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Apr 17, 2011 - Politica, Truffe    1 Comment

Inadempimenti Contrattuali ….

Contratto_con_gli_Italiani

Contratto con gli ItalianiDedicato al club dei “meno male che Silvio c’è”.

Dopo aver seguito l’intervento del Presidente del Consiglio di ieri sera su TG24, ho focalizzato un fatto ineluttabile: i “giovani” del Popolo della LIBERTA’ (libertà è sicuramente un eufemismo) hanno la memoria davvero MOLTO corta.
Prego quanti aficionados caschino in questo blog a scrivere un commento, ma non di frasi offensive, giusto qualcosa che riesca a farci capire il motivo di cotanta prostrazione e sudditanza amorevole.
Una domanda: se stipulate un contratto ed una delle parti lo disattende, cosa accade?
Ricordate il: “Contratto con gli italiani” tra Silvio Berlusconi ed I SUOI ELETTORI?
Beh si, lui al momento lo illustrò stipulato con TUTTI gli Italiani, ma è chiaro che “scopo del contratto” era la vittoria elettorale; chi NON L’HA VOTATO HA DISATTESO IL CONTRATTO e non può lamentarsi per quanto non rispettato dalla controparte. Ma CHI LO HA VOTATO??
Non sarà un filino deluso per il mancato adempimento?
E non solo nella legislatura precedente, ma neppure nella successiva! (quella attuale) nella quale si occupa di tutt’altro.


Contratto con gli italiani tra Silvio Berlusconi nato a Milano il 29 settembre 1936 leader di Forza Italia e della Casa delle Libertà, che agisce in accordo con tutti gli alleati della coalizione, e i cittadini italiani si conviene e si stipula quanto segue.

Silvio Berlusconi, nel caso di una vittoria elettorale della Casa delle Libertà, si impegna, in qualità di Presidente del Consiglio, a realizzare nei cinque anni i seguenti obiettivi:

  1. Abbattimento della pressione fiscale:
    • con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui; [11362,05 Euro ndr]
    • con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui;
    • con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui;
    • con l’abolizione della tassa di successione e della tassa sulle donazioni.
  2. Attuazione del “Piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini” che prevede tra l’altro l’introduzione dell’istituto del “poliziotto o carabiniere o vigile di quartiere” nelle città, con un risultato di una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali 3 milioni.
  3. Innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di lire al mese.
  4. Dimezzamento dell’attuale tasso di disoccupazione con la creazione di almeno 1 milione e mezzo di posti di lavoro.
  5. Apertura dei cantieri per almeno il 40% degli investimenti previsti dal “Piano decennale per le Grandi Opere” considerate di emergenza e comprendente strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche, e opere idro-geologiche per la difesa dalle alluvioni.

Nel caso che al termine di questi 5 anni di governo almeno 4 su 5 di questi traguardi non fossero stati raggiunti, Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni politiche.

In fede,

                                                                               Contratto con gli Italiani

Il contratto sarà reso valido e operativo il 13 maggio 2001 con il voto degli elettori italiani.


Ebbene?

Nov 11, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Teste di Craxi

Teste di Craxi

berlusconi-preservativo

L’ottavo Nano: Trombolo.

Craxi fu cacciato con un lancio di monetine, con Berlusconi usiamo i preservativi. Per il corrotto Craxi monetine al coro di “ladro, ladro!”
Per lo stupratore della democrazia Berlusconi preservativi al coro di “porco, porco!” Contro i moralismi del Vaticano diamo il via alla campagna “Sesso sicuro per il Cavaliere!”
…sia mai che attacchi le piattole a qualche povera bambina…
… o al povero Emilio Fede!


Ed intanto, Signori del genere (Giovanardi in testa) si “fregiano” di attuare politiche attive a favore delle Famiglie.
LORO!
Che non fanno altro che fare sfoggio di puttane e VIAGRA!!!

