Popper. Non pensa di andare troppo lontano?

«Non sono una mammola. Non voglio nascondermi dietro a un dito. E’ chiaro però che per battere un cattivo esempio di democrazia, com’è quello che sta dando il governo Berlusconi, ci vuole una grande rivoluzione culturale. LeG crede che in una società aperta ogni uomo debba essere responsabile del proprio agire davanti a se stesso e alla comunità tutta. Come ci ha spiegato la scienza sociale anglosassone, a cominciare da John Rawls, scomparso proprio nei giorni scorsi, la società dei liberi non può che fondarsi sulla responsabilità individuale. E’ la libertà, comunque, che deve restare la nostra prima bussola, il nostro primo valore. Crediamo in un mondo di uomini liberi, in grado di difendersi sul mercato con i propri talenti e le proprie co-noscenze. Riconosciamo le differenze sociali come l’esito del confronto tra persone dotate di libero arbitrio. E, tuttavia, crediamo in un principio di giustizia per cui ci siano pari opportunità per tutti e in cui le differenze sociali non di-ventino tanto ampie da essere percepite come eticamente inaccettabili. Come diceva Salvemini, con una frase che mi ha sempre colpito per efficacia e semplicità: “Una società di liberi in cui ci sia per tutti un po’ di bene”.


(La conversazione è finita, l’Ingegnere parte domenica per un mese di vacanze in aereo e nave fra Patagonia e Polo Sud. I viaggi non lo spaventano. Porterà con sé un amuleto che ha sempre nella ventiquattrore: l’invito a parlare alle Twin Towers il 13 settembre 2001, alla stessa ora del crollo.
Me lo mostra: «sono vivo per caso, come tanti. E lo sa dov’ero la sera prima dell’attentato?
A cena a Washington, al National Building Museum, con George Bush padre e la famiglia Bin Laden, tutti invitati dal Gruppo del Carlyle, una compagnia finanziaria americana
».
Così è — se vi pare — il capitalismo globale).


Ritaglio in formato ORIGINALE ….
Apr 25, 2008 - Politica    Commenti disabilitati su Vittorio Mangano – EROE ” A modo suo”.

Vittorio Mangano – EROE ” A modo suo”.

Vittorio ManganoChi è Vittorio Mangano?
La dichiarazione di Marcello dell’Utri ha sollevato un vespaio.
Oggi ho deciso di saperne di più: un giro in rete e la cosa mi diventa più chiara.
La PRIMA domanda che mi sorge è:
” ma Silvio Berlusconi, senza queste frequantazioni, sarebbe diventato quello che è”?
Vittorio Mangano (Palermo, 18 agosto 1940 – Palermo, 23 luglio 2000) è stato un criminale italiano legato a Cosa Nostra, conosciuto – attraverso le cronache giornalistiche che hanno seguito le vicende processuali che lo hanno visto coinvolto – con il soprannome di lo stalliere di Arcore.

Forza Italia, quasi Partito delle Libertà nonchè partito-azienda dell’imprentore multimediale che tutti conosciamo, è nato sull’onda di un’emozione popolare che ha frantumato i partiti che fino a quel momento avevano fatto e disfatto le sorti della Nazione. Non ha senso ricordare i passaggi di “Mani Pulite” e cosa ne è scaturito in quanto noto a tutti e, proprio sull’onda repulsiva nei confronti dei Politici Professionisti (del malaffare) e Latitanti, gli Italiani hanno ritenuto di “PROVARE” a dare il mandato ad un imprenditore che fino a quel momento era conosciuto come proprietario di televisioni, ma sopratutto per uno che “si è fatto da sè”, un pò con un’occhio al sogno Americano del “se ce l’ha fatta lui, posso anche io”.
Quello che è decisamente meno noto è: Chi è davvero Silvio Berlusconi? da dove viene?
E’ possibile che un “venditore di scope” possa diventare QUESTO?
L’amicizia con Bettino Craxi e Paolo Pillitteri gli hanno portato vantaggio o piuttosto sono stati loro a “beneficiare” della sua amicizia e vicinanza ad alcuni Siciliani INVESTITORI con AMPIE disponibilità econimiche?
Falcone e BorsellinoMa la cosa che mi piacerebbe sapere è: cosa ne direbbero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino?
Tutto nasce quando Silvio Berlusconi, nella prima metà degli anni Settanta, riceve le prime minacce mafiose: gli giungono richieste di soldi e “avvertimenti” che avrebbero potuto sequestrarlo o rapire uno dei suoi figli. Erano anni in cui i sequestri di persona erano molto frequenti (103 nella sola Lombardia, tra il 1974 e il 1983). Eppure il giovane imprenditore non denuncia, non chiede protezione alle autorità, non avverte la polizia; si ricorda invece dell’amico siciliano conosciuto dieci anni prima all’università, lo chiama e lo convince a venire al Nord, al suo fianco. Dell’Utri lascia la banca e si trasferisce ad Arcore, nella villa che Berlusconi aveva comprato, con l’aiuto determinante dell’avvocato Cesare Previti, dalla marchesina Casati Stampa. Dell’Utri, dopo un consulto con Cinà, porta con sé Vittorio Mangano, che arriva a Milano pochi mesi dopo di lui e dal 1 luglio 1974 è assunto come “fattore” della villa: in realtà è l’assicurazione sulla vita e sui beni stipulata da Berlusconi, attraverso Dell’Utri, con Cosa nostra.

Così Dell’Utri consegna Berlusconi nelle mani dell’organizzazione criminale: perché questa offre sì protezione, ma poi pretende un rapporto più intenso. Suggellato da un vertice ai massimi livelli: Berlusconi nel 1974 incontra ad Arcore – con la regia di Dell’Utri e, dietro di lui, di Cinà – nientemeno che il capo di Cosa nostra, Stefano Bontate, presenti i mafiosi Mimmo Teresi e Francesco Di Carlo. Bontate, chiamato “il principe di Villagrazia”, era piaciuto a Berlusconi, secondo i racconti che circolavano tra gli uomini di Cosa nostra: lo aveva trovato ben diverso da come si immaginava i boss, un uomo nient’affatto rozzo, anzi intelligente e “affascinevole”, testimonia Antonino Galliano riferendo le confidenze ricevute da Cinà.

