Mag 11, 2010 - Economia    7 Comments

INPS: ESTORSORI LEGALIZZATI!!

INPS

SI PARLA TANTO DI COMBATTERE IL LAVORO NERO,

MA NELLA REALTA’ LO SI INCENTIVA DI FATTO.

Il titolare di P. IVA Artigiano o Commerciante, DEVE versare un contributo minimo sulla base di una legge che decide che nell’arco dell’anno devi aver guadagnato almeno 13.819,00 euro.
Quindi, pur avendo un reddito di impresa inferiore o anche pari a zero i contributi vanno calcolati sempre sul detto minimale. Il minimale è riferito alla singola persona e non al reddito complessivo dell’impresa (es. nell’impresa familiare si considera un minimale per ogni partecipante).

ESTORSIONE DI STATO: la soluzione per chi non raggiunge il gudagno minimo qual’è?

Le rapine o buttare via tutto e lavorare in NERO!!


Quello che mi piacerebbe capire è:
a) – LA COSTITUZIONE ITALIANA recita all’art. 53: ” Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
b) – L’art. 1, comma 100, della legge finanziaria per il 2008 recita: “100. I contribuenti minimi non addebitano l’imposta sul valore aggiunto a titolo di rivalsa e non hanno diritto alla detrazione dell’imposta sul valore aggiunto assolta, dovuta o addebitata sugli acquisti anche intracomunitari e sulle importazioni. I medesimi contribuenti, per gli acquisti intracomunitari e per le altre operazioni per le quali risultano debitori dell’imposta, integrano la fattura con l’indicazione dell’aliquota e della relativa imposta, che versano entro il giorno 16 del mese successivo a quello di effettuazione delle operazioni.

Dunque, è chiaro che i padri della Patria abbiano ritenuto opportuno commisurare gli importi di contribuzione alla “Capacità contributiva” di ciscun cittadino.
Nella Legge Finanziaria per il 2008 si è adottato un sistema per la Semplificazione che dovrebbe favorire i “contribuenti minimi”, che, per l’esiguo volume d’affari, dovrebbero sostenere costi aggiuntivi per la complessità della contabilità ordinaria da far espletare necessariamente ad un Professionista (per niente gratuito). E fin quì non farebbe una piega se non fosse totalmente disattresa nei fatti dall’INPS che PRETENDE IL VERSAMENTO DI CONTRIBUTI MINIMI!!
Ora, se un artigiano, a fine anno ha guadagnato 3685 euro, come è possibile pretendere che ne versi 2763,80 euro all’INPS?
A mio avviso è equiparabile all’estorsione!
Gradirei rivevere messaggi da parte di quanti, in queste condizioni, sarebbero dell’avviso di sottoporre il problema al Presidente della Repubblica ed alla Corte Costituzionale.



Aggiornamento.

Mi sono rivolto ad un CAF ed anche loro HANNO FATTO SPALLUCCE!!
Significa che non ho speranza di restare ONESTO??
Mag 10, 2010 - sfoghi    Commenti disabilitati su Italia: Repubblica fondata sul… Fanculo!

Italia: Repubblica fondata sul… Fanculo!

Repubblica
E per chi insiste con Destra e Sinistra…

OGNI COMMENTO E’ DECISAMENTE GRADITO e concorrerà all’affinamento del post.

Aggiornamento: Il filmato RISULTA “rimosso dall’utente”. Ci credete?

Fonte: YouTube

 

e quindi ne devo trovare uno simile

Mar 6, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su 4 Marzo 2010 – Colpo di Stato in Italia

4 Marzo 2010 – Colpo di Stato in Italia

Napolitano

Beh, che altro dire?
Si è già detto tutto.
Ed il signore INNOMINABILE rappresentato in foto, fa da Notaio al NUOVO DUCE.

Già, lasciamo in eredità ai nostri Figli, un
NUOVO VENTENNIO, MA MOLTO PIU’ VERGOGNOSO.

Il Duce, quello vero, per lo meno (a parte l’abominio della Guerra) portò innovazione, progresso, crescita sociale, coesione Nazionale.

Tutto il contrario di quanto avviene sotto i nostri occhi negli ultimi 40 anni.


Riporto una interessante lettura per quanti, ELETTORI DI SINISTRA ANNEBBIATI DALL’ANTIBERLUSCONISMO MA CHE NON HANNO ANCORA CAPITO UNA CAZZO, ammirano personaggini come Scalfaro, Ciampi, Cossiga, Napolitano.
Dopo Sandro Pertini, solo il BUIO COMPLETO. Un presidente peggio dell’altro.
Ed il bello è che a Noi, si pretende il rispetto della legalità. I nostri DIPENDENTI???

Immaginate solo un istante che nell’ambito della Vostra Azienda, dove esistono Livelli, Responsabilità, e PROCEDURE, i DIPENDENTI “interpretino” le procedure, modificandole a piacimento a discapito di CHI LI PAGA. Beh, immaginate bene l’aberrante scanario che ci si è configurato di fronte.

Ecco di seguito la lettura alla quale ho fatto testé riferimento:


Il curioso caso di Giorgio Napolitano

«Io non do consigli a nessuno, meno che mai a chi mi ha succeduto al Quirinale. Ma il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione. Se una legge non va non si firma. E non si deve usare come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione che tanto, se il Parlamento riapprova la legge respinta la prima volta, il presidente è poi costretto a firmarla […] è un modo per lanciare un segnale forte, a chi vuole alterare le regole, al Parlamento e all’opinione pubblica[…] Credo che per chi ha a cuore le istituzioni, oggi, l’unica regola da rispettare sia quella del “quantum potes”: fai ciò che puoi. Detto altrimenti: resisti». Era con queste parole che il senatore a vita ed ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi spiegava il compito e i poteri che un Capo di Stato italiano può e deve usare in certi momenti delicati della vita del paese. Una frase che lo stesso Ciampi  non indirizzava direttamente all’attuale Presidente della Repubblica ma che aveva nel significato delle sue parole un implicito riferimento al suo successore, Giorgio Napolitano.

Un potere, quello non promulgativo, che l’attuale Presidente non sembra voler esercitare e che nei suoi 3 anni di mandato ha minacciato di usare realmente solo una volta in occasione del Decreto Englaro, cioè quando l’attuale Governo tentò di bloccare tramite emendamento la sentenza di vari tribunali nel caso della povera Eluana.  La firma e l’avallo del Capo di Stato sono arrivati infatti per tutte le leggi di questo esecutivo, comprese le incostituzionali Lodo Alfano e Legge Gelmini, la discriminante (secondo l’Onu)aggravante razziale“ legata al reato di clandestinità e infine il salvacondotto per gli evasori, lo Scudo Fiscale.

Il baratto” è il titolo di un libro pubblicato nell’aprile del 2008, scritto da Michele De Lucia, membro della direzione nazionale dei Radicali Italiani.  Uno scritto che riporta alla luce strani incroci politici ed editoriali di più di 25 anni fa, ricordandoci infatti i suoi principali attori e collegandoli alla politica di oggi. Uno di questi è proprio Giorgio Napolitano, all’epoca leader della corrente “migliorista” del Partito Comunista Italiano. Questa ala politica, definita come “la destra del PCI“ aveva anche un giornale di riferimento, “Il Moderno“, un mensile  non di elevata tiratura ma che aveva nel suo interno “curiosi” articoli e pubblicità. Ecco alcuni estratti dal libro di De Lucia:

«Ad aprile del 1985 esce a Milano il primo numero de Il Moderno, mensile (poi settimanale) della cor­rente “migliorista” del Pci (cioè la destra tecnocratica e filo-craxiana del partito, guidata da Giorgio Na­politano). Animato da Gianni Cervetti… all’insegna dello slogan “l’innovazione nella società, nell’econo­mia, nella cultura” (p. 104).»

«Intanto a Milano il numero di febbraio 1986 de Il Moderno… scrive che “la rivoluzione Berlusconi [è] di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si o­stina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente i modernizzazione, nelle aziende, nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale te­levisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità pro­duttive” (p. 115).»

«Il numero di aprile 1987 del mensile comunista Il Moderno esce con un’intera pagina pubblicitaria della Fininvest. È la prima di una lunga serie di inserzioni pubblicitarie dalla misteriosa utilità per l’in­serzionista, dato che il giornale è semi-clandestino e vende meno di 500 copie… Intanto uno dei fondato­ri del Moderno, l’onorevole Gianni Cervetti, alla metà di aprile è di nuovo a Mosca… E il 18 aprile l’a­genzia Ansa da Mosca informa che in Urss, insieme al compagno Cervetti, c’è anche Canale 5… (pp 126 — 127).»

«A giugno 1989 il settimanale comunista Il Moderno pubblica un megaservizio su Giocare al calcio a Milano. Con un panegirico sul Berlusconi miracoloso presidente milanista che “ha cambiato tutto: ades­so la sua squadra è una vera e propria azienda,” e così via. Il giornale della corrente di destra del Pci è ormai un bollettino della Fininvest, e le pagine di pubblicità comprate dal gruppo berlusconiano ormai non si contano (p. 148).»

Berlusconi in quegli anni era solo un imprenditore, ma le sue parole dopo un mega-contratto tra Fininvest e la “tv sovietica” dimostrano ancora oggi la sua poliedricità politica quando si parla di affari: «Noi non abbiamo cattivi rapporti col Partito comunista italiano, e cerchiamo di averne sempre di migliori».  Se tra i  miglioristi militò anche Sandro Bondi, attuale Ministro della Cultura nel governo Berlusconi IV, vuol dire che con qualcuno del vecchio PCI qualche intreccio c’è stato, e sarebbe importante sapere se qualcun altro ha avuto rapporti con l’attuale Presidente del Consiglio. Certo, fare domande del genere al Presidente Napolitano non sarebbe facile, specialmente visto come  rispose stizzito già 5 anni fa ai giornalisti tedeschi che chiedevano spiegazioni riguardo i suoi onerosi rimborsi spese per i viaggi aerei  utilizzati durante il periodo in cui era parlamentare europeo (video sotto). «La Costituzione italiana contiene valori, regole, principi che devono ispirare i comportamenti di tutti gli italiani» ha detto in questi giorni il nostro Presidente della Repubblica. Speriamo che  non intendesse  “di tutti meno uno” come lasciò dedurre un anno fa avallando una legge palesemente ingiusta, il Lodo Alfano.

