Feb 8, 2011 - Politica    Commenti disabilitati su Julian Assange e i Giornalai Italiani

Julian Assange e i Giornalai Italiani

AssangeParla Julian Assange, l’Eni?
“La vera grande azienda corrotta italiana”
(E immaginate quanto non ne sappia nulla Prodi! [ndr])

Da Ellingham Hall, il rifugio inglese, il fondatore di Wikileaks parla del nostro modo di fare informazione: “Abbiamo dato i cables ai due grandi giornali italiani, ma non li hanno pubblicati”

I cables censurati dai “due più grandi giornali italiani”. L’Eni, “la vera grande azienda corrotta italiana”. Berlusconi, che a lui non piace, “ma agli italiani sì”. E’ un Julian Assange a tutto campo a parlare in un’intervista pubblicata oggi da Agoravox. Nel giorno in cui l’hacker più famoso del mondo si trova a Londra per difendersi davanti al Tribunale che dovrà stabilire se estradarlo o meno in Svezia, dov’è ricercato con l’accusa di stupro, il fondatore di Wikileaks, l’uomo che ha impaurito la diplomazia internazionale con le sue rivelazioni, dà la sua opinione sul nostro Paese.

Da Ellingham Hall, il rifugio inglese, Assange parla del nostro modo di fare informazione. “I giornali italiani si occupano di persone che sono già in carcere o sotto processo, ma non si occuperebbero mai di persone che non sono mai state indagate, anche se citate nei cables“. E ancora: “Il vero problema è che in Italia i grandi giornali non parlano delle storie di corruzione”. E i cables? perché non sono mai stati dati ai giornali italiani? “L’abbiamo fatto – risponde Assange – li abbiamo dati ai due giornali più grandi. In precedenza avevamo anche lavorato con uno dei due, ma alla fine non ne hanno fatto nulla”.

Eppure, afferma ancora il fondatore di Wikileaks, di cose interessanti nei cablogrammi ce ne sono. Notizie, ad esempio, sulla grande compagnia pubblica Eni, “il grimaldello che l’Italia usa per entrare in vari paesi del mondo. Come per esempio in Kyrgyzstan dove c’è un forte legame basato sulla corruzione tra l’Eni e i politici locali. L’Eni è la vera grande azienda corrotta italiana”.

E Silvio Berlusconi? “Non mi piace, ma agli italiani sì. Il problema di Berlusconi non è tanto il suo potere politico ed economico, ma come l’abbia usato per fare i propri interessi, corrompendo il sistema”.


Solamente qualche decina di giorni fa, Maurizio Blondet pubblicava un’altro articolo interessante: Quando Prodi aveva “l’amico Putin”
Ne riporto uno stralcio, il resto lo leggete dal sito ufficile (link in calce) in quanto, sebbene sia tratto dalla sezione FREE, non è corretto il copia/incolla.

Nel 2006, Prodi fece un viaggio-lampo a Mosca per concludere un grosso affare. Ma Wikileaks non c’era ancora. Nel 2008, Putin ha offerto a Prodi la presidenza di Southstream
MOSCA – L’accordo ENI-Gazprom lo stava facendo Berlusconi: misteriosi bastoni tra le ruote, nel consiglio d’amministrazione dell’ente, l’hanno liquidato, o meglio ritardato fino alle elezioni e al cambio di regime a Roma. Ora si capisce perché: l’accordo lo doveva fare Prodi.
Perché è un buon accordo, bilaterale, da Stato a Stato e non abbandonato al «libero mercato», secondo la tradizionale politica italiana – alla Mattei, da quel che si può capire.
«Le nostre relazioni nel campo dell’energia non sono più quelle tra venditore e cliente», ha detto Prodi all’uscita dal Cremlino: «ora si tratta della presenza italiana sul mercato russo e della presenza russa sul mercato italiano».
Dal canto suo, Putin ha annunciato che Mosca osserverà l’Energy Charter (vedi sotto) «nei riguardi dell’Italia» (sottinteso: esclusi gli altri) senza nemmeno che il parlamento russo lo approvi.
La cosa ha stupito non poco Andrey Kolesnikov, il giornalista di Kommersant esperto del settore, che da settimane aveva sentito Putin e i suoi scagliarsi contro l’Energy Charter come «un documento che discrimina la Russia» e «in contrasto con il concetto russo di sicurezza energetica».
E la cosa si spiega: stipulato nel ’91 e firmato a Lisbona nel ’94, ossia negli anni di Eltsin e del saccheggio occidentale delle risorse russe (sotto il nome di «privatizzazioni e liberalizzazioni»), l’Energy Charter è il trattato che la Casa Bianca e i suoi maggiordomi europei (Barroso e Solana fra i primi) usano per criticare la mancata privatizzazione della Gazprom, il mancato accesso occidentale agli oleodotti russi, e in generale il fatto che Putin usi gas e greggio non come una merce, ma come un’arma strategica.

Fonti: ilfattoquotidianno.it ed effedieffe.com
Julian Assange e i Giornalai Italianiultima modifica: 2011-02-08T01:20:00+01:00da geoline
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