Giustamente, al Forum Famiglie, il presidente Francesco Belletti ha dichiarato: “Ci dispiacerebbe che l’attenzione mediatica si concentrasse su altre questioni”. Evidenziando quanto la sua presenza (ma io avrei ben ampliato il ventagio di nomi) sia di dubbio gusto e non cewrto inerente l’argomento di che trattasi. A dir poco…
…. IBARAZZANTE.
Eufemismo puro.

Fonte: signoraggio.it

Ago 18, 2010 - Politica    1 Comment

Servizi Segreti e Presidenza del Consiglio

Di_Pietro_02.jpgL’ ex Pm su ” Oggi ” spiega le sue dimissioni: mi aspettavo vendette e da privato potevo difendermi meglio

” Dossier dei Servizi su Di Pietro “

Di Muccio (FI) smentisce il Sisde: si intitola ” Achille ” , ci sono anche carte di Craxi

E’ vero: i servizi segreti spiavano Di Pietro. La clamorosa conferma . che smentisce quanto sostenuto sino a oggi dai responsabili dei servizi . arriva da Roma. Al termine di una lunga audizione di Lamberto Dini al Comitato parlamentare di controllo, l’ onorevole Pietro Di Muccio (Forza Italia) ieri sera ha rivelato che e’ stato scoperto un fascicolo, nome in codice “Achille”, contenente informazioni sull’ ex pm di Mani pulite. Il dossier potrebbe gia’ essere sul tavolo del pm Fabio Salamone che, nell’ ambito delle indagini sui tentativi di delegittimazione denunciati da Di Pietro, ha aperto la scorsa estate uno stralcio sul ruolo dei servizi segreti. Un ex agente del Sisde, Roberto Napoli, aveva rivelato a Di Pietro che il capo del Centro 1 di Roma gli aveva affidato nel ‘ 92 l’ incarico di indagare su Di Pietro. Salamone nel corso di una trasferta romana interrogo’ l’ allora capo del Sisde, Angelo Finocchiaro, che smenti’. Contemporaneamente chiese al comitato per i servizi di avere copia del rapporto che Napoli fece dopo non aver scoperto nulla contro il magistrato. Quelle carte, insieme con altre, sono state poi trasmesse alla procura di Brescia che ha avuto cosi’ conferma della veridicita’ del racconto di Napoli. Nel dossier “Achille” sarebbero contenuti anche i fascicoli trovati nello studio romano di Craxi. Di Muccio, le cui dichiarazioni sono state confermate da altri componenti del Comitato, ha sottolineato che i responsabili dei tre servizi, interpellati ufficialmente, avevano negato l’ esistenza di fascicoli su Di Pietro. E cosi’ ora si preannuncia una bufera. Il presidente del Consiglio Dini, che ha anche affrontato il tema dei 45 dossier del Sisde raccolti tra il ‘ 93 e il ‘ 94, si e’ impegnato a fare chiarezza e ha annunciato la costituzione, al ministero dell’ Interno, di una commissione di inchiesta (1) che dovra’ verificare i criteri con cui furono individutati e allontanati molti appartenenti al Sisde dopo la vicenda dei fondi neri. E intanto l’ inchiesta bresciana sull’ ex pm di Mani pulite sta arrivando al capolinea. I pm Salamone e Bonfigli prevedono di depositare le loro richieste al gip entro 10 giorni. Il principale filone di indagini, in cui Di Pietro viene chiamato in causa da piu’ parti, e’ quello sull’ informatizzazione degli uffici giudiziari, per il quale l’ ex magistrato e’ stato iscritto nel registro degli indagati con l’ accusa di abuso d’ ufficio. Nel corso dell’ ultimo interrogatorio, il 29 novembre, gli sarebbe stata contestata l’ accusa di concussione. Due sono gli episodi al centro dell’ inchiesta. Il primo riguarda un decreto approvato nel gennaio ‘ 90 dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Funzione Pubblica Remo Gaspari (che da Di Pietro era stato inquisito per peculato), in cui Tonino veniva nominato direttore responsabile del progetto di informatizzazione degli uffici giudiziari milanesi. Quel decreto venne poi corretto da Gaspari poco prima della registrazione alla Corte dei Conti e il nome di Di Pietro fu sostituito con quello del presidente della Corte d’ appello. L’ altro episodio risale a luglio ‘ 91. L’ ex assessore dc Francesco Rivolta . inquisito da Di Pietro per la vicenda di Lombardia Informatica . ha raccontato ai pm bresciani che il comandante dei vigili urbani di Milano, Eleuterio Rea, amico di Tonino, ando’ da lui e fece pressioni affinche’ fossero attivati canali politici che avrebbero consentito al magistrato di diventare capo dell’ Ufficio automazione del ministero. Rivolta dice che ne parlo’ al segretario regionale della Dc Gianstefano Frigerio e a quello del Psi, Andrea Parini. Entrambi hanno confermato, ma Rea nega tutto. E ieri, durante un confronto di due ore con Rivolta, entrambi sono rimasti sulle rispettive posizioni. Rea dice che quell’ incontro non ci fu e che nel ‘ 91 i rapporti con Di Pietro si erano interrotti. Intanto, nella sua rubrica sul settimanale “Oggi”, Di Pietro torna a parlare dei motivi delle sue dimissioni. “Era l’ unica contromossa possibile . spiega . per salvaguardare la bonta’ dell’ inchiesta: togliermi di mezzo come rappresentante istituzionale e affrontare da privato cittadino la vendetta”. Quella vendetta, dice, compiuta contro di lui da diverse persone (“politici e non”) perche’ aveva “osato mettere sotto processo e far condannare l’ intera nomenclatura politico imprenditoriale italiana”.