Dic 19, 2009 - Economia    Commenti disabilitati su Democrazie Occidentali? Chi ci crede ancora è completamente IDIOTA!!

Democrazie Occidentali? Chi ci crede ancora è completamente IDIOTA!!

Dio Soros

Riporto pari pari un articolo interessante che ridurrà a quello che sono effettivamente, i Lorsignori che fingono di Amministrare la Cosa Pubblica.
Già, parliamo di puro ILLUSIONISMO a cavallo tra il 20° ed il 21° SECOLO: le Democrazie.
Ci si illude di poter DECIDERE COL VOTO chi ci rappresenta e chi deciderà della nostra Vita e di quella delle generazioni future. Ebbene, NON è così. Sì, lo sò, è troppo forte dover accettare di esserci fatti prendere per il culo per così troppo tempo con l’illusione di libertà e benessere e con il placet degli “Apparati Religiosi” che prosperano alle spalle di chi non sà più a chi rivolgersi e pensa al suo Dio di turno come a qualcosa o qualcuno che possa tirarlo fuori dal pozzo...
… quanti ne conoscete che ne siano usciti?

Ed intanto, del “Trattato di Lisbona” a noi Italiani non hanno neppure chiesto un parere, immaginate quanto ci considerano i nostri Rappresentanti.

Questo è il Potere
Paolo Barnard – http://www.paolobarnard.info tratto da: disinformazione.it.

Eccovi i nomi e cognomi del Potere, chi sono, dove stanno, cosa fanno. Così li potrete riconoscere e saprete chi realmente oggi decide come viviamo. Così evitate di dedicare tutto il vostro tempo a contrastare le marionette del Potere, e mi riferisco a Berlusconi, Gelli, Napolitano, D’Alema, i ministri della Repubblica, la Casta e le mafie regionali. Così non avrete più quell’imbarazzo nelle discussioni, quando chi ascolta chiede “Sì, ma chi è il Sistema esattamente?”, e vi toccava di rispondere le vaghezze come “le multinazionali… l’Impero… i politici…”. Qui ci sono i nomi e i cognomi, quindi, dopo avervi raccontato dove nacque il Potere (‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info), ora l’attualità del Potere. Tuttavia è necessaria una premessa assai breve.
Il Potere è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento. Il Potere doveva rimanere nell’ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così il Potere ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato. Generazioni di cittadini sono infatti cresciuti nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto blu che uscivano dai ministeri, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e malaffari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dirvi il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Ma è la verità, come andrò dimostrando di seguito. Letteralmente, ciò che tutti voi credete sia il potere non è altro che una serie di marionette cui il vero Potere lascia il cortiletto della politica con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E’ così da almeno 35 anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C dei problemi democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci D’Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l’attacco ai giudici di questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.
Un colossale e onnicomprensivo ingranaggio invisibile manovra il sistema da lontano. Spesso cancella decisioni democratiche, prosciuga la sovranità degli Stati e si impone ai governi eletti”. Il Presidente brasiliano Lula al World Hunger Summit del 2004.

E’ nell’aria
Come ho detto, sarò specifico, ma si deve comprendere sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto un’idea economica. Oggi il vero Potere sta nell’aria, letteralmente dovete immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli coli addosso dall’alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’.
Alcuni di voi l’avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere esattamente come l’aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere, senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell’università fino alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a quell’idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui compito è solo quello di metterla in pratica, null’altro. Essi sono quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il vero Potere.

Primo organo: Il Club
Il primo organo del Potere è il Club, cioè il raggruppamento in posti precisi ed esclusivi dei veri potenti. Chi sono? Sono finanzieri, industriali, ministri, avvocati, intellettuali, militari, politici scelti con cura. Fate attenzione: questo Club non sta mai nei luoghi che noi crediamo siano i luoghi del potere, cioè nei parlamenti, nelle presidenze, nelle magistrature, nei ministeri o nei business. Esso è formato da uomini e da donne provenienti da quei luoghi, ma che si riuniscono sempre all’esterno di essi ed in privato. Come dire: quando quegli uomini e quelle donne siedono nelle istituzioni democratiche sono solo esecutori di atti (leggi, investimenti, tagli…) che erano stati da loro stessi decisi nel Club. Esso assume nomi diversi a seconda del luogo in cui si riunisce. Ad esempio: prende il nome di Commissione Trilaterale se i suoi membri si riuniscono a Washington, a Tokio o a Parigi (ma talvolta in altre capitali UE). I fatti principali della Trilaterale: nasce nel 1973 come gruppo di potenti cittadini americani, europei e giapponesi; dopo soli due anni stila le regole per la distruzione globale delle sinistre e la morte delle democrazie partecipative, realmente avvenute; afferma la supremazia della guida delle elite sulle masse di cittadini che devono essere “apatici” e su altre nazioni;  ha 390 membri, fra cui i più noti sono (passato e presente) Henry Kissinger, Jimmy Carter, David Rockefeller, Zbigniev Brzezinski, Giovanni Agnelli, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Peter Sutherland, Alfonso Cortina, Takeshi Watanabe , Ferdinando Salleo; assieme ad accademici (Harvard, Korea University Seoul, Nova University at Lisbon, Bocconi, Princeton University…), governatori di banche (Goldman Sachs, Banque Industrielle et Mobilière Privée, Japan Development Bank, Mediocredito Centrale, Bank of Tokyo-Mitsubishi, Chase Manhattan Bank, Barclays…)  ambasciatori, petrolieri (Royal Dutch Shell, Exxon…), ministri, industriali (Solvay, Mitsubishi Corporation, The Coca Cola co. Texas Instruments, Hewlett-Packard, Caterpillar, Fiat, Dunlop…) fondazioni (Bill & Melinda Gates Foundation, The Brookings Institution, Carnegie Endowment…). Costoro deliberano ogni anno su temi come ‘il sistema monetario’, ‘il governo globale’, ‘dirigere il commercio internazionale’, ‘affrontare l’Iran’, ‘il petrolio’, ‘energia, sicurezza e clima’, ‘rafforzare le istituzioni globali’, ‘gestire il sistema internazionale in futuro’. Cioè tutto, e leggendo i rapporti che stilano si comprende come i loro indirizzi siano divenuti realtà nelle nostre politiche nazionali con una certezza sconcertante.

Quando il Club necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei palazzi delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954. I fatti principali di questa organizzazione: si tratta in gran parte degli stessi personaggi di cui sopra più molti altri a rotazione, ma con una cruciale differenza poiché a questo Gruppo hanno accesso anche politici o monarchi attualmente in carica, mentre nella Commissione Trilaterale sono di regola ex. Parliamo in ogni caso sempre della stessa stirpe, al punto che fu una costola del Bilderberg a fondare nel 1973 la Commissione Trilaterale. Il Gruppo è però assai più ‘carbonaro’ della Trilaterale, e questo perché la sua originaria specializzazione erano gli affari militari e strategici. Infatti, in esso sono militati diversi segretari generali della NATO e non si prodiga facilmente nel lavoro di lobbistica come invece fa la Commissione. La peculiarità dirompente del Bilderberg è che al suo interno i potenti possono, come dire, levarsi le divise ed essere in libertà, cioè dichiarare ciò che veramente pensano o vorrebbero privi del tutto degli obblighi istituzionali e di ruolo. Precisamente in questo sta il pericolo di ciò che viene discusso nel Gruppo, poiché in esso i desideri più intimi del Potere non trovano neppure quello straccio di freno che l’istituzionalità impone. Da qui la tradizione di mantenere attorno al Bilderberg un alone di segretezza assoluto. I partecipanti sono i soliti noti, fra cui una schiera di italiani in posizioni chiave nell’economia nazionale, cultura e politica. Non li elenco perché non esistendo liste ufficiali si va incontro solo a una ridda di smentite (una lista si trova comunque su Wikipedia). Un fatto non smentibile invece, e assai rilevante,  è la cristallina dichiarazione del Viscount Etienne Davignon, che nel 2005 fu presidente del Bilderberg, rilasciata alla BBC: “Agli incontri annuali, abbiamo automaticamente attorno ai nostri tavoli gli internazionalisti… coloro che sostengono l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la cooperazione transatlantica e l’integrazione europea.” Cioè: i primatisti del Libero Mercato con potere sovranazionale ( si veda sotto), e i padrini del Trattato di Lisbona, cioè il colpo di Stato europeo con potere sovranazionale che ci ha trasformati in cittadini che verranno governati da burocrati non eletti. Di nuovo, i soliti padroni della nostra vita, che significa decisioni inappellabili su lavoro, previdenza, servizi sociali, tassi dei mutui, costo della vita ecc., prese non a Palazzo Chigi o all’Eliseo, ma a Ginevra o a Brussell o nelle banche centrali, dopo essere state discusse al Bilderberg.
Per darvi un’idea concreta di come questi Club e gli altri organi del Potere siano in realtà un unico blocco che si scambia sempre gli stessi personaggi, vi sottopongo la figura di Peter Sutherland. Costui lo si è trovato a dirigere la British Petroleum , la super banca Goldman Sachs, l’università The London School of Economics (una delle fucine  mondiali di ministri dell’economia), ed è stato anche Rappresentante Speciale dell’ONU per l’immigrazione e lo sviluppo, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (secondo organo del Potere), membro della Commissione Europea (il super-governo d’Europa), e ministro della Giustizia d’Irlanda. E, ovviamente, membro sia della Commissione Trilaterale che del Gruppo Bilderberg.