Berlusconi comincia a versare somme di denaro a Cosa nostra per la sua protezione: il denaro, a partire dalla metà degli anni Settanta, passa da Dell’Utri a Cinà e arriva a Mimmo Teresi e Stefano Bontate. Secondo un testimone diretto e ben introdotto nell’ambiente dei palermitani a Milano – il finanziere Filippo Alberto Rapisarda – Cosa nostra chiede però presto a Dell’Utri e Berlusconi un rapporto più stretto: offre denaro, proveniente dai giganteschi profitti che Cosa nostra comincia a realizzare in quegli anni grazie al traffico di eroina, da reinvestire e riciclare in business puliti.
Articolo completo

Vittorio ManganoMarcello Dell’Utri: «MANGANO E’ UN EROE» – «Il fattore Vittorio Mangano, condannato in primo grado all`ergastolo, è morto per causa mia. Mangano – ha poi aggiunto Dell’Utri – era ammalato di cancro quando è entrato in carcere ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. E` un eroe, a modo suo».
La strana storia di due imprenditori nella capitale lombarda
.
Molto amici di Vittorio Mangano, lo «stalliere».

Molto vicini a Marcello Dell’Utri.

di Gianni Barbacetto

 

Vittorio Mangano, in stampelle e sorvegliato dalla polizia [foto sopra]
Mentre depone al processo contro Marcello Dell’Utri a Palermo [foto sotto]

Vittorio Mangano

Era un uomo metodico, puntuale fino all’ossessione. Maurizio Pierro, consulente finanziario, usciva dalla sua bella villa appena fuori Varese ogni mattina alle 7, imboccava l’autostrada dei Laghi, arrivava a Milano, si sedeva alla scrivania nel suo ufficio in zona Fiera, due interi piani in una palazzina elegante, cinquanta dipendenti ai suoi ordini. Ogni sera, alle 18.45 in punto, usciva, si buttava nel traffico dei viali che portano all’autostrada, alle 19 con il cellulare dall’auto avvisava la moglie («Sto arrivando»), attorno alle 20 rientrava a casa.


La sera di martedì 11 febbraio 1997, a casa lo aspettavano la moglie, i due figli di 18 e 20 anni, i suoceri e una torta con le candeline. Era il suo cinquantaseiesimo compleanno. Puntuale come sempre, Maurizio Pierro lasciò il suo studio alle 18.45. Ma non chiamò la moglie, alle 19, per dirle «sto arrivando». Lo trovarono nella notte in via Gattamelata, a meno di un chilometro dal suo ufficio. Era seduto nella sua auto, al volante, rivolto verso destra, come se stesse parlando con qualcuno seduto al suo fianco. Aveva in corpo quattro proiettili calibro 7.65, sparati da molto vicino: un colpo in mezzo agli occhi, un colpo al cuore, un colpo in mezzo al petto; il quarto colpo, dopo avergli sfiorato lo stomaco, si era conficcato nella portiera della sua monovolume giapponese. Il portafoglio era al suo posto, nella tasca della giacca, il computer portatile sul sedile posteriore.
Con chi aveva appuntamento, Maurizio Pierro, quella sera in via Gattamelata? Chi fu il suo ultimo interlocutore, seduto accanto a lui in auto?
Pierro era nato a Tripoli ed era diventato un uomo di successo. Ragioniere, guadagnava più di un commercialista, giro d’affari miliardario, presenza in una miriade di società. Tra i suoi clienti vi era anche la Chanel. Splendida villa in Sardegna, grande passione per il golf, nutrito parco auto, in cui spiccava una bella Porsche. Per la sua società principale, la Selma, aveva scelto un nome furbo: esiste infatti una Selma Leasing legata nientemeno che a Mediobanca. Pierro invece si era legato alla finanza d’assalto, tanto da restare invischiato in una storia da anni Ottanta, il crac di una società che raccoglieva risparmi e piccoli capitali promettendo alti rendimenti, aveva convinto 3 mila persone ed era finita con una bancarotta da 120 miliardi.

Ma c’è una parte tutta milanese di questa indagine, passata in secondo piano a causa del turbine di polemiche seguite alla richiesta d’arresto per Dell’Utri. È l’indagine che ha messo a fuoco le attività di Sartori e Currò. Quasi tutta l’attenzione è stata catturata, per forza di cose, dal braccio destro di Silvio Berlusconi, ieri presidente di Publitalia, oggi deputato di Forza Italia, accusato dalla procura palermitana di voler comprare una pattuglia di «pentiti» al fine di affondare l’inchiesta sulle sue relazioni pericolose con Cosa nostra. Ma le indagini del sostituto procuratore di Milano Maurizio Romanelli e della Dia hanno scoperto ben altro: gli affari, legali e illegali, di un gruppo di persone che secondo gli investigatori sono i nuovi colletti bianchi di Cosa nostra a Milano, i manager in giacca e cravatta della mafia siciliana. In rapporto diretto con figli e nipoti di due vecchi boss, Gerlando Alberti e Vittorio Mangano. Insomma: Cosa nostra, seconda generazione.

[Omissis]

Un quarto di secolo è passato da quando i due comparvero sulla scena: il primo, Gerlando Alberti, con fragore: il più grande raffinatore di eroina in Sicilia in tempi in cui si pensava che gli stupefacenti fossero un affare dei marsigliesi; il secondo, Mangano, in punta di piedi e inosservato: devoto “stalliere” nella villa di un costruttore emergente che era l’essenza della milanesità.
Nella Milano delle grandi trasformazioni finanziarie, dei grandi giochi per costruire i nuovi colossi bancari, assicurativi, delle telecomunicazioni, nella città dei soldi – danée e piccioli insieme – si sono rese visibili altre trasformazioni, in un settore più piccolo ma non meno vivace. Quello della finanza “grigia”.

Articolo completo

Vittorio Mangano fu indicato al maxiprocesso di Palermo, sia da Tommaso Buscetta che da Totò Contorno, come uomo d’ onore appartenente a Cosa Nostra, della famiglia di Pippo Calò, il capo della famiglia di Porta Nuova (della quale aveva fatto parte lo stesso Buscetta).