Corvi Luigi

Pagina 12
(13 dicembre 1995) – Corriere della Sera

Il 18 ottobre 1993, arriva una riforma dei servizi segreti. I nuovi servizi segreti sono accentrati nel coordinamento e nella gestione, e posti alle dirette dipendenze del presidente del consiglio, anziche’ di una commissione parlamentare come era prima.

Con la vittoria alle elezioni del 10 maggio 1994, Berlusconi eredita tale ruolo divenendo presidente del consiglio. Il sei dicembre dello stesso anno Di Pietro da’ le dimissioni dalla magistratura, perche’ c’e’ un’inchiesta del GICO e Il Sabato pubblica un dossier contro di lui. La sorgente e’ il SISDE, e il dossier si chiamava “Achille”.

Dopo la riforma del tre agosto 2007, i servizi segreti sono raggruppati sotto il comando della Presidenza Del Consiglio. Silvio Berlusconi ne e’ tutt’ora comandante.
Ha potere assoluto?
La risposta e’ NO, perche’ esiste il COPASIR, ovvero il comitato parlamentare per la sicurezza per la repubblica.

Durante la XV legislatura, il comitato era guidato (fino a gennaio 2010) , da Francesco Rutelli. Succedono tutte le infiltrazioni nella vita privata di Berlusconi, si fotografa il presidente nella sua villa sarda, e tutto quanto.

Il 26 Gennaio 2010, Massimo D’Alema, (da sempre allergico e polemico verso lo strapotere dei magistrati, per via di alcuni trascorsi giudiziari non proprio trasparenti(2) ) diventa presidente del COPASIR, ELETTO ALL’UNANIMITA’. E da quel momento, le intrusioni nella vita privata condotte dai magistrati iniziano a diminuire  di intensita’, fino a quasi scomparire.