Secondo organo: Il colosso di Ginevra
Si chiama Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), nacque nel 1994 ed è più potente di qualsiasi nazione o parlamento. Riunisce 153 Paesi in un’unica sede a Ginevra, dove essi dettano le regole del commercio internazionale, e ciò dicendo capirete che stiamo parlando di praticamente tutta l’economia del mondo produttivo, che lì viene decisa. Cioè fette enormi dei nostri posti di lavoro, di ciò che compriamo, mangiamo, con cui ci curiamo ecc., cose della nostra vita quotidiana, non astratte e lontane. Le decidono loro, e come nel caso della nuova Europa del Trattato di Lisbona, anche al WTO le regole emanate, dette Accordi, sono sovranazionali, cioè più potenti delle leggi nazionali. E come nel caso del Trattato, diviene perciò cruciale che regole così forti siano decise in modo democratico. Nel Trattato non lo sono, e al WTO? Neppure. Infatti la sua organizzazione di voto è falsata dallo strapotere dei soliti Paesi ricchi nel seguente modo: i Paesi poveri o meno sviluppati non posseggono le risorse economiche e il personale qualificato in numeri sufficienti per poter seguire il colossale lavoro di stesura degli Accordi del WTO (27.000 pagine di complicatissima legalità internazionale, 2.000 incontri annui), per cui ne sono tagliati fuori. Chi sta al timone è il cosiddetto gruppo QUAD, formato da Usa, Giappone, Canada ed Europa. Ma l’Europa intera è rappresentata al tavolo delle trattative del WTO dalla Commissione Europea, che nessun cittadino elegge, e per essere ancora più precisi vi dico che in realtà chi decide per tutti noi europei è un numero ancora più ristretto di burocrati: il misterioso Comitato 133 della Commissione, formato da specialisti ancor meno legittimati. La politica italiana di norma firma gli Accordi senza neppure leggerli.
Se un Paese si oppone a una regola del WTO può essere processato da un tribunale al suo interno (Dispute Settlement Body), dotato di poteri enormi. Questo tribunale è formato da tre (sic) individui di estrazione economico-finanziaria, le cui sentenze finali sono inappellabili. Una sentenza del WTO può penalizzare o persino ribaltare le scelte democratiche di milioni di cittadini, anche nei Paesi ricchi. Per esempio, tutta l’Europa è stata condannata a risarcire gli USA con milioni di euro perché si è rifiutata di importare la carne americana agli ormoni. Neppure gli Stati Uniti hanno potere sulle decisioni del WTO. Il presidente Obama, sotto pressione dai cittadini a causa della catastrofe finanziaria dello scorso anno, aveva deciso di imporre nuove regole restrittive delle speculazioni selvagge delle banche (la causa della crisi). Ma gli è stato sbarrato il passo proprio da una regola del WTO, che si chiama Accordo sui Servizi Finanziari, e che sancisce l’esatto contrario, cioè proibisce alla Casa Bianca e al Congresso di regolamentare quelle mega banche. E sapete chi, anni fa, negoziò quell’accordo al WTO? Timothy Geithner, attuale ministro del Tesoro USA, che è uno dei membri del Gruppo Bilderberg. Fa riflettere.

Vi do ancora un’idea rapida del potere del WTO. Gli Accordi che ha partorito:

1) hanno il potere di esautorare le politiche sanitarie di qualunque Paese, incrinando il vecchio Principio di Precauzione che ci tutela dallo scambio di merci pericolose (WTO: Accordo Sanitario- Fitosanitario).

2) tolgono al cittadino la libertà di sapere in quali condizioni sono fatte le merci che acquista e con che criteri sono fatte, inoltre ostacolano l’uso delle etichette a tutela del consumatore (WTO: Accordo Sanitario-Fitosanitario & Accordo Barriere Tecniche al Commercio, con implicazioni sui diritti dei lavoratori e sulla tutela dell’ambiente).

3) impongono ai politici di concedere alle multinazionali estere le stesse condizioni richieste alle aziende nazionali nelle gare d’appalto, a prescindere dalla necessità di favorire l’occupazione nazionale; e minacciano le scelte degli amministratori locali nel caso volessero facilitare l’inserimento di gruppi di lavoratori svantaggiati, poiché tali politiche sono considerate discriminazioni al Libero Mercato (WTO: Accordo Governativo sugli Appalti  – Principio del Trattamento Nazionale ecc.).

4) accentrano nelle mani di poche multinazionali i brevetti della maggioranza dei principi attivi e delle piante che si usano per i farmaci o per l’agricoltura, poiché permettono la brevettabilità privata delle forme viventi e tutelano quei brevetti per 20 anni. Inoltre, il fatto che i brevetti siano protetti dal WTO per 20 anni sta alla base anche della mancanza di farmaci salva vita nei Paesi poveri. (WTO: Accordo TRIPS sulla Proprietà Intellettuale).

5) stanno promuovendo a tutto spiano la privatizzazione e l’apertura al Libero Mercato estero di praticamente tutti i servizi alla cittadinanza, anche di quelli essenziali come sanità, acqua, istruzione, assistenza agli anziani ecc., con regole che impediranno di fatto agli amministratori locali la tutela dei cittadini meno abbienti che non possono permettersi servizi privati (WTO: Accordo GATS in fase di negoziazione).
E ricordo, se ce ne fosse bisogno, che questi Accordi sono vincolanti su qualsiasi legge nazionale, esautorando quindi i nostri politici dalla gestione della nostra economia nei capitoli che contano.

Terzo organo: I suggeritori.
Prendete un disegno di legge e un decreto in campo economico, persino una finanziaria. Pensateli nelle mani dei politici che li attuano, e ora immaginate cosa gli sta dietro. Cosa? I ‘suggeritori’. Chi sono? Sono i lobbisti, coloro cioè che sono ricevuti in privato da ogni politico che conti al mondo e che gli ‘suggeriscono’ (spesso dettano) i contenuti delle leggi e dei decreti, ma anche delle linee guida di governo e persino dei programmi delle coalizioni elettorali. Le lobby non sono l’invenzione di fantasiosi perditempo della Rete. Sono istituzioni con nomi e cognomi, con uffici, con budget (colossali) di spesa, dove lavorano i migliori cervelli delle pubbliche relazioni in rappresentanza del vero Potere. 
In ordine di potenza di fuoco, vi sono ovviamente le lobbies internazionali, quelle europee e infine quelle italiane. Parto da queste ultime. Va detto subito che nel nostro Paese l’interferenza dei ‘suggeritori’ non ha mai raggiunto i livelli di strapotere degli omologhi americani o europei, il cui operato tuttavia detta legge per contagio anche in casa nostra. Ma nondimeno essa c’è, e non va trascurata, anche perché in Italia esiste un vuoto normativo totale sull’attività delle lobbies: dopo decine di proposte di legge, nessuna di esse è mai approdata alla Gazzetta Ufficiale. I lobbisti italiani sono circa un migliaio, organizzati in diverse aziende fra cui spunta la Reti , fatturato 6 milioni di euro annui e gestione di un ex d’Alemiano di ferro, Claudio Velardi (altri gruppi: Cattaneo Zanetto & co., VM Relazioni Istituzionali, Burson-Marsteller, Beretta-Di Lorenzo & partners…). La proiezione per il futuro dei ‘suggeritori’ italiani è di almeno diecimila unità entro dieci anni, almeno secondo le richieste dei gruppi più noti. In assenza di regole, dunque, le cose funzionano così: si sfrutta la legge berlusconiana per il finanziamento ai partiti che permette finanziamenti occulti alle formazioni politiche fino a 50.000 euro per ciascun donatore, con la possibilità per la lobby di turno di far versare 49.999 euro dal banchiere A, altri 49.999 da sua moglie, altri 49.999 da suo figlio, ecc. all’infinito. In questo modo, con una stima basata sui bilanci passati, si calcola che il denaro sommerso versato alla politica italiana ammonti a diverse decine di milioni di euro all’anno, provenienti dai settori edile, autostradale, metallurgico, sanitario privato, bancario, televisivo, immobiliare fra gli altri. Le ricadute sui cittadini sono poi leggi e regolamenti che vanno a modificare spesso in peggio la nostra economia di vita e di lavoro. Un solo dato che fa riflettere: mentre appare ovvio che le grosse cifre siano spese per i ‘suggerimenti’ ai due maggiori partiti italiani, colpisce che l’UDC si sia intascata in offerte esterne qualcosa come 2.200.000 euro nel 2008, di cui l’80% da un singolo lobbista (l’immobiliarista Caltagirone). Chi di voi pensa ancora che il Potere siano i politici a Roma, pensi alla libertà di Pierferdinando Casini nel legiferare in campo immobiliare, tanto per fare un esempio. Ma non solo: Antonio di Pietro incassa 50.000 euro dalla famiglia Lagostena Bassi, che controlla il mercato delle Tv locali ma che contemporaneamente serve Silvio Berlusconi e foraggia la Lega Nord. Un obolo a fondo perduto? Improbabile. Il Cavaliere poi, non ne parliamo neppure; è fatto noto che il criticatissimo ponte sullo stretto di Messina, con le ricadute che avrà su tutti gli italiani, non è certo figlio delle idee di Berlusconi, piuttosto di tal Marcellino Gavio, titolare del gruppo omonimo e primo in lizza per l’impresa, ma anche primo come finanziamenti al PDL con i 650.000 euro versati l’anno scorso.

I ‘suggeritori’ americani… che dire. Negli USA l’industria delle lobby economiche non è più neppure riconoscibile dal potere politico, veramente non si capisce dove finiscano le prime e dove inizi il secondo. Troppo da raccontare, una storia immensa, che posso però riassumere con alcuni sketch. Lobby del petrolio e amministrazione di George W. Bush, risultato: due guerre illegali e sanguinarie (Iraq e Afghanistan), montagne di morti (oltre 2 milioni), crimini di guerra, l’intera comunità internazionale in pericolo, il prezzo del petrolio alle stelle, di conseguenza il costo della nostra vita alle stelle, ma alle stelle anche i profitti dei petrolieri. Chi ha deciso? Risposta: i membri della sopraccitata lobby del petrolio, che sono Dick Cheney, James Baker III, l’ex della Enron Kenneth Lay, il presidente del Carlyle Group Frank Carlucci, Robert Zoellick, Thomas White, George Schultz, Jack Sheehan, Don Evans, Paul O’Neil; a servizio di Shell, Mobil, Union Carbide, Huntsman, Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle, Halliburton, Kellog Brown & Root, Bechtel, e Enron. George W. Bush è il politico più ‘oliato’ nella Storia americana, con, solo dalle casse dei giganti di petrolio e gas, un bottino di oltre 1 milione e settecentomila dollari. 
Lobby finanziaria/assicurativa e Barak Obama: nel 2008 crollano le banche USA dopo aver truffato milioni di esseri umani e migliaia di altre banche internazionali, 7 milioni di famiglie americane perdono il lavoro, l’intera economia mondiale va a picco, Italia inclusa. Obama firma un’emorragia di denaro pubblico dopo l’altra per salvare il deretano dei banchieri truffatori e per rianimare l’economia (dai 5 mila miliardi di dollari agli 11 mila secondo le stime), senza che neppure uno di quei gaglioffi finisca in galera. Anzi: il suo governo ha chiamato a ripulire i disastri di questa crisi globale gli stessi personaggi che l’hanno creata. Invece di farli fallire e di impiegare il denaro pubblico per la gente in difficoltà, Obama e il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner gli hanno offerto una montagna di denaro facile affinché comprino i debiti delle banche fallite. Funziona così: questi delinquenti hanno ricevuto da Washington l’85% del denaro necessario per comprare quei debiti, mentre loro ne metteranno solo il 15%. Se le cose gli andranno bene, se cioè ritorneranno a guadagnare, si intascheranno tutti i profitti; se invece andranno male, essi ci rimetteranno solo il 15%, perché l’85% lo ha messo il governo USA e non è da restituire (i fondi così regalati si chiamano non-recourse loans). E’ il solito “socialismo al limone: le perdite sono dei contribuenti e i profitti sono degli investitori privati”. Non solo: il presidente propone nell’estate del 2009 una regolamentazione del settore finanziario che il Washington Post ha deriso definendola “Priva di un’analisi delle cause della crisi… e senza alcun vero controllo sugli hedge funds, gli equity funds, e gli investitori strutturati”, cioè nessun vero limite agli speculatori che causarono la catastrofe. Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby finanziarie? Risposta: 38 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il Presidente o le lobby del Potere?