Nel 2000, poco prima di morire per un cancro, fu condannato all’ ergastolo per il duplice omicidio di Giuseppe Pecoraro e Giovambattista Romano, quest’ ultimo vittima della «lupara bianca» nel gennaio del ‘ 95. È stato inoltre sospettato di aver rapito il principe Luigi D’ Angerio dopo una cena nella villa di Berlusconi, nel dicembre del ‘ 74.
Conosciuto come lo stalliere di Arcore attraverso le cronache giornalistiche degli iter processuali che lo hanno visto coinvolto, il boss – che fu assunto da Dell’ Utri nella villa di Arcore nella quale visse tra il ‘ 73 e il ‘ 75 – passò gli ultimi giorni della sua vita in carcere, perché, si legge nella sua lapide nel cimitero di Palermo, «rifiutò di barattare la sua dignità con la libertà».Vittorio Mangano

Vittorio Mangano è morto giovane, neanche 60 anni. Ed è morto male. Carcerato da cinque anni, giallo come un limone per un tumore che gli aveva invaso il fegato, aveva 18 litri di acqua nella pancia l’ultima volta che gliela siringarono.

All’inizio di luglio dell’anno scorso, viene trasportato dalla sezione di massima sicurezza di Secondigliano a casa, in via Petralia Sottana, Palermo.
I funerali hanno seguito un costume in voga tanto a Palermo quanto nel New Jersey quando il defunto è accomunato a Cosa nostra. “Via i fotografi, rispettate il nostro dolore”, intima la famiglia. “Fotografate tutti, con discrezione”, dà ordine il magistrato. Poche persone, abitanti del quartiere, sono intervenute per l’ultimo saluto nella Chiesa di San Gabriele, quartiere Villa Tasca, i luoghi in cui Mangano aveva abitato e in cui, per diversi anni, aveva esercitato il “controllo”.Era il 23 luglio del 2000 e i giornali non diedero tanto spazio alla sua morte. D’accordo, era un boss ed era stato lo “stalliere” di Arcore. Ma non era un super boss, ed era sempre stato un tipo discreto.

Suggerisco anche la lettura di questo ben documentato racconto inerente TRE vite parallele:
Apr 25, 2008 - Politica    Commenti disabilitati su Chi è DAVVERO, Silvio Berlusconi?

Chi è DAVVERO, Silvio Berlusconi?

Berlusconi e CraxiChi è DAVVERO Berlusconi?

In troppi sono convinti che la sua “Amicizia” con Bettino Craxi e Paolo Pillitteri (che nel maggio del 1992 riceve un avviso di garanzia per corruzione riguardo a 500 milioni di lire, nel pieno delle indagini dell’inchiesta “Mani pulite“, Pillitteri verrà poi condannato a 4 anni e 6 mesi in via definitiva per corruzione) abbia giocato un ruolo essenziale per il successo, ma frugando in rete (e non certo dai giornali e telegionali a li “Favorevoli”) si scopre qualcosa che ci fà capire che probabilmente proprio Craxi e Pillitteri hanno invece tratto BENEFICIO dall’Amicizia.

Quello che deve trovare approfondimento è la vicenda di Vittorio Mangano (a cui faccio riferimento in un altro post) e le Amicizie Siciliane dell’Imprenditore milanese.

Wikipedia ne riporta vita e famiglia:
“Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all’amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all’amico Guido Possa iniziò l’attività di agente immobiliare e nel 1961 fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto è un terreno in via Alciati a Milano, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Berlusconi).Nel 1963 fonda la Edilnord Sas in cui è socio d’opera accomandatario, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico sono soci accomandanti.
In quest’azienda Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziaria Finanzierungsgesellschaft für Residenzen AG di Lugano. Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l’International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini.Nel 1964 l’azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4000 abitanti. I primi condomìni sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità.
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, acquistando 712 mila m² di terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano 2, in seguito alla concessione edilizia ottenuta nel 1969.
Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, quest’ultima socia accomandante, con i finanziamenti della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG di Lugano.
Nel 1973 viene fondata la Italcantieri, prima come Srl, poi come Spa nel 1975, con Silvio Berlusconi quale presidente. I capitali sono di due fiduciarie svizzere e precisamente della Cofigen, legata al finanziere Tito Tettamanti e alla Banca della Svizzera Italiana, e della Eti AG Holding di Chiasso, il cui amministratore delegato è Ercole Doninelli. Nello stesso anno, tramite l’avvocato Cesare Previti, Berlusconi acquista ad Arcore, pagandola un prezzo di favore, la villa Casati Stampa ed alcuni terreni contigui. La proprietà gli è venduta da Annamaria Casati Stampa di Soncino, ereditiera della nota famiglia nobiliare lombarda, rimasta orfana minorenne nel 1970, di cui l’avvocato Previti è ancora tutore legale.
Nel 1974 viene costituita l’Immobiliare San Martino, a Roma, amministrata da Marcello Dell’Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari con Fedele Confalonieri), con il finanziamento di due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro (BNL), la Servizio Italia Fiduciaria Spa e la Società Azionaria Fiduciaria.
Nel 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Nel gennaio 1978 viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione con l’Immobiliare San Martino Spa.
Televisioni

apre la strada all’esercizio dell’editoria televisiva anche ad emittenti locali, fino ad allora appannaggio soltanto dello Dopo l’esperienza in campo edilizio Berlusconi allarga il proprio raggio d’affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n.202 della Corte costituzionaleStato.Nel 1978 rileva dal fondatore Giacomo Properzj, Telemilano, una televisione via cavo, operante dall’autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5, ed assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti.
Il canale nel 1981 trasmette il Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottiene dalla RAI l’uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d’Italia l’evento viene trasmesso in differita.
A partire dal 1981, Berlusconi inizia ad utilizzare la propria rete di emittenti locali come se fosse un’unica emittente nazionale: registrando con un giorno d’anticipo tutti i programmi e le pubblicità e trasmettendo il tutto il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia.
Nel 1982 il gruppo si allarga con l’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Mondadori (all’epoca controllato dall’editore Mario Formenton).
Il gruppo Fininvest riesce perciò a spezzare l’allora monopolio televisivo RAI. Nel 1990 la Legge Mammì permette a Berlusconi la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati.
Negli anni seguenti il gruppo si diffonde in Europa: in Francia fonda La Cinq (1986) (la cui chiusura nel 1992 fu molto controversa; in seguito Berlusconi viene limitato ad una partecipazione in TF1,) in Germania Tele 5 (si legge Telefünf, nel 1987, chiuderà nel 1992), in Spagna Telecinco (1990, ancora oggi attiva).
Editoria e media
Nel campo editoriale diventa, ed è, il principale editore italiano nel settore libri e periodici, in quanto azionista di maggioranza di Mondadori (in cui è confluita negli anni novanta la Silvio Berlusconi Editore, fondata dal magnate milanese negli anni ’80 e attiva nella stampa periodica, e che comprò Tv Sorrisi e Canzoni) ed Einaudi (comprata dalla prima), e di alcune rilevanti case minori (Elemond, Sperling & Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Edizioni Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, editrice Poseidona).
Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002 attraverso Fininvest, di Blockbuster Italia. Controlla inoltre il gruppo Medusa Cinema.
Commercio e assicurazioni

Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, acquisendo il gruppo Standa dalla Montedison e i Supermercati Brianzoli.
Negli anni tra il ’97 e il ’98 scorpora e vende, Euromercato al gruppo Carrefour-GS, la parte “non alimentare” al gruppo Coin e la parte “alimentare” a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa a seguito della sua entrata in politica, affermando che i Comuni gestiti da giunte di centrosinistra non gli concedevano le necessarie autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita. Secondo i critici di Berlusconi l’acquisizione e la successiva vendita della Standa sarebbe stata determinata dalla volontà di creare una liquidità per il gruppo Fininvest nel periodo difficile per il suo gruppo (1990-1994) in cui egli stesso aveva asserito di essere esposto con le banche per oltre novemila miliardi (di lire) di debiti.
Il Gruppo Fininvest, con le società Mediolanum e Programma Italia, ha una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari.

Suggerisco anche la lettura di questo ben documentato racconto inerente TRE vite parallele:


Apr 25, 2008 - Truffe    Commenti disabilitati su MyAir.com – TRUFFA CAMMUFFATA DA RISPARMIO!!

MyAir.com – TRUFFA CAMMUFFATA DA RISPARMIO!!

myair.jpgA chi interessasse, prima di “risparmiare” con MyAir.com, leggete ATTENTAMENTE questa esperienza.

Questa è una, ma ne potrete però trovare altre DECINE su un noto sito di commenti ed esperienze su migliaia di prodotti e servizi: www.ciao.it

A seguito di una prenotazione fatta on-line il 16 gennaio 2008 per una viaggio Cagliari-Venezia da effettuarsi il 30 Aprile e con rientro il 4 Maggio, apparentemente a buon fine, credi che tutto sia OK ed invece, il 19 Marzo, ti inviano una variazione sul volo via e-mail “MyAir Schedule Change” <info@myairsc.com> indicando che il tuo volo di andata sarà spostato al 2 Maggio e NON è previsto avere un rimborso, ma al massimo un buono per l’acquisto di un altro volo:

Vi riporto la mail:

Gentile cliente,
Le esprimiamo il nostro dispiacere per la riprogrammazione in questione.
Nel caso in cui questa variazione non fosse accettabile, Myair.com Le propone di:
– modificare la data del volo che ha subito la riprogrammazione operativa (ed eventualmente anche la data dell’altro volo presente in prenotazione), nei giorni limitrofi alle date da Lei originariamente prenotate previa disponibilità, senza ovviamente ulteriori aggravi di spese per i passeggeri presenti in prenotazione.
– è in alternativa possibile creare un credito dell’intero importo speso pari al valore dei voli acquistati di andata e ritorno (spese amministrative escluse), qualora a causa della variazione, foste impossibilitati ad utilizzare entrambi i voli prenotati.
Tale credito sarà utilizzabile attraverso il nostro call center [n.d.r.: 1 € al minuto], per la prenotazione di un qualsiasi volo Myair in programmazione tra quelli disponibili entro il 25 ottobre 2008 , la cui data di partenza deve essere compresa entro la medesima scadenza, contattando il call center al numero 899 500 060.
Per qualsiasi ulteriore comunicazione, La invitiamo a contattare il nostro call center al numero 899 500 060, operativo tutti i giorni dalle 07.00 alle 21.00, oppure a riscriverci a questo stesso indirizzo.
Nel caso non ricevessimo alcuna risposta entro 72 ore considereremo come accettata la variazione presente in prenotazione.
In attesa di un suo gentile riscontro, Le inviamo i nostri più cordiali saluti,
MyAir.com
MApa
In prima battuta volevo mandarli a … (glisso sulla località in quanto la immaginate), poi abbiamo pensato di ripianificare il viaggio (con aggravio di spese che nessuno ci rimborserà MAI) in quanto, partire alle 13:00 da Cagliari, per arrivare a Venezia il pomeriggio del 2 Maggio e dover ripartire il 4 alle 11:50, diventava, da viaggio di piacere un massacrante tour de force per trascorrere un sabato a Venzia!!.
Ho risposto alla mail, indicando la scelta per la variazione dal 2 al 28 Aprile, ma NON ho ricevuto conferma.
Ho quindi dovuto chiamare lo stramledettissimo 899 500 060 (AD 1 EURO AL MINUTO!!!) per spostare la prenotazione PRIMA dell’ULTIMATUM unilateralmente deciso delle 72 ore.
Ho sentito 3,5 minuti di musichetta ( a PAGAMENTO!!) ed ho speso altri 13 euro per ottenere la variazione!
Aprofitto per chiedere la motivazione dell’annullamento del volo del 30 e l’operatore mi dice che si è trattato di un ritardo nella consegna di due aerei NUOVI!!
Questi si sono venduti i voli senza ancora aver avuto gli aeromobili disponibili!!
Sarebbe come se affittassi una casa da costruire!

Adesso che il viaggio l’ho dovuto estendere di altre tre notti, il budget che originariamente (viaggio ed alloggio per 4 persone) ammontava a circa 1260 euro circa, ho subìto un aggravio di spese, non tanto per il maggior costo dei voli (rimasto a 395,68 euro + 12,99 per la telefonata), ma per il numero maggiore di giorni/notti di viaggio che mi comporta un extra budget di oltre 600 euro per due notti e 16 pasti in più (notti in Bed & Breackfast e pasti mediamente da 15/20 euro, mica quelli da parlamentare)!
Senza contare due giorni di Lavoro persi !!

Come se non bastasse, ripianificammo il viaggio differenziandolo a seconda delle esigenze. Mio cognato e consorte, ad esempio, optano per la partenza il 25 Aprile, un altro gruppo di quattro partirà il 28, e gli ultimi quattro il 2 maggio (rientro fissato FORSE per il 4 maggio tutti assieme).

Novità: il 18 Aprile ricevo ulteriore modifica per i voli del 2 maggio!!
Spostato il volo dalle 13:40 alle 15:50 !!