(1) Stralci dal documento pubblicato sul Sito del Sisde Il 20 febbraio 1996, la Procura della Repubblica di Milano ha fatto pervenire al Comitato alcuni documenti sequestrati nel procedimento penale n. 9260/95 R.G.N.R., a carico di Francesco Nanocchio più altri ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza, per il reato di associazione per delinquere. Essi rivelano un complesso ed intenso lavoro volto a raccogliere note informative sui magistrati (tra i quali il dottor Di Pietro, il dottor Colombo ed altri), sulla loro vita, sulle indagini, sui rapporti dell’uno o dell’altro con i colleghi e con individuati elementi della polizia giudiziaria. Si riferiscono presunte scorrettezze, che poi verranno contestate nelle ispezioni, dall’autunno del 1994 in avanti. E’ insomma un’attività che può denominarsi di “dossieraggio”, nella quale rientrano fra l’altro le stesse insinuazioni contro il dottor Di Pietro utilizzate a più riprese dall’on. Bettino Craxi e da altre fonti (su cui si veda la precedente Relazione del Comitato, in data 26 ottobre 1995).

Durante l’autunno del 1994 – occorre ricordarlo – numerose copie del dossier risultano essere state in circolazione. Si è tra l’altro accertato che una di esse era allora nella disponibilità di Paolo Berlusconi. In relazione alla formazione e all’uso del dossier come illecito strumento di pressione, per indurre Di Pietro a dimettersi, la Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio di Paolo Berlusconi e dell’ex ministro Cesare Previti, per il reato di concussione in concorso con gli ispettori ministeriali Dinacci e De Biase.

Nella Relazione, presentata al Parlamento il 27 luglio 1995, il Comitato aveva scritto: “Occorre d’altra parte osservare che l’allontanamento di un certo numero di appartenenti al Servizio, nel biennio 1993-1994, è avvenuto sulla base di criteri incerti, mentre rimanevano al loro posto funzionari che hanno svolto compiti rilevanti durante gli anni più oscuri, collaborando con i dirigenti coinvolti nella spartizione illecita dei fondi riservati e senza accorgersi dei gravi abusi commessi”. Le posizioni vanno riesaminate e, se vi sono state ingiustizie, devono essere rimosse.

Top VI Conclusione

La presente relazione non dà conto analiticamente di tutte le attività svolte e di tutti i documenti acquisiti negli ultimi mesi, relativi alla ordinaria attività di controllo. Sono stati trasmessi al Comitato, dall’inizio della legislatura, 669 documenti e si sono tenute 72 sedute del plenum e 10 riunioni dell’Ufficio di Presidenza. Il Comitato ha svolto 49 audizioni.
A conclusione dei propri lavori, il Comitato ha voluto affrontare soltanto alcune questioni più rilevanti, che non ha ritenuto di lasciare sospese, nel momento in cui si interrompeva la legislatura.
Per i profili più generali di analisi del sistema di informazione e sicurezza e per le proposte di riforma che si possono consegnare all’attenzione del futuro Parlamento, il Comitato rinvia alle precedenti Relazioni e soprattutto alla prima, del 6 aprile 1995.
Dall’analisi delle situazioni controverse di cui anche questa Relazione si occupa, risulta nettamente confermata l’urgenza che le linee già indicate dal Comitato siano al più presto discusse dal Parlamento e tradotte in atti legislativi conseguenti.
Per quel che riguarda il potenziamento del controllo parlamentare, oltre a tutte la proposte già avanzate, si sottolinea l’esigenza che il Comitato, almeno per alcuni specifici settori di attività (o per individuati oggetti di indagine) possa valersi dei poteri che l’articolo 82 della Costituzione riconosce alle Commissioni parlamentari d’inchiesta.

Quindi: FUFFA
Fonte: Corriere.it
Ago 10, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Fini & Co.

Fini & Co.

Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini, e il fratello Giancarlo

Stato LIBERO?

Repubblica fondata sul Lavoro?, ma di chi?

A dimostrazione di quanto avviene, sotto in nostri occhi, ma SOLO per chi sà guardare, un esempio di come funzioni la Repubblica fondata sulle Banane, attualmente quelle di Papi chulo e dei suoi Berluscones.