Poi ci sono i 45 milioni di americani senza assistenza sanitaria. Obama propone una falsa riforma della Sanità per tutelare gli esclusi, ma che, nonostante le sciocchezze scritte dai media italiani, non ha nulla di pubblico ed è un ulteriore regalo ai giganti delle assicurazioni private americane. Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby assicurative e sanitarie? Risposta: oltre 20 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il Presidente o le lobby del Potere?
Washington è invasa ogni santo giorno da qualcosa come 16.000 o 40.000 lobbisti a seconda che siano registrati o meno, la cui percezione del potere che esercitano è cristallina al punto da spingere uno di loro,
Robert L. Livingston, a sbottare entusiasta “Ci sono affari senza limiti per noi là fuori!”, mentre dalle finestre del suo ufficio spiava le sedi del Congresso USA.
Ma l’ultimo sketch del potere dei ‘suggeritori’, sempre in ambito americano, è quello delle lobby ebraiche. Qui il dibattito è aperto, fra coloro che sostengono che sono quelle lobby a gestire interamente la politica statunitense nel teatro mediorientale, e coloro che lo negano. Personalmente credo più alla prima ipotesi, ma la sostanza non cambia: di fatto ci troviamo ancora una volta di fronte alla dimostrazione che neppure il governo più potente del mondo può sottrarsi ai condizionamenti del Potere vero. Ecco un paio di illustri esempi: nella primavera del 2002, proprio mentre l’esercito israeliano reinvadeva i Territori Occupati con i consueti massacri indiscriminati di civili, un gruppo di eminenti sostenitori americani d’Israele teneva una conferenza a Washington, dove a rappresentare l’amministrazione di George W. Bush fu invitato l’allora vice ministro della difesa Paul Wolfowitz, noto neoconservatore di estrema destra e aperto sostenitore della nazione ebraica. Lo scomparso Edward Said, professore di Inglese e di Letteratura Comparata alla Columbia University di New York e uno degli intellettuali americani più rispettati del ventesimo secolo, ha raccontato un particolare di quell’evento con le seguenti parole: “Wolfowitz fece quello che tutti gli altri avevano fatto – esaltò Israele e gli offrì il suo totale e incondizionato appoggio – ma inaspettatamente durante la sua relazione fece un fugace riferimento alla ‘sofferenza dei palestinesi’. A causa di quella frase fu fischiato così ferocemente e per così a lungo che non potè terminare il suo discorso, abbandonando il podio nella vergogna.” Stiamo parlando di uno dei politici più potenti del terzo millennio, di un uomo con un accesso diretto alla Casa Bianca e che molti accreditano come l’eminenza grigia dietro ogni atto dello stesso ex presidente degli Stati Uniti. Eppure gli bastò sgarrare di tre sole parole nel suo asservimento allo Stato d’Israele per essere umiliato in pubblico e senza timori da chi, evidentemente, conta più di lui nell’America di oggi. Le lobby ebraiche d’America hanno nomi noti: AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), ZOA (Zionist Organization of America), AFSI (Americans for a Safe Israel), CPMAJO (Conference of Presidents of Major American Jewish Organisatios), INEP (Institute for Near East Policy), JDL (Jewish Defense League), B’nai Brith, ADL (Anti Defamation League), AJC (American Jewish Committee), Haddasah. Nei corridoi del Congresso americano possono creare seri grattacapi a Senatori e Deputati indistintamente. Un fronte compatto che secondo lo stesso Edward Said “può distruggere una carriera politica staccando un assegno”, in riferimento alle generose donazioni che quei gruppi elargiscono ai due maggiori partiti d’oltreoceano.

Nel 1992 George Bush senior ebbe l’ardire (e la sconsideratezza) a pochi mesi da una sua possibile rielezione alla Casa Bianca di minacciare Tel Aviv con il blocco di dieci miliardi di dollari in aiuti se non avesse messo un freno agli insediamenti ebraici nei Territori Occupati. Passo falso: gli elettori ebrei americani, che già per tradizione sono propensi al voto Democratico, svanirono davanti ai suoi occhi in seguito alle sollecitazioni delle lobby, e nel conto finale dei voti Bush si trovò con un misero 12% dell’elettorato ebraico contro il 35% che aveva incassato nel 1988. Al contrario, la campagna elettorale del suo rivale Bill Clinton fu invece innaffiata dai lauti finanziamenti proprio di quelle organizzazioni di sostenitori d’Israele, che l’allora presidente aveva in tal modo alienato.
E in ultimo l’Europa, cioè l’Unione Europea. Che alla fine significa Brussell, cioè la Commissione Europea , che è il vero centro decisionale del continente, e che dopo la ratifica del Trattato di Lisbona è divenuta il super governo non eletto di tutti noi, con poteri immensi. A Brussell brulicano dai 15.000 ai 20.000 lobbisti, che spendono un miliardo di euro all’anno per ‘suggerire’ le politiche e le leggi a chi le deve formulare.
E come sempre, eccovi i nomi dei maggiori gruppi: Trans Atlantic Business Dialogue (TABD) – European Services Leaders Group (ESLG) – International Chamber of Commerce (ICC) – Investment Network (IN) – European Roundtable of Industrialists (ERT) – Liberalization of Trade in Servicies (LOTIS), European Banking Federation, International Capital Market Association e altri. Il loro strapotere può essere reso dicendovi che per esempio l’Investment Network si riuniva direttamente dentro il palazzo della Commissione Europea a Bruxelles, o che il TABD compilava liste di suoi desideri che consegnava alla Commissione da cui poi pretendeva un resoconto scritto sull’obbedienza a quegli ordini. Le aziende rappresentate sono migliaia, fra cui cito una serie di nomi noti: Fiat e Pirelli, Barilla, Canon e Kodak, Johnson & Johnson, Motorola, Ericsson e Nokia, Time Warner, Rank Xerox e Microsoft, Boeing (che fa anche armi), Dow Chemicals, Danone, Candy, Shell, Microsoft, Hewlett Packard, IBM, Carlsberg, Glaxo, Bayer, Hoffman La Roche , Pfizer, Merck, e poi banche, assicurazioni, investitori… 
Mi fermo. Il rischio nel continuare è che si perda di vista il punto capitale, ovvero l’assedio che i lobbisti pongono alla politica. Esso, oltre a dimostrare ancora una volta che il potere reale sta nei primi e non nella seconda, è un vero e proprio attentato alla democrazia. Poiché ha ormai snaturato del tutto il principio costituzionale di ogni nazione civile, secondo cui i rappresentanti eletti devono fare gli interessi delle maggioranze dei cittadini e tutelare le minoranze, non essere gli stuoini delle elite e dei loro ‘suggeritori’.

Quarto organo: Think Tanks
Letteralmente “serbatoi di pensiero” nella traduzione in italiano, le Think Tanks sono esattamente ciò, ovvero fondazioni dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire idee. Il loro potere sta nell’assunto che apre questa mia trattazione, e cioè che sono le idee a dominare sia la Storia che la politica, e di conseguenza la nostra vita, in particolare l’idea economica. Lewis Powell lo comprese assai bene nel 1971, quando diede il via alla riscossa delle elite e alla fine della democrazia partecipativa dei cittadini (si legga ‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info). Infatti egli scrisse: “C’è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale”. La parola ‘ideologica’ è la chiave di lettura qui, volendo dire che se le destre economiche ambivano a riconquistare il mondo, se ambivano a sottomettere la politica, cioè a divenire il vero Potere, si dovevano armare di idee in grado di scalzare ogni altro sistema di vita. Ecco che dalle sue parole nacquero le prime Think Tanks, come la Heritage Foundation , il Manhattan Institute, il Cato Institute, o Accuracy in Academe. La loro strategia era semplice: raccogliere denaro da donatori facoltosi, raccattare nelle università i cervelli più brillanti, pomparli di sapere a senso unico, di attestati prestigiosi, e immetterli nel sistema di comando della società infiltrandolo tutto. Per darvi un’idea di che razza di impatto queste Think Tanks sono riuscite ad avere, cito alcuni fatti. Nel solo campo del Libero Mercato, cioè dell’idea economica del vero Potere, ve ne sono oggi 336, piazzate oltre che nei Paesi ricchi anche in nazioni strategiche come l’Argentina e il Brasile, l’Est Europa, l’Africa, l’India, la Cina , le ex repubbliche sovietiche dell’Asia, oltre che in Italia (Adam Smith Soc., CMSS, ICER, Ist. Bruno Leoni, Acton Ist.). Alcune hanno nomi sfacciati, come la Minimal Government , la The Boss , o la Philanthropy Roundtable ; una delle più note e aggressive è l’Adam Smith Institute di Londra, che ostenta un’arroganza di potere tale da vantare come proprio motto questo: “Solo ieri le nostre idee erano considerate sulla soglia della follia. Oggi stanno sulle soglie dei Parlamenti”. Di nuovo, il fatto è sempre lo stesso: la politica è la marionetta, o, al meglio, è il braccio esecutivo del vero Potere. Infatti, l’osservatore attento avrà notato che assai spesso i nostri ministri economici, i nostri banchieri centrali, ma anche presidenti del consiglio (Draghi e Prodi su tutti) si trovano a cene o convegni presso queste fondazioni/Think Tanks, di cui in qualche raro caso i Tg locali danno notizia. In apparenza cerimonie paludate e noiose, in realtà ciò che vi accade è che ministri, banchieri e premier vi si recano per dar conto di ciò che hanno fatto per compiacere all’idea economica del vero Potere. Nel 1982, l’Adam Smith pubblicò il notorio Omega Project, uno studio che ebbe ripercussioni enormi sulla gestione delle nostre vite di lavoratori ordinari, e dove si leggeva che i suoi scopi erano di “fornire un percorso completo per ogni governo basato sui principi di Libero Mercato, minime tasse, minime regolamentazioni per il business e governi più marginali (sic)”. In altre parole tutto ciò che ha già divorato la vita pubblica in Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e che sta oggi “sulla soglia del Parlamento” in Italia.