Arinovità!!!!
Oggi 25 Aprile, mio cognato riceve comunicazione che il volo in partenza OGGI alle 13:40 E’ STATO SPOSTATO ALLE 16:10 !!!
ECCHECCAZZO!!!!

Vedete Voi se a uno gli devono far girare i pattagorri in questa maniera!

Termini e Condizioni
versione integrale
2 – Conoscenza ed Accettazione delle presenti Condizioni Generali di Trasporto
2.1 – Preventivo esame delle Condizioni Generali di Trasporto – le Condizioni Generali di Trasporto di cui all’oggetto devono essere esaminate dal passeggero preventivamente alla prenotazione ed all’acquisto del biglietto. Le dette Condizioni Generali di Trasporto sono consultabili a cura del Passeggero online sul sito web del vettore www.myair.com o possono essere richieste al call center prima di effettuare la prenotazione
2.2– Modifiche Condizioni Generali di Trasporto – le presenti Condizioni Generali di Trasporto potranno essere aggiornate e/o modificate in qualsiasi momento a cura del vettore; sarà cura del vettore medesimo darne tempestiva comunicazione tramite il sito web www.myair.com

2.3 – Accettazione delle Condizioni Generali di Trasporto / Obblighi del Passeggero – La prenotazione del biglietto implica la totale conoscenza delle presenti Condizioni Generali di Trasporto e la loro integrale accettazione; nella circostanza la prenotazione venga effettuata online dal passeggero, egli si impegna e si obbliga a provvedere alla stampa ed alla conservazione delle Condizioni Generali di Trasporto; allo stesso modo, il passeggero si impegna e si obbliga alla stampa ed alla conservazione delle Condizioni Generali di Trasporto ogni qualvolta intervenga una modifica delle medesime
– Condizioni di acquisto
3 – Prenotazione ed acquisto biglietto
3.1 – Modalità di acquisto – L’acquisto del biglietto può essere effettuato
3.1.1 – online tramite il presente sito web www.myair.com
3.1.2 – tramite il call center di myair.com:
a – chiamate dall’Italia
per prenotazioni, richieste di modifica di prenotazioni effettuate, richieste assistenze speciali Tel. 899 500 060 – Servizio a pagamento, costo della chiamata al call center: da rete fissa il costo delle chiamate è di 0,96 Euro IVA inclusa al minuto + 0,12 Euro IVA inclusa alla risposta, da rete mobile i costi della chiamata variano in funzione delle tariffe applicate dal Vostro operatore
b – chiamate dall’Estero Tel. 0044 2073651597 – Costo chiamate: da rete fissa e da rete mobile numero a pagamento con piano tariffario telefonico standard internazionale, variabile in base all’operatore utilizzato.
3.1.3 – presso le biglietterie aeroportuali abilitate alla vendita dei biglietti myair.com
3.1.4 – presso agenzie di viaggio
3.3 – Comunicazione conferma prenotazione e codice di riferimento
3.3.1 – Prenotazione online – Nella circostanza la prenotazione sia effettuata online tramite il sito www.myair.com, il vettore provvederà ad inviare al passeggero la conferma della prenotazione con relativo codice riferimento prenotazione
ed i dati riepilogativi del volo acquistato con una delle qui di seguito elencate modalità:
a – tramite posta elettronica
b – tramite posta elettronica più short message service (sms), con un supplemento di EURO 0,80
3.3.2 – Prenotazione tramite call center – Nella circostanza la prenotazione sia effettuata tramite call center, il vettore provvederà, a discrezione del passeggero, ad inviare la conferma della prenotazione, il relativo codice di riferimento prenotazione e i dati riepilogativi del volo acquistato con una delle qui di seguito elencate modalità
a – tramite posta elettronica
b – tramite fax, con un supplemento di EURO 3,00
c – tramite posta, servizio limitato al territorio italiano, con un supplemento di EURO 7,00 per spese di spedizione
d – tramite posta elettronica più short message service (sms), con un supplemento di EURO 0,80
3.7 – Voli in coincidenza – Il vettore è una compagnia aerea che effettua esclusivamente collegamenti da un aeroporto ad un altro aeroporto. Il vettore non offre voli in coincidenza e non assume responsabilità per eventuali coincidenze perse.
4 – Tariffe e modalità di pagamento
4.1.4 – Adeguamento tasse e supplementi – In caso di introduzione e/o aumento di tasse e supplementi anche successivi alla data di conferma della prenotazione volo, il vettore si riserva il diritto di richiederne il relativo pagamento al passeggero prima della data di partenza del volo
4.5.1 – Supplemento amministrativo per transazioni di pagamento relativo ad acquisto di biglietti – per ogni transazione di pagamento viene applicato un supplemento amministrativo dell’importo di Euro 2,75 per tratta per passeggero
4.5.2 – Supplemento relativo ad acquisto presso biglietterie aeroportuali deputate alla vendita di biglietti myair.com: per acquisti di biglietti presso biglietterie aeroportuali deputate alla vendita di biglietti myair.com viene richiesto un supplemento di Euro 3,50 per tratta per passeggero
6 – Cambi e cancellazioni
6.1 – Tariffa Mylow
6.1.1 – Modifiche nominativo passeggero, data, ora del volo e itinerario – Le modifiche della data, dell’ora del volo e dell’itinerario sono consentite secondo disponibilità online sul sito www.myair.com fino a 2 ore e 30 minuti prima della partenza del volo dietro pagamento di un supplemento di Euro 23,00 per passeggero e per tratta più la differenza tra la tariffa pagata in origine e la tariffa più bassa disponibile al momento in cui il cambiamento viene richiesto o in alternativa, fino a 3 ore prima della partenza, le modifiche del nominativo del passeggero, dell’itinerario, della data e dell’ora del volo sono consentite secondo disponibilità chiamando il call center negli orari di apertura e fino a 1 ora prima della partenza presso le biglietterie aeroportuali deputate alla vendita di voli myair.com negli orari di apertura, dietro il pagamento di un supplemento di Euro 25,00 per passeggero e per tratta di volo più la differenza tra la tariffa pagata in origine e la tariffa più bassa disponibile al momento in cui il cambiamento viene richiesto. Nella circostanza la tariffa disponibile fosse minore della tariffa pagata in origine, non è previsto alcun rimborso. Le modifiche del nominativo e dell’itinerario non sono permesse, nel caso di prenotazioni comprendenti più tratte, se una tratta è già stata volata (utilizzata) o è scaduta; le prenotazioni comprendenti più tratte devono riportare il medesimo nominativo per tutte le tratte.
Avvertenza importante acquisto tariffe promozionali – Se si acquista una tariffa promozionale, le modifiche di data ora, itinerario possono essere effettuate secondo le regole della tariffa MYLOW dietro pagamento di un supplemento di Euro 23,00 per passeggero e per tratta (per modifiche on line su www.myair.com) o di Euro 25,00 per passeggero e per tratta per modifiche anche del nome (tramite call center o presso le biglietterie aeroportuali deputate alla vendita di voli myair) più la differenza tra la tariffa promozionale pagata in origine e la superiore tariffa MYLOW disponibile al momento in cui il cambiamento viene richiesto.