Si, prima del nanetto gli altri hanno fatto lo stesso, ma adesso è di Lui che ci interessiamo in quanto artefice di vane promesse da ripuliutore di Caste di Sinistra incancrenite nell’arco dei precedenti 50 anni di repubblica (dei fichi secchi).

Un esempio palese?

La querelle con il sig. Fini, che dal MSI ha ben pensato di mettersi la Kippà, leccare il soprascroto degli Israeliani (perchè almeno questo gli è apparso subito chiaro: non si stà al potere se non hai gli AMICI GIUSTI) e “sdoganarsi” ai più.

Già, peccato che chi lo ha sostenuto fino a ieri, già non gli perdonasse il PDL, (elettori di MSI/AN non gradiscono il mafionanetto pupillo di Craxi).

Ed ora, che ha spaccato i piatti in casa PDL, saltano fuori gli “scheletri dell’armadio” di casa. Anche Lui, come nella migliore tradizione parlamentare, sposato, divorziato, accoppiato a moglie d’altri magari più giovani di 20 anni, ma OSTENTATAMENTE Cattolico ed osservante del “Baciamanesimo” . Si è accoppiato con tal Elisabetta Tulliani (ex di Luciano Gaucci, scampato all’arresto per Bancarotta fraudolenta con la FUGA a Santo Domingo, che solo per aver avuto lo stomaco di averglielo succhiato, non ni ci sarei neppure avvicinato al cinema) e, avendo pestato la forfora al Presidente del Consiglio, si trova nei guai lui, lei, il fratellino Giancarlo (che usufruiva di una casa a Montecarlo la cui provenienza è ancora tutta da accertare) e la mammetta dei due  tal Francesca Frau alla quale, la RAI (mica Mediaset) ha chiuso le porte contrattuali per contratti in essere PROBABILEMNTE sponsorizzati dal Più amato dalla Sinistra di questi giorni.

A dimostrazione della mia tesi, il fatto che certi CAZZI, siano venuti fuori proprio adesso che è diventato antipatico al fidanzatino basso.

Meditate, gente, meditate….
… e chiedetevi: CHI comanda in RAI?

Ed ancora: in questo modo, otterrà le dimissioni di Fini?

E pensare che tutto ha avuto inizio da: “L’eroe è Paolo Borsellino. Mangano è un cittadino condannato per mafia, certamente non è un eroe”

Ovvio, direte, ma non sono parole mie, ma del sig. Fini pronunciate in via D’Amelio davanti al popolo delle ‘agende rosse’ hanno rappresentato l’inizio dello scontro politico più aspro degli ultimi anni.


La Rai chiude la porta ai Tulliani

Niente contratto alla società della madre, sospesa una miniserie che avrebbe Giancarlo tra i produttori

caso tulliani

La Rai chiude la porta ai Tulliani

Niente contratto alla società della madre, sospesa una miniserie che avrebbe Giancarlo tra i produttori

ROMA – La voce circolava da giorni ma ieri, dal settimo piano di viale Mazzini, è arrivata un’informale quanto autorevole conferma: addio a ogni contratto Rai per Francesca Frau, madre di Elisabetta e Giancarlo Tulliani. Dal prossimo autunno non lavorerà più né per Raiuno né per altre reti Rai. «Non è previsto alcun suo contratto», assicurano negli uffici tra la direzione generale di Mauro Masi e il consiglio di amministrazione.

C’è formalmente una ragione legata al palinsesto: Caterina Balivo non condurrà più «Festa Italiana», programma di punta del pomeriggio di Raiuno. Lì la società At Media (Absolute Television Media, per il 51% di Francesca Frau, fondata soltanto nel 2009) proprio nella stagione 2009-2010, aveva ottenuto un bel contratto: per assicurare in appalto esterno (in una trasmissione che nel 2008-2009 era stata interamente prodotta dalla Rai) lo spazio «Per capirti», dedicato al contrasto tra genitori e figli, aveva concordato un compenso di 8.120 euro a puntata.