Quinto organo: l’Europa dei burocrati non eletti
Non mi ripeto, poiché questo capitolo è già esaustivamente descritto qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139. Ma ribadisco il punto centrale: dopo la ratifica del “colpo di Stato in Europa” che prende il nome di Trattato di Lisbona, 500 milioni di europei saranno a breve governati da elite di burocrati non eletti secondo principi economici, politici e sociali interamente schierati dalla parte del vero Potere di cui si sta trattando qui, e che nessuno di noi ha potuto scegliere né discutere. Il governo italiano ha ratificato questo obbrobrio giuridico senza fiatare, obbedendo come sempre.

Sesto Organo: il Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali
Era il 16 Settembre del 1992, un mercoledì. Quel giorno un singolo individuo decise di spezzare la schiena alla Gran Bretagna. Si badi bene, non al Burkina Faso, alla Gran Bretagna. E lo fece. George Soros, un investitore e speculatore internazionale, vendette di colpo qualcosa come 10 miliardi di sterline, causando il collasso del valore della moneta inglese che fu così espulsa dal Sistema Monetario Europeo. Soros si intascò oltre 1 miliardo di dollari, ma milioni di inglesi piansero lacrime amare e il governo di Londra ne fu umiliato.
Era l’agosto del 1998, e nel caldo torrido di New York un singolo individuo contemplò il crollo dei mercati mondiali per causa sua. John Meriwether, un investitore e speculatore internazionale, aveva giocato sporco per anni e irretito praticamente tutte le maggiori banche del mondo con 4,6 miliardi di dollari ad alto rischio. La sua compagnia, Long-Term Capital Management, era nota a Wall Street perché i suoi manager si fregiavano del titolo di ‘I padroni dell’universo’, cioè pochi individui ubriachi del proprio potere. Meriwether perse tutto, e i mercati del mondo, che alla fine sono i nostri posti di lavoro, tremarono. La Federal Reserve di New York dovette intervenire in emergenza col solito salvataggio a spese dei contribuenti.
Era l’anno scorso, e in un ufficio londinese dell’assicurazione americana AIG, un singolo individuo, di nuovo un investitore e speculatore internazionale di nome Joseph Cassano, dovette prender su la cornetta del telefono e dire alla Casa Bianca “… ho mandato al diavolo la vostra economia, sorry”. E lo aveva veramente fatto. Questa volta la truffa dei suoi investimenti era di 500 miliardi di dollari, le solite banche internazionali (italiane incluse) vi erano dentro fino al collo con cifre da migliaia di miliardi di dollari a rischio. Panico mondiale, fine del credito al mondo del lavoro di quasi tutto il pianeta e, sul piatto di noi cittadini, ecco servita la crisi economica più pericolosa dal 1929 a oggi. Ovvero le solite lacrime amare, veramente amare, per le famiglie di Toronto come per quelle di Perugia, per quelle di Cincinnati come per quelle di Lione, a Vercelli come a Madrid ecc. Per non parlare degli ultimi della Terra…

Tre storie terribilmente vere, che descrivono chiaro, anzi, chiarissimo, cosa si intende per il ‘Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali’,  e quale sia il loro sterminato potere nel mondo di oggi. Altro che Tremonti o Confindustria. Nel mondo odierno esiste una comunità di singoli individui privati capaci di movimentare quantità di ricchezze talmente colossali da scardinare in poche ore l’economia di un Paese ricco, o le economie di centinaia di milioni di lavoratori che per esse hanno faticato un’intera vita, cioè famiglie sul lastrico, aziende che chiudono. Le loro decisioni sono come sentenze planetarie. Inappellabili. Si pensi, se è possibile pensare un’enormità simile, che costoro stanno facendo oscillare sul Pianeta qualcosa come 525 mila miliardi di dollari in soli prodotti finanziari ‘derivati’, cioè denaro ad altissimo rischio di bancarotta improvvisa. 525 mila miliardi… Vi offro un termine di paragone per capire: il Prodotto Interno Lordo degli USA è di 14 mila miliardi di dollari. Rende l’idea? L’Italia dipende come qualsiasi altra nazione dagli investitori esteri, per cifre che si aggirano sui 40 miliardi di euro all’anno, cioè più di due finanziarie dello Stato messe assieme. Immaginate se una cifra simile dovesse sparire dalla nostra economia oggi. Nel 2008 è quasi successo, infatti ne sono scomparsi di colpo più della metà (57%) col risultato in termini di perdita di posti di lavoro, precarizzazione, e relativo effetto domino sull’economia di cui ci parla la cronaca. Ripeto: qualcuno che non sta a palazzo Chigi, decide che all’Italia va sottratto il valore di oltre un’intera finanziaria. Così, da un anno all’altro, una cifra pari a tutto quello che lo Stato riesce a spendere per i cittadini gli viene sottratta dal ‘Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali’, a capriccio. Questa tirannia del vero Potere prende il nome tecnico di Capital Flight (letteralmente capitali che prendono il volo), ed è interessante constatare il candore con cui il ‘Tribunale’ descrive la pratica: basta leggere Investors.com là dove dice che “Capital Flight è lo spostamento di denaro in cerca di maggiori profitti… cioè flussi enormi di capitali in uscita da un Paese… spesso così enormi da incidere su tutto il sistema finanziario di una nazione”. Peccato che di mezzo ci siano i soliti ingombranti esseri umani a milioni. Oltre al caso italiano, si pensi alla Francia, altro Stato ricco e potente, ma non a sufficienza per sfuggire alle sentenze del ‘Tribunale’, che ha punito l’Eliseo con una fuga di capitali pari a 125 miliardi di dollari per aver legiferato una singola tassa sgradita al business.

Conclusione
Gli organi esecutivi del vero Potere non si limitano a questi sei, vi si potrebbe aggiungere il World Economic Forum, il Codex Alimentarius, l’FMI, il sistema delle Banche Centrali, le multinazionali del farmaco. Ma quelli menzionati sono gli essenziali da conoscere, i primari. Un’ultima brevissima nota va dedicata alle mafie regionali, che sono spesso erroneamente annoverate fra i poteri forti (e non posso purtroppo entrare qui nel perché siano un così caratteristico fenomeno italiano). La lotta ad esse è sacrosanta, ma il potere che gli verrebbe sottratto da una eventuale vittoria della società civile è prima nulla a confronto di quanto illustrato sopra, e in secondo luogo è comunque un potere concessogli da altri. Traffico di droga, prostituzione, traffico d’armi, e riciclaggio di rifiuti tossici sono servizi che le mafie praticano per conto di committenti sempre riconducibili al vero Potere, o perché da esso condizionati oppure perché suoi ingranaggi importanti. Serva qui quanto mostrato nel 1994 dal programma d’inchiesta ‘Panorama’ della BBC, dove un insider della criminalità organizzata britannica si rese disponibile a condurre il reporter nel cuore della “mafia più potente del mondo”, a Londra. L’auto su cui viaggiavano con telecamera nascosta si fermò a destinazione… nel centro della City finanziaria della capitale. Indicando dal finestrino i grattacieli dei giganti del business internazionale, il pentito disse: “Eccoli, stanno tutti lì”. (si pensi che il giro d’affari mondiale delle Cosche è stimato sugli 80 miliardi di dollari, che sono un terzo del giro d’affari di una singola multinazionale del farmaco come la Pfizer )

Se queste mie righe sono state efficaci, a questo punto i lettori dovrebbero volgere lo sguardo a quegli ometti in doppiopetto blu che ballonzolano le sera nei nostri Tg con il prefisso On., o il suffisso PDL, PD, UDC, e dovrebbero averne, non dico pietà, ma almeno vederli per quello che sono: le marionette di un altro Potere. Ma soprattutto, i lettori dovrebbero finalmente poter connettere i punti del puzzle, e aver capito da dove vengono in realtà i problemi capitali della nostra vita di cittadini, o addirittura i drammi quotidiani che tante famiglie di lavoratori patiscono, cioè chi li decise, chi li decide oggi e come si chiamano costoro. Da qui una semplice considerazione: se vi sta a cuore la democrazia, la giustizia sociale, e la vostra economia quotidiana di lavoro e di servizi essenziali alla persona, allora dovete colpire chi veramente opera per sottrarceli, cioè il vero Potere. Ci si organizzi per svelarlo al grande pubblico e per finalmente bloccarlo. Ora lo conoscete, e soprattutto ora sapete che razza di macchina micidiale, immensa e possente esso è. Risulta ovvio da ciò che gli attuali metodi di lotta dei Movimenti sono pietosamente inadeguati, infantili chimere, fuochi di paglia, che mai un singolo attimo hanno impensierito quel vero Potere. Di conseguenza lancio un appello ancora una volta:

VA COMPRESO CHE PER ARGINARE UN TITANO DI QUELLA POSTA L’UNICA SPERANZA E’ OPPORGLI UN’ORGANIZZAZIONE DI ATTIVISTI E DI COMUNICATORI ECCEZIONALMENTE COMPATTA, FINANZIATA, FERRATA, DISCIPLINATA, SU TUTTO IL TERRITORIO, AL LAVORO SEMPRE, IMPLACABILE, NEI LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, PER ANNI.
(http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=153)
Altra speranza non c’è, sempre che ancora esista una speranza.

O

Nov 30, 2009 - Economia    Commenti disabilitati su Boicottate i GUERRAFONDAI? Si può e si DEVE!

Boicottate i GUERRAFONDAI? Si può e si DEVE!

Israele / Palestina barcode

E sì, dobbiamo cominciare a TOGLIERE RISORSE ECONOMICHE a chi non vuole saperne di Pace, a discapito dell’intera popolazione gel Globo.
Ne abbiamo i coglioni pieni di guerre fatte per “Il popolo eletto” e che costano TRILIONI DI EURO a tutti!
Riporto un post interessante di CLORO AL CLERO.