6.1.2 – Annullamenti – Gli annullamenti della prenotazione sulla tariffa Mylow non sono consentiti. Tutti i biglietti non utilizzati non sono rimborsabili
6.2 – Tariffa Myflex
6.2.1 – Le modifiche della data, dell’ora del volo e dell’itinerario sono consentite secondo disponibilità senza penali fino a 2 ore e 30 minuti prima della partenza del volo online sul sito www.myair.com o in alternativa le modifiche del nominativo del passeggero, dell’itinerario, della data e dell’ora del volo, sono consentite senza penali secondo disponibilità fino a 3 ore prima della partenza chiamando il call center negli orari di apertura e fino a 1 ora prima della partenza presso le biglietterie aeroportuali deputate alla vendita di voli myair negli orari di apertura. Le modifiche del nominativo e dell’itinerario non sono permesse, nel caso di prenotazioni comprendenti più tratte, se una tratta è già stata volata (utilizzata) o è scaduta; le prenotazioni comprendenti più tratte devono riportare il medesimo nominativo per tutte le tratte
6.2.2 – Annullamenti – La tariffa Myflex non è rimborsabile, ma se non si utilizza il biglietto acquistato e si contatta il call center negli orari di apertura entro 3 ore prima della partenza del volo per cancellare la prenotazione, verrà aperto un credito per l’importo pagato che potrà essere utilizzato per l’acquisto di un successivo volo che si intende prenotare
6.3 – Recesso – In ogni caso, la facoltà di recesso non si applica all’acquisto dei voli on-line e mediante call center, ai sensi del punto b) dell’art. 7 del D.lgs. n. 185 del 22 maggio 1999.
6.4 – Cancellazioni e ritardi – In caso di cancellazione del volo o di ritardo prolungato, non vi è responsabilità del vettore qualora la cancellazione o il ritardo siano dovuti a circostanze eccezionali quali condizioni metereologiche sfavorevoli, rischi per la sicurezza, improvvise carenze sotto il profilo della sicurezza del volo, scioperi o qualsiasi altro evento imprevedibile o al di fuori di un ragionevole controllo. Nel caso di prenotazioni effettuate con largo anticipo si consiglia in ogni caso di controllare, prima della partenza, sul sito www.myair.com (informazioni di viaggio) eventuali cambiamenti di volo.
6.5 – Comunicazioni relative al contratto di trasporto – La comunicazioni del vettore aereo al passeggero avverrano in via alternativa a mezzo e-mail o via sms (short message service). Per tale ragione in sede di prenotazione volo si raccomanda vivamente di prestare la massima cura nella corretta indicazione dell’indirizzo e-mail personale e del numero di telefonia mobile del passeggero, ai quali ricevere eventuali comunicazioni importanti relative al volo prenotato, anche nel caso di prenotazione effettuata tramite agenzia. In caso di incorretta indicazione dei contatti richiesti, qualora il cliente non ricevesse la comunicazione inviata, myair.com non assumerà alcuna responsabilità, che dovrà essere attribuita esclusivamente alla mancata diligenza del passeggero. In ogni caso per prenotazioni effettuate con largo anticipo si consiglia di controllare, prima della partenza, eventuali cambiamenti di volo sul sito www.myair.com (informazioni di viaggio).
7 – Check-in
7.1 – Presentazione ai banchi check-in – Il passeggero deve presentarsi in aeroporto ai banchi dedicati due ore prima della partenza del volo di cui alla prenotazione per l’espletamento delle operazioni di check-in. I banchi check-in chiudono esattamente 40 minuti prima della partenza del volo (a Fiumicino 45 minuti prima del volo). I passeggeri che arrivano in ritardo al check-in non verranno accettati a bordo e non avranno diritto ad alcun rimborso. Nel caso di desiderasse viaggiare su un volo successivo, il passeggero dovrà effettuare una nuova prenotazione pagando la relativa tariffa. Nel caso il passeggero si presentasse al check-in oltre il sopra indicato limite, il vettore si riserva il diritto di cancellare il posto riservato al passeggero
11 – Bagaglio
11.1 – Bagaglio registrato – Il limite di peso del bagaglio registrato per passeggero è di 18 kg totali per un numero massimo di tre colli (bagagli), la cui somma tra lunghezza – altezza – profondità non deve superare i 160 cm, ed è soggetto al pagamento del supplemento previsto per singolo bagaglio presentato al check-in per l’imbarco in stiva. Fino al limite di peso di kg 18, ogni passeggero dovrà pagare per singola tratta rispettivamente i supplementi qui di seguito indicati:
con pagamento online, contestualmente alla prenotazione:
– Euro 7,00 per un collo (bagaglio)
– Euro 14 per due colli (bagagli)
– Euro 21,00 per tre colli (bagagli)
con pagamento al check-in, in aeroporto:
– Euro 14,00 per un collo (bagaglio)
– Euro 28 per due colli (bagagli)
– Euro 42,00 per tre colli (bagagli)
Il limite di peso del bagaglio registrato previsto è da intendersi per passeggero, quindi personale, non cumulabile e/o condivisibile con quella di altri passeggeri ovvero non può essere cumulato e/o condiviso all’atto del check-in con quello di altri passeggeri del medesimo volo al fine di evitare il pagamento del supplemento previsto per eccedenza bagaglio oltre il limite di peso bagaglio previsto. Il vettore non accetterà come bagaglio registrato oggetti fragili o deperibili, denaro, gioielli, argenteria e/o metalli preziosi in genere, carte valori, titoli di credito, azioni o altri titoli negoziabili o simili, documenti commerciali e/o d’ufficio, campionari, passaporti o altri documenti di identità, computer o altre apparecchiature elettroniche. Il vettore non assume responsabilità per articoli non imballati adeguatamente, deperibili, danneggiati o fragili, o per danni di lieve entità alla superficie esterna dei bagagli, come a titolo esemplificativo graffi, macchie o ammaccature derivanti dalla normale usura, dall’uso a cui sono destinati, o per contatto con acqua nel caso di bagagli non impermeabili.
11.2 – Eccedenza bagaglio – Su ogni kg in eccedenza oltre i kg 18 di bagaglio registrato previsto e fino ad un peso massimo di kg 32, il passeggero dovrà pagare un supplemento di Euro 10,00 a kg.
Nel caso il passeggero desideri trasportare quattro o più colli il vettore richiederà il pagamento di un supplemento di Euro 20,00 a collo (bagaglio) aggiuntivo. Nel caso le misure del bagaglio registrato superi i cm 160, somma di lunghezza – altezza – profondità, il vettore richiederà il pagamento di un supplemento di Euro 20,00.
link al sito ciao.it
Apr 10, 2008 - Politica    Commenti disabilitati su Telefono Antiplagio anticipa il risultato delle elezioni del 13 e 14 aprile