Moltiplicati per le 183 puntate previste, si arriva a un milione e mezzo di euro. La Balivo traslocherà da settembre su Raidue per dare manforte al pomeriggio. La decisione originaria della fine del contratto appartiene al direttore Mauro Mazza (area Fini). Il quale ha detto ai suoi che la decisione è legata a motivi «squisitamente editoriali» proprio per il trasloco della Balivo.

Comunque sia, la At Media, a nemmeno un anno dalla sua fondazione e dopo una stagione con un ottimo contratto, da ottobre si ritroverà senza impegni con la Rai. Niente Balivo, certo. Ma sono in molti a parlare di inequivocabili «suggerimenti» arrivati dai piani alti, per motivi di palese opportunità, ai responsabili delle reti generaliste. Facile immaginare che sarà molto complicato, anche in futuro, per la At Media riaprire un dialogo con viale Mazzini. Altra questione non secondaria.

Nella sua ultima riunione il Consiglio ha rinviato la firma del contratto per la miniserie tv in due puntate «Mia madre», diretto da Ricky Tognazzi (ormai realizzato e in fase di post-produzione). La proprietà della casa produttrice era stata definita «opaca» spingendo a una approfondita indagine. Si tratta della Ellemme Group, capitale sociale di 120.000 euro che fa capo a due società londinesi. Cioè la Elmold ltd e la Art Gold ltd, con sede a Charlton Street a Londra. La presidenza della società è affidata a Massimo Ferrero, discusso ed effervescente produttore televisivo. Con una decisione che ha sorpreso molti, Rai Cinema ha già preparato un contratto che prevede un minimo garantito di 600 mila euro (considerato dagli esperti Rai abbondante rispetto a una previsione di incassi nelle sale dopo il passaggio televisivo) con una partecipazione Rai alla produzione prossima ai cinque milioni di euro. La «opacità» era legata non solo alle due società britanniche ma anche alle voci insistenti che circolavano alla Rai, e arrivate fino al Consiglio, di una possibile partecipazione occulta di un altro partner: Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, mai titolare di un vero e proprio contratto con la Rai ma per mesi insistente sponsor di varie iniziative. Così insistente da aver causato la rottura dei rapporti pluridecennali tra Guido Paglia e Gianfranco Fini. Gli avvocati delle parti hanno recisamente smentito il collegamento Tulliani-Ferrero. Infatti l’«investigazione» avrebbe escluso ogni ombra sulla Ellemme.

Sono ore in cui la Rai ribolle di chiacchiere e pettegolezzi sui Tulliani. C’è chi sottolinea che la nomina di Paolo del Brocco ad amministratore delegato di Rai Cinema sarebbe arrivata non solo dopo l’ipotesi di contratto con Ferrero ma anche dopo l’acquisto, da parte della Rai, di tre film proposti da Federico Passa, con cui Tulliani aveva incontrato molti dirigenti Rai (incluso Paglia) chiedendo di inserirsi nel «circuito» dei diritti Rai. Ma senza alcun successo.

Fonte: corriere.it

Ago 8, 2010 - Politica    3 Comments

De Benedetti? Pessimi Amici

De Benedetti Bush Bin LadenHo trovato un articolo interessante con un passo MOLTO INTERESSANTE alla fine dell’articolo.

Si tratta di una intervista a Carlo De Benedetti rilasciata a Barbara Palombelli, moglie dell’ex Sindaco di Roma nonchè ex candidato premier PERDENTE alle elezioni politiche del 2002 Francesco Rutelli.

Corriere del 14.12.2002: Carlo De Benedetti racconta che il 10 settembre 2001 era a cena a Washington, al National Building Museum, con Bush senior e la famiglia Bin Laden, tutti invitati dal Gruppo Carlyle.


Tratto da: Logo EFFEDIEFFEche lo indica come un articolo del 14 Dicembre 2002, ma sul sito del Corriere NON vi è traccia. Si tratterebbe di capire se si tratti di articolo pubblicato SOLO in forma cartacea (e