Quando andate al supermercato controllate la provenienza dei prodotti che acquistate. Se il codice a barre riporta il numero 729 non comprateli. C’è la crisi economica: cominciate a fare i tagli su coloro che spendono soldi per sganciare, per esempio, 100 tonnellate di bombe sulla testa di gente inerme in due giorni.

Non c’è possibilità di dialogo con i sionisti (e con chi li sostiene). Nonostante piu’ fonti dicano che quest’ operazione “piombo fuso” che prevede prima l’attacco aereo e poi l’attacco di terra sia stato programmato da mesi e che sia evidentissimo che si tratti di una prova di forza elettorale, i mass media, nessuno escluso, ripetono all’opinione pubblica occidentale che “si tratta di una risposta…allo stillicidio di kassam…con cui i palestinesi…armati da Hamas, che è armata da Hezbollah..che è rifornita di armi dall’Iran” hanno rotto la tregua.

 

 

Ci siamo già soffermati sulla costruzione dei mantra da mass media. Convinzioni granitiche che, come in questo caso, offendono la logica umana di chi in tv e in foto vede povera gente senza un esercito, senza rifugi venir inaspettatamente attaccata da un esercito di proporzioni ultratecnologiche con forze terra-aria decise a fare, come dice Rasho-o-o “Tabula Gaza” . Terra bruciata, come la tecnologia bellica- che un “bell’uomo” come Paolo Guzzanti decanta in sublimi poesie all’insegna della fratellanza e del rispetto umani, dell’educazione e della civiltà (essendone personalmente affascinato)- sa fare.

E quindi noi, utenti di un’Italia messa piuttosto male dal punto di vista del rapporto tra cittadini e “conoscenza della verità” in senso filosofico, non possiamo fare altro che star qui, indignarci (se se ne è conservata la capacità), leggere qualche pirla che in Rete si spaccia per progressista, ingoiare quella rabbia che sopravviene quando ci si scopre impotenti dinanzi ad un’ingiustizia, tanto piu’ se essa ha un sapore genocida, come in questo caso, e interrogarci sul perchè la fandonia, la mistificazione, la cazzata esplicita, pur nella sua esplicitezza (si dice?), siano entità così vincenti nel mondo contemporaneo…

Leggo Louis Ferdinand Celine, per esempio, “viaggio al termine della notte” dove lui racconta come, trascinato dall’entusiasmo di un allegro pomeriggio si è fatto volontario nella prima guerra mondiale, solo per sfilare davanti al paese in festa, farsi vedere dalle ragazze e sentirsi fiero di qualche cosa.

Salvo poi trovarsi nel peggiore inferno umano che si potesse immaginare.

Umano. Questa è la parola chiave, Quella che usa Vic (ora in zona di guerra) per definire cosa ci sarebbe da fare per fermare il genocidio: “restare umani”. Un obiettivo non da poco.

Umanamente dunque propongo di lanciare a livello di blogger una seria campagna di boicottaggio delle merci israeliane in nome del pacifismo, del principio, banalmente espresso anche dalla nostra costituzione (lasciamo perdere le questioni di coerenza) e che è semplice semplice:

L’Italia ripudia la guerra come strumento per dirimere le controversie tra i popoli

Che, al di la di qualunque ideologia si possa appartenere dice, semplicemente, che gli israeliani e i palestinesi dovrebbero essere fatti sedere attorno a un tavolo e obbligati a prendere accordi che portino fine agli attacchi. E nel frattempo si cessi immediatamente il fuoco.

bene. In attesa che questa (banale anch’essa lo so) chimera si verifichi, noialtri abbiamo da sfangare lo stipendio, la spesa, i problemi quotidiani e il problema delle bombe (per il momento) non ce l’abbiamo.

Per quel poco che possiamo fare, contro questa strage, si prenda in considerazione in massa il boicottaggio.

Sopra ho messo il codice a barre, in questo link ci stanno i marchi dei prodotti che sarebbe meglio evitare di comprare.

Poi fate voi.

Fonte: www.cloroalclero.com
Lin: http://www.cloroalclero.com/?p=465
29.12.08

VEDI ANCHE:BOICOTTAGGIO GLOBALE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA

PERCHE’ IL BOICOTTAGGIO ECONOMICO DI ISRAELE E’ GIUSTIFICATO

Nov 10, 2009 - Economia    Commenti disabilitati su Crisi Economica alle S.p.A.lle?

Crisi Economica alle S.p.A.lle?

Vietato FumareCerto che se credete davvero che la CRISI SIA ALLE SPALLE…

… siete lettori dei giornali che trovate dall’edicolante …
… o semplicemente DEFICENTI!!!

Già, NON SENTITEVI OFFESI se fate parte della seconda categoria, perchè non siete troppo dissimili dalla prima.
Continauate a sentire le coglionate di Emilio Fede, di Bruno Vespa e della Banda RAISET & Co.

Beh, innanzitutto dovrete capire che la finaza NON è solo quella descritta dai GIORNALAI SUCCITATI, ma è prevalentemente composta da DERIVATI, FUTURE E CDS. Non ho voglia di ISTRUIRVI su “di cosa sstiamo parlando”? per questo, se ne avete volgia (scritto volontariamente per tutti queli deficenti che insistono a dire spengere anzichè SPEGNERE!!), farevi una ricerca in rete, altrimenti, prendetevela in culo e bon.

Ebbene, tra le migliaia di componenti che affollano la FINANZA mondiale, quelli citati sono quelli più pericolosi ed infidi.
Proviamo a mettere qualche cifra: a quanto ammonta il mercato di quelle che noi chiameremmo “speculazioni”, ovvero il produrre il “valore” dal nulla? Secondo le ultime stime, si parla di 205 MILA Miliardi di dollari.

Per fare un paragone, la prima economia del mondo (quella USA) ha un PIL di 14.000 miliardi di dollari. (1)

Per capire bene l’enormita’ bisogna fare un altro paragone: quello con i dati del PIL di ogni nazione.

Potete notare, nella prima riga, la voce “PIL del mondo”. Noterete che in ogni classifica , da quella della CIA a quella dell’ FMI, il “PIL del mondo” e’ attorno ai 60 mila miliardi di dollari. Anzi, se vogliamo anche pesarlo rispetto al potere d’acquisto, possiamo vedere le tabelle comparate del PIL/PPA.(qui va un pochino meglio, il mondo e’ a 68 mila miliardi di dollari). Non che cambi molto, eh.

Ora, confrontate le due cifre: la speculazione ha prodotto cartaccia finta per 203 mila miliardi di dollari. Ma il PIL del mondo e’ di soli 60.

 

E’ chiaro che se esplodesse la bolla dei derivati, e si trovasse anche il modo di devolvere al “buco” generato il 5% del PIL del mondo ogni anno, occorrerebbero ancora 60 anni e rotti per pagare il buco. “Sessant’anni di crisi”. Non esiste nessuno al mondo che possa immaginare gli effetti di un botto simile.

Da qui, il problema: se la Tobin Tax fermasse la speculazione, questa massa si ridurrebbe nell’ordine di unfattore 30, che e’ la cosiddetta “leva” media. Significa che questi 203 mila miliardi di “valore” ovviamente non esistono. Del resto, tutto il PIL del mondo NON basterebbe a produrli, quindi si tratta di una evidenza fisica. Il motivo per cui non esistono e’ che sono prodotti attraverso la cosiddetta “leva”, cioe’ un’azienda che ha emesso derivati per 30 miliardi di dollari in cassa (a garanzia) ne ha solo uno.

Morale: non possiamo sgonfiare questa bolla. Non possiamo perche’ non riusciamo ad immaginare le conseguenze di una cosa simile. La perdita improvvisa di 196 mila miliardi di dollari dal circolo finanziario mondiale e’ qualcosa i cui effetti NON riusciamo ad immaginare. Si puo’ fare gradualmente, questa cosa, con un processo controllato?

Secondo me si, anche se non si tratta di una tassa, ma di agire su un altro parametro. Per capirlo bisogna guardare come avviene, di solito il guadagno in questo mondo di speculazione.

Potete vedere un andamento che non e’ rettilineo o curvilineo, bensi’ presenta una serie di cuspidi ed una serie di selle. Ci sono quindi dei momenti in cui l’andamendo si “inverte”, prima il titolo va a scendere e quindi va a salire, o viceversa.

Ho usato l’andamento del NASDAQ composite ma potrei usarne uno qualsiasi, il principio vale per tutti. Compresi i titoli cosiddetti “derivati”.

Ora, quel grafico spiega l’andamento nel tempo, e ovviamente se lo ingrandissi otterreni ancora la stessa cosa, con le stesse “seghette”. E’ su queste “seghette” che si fonda la crescita continua di questo mostro. Disponendo infatti di un sistema informativo di velocita’ adeguata possiamo sforzarci di individuare le cuspidi piu’ “appuntite”. Immaginate di essere piu’ veloci di un fulmine: potreste davvero girargli attorno mentre lui attraversa l’atmosfera, fare come facevano in Matrix schivando i proiettili. Insomma, con un buon sistema informativo ed una velocita’ pazzesca nelle transazioni potete giocare al “ribasso” ad ogni microribasso, e approfttare del rialzo ad ogni microrialzo.

Oggi i sistemi informativi del mondo finanziario fanno una transazione in 0.02 secondi. Capite che di fatto l’equilibrio dei prezzi e’ fatto di calcolatori che duellano, di algoritmi cosi’ veloci che ormai la mente umana non segue piu’ il loro comportamento (2) e di fatto quel blob mostruoso non puo’ che crescere: la sua stessa crescita produce, infatti, altra crescita.

Ne ha parlato anche Maurizio Blondet in un suo eccellente articolo Goldman: truffa con destrezza purtroppo disponibile SOLO per gli abbonati, vi riporto solo un passo:
questi algoritmi predatorii, e perchè hanno bisogno di operare in microsecondi. E si intuisce anche come Goldman riesca a fare i profitti enormi in tempo di crisi, e a danno di chi.
Essenzialmente, questi  «programmi automatici ad altissima frequenza» (HF Program Trading) in mano ai grandissimi gruppi speculativi possono comprare e vendere azioni allo stesso prezzo, e tuttavia fare un guadagno di 0,5 centesimi. Ciò perchè, per attrarre volumi, le Borse offrono uno sconticino di un quarto di centesimo ad azione agli operatori che postano l’ordine presso di loro, sia vendita o acquisto non importa
Ed ancora: “Un Fondo-Pensione  (o meglio, il suo programma automatico) che vede scambiare 10 milioni di azioni al giorno, può credere di poter prendere un milione di quelle azioni con la ragionevole convinzione di poter uscire facilmente, rivendendole. Invece, il 70% di quegli scambi è apparente,   i volumi implodono e le azioni che parevano altamente liquide diventano invece difficili da scambiare, con cadute convulsive  delle quotazioni.

Infatti anche la volatilità (i mutamenti di quotazione in brevi periodi) è fortemente aumentata; i programmi computerizzati, ovviamente, la amplificano. Dagli anni ‘80, alla Borsa di New York (NYSE), vigeva una regola che chiudeva i trading automatici quando il mercato si muoveva oltre il 2% in su o in giù. Dall’ottobre 2007, guarda caso, la regola è stata cancellata. Ciò perchè ufficialmente  il NYSE, società privata, non voleva subire la concorrenza di altri centri di scambio, in cui la limitazione non esisteva e perciò si accaparravano questo tipo di scambi. Ma il sospetto di una complicità con Goldman è evidente. Essa e gli altri predators ad alta velocità commettono, letteralmente, «insider trading»: da dentro il NYSE.”

Beh, basta così, apprezzo troppo Fabio de Fina e Maurizio Blondet per metterli nelle condizioni di denunciarmi per violazione del Copyright.
Anzi, vi esorto a sottoscrivere COPIOSI l’abbonamento ad un lettura VERA ed istruttiva (quella autonoma, autofinanziata e non dei “Boiardi di Stato” stile Prodi & Co.)

Potrete vedere qualcosa di illuminante anche su: zerohedge. Inquitante?
No, se arrivate a paragonare le coglionate dell’Istituto LUCE con quello che ci attende.

Bene.
Torniamo al raffronto tra le TRUFFE LEGALIZZATE DALLA BANCOCRAZIA, e la realtà dei fatti.

Quello che si puo’ fare, secondo Uriel Fanelli, e’ di “sgonfiarlo” lentamente, (impiegando qualcosa come un secolo) , semplicemente imponendo per legge transazioni sempre piu’ lente, fino a tornare agli anni ‘70, quando occorrevano minuti e gli operatori le facevano materialmente decidendole.

Ovviamente occorre molta cautela, e occorre farlo MOLTO lentamente. Bisogna rallentare gradualmente la velocita’, imponendo dei limiti sempre piu’ alti alla brevita’ della transazione stessa. In questo modo, lentamente , il gioco si dovra’ basare su oscillazioni casuali sempre piu’ lunghe, le quali nel lungo termine avranno, essendo solo oscillazioni casuali, una media nulla mano a mano che l’intervallo diventa piu’ ampio.

Ovviamente ipotizzare una politica cosi’ duratura e’ arduo, quasi utopistico. Pero’ una cosa si puo’ fare subito: bloccare la velocita’ degli scambi a quella attuale. Vietare, cioe’, che cresca ancora. Occorre cioe’ che i tempi delle decisioni tornino ad essere umani, e non i tempi di  un mainframe.

Questo e’ l’unico modo , a mio avviso, di fermare la crescita del blob. Una tassa e’ un evento traumatico che inizia da subito e costringe le banche d’affari a capitalizzare parte di queste astrazioni per darle agli stati. Ma il problema e’ che questo : supponiamo di piazzare una tassa dell’ 1% su questo mondo, come propone Tobin.

Bene. A quel punto, chi ha una leva finanziaria di 30 passera’ a 30,3. Punto. Vogliamo una Tobin tax del 10%. Nessun problema: aumenteranno la leva e la porteranno al 33%. E allora? I soldi di tasse verranno pagati con denaro tossico, e non cambiera’ nulla di una virgola nel rischio tremendo che sta correndo il mondo: 60 anni di carestia.

 

Fonte principale: wolfstep.cc

Ott 19, 2009 - Internet    1 Comment

Bidplaza. Aste al ribasso o TRUFFA??

Logo BidplazaPer chi fosse attratto dall’idea di aggiudicarsi preziosi oggetti per pochi centesimi (così come FORTEMENTE PROPAGANDATO negli ultimi tempi) credo sia ISTRUTTIVO leggere un delizioso articolo per il quale vi è esplicita autorizzazione alla diffusione.
La verita su Bidplaza e sulle aste al ribasso

Analisi tecnica delle lotterie meno conosciute del mondo


A cura di: Piero Tofy
Scarica questa guida
Bidplaza e le aste al ribasso: un analisi tecnica delle lotterie fra le meno chiare nel mondo
La prima volta che sentii parlare di aste al ribasso non volli credere che ci fossero dei pazzi che vendevano una Porsche per poche decine di euro e degli apparecchi elettronici come I-Pods e PlayStations dal valore di diverse centinaia di euro per pochi centesimi. Incuriosito, mi documentai sulla loro pagina http://www.bidplaza.it/t_contact.php a proposito del funzionamento di quest’idea mangiasoldi del secolo. Riassunto brevemente, l’idea geniale consiste nel fatto che si, puoi effettivamente comprare un oggetto per pochi centesimi se la tua offerta è unica (non ci sono altre persone che hanno offerto la tua cifra) e la più bassa (tutte le offerte piu basse della tua sono state prese da 2 o più persone). Piccolo particolare: per fare un’offerta devi pagare una sorta di “commissione”, che su Bidplaza al momento in cui scrivo è pari a 2,00 € Dove sta il guadagno per i proprietari vi chiederete?

Prendiamo un caso d’esempio:

– Un iPod Touch da 16 GB costa al prezzo di mercato 400 € circa.
– Bidplaza è in grado di coprire il costo dell’oggetto con sole 200 offerte (200 * 2 = 400)

Si deduce quindi, che un oggetto che ha ricevuto N offerte produce un ricavo (o una perdita, ma è un caso che non sembra mai essersi verificato visto che sembrano esserci molte persone a cui fa gola un iPod Touch a 2 euro) pari a (N – 200) * 2. Poco dite voi? Continuate a leggere.

Provai ad iscrivermi per l’appunto su http://www.bidplaza.it e provai a fare qualche puntata, anche usando l’invitante bonus di 4,00 € che viene elargito alla registrazione. Il risultato fu il seguente:

1

“Almeno un offerta unica l’ho azzeccata, peccato che non sia la più bassa” pensai. Successivamente provai a giocare anche con altri oggetti e sopprattutto facendo meno offerte (ogni click del mouse corrisponde a una spesa di 2,00 €!); il risultato fu più o meno simile.

Guardai con più attenzione il sito e ci fu una cosa che cadde al mio occhio:

2
“Vincitori ricorrenti”

Sembrava che esistessero persone più baciate dalla fortuna rispetto alle altre. TV Full-HD, iPod, Porshe, Cellulari… le ipotesi erano due:

– Quelle persone erano estremamente fortunate (cosa a cui ho creduto poco e come dimostrerò dopo questa ipotesi è completamente da escludere)
Esisteva una tecnica che permetteva a quelle persone di accapparrarsi le aste.

La domanda è… come facevano?

Per rispondere a questa e altre domande del tipo “Quanto guadagna Bidplaza?” o “Esiste un modo per ridurre statisticamente le possibilità di perdere?” ideai Bidplaza Statistics ( http://www.pierotofy.it/pages/projects/project_365.html ). Bidplaza infatti al termine di ogni asta pubblica i risultati interi o parziali di ogni oggetto e in base a quei dati, il programma permette di elaborare dei dati statistici interessanti. Non sto a spiegarvi i dettagli sul suo funzionamento ma mi limiterò a mostrare i risultati che ha prodotto (siete i benvenuti comunque a provare voi stessi il programma).

La prima domanda a cui desideravo avere una risposta era “Statisticamente, quali sono gli oggetti in cui ho maggior probabilità di vincere?”

Il risultato fu abbastanza prevedibile:

3
0,463% = 1 possibilità su circa 200 di vincere, ipotizzando che ogni altra persona effettui una e una sola offerta

Le probabilità di vincita erano minori in maniera inversamente proporzionale al valore dell’oggetto (più l’oggetto vale e più bassa era la possibilità di vincere).

La seconda domanda che mi posi fu “Statisticamente, quanto guadagna Bidplaza per ogni oggetto?”

Un po’ sbalordito, confermai alcuni dei miei sospetti:

4
Il numero di offerte era così alto che Bidplaza dalla vendita di un iPod Touch del valore commerciale di 400,00 € ricavava ben 5059,50 €. Senza contare l’offerta dell’offerente.

Il quadro era chiaro: Bidplaza stava facendo soldi a palate, alcuni utenti perdevano i soldi e una stretta cerchia di “più fortunati” invece si aggiudicava i beni per pochi centesimi di euro.

C’era solo un’ultima difficile domanda a cui rispondere: “Come vincere ed entrare in questa cerchia ristretta?”

Lavorai per un po’ di giorni al programma e creai al suo interno una funzione statistica in grado di elaborare i dati relativi alle offerte degli oggetti precedenti che identificava le cosiddette offerte “rare”. Alla base di questo ragionamento c’era il fatto che l’essere umano è una macchina che reagisce agli stimoli e che ogni nostra scelta non è puramente casuale (come il sorteggio dei numeri per il lotto). Ad esempio ogni giorno siamo bombardati di pubblicità che ci dicono quanto costa un determinato oggetto. Era ovvio che – statisticamente – esisteva ed esiste una tendenza a scegliere certi numeri rispetto ad altri.

Finita la funziona provai ad applicarla su un Nintendo Wii che in quel momento era all’asta. I risultati furono i seguenti:

5
Mi venne suggerito di puntare 2,20 € e 2,26 €. Oltre a questo è interessante notare la leggera preferenza a scegliere numeri dispari rispetto ai numeri pari

Puntai queste due cifre e i risultati furono interessanti; la mia offerta di 2,26 € al termine dell’asta rimase unica – come calcolato statisticamente – ma non fu la più bassa; c’erano infatti due offerte uniche più basse della mia.

Provai nuovamente con altri oggetti ma i risultati furono uguali se non peggiori (non azzeccai neanche un offerta). La mia domanda su come diventare uno di quei “fortunati” vincitori rimaneva ancora senza risposta. Ma non per molto.