Telefono Antiplagio anticipa il risultato delle elezioni del 13 e 14 aprile

telefo8.jpgTelefono Antiplagio, comitato di volontariato che dal 1994 denuncia le truffe dei ciarlatani e dei santoni e gli abusi nelle telecomunicazioni, ha effettuato un sondaggio ed un calcolo aritmetico sulla legge elettorale in vigore e sulle elezioni del 13 e 14 aprile che permette di stabilire in anticipo, sia per la Camera che per il Senato, le percentuali che andranno ai primi cinque candidati leader – in ordine alfabetico Berlusconi, Bertinotti, Casini, Santanche’, Veltroni – e i seggi delle coalizioni, compresi quelli degli italiani all’estero e anche se la percentuale di astenuti, schede bianche e nulle dovesse risultare alta.

Tale esperimento sotto forma di sondaggio, che fa il paio con l’idea di Beppe Grillo di anticipare i nomi degli eletti, non puo’ essere divulgato nei 15 giorni antecedenti il voto. In ogni caso e’ stato registrato e sara’ pubblicato il 15/4/08 con data autenticata, a dimostrazione che l’attuale legge elettorale e’ tutt’altro che democratica e che la riammissione della Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza sara’ ininfluente.
Telefono Antiplagio
comunque puo’ anticipare che alle prossime elezioni non sono da escludere sorprese.


Ufficio stampa Telefono Antiplagio

www.antiplagio.org

Apr 7, 2008 - Politica    1 Comment

Matteo Colaninno capolista PD in Lombardia

TelecozzPRODI-Telecozz
Vi siete chiesti come sia possibile che capolista del PD in Lombardia sia Matteo Colaninno?
Non vi sorge un dubbio di connessioni tra l’allora presidente dell’IRI Romano Prodi (è stato nel 1978 ministro dell’Industria e, dal 1982 al 1989, presidente dell’IRI) e il padre del neo eletto? (perchè non potrà che esserlo stando in cima alla lista).

Cosa vi credete che possa fare il figlio di un Finanziere-Capitalista fortemente impegnato in Confindustria?
Gli interessi dei Lavoratori??

Tratto da: Wikipedia

Formalmente nasce nel 1994, con un atto del 30 giugno del Consiglio di Amministrazione dell’IRI che approva il “Piano di riassetto delle telecomunicazioni” nel quadro delle disposizioni contenute nella legge del 29 gennaio 1992.

Il riassetto e la fusione STET – Telecom Italia

Il riassetto prevede la fusione di cinque società del gruppo IRI-STET operanti nel settore telefonico: SIP, Iritel, Italcable, Telespazio e SIRM. Diversa sorte per Sirti (sempre gruppo STET) acquisita solo nel 1997. Dalla fusione nasce Telecom Italia.
Nel 1995, con una scissione parziale dalla casa madre, nasce Tim (Telecom Italia mobile) il cui capitale è controllato per il 63,01% da Telecom.
Per massimizzare l’incasso dalla prevista privatizzazione viene deciso nel 1997 di portare avanti il piano cosiddetto della SuperSip, ovvero la concentrazione di tutte le attività operative nella società da mettere in vendita. La Finanziaria STET e Telecom Italia vengono fuse: la nuova società prenderà il nome di Telecom Italia.
Contestualmente Seat (l’editore delle Pagine Gialle) viene scissa da Telecom Italia e nel 1996 viene portata a termine la privatizzazione a favore di Ottobi, cordata formata da De Agostini (maggior azionista), Telecom Italia (20%), Comit e Investitori Associati.

La privatizzazione

Sotto la presidenza di Guido Rossi, il 20 ottobre 1997 viene attuata dal governo la privatizzazione della società: dalla vendita del 35,26% del capitale si ricavano circa 26.000 miliardi di lire. La privatizzazione, che comporta la quasi totale uscita del Tesoro, viene realizzata con la modalità del cosiddetto nocciolo duro: si vende cercando di creare un gruppo di azionisti che siano in grado di farsi carico della gestione della società. A causa della scarsa risposta degli investitori italiani il nocciolo duro è in realtà un nocciolino duro: il gruppo con capofila gli Agnelli riunisce solo il 6,62% delle azioni e si rivela molto fragile.

L’OPA di Olivetti e la fusione Olivetti – Tecnost

A partire dal febbraio 1999 la Olivetti attraverso la Tecnost di Roberto Colaninno, già nel settore delle telecomunicazioni con Omnitel e Infostrada (queste ultime due cedute in seguito alla Mannesmann), lanciarono una offerta pubblica d’acquisto e scambio riuscendo ad ottenere nel giugno dello stesso anno, il controllo della società, con una quota del 51,02%.

Segue ….