Avendo escluso tutte le altre possibilità, rimaneva il fatto che forse questi “fortunati” giocatori facessero molte, MOLTE più offerte del giocatore occasionale che tenta la fortuna spendendo i suoi 2,00 € sperando di poter comprare un auto a poche decine di euro.

Purtroppo si signori, la verità è che esistono giocatori “professionisti” su siti come BidPlaza che – matematicamente – escludono quasi interamente i giocatori occasionali dalla possibilità di vincere.

Teoria facilmente dimostrabile: prendiamo in esempio ancora una volta il nostro iPod Touch 16 GB del valore di 400,00 euro. Supponiamo che uno di questi giocatori “professionisti” (li chiamerei piuttosto “accaniti”) ritenga che spendere 200,00 euro (la metà) sia un prezzo accettabile per un iPod. Magari poi lo può rivendere su eBay a prezzo pieno e otterrebbe un ricavo di 200,00 euro.

Sappiamo che con 200,00 euro è possibile acquistare su Bidplaza 100 offerte. Quindi lui solamente, è in grado di coprire tutte le offerte che vanno da 0,01 centesimi a 1,00 euro.

Al momento in cui scrivo, un iPod Touch 16 GB su Bidplaza è venduto al prezzo medio ponderato di 1,87 euro e coprendo tutte le offerte comprese tra 1,00 euro e 2,00 euro l’autore ha probabilità 1/2 di aggiudicarsi l’oggetto. Stesso discorso può essere fatto su beni più preziosi come i TV Full-HD (il cui prezzo è intorno ai 1.700 euro e uno di questi giocatori può considerare “accettabile” la spesa di 900 euro = 450 offerte) per aggiudicarsi l’oggetto. Senza contare il fatto che Bidplaza offre delle offerte bonus proporzionali al numero di offerte che si acquistano (più carichi l’account e più ti omaggiano). Tenendo conto che su Bidplaza esiste più di uno di questi giocatori (il che non esclude nemmeno il fatto che si mettano d’accordo, ma questa è solo un’ipotesi) fate un po’ voi il numero di possibilità che avete voi, giocatore che punta UNA sola offerta su un oggetto di vincere.

Questa mia teoria è confermata dal fatto che dai risultati di moltissime aste è possibile notare che le offerte vicine a quella vincente sono in sequenza (non ci sono offerte che non sono state giocate), segnale del fatto che uno o più giocatori “professionisti” hanno puntato un gran numero di offerte (le offerte multiple su Bidplaza sono fatte con un range, posso fare un offerta sul range che va da 1,00 euro a 2,00 euro puntando quindi su 1,01 , 1,02 , 1,03 , … , 1,99 , 2,00 in un solo colpo).

Se ne deduce che l’unico modo per poter aver qualche possibilità di vincere è quello di puntare su oggetti il quale valore non è superiore ai 100-200 euro, perchè questi giocatori non avrebbero il motivo di spendere così tanti soldi in offerte per un oggetto che vale poco. Infatti fra gli oggetti meno costosi si nota una grande varietà di vincitori.

Voi direte, “beh la macchina mi piace, io ci provo lo stesso, magari non vinco ma la possibilità di vincere c’è l’ho comunque”

Sbagliato. La possibilità di vincere una Porsche o qualsivoglia bene di alto valore in presenza di questi giocatori è pari a zero (o quasi).

Supponiamo di avere un giocatore “professionista” che effettua 100 offerte, diciamo da 0,01 a 1,00 euro.

Se ne deduce che per vincere il bene, immaginando un caso ipotetico in cui non ci siano piu altre persone che fanno offerte, noi dovremo puntare 100 + 1 offerte. Le prime 100 serviranno ad annullare le offerte del giocatore professionista, l’ultima per avere una nuova offerta unica più bassa. Quindi la nostra spesa MINIMA equivalerà alla spesa del giocatore “professionista” + 2,00.

In un caso più reale probabilmente molte di quelle 100 offerte saranno già state annullate da altri giocatori occasionali (l’unione fa la forza), peccato che al contempo voi NON sapete cosa hanno puntato gli altri giocatori occasionali; costringendovi a dover puntare tutte e 100 le offerte per avere la sicurezza di aggiudicarvi il bene.

Ciliegina sulla torta, in giro per la rete ho letto diversi commenti di gente che parlava di “Esser riuscita a tenere l’offerta unica più bassa fino a qualche ora o minuto prima del termine dell’asta”; la ragione del perchè è molto semplice. Puntare all’ultimo momento permette di impedire che colui che deteneva l’offerta unica più bassa possa ripartire alla caccia della nuova offerta vincente. Niente stupore quindi se la vostra offerta viene annullata poco prima del termine dell’asta.

Vi starete domandando quindi, è possibile vincere su questo sito oppure no? La risposta varia a seconda della vostra disponibilità di denaro:

– Se volete tentare la fortuna di tanto in tanto facendo 1 o 2 offerte per oggetto NON puntate mai su beni di alto valore come auto, TV, cellulari o qualsivoglia oggetto di valore superiore ai 100-200 euro.
– Se avete grandi quantità di denaro e siete disposti a rischiarli, con un po’ di accuratezza nella scelta delle offerte e con una buona dose di fortuna potete mirare a puntare su beni di maggior valore.
Concludo elencandovi i big delle aste al ribasso in Italia (dovete sapere che stanno spuntando come funghi ultimamente…)
http://www.bidplaza.it
http://www.youbid.it

Spero che questa mia esperienza sia di aiuto per molte persone e possa evitare unitili sprechi di soldi per ingrassare una delle idee più truffaldine e geniali dell’anno: le aste al ribasso.

Se questo articolo vi è piaciuto o pensate che possa essere interessante per qualche vostro amico che usa uno di questi siti fate passaparola!

Set 15, 2009 - Informatica    Commenti disabilitati su Più Sistemi nello stesso PC?

Più Sistemi nello stesso PC?

Virtual BoxIn tanti oramai hanno sentito parlare di macchine virtuali, ma in pochi hanno avuto il coraggio di

PROVARNE LA POTENZA!!

Sun Microsystem mette a disposizione i pacchetti per l’installazione sia su Linux che Mac che Winzozz (anche se installare macchine virtuali sullo zozzone la vedo una cosa abominevole oltre che stupida).

Prima Parte: Installazione di Virtual Box

Riporto e traduco la pagina tratta dal sito ufficiale VirtualBox 3.0.6 per Linux

Nota: I pacchetti devono corrispondere all’architettura del kernel, che è, se state utilizzando un kernel a 64-bit, l’appropriato package (non cambia se avete CPU AMD o Intel). Le installazioni miste (es. Debian/Lenny ships e AMD64 kernel con 32-bit packages) non sono supportate. Per installare VirtualBox comunque avrete bisogno di settare il chroot a 64-bit.

Scegliete il pacchetto appropriato per la vostra distribuzione Linux:

[nota: prederò in considerazione Ubuntu 9.04]

  • Per chi usa distribuzioni “Debian-based”: Aggiungete la linea dei sorgenti nel vostro file /etc/apt/sources.list:
      deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian jaunty non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian intrepid non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian hardy non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian gutsy non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian dapper non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian lenny non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian etch non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian sarge non-free
    deb http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian xandros4.0-xn non-free

    E’ possibile anche inserirla direttamente in Synaptic:

Impostazioni > Repository > Software di terze parti > Aggiungi
Virtual Box
Virtual Box
Virtual Box
  • La chiave pubblica Sun per apt-secure può essere scaricata da quì. Potrete aggiungere la chiave da terminale con il seguente comando:
      sudo apt-key add sun_vbox.asc 
 [ Preciso che la cliccando sul link, apparirà una pagina come questa: 
Virtual Box
Sarà sufficiente scegliere l’opzione: File > Salva con nome
E salvare il file sun_vbox.asc in una cartella a vostra scelta (dove avete scaricato il pacchetto suillustrato).
E’ poi ovvio, ma neppure tanto, che il comando:
 sudo apt-key add sun_vbox.asc 

Funzionerà solo se indicate anche il corretto percorso es.:

 sudo apt-key add /home/Geoline/Scrivania/VBox/sun_vbox.asc 

Se avete scaricato i file in una cartella nella scrivania (chiamata VBox).]

  o, [meglio ancora], combinare il download e la registrazione con: 
  wget -q http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian/sun_vbox.asc -O- | sudo apt-key add -

La “key fingerprint” è

  AF45 1228 01DA D613 29EF 9570 DCF9 F87B 6DFB CBAE
Sun Microsystems, Inc. (xVM VirtualBox archive signing key) <info@virtualbox.org>

Per installare VirtualBox, digitate

  sudo apt-get install virtualbox-3.0

Replace virtualbox-3.0

  • by virtualbox to install VirtualBox 1.6.6
  • by virtualbox-2.0 to install VirtualBox 2.0.10
  • by virtualbox-2.1 to install VirtualBox 2.1.4
  • by virtualbox-2.2 to install VirtualBox 2.2.4

Nota: Gli utenti Ubuntu potrebbero voler installare il pacchetto dkms (non disponibile su Debian), al fine di garantire che i moduli del kernel VirtualBox host (vboxdrv, vboxnetflt e vboxnetadp) siano correttamente aggiornati se cambia la versione del kernel di Linux nel corso dei prossimi apt-get upgrade.

Virtual Box

Volendo verificare la corretta installazione potrete fare doppio click sul file .deb del pacchetto (aprendolo con il gestore pacchetti Synaptic).

Synaptic vi dirà che il pacchetto è già installato.

Ora non ci resta che creare il lanciatore e si potrà cominciare ad usare Virtual Box. Chi non sapesse creare il lanciatore, potrà postare un messaggio e riceverà le istruzioni  ;-))

Ricordatevi di verificare sempre con l’MD5 sum l’integrità dei pacchetti scaricati.

OK. Per adesso, può andare; la prossima parte, riguarderà:

l’installazione di XP all’interno di Ubuntu.

Ago 29, 2009 - Politica    1 Comment

Conflitto Israelo-Palestinese

Capire Il TortoSe ci fosse più informazione …

Palestina Israele

e se avessimo un giornalismo indipendente dalle Lobby

 

 


territori palestina 1946 2000

 

 

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OGNI COMMENTO E’ DECISAMENTE GRADITO e concorrerà all’affinamento del post.

Fonte: YouTube

In seguito ad una gradita segnalazione, desidero integrare il post con il contenuto di Uniroma.tv riguardante il punto di vista “dal basso”.