Apr 7, 2008 - blog life    Commenti disabilitati su Sottoscrizione Lettera alla Guardia di Fiananza

Sottoscrizione Lettera alla Guardia di Fiananza

LETTERA APERTA DI CITTADINI ITALIANI
ALLA GUARDIA DI FINANZA


SPETT. GUARDIA DI FINANZA,
come cittadini dello Stato italiano, conoscendo il decreto legislativo n. 68 del 19/3/01 che prevede, in attuazione dei principi direttivi della legge n. 78/2000, la Vs. missione come Forza di polizia a competenza generale su tutta la materia economica e finanziaria,
SENTIAMO IL DOVERE DI RIFERIRE QUANTO SEGUE:

1. Nel bilancio della banca d’Italia si legge in passivo il valore nominale delle banconote emesse (vedi l’allegato n. 1 dell’interrogazione n. 4-02461 del 20/05/1995, Roma, in cui l’ufficio legislativo del ministero del tesoro, in merito alla causa Auriti n. 51521/94 del 24/06/94, tribunale di Roma, 1ª sezione civile del ruolo generale affari civili, specifica: “Per tutta la durata della circolazione, la moneta rappresenta un debito, una passività dell’Istituto di emissione e come tale è iscritta nel suo bilancio, fra le poste passive”).
2. La lettura di bilancio della banca d’Italia spa è percepibile come un trucco nella misura in cui la posta in passivo di tale valore delle banconote, emesse in cambio di titoli di Stato, nasconde reddito percepito in nero e iniquamente: appropriandosi di un reddito che ammonta alla differenza fra valore nominale della cartamoneta e costo di produzione meccanografica della stessa (detto, appunto, reddito da signoraggio in quanto antico esercizio del potere del Signore di appropriarsi di risorse, attraverso emissione di moneta non convertibile, a corso legale, e sotto forma di debito) e non pagando su di esso (perché lo segna come passivo nel suo bilancio, cioè non come reddito percepito ma come debito da percepire) tassa alcuna (anche nel bilancio storico, cioè nel conto dei profitti e delle perdite della situazione patrimoniale del passato, non esistono voci del tipo “Proventi da cessione di banconote” relative al signoraggio esercitato, né alcuna altra voce attiva del signoraggio accumulato negli anni precedenti e non devoluto allo Stato. Figura invece una voce attiva “proventi da allocazione di banconote” ma di importo di gran lunga inferiore ai profitti da signoraggio accumulati e non devoluti, accompagnata da una voce passiva di pari importo per le “banconote in circolazione”, significante banconote esistenti non depositate in banche o istituzioni simili, corrispondenti ad una frazione di M0 o massa monetaria di tipo zero).
3. Tale trucco si palesa necessariamente come truffa ai danni dello Stato italiano, innanzitutto perché l’Italia dovrebbe essere una repubblica, cioè una res pubblica, cosa pubblica, e non incorporare in sé società per azioni private con scopo di lucro come attualmente è l’istituzione denominata banca d’Italia, ed oltretutto perché questa istituzione, che si fregia del nome nazionale pur non essendo della nazione ma di privati, evade il fisco attraverso l’escamotage di appostare il reddito al passivo, cioè nascondendo il reddito percepito in nero.

IN BASE A QUANTO SOPRA, CHIEDIAMO
a) se l’estensione delle facoltà e dei poteri della Guardia di Finanza, riconosciuti per legge in campo tributario a tutti i settori in cui si esplicano le proiezioni operative della polizia economica e finanziaria;
b) e se la legittimazione della Guardia di Finanza a promuovere e sviluppare, come autorità competente nazionale, iniziative di cooperazione internazionale con gli organi collaterali esteri ai fini del contrasto degli illeciti economici e finanziari, avvalendoVi anche di dodici ufficiali da distaccare, in qualità di esperti, presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari, consentano alla Guardia di Finanza di pervenire all’ispezione della banca d’Italia e di tutte le banche emittenti degli Stati facenti parte dell’UE, risultanti viziate dal medesimo problema di evasione fiscale, non solo a danno dei singoli Paesi, ma della comunità europea stessa;  oppure se, in caso contrario, le banche emittenti godano di immunità rispetto a Vs. eventuali indagini.


In fede
I cittadini sovrani
.

 

Invia la tua e-mail alla GdF

Apr 7, 2008 - Economia    Commenti disabilitati su Padoa Schioppa & la Banda Bassotti si sono accorti che gli Italiani sono PIENI DI RATE.

Padoa Schioppa & la Banda Bassotti si sono accorti che gli Italiani sono PIENI DI RATE.

Fisco Oggi

E con la loro testolina distorta hanno probabilmente pensato che si trattasse di un VIZIO piacevole.
Hanno pertanto ben pensato di sottoporre all’Italico debitore, una nuova modalità di pagamento delle Imposte.

Finanziaria e milleproroghe
Cartelle “a rate”. Più vantaggi dalle nuove regole
Pagamenti alleggeriti per il contribuente. Maggiore sicurezza per l’Amministrazione

Il decreto “milleproroghe” ha messo mano, tra le altre, alle regole applicabili alla rateazione delle cartelle di pagamento. Tra le novità di maggior rilievo spiccano l’estensione del periodo di dilazione (da 60 a 72 rate) e il trasferimento della competenza a valutare i presupposti della domanda dall’ente creditore all’agente della riscossione.
A queste vanno aggiunte le modifiche apportate, al quadro normativo, dalla Finanziaria 2008. Così, il limite dell’importo iscritto a ruolo oltre il quale, per poter beneficiare della dilazione di pagamento, è necessario presentare idonea garanzia fideiussoria (bancaria o assicurativa) è passato da 50 milioni di lire a 50mila euro. Altri soggetti, inoltre, sono stati individuati, in aggiunta a banche e assicurazione, quali autorizzati a poter prestare la relativa garanzia (si fa riferimento ai consorzi di garanzia collettiva dei fidi – Confidi). Dal 1° gennaio 2008, inoltre, il credito iscritto a ruolo potrà essere garantito ai sensi dell’articolo 77 del Dpr 602/1973 ovvero dall’ipoteca volontaria iscritta su un immobile di proprietà esclusiva del debitore.
Tale quadro viene ulteriormente delineato da nuovi e importanti indirizzi comportamentali forniti dalla direttiva Equitalia 2070/2008, con cui la procedura amministrativa dell’istituto trova maggiore trasparenza e chiarezza.

La rateazione
L’istituto, così come disciplinato dall’articolo 19 del Dpr 602/73, regola le modalità con cui l’ufficio, su richiesta del contribuente, può concedere che il pagamento delle somme iscritte a ruolo venga effettuato ratealmente. Questo a condizione che il contribuente versi in una situazione di temporanea e obiettiva difficoltà a provvedere al pagamento dell’intero importo richiesto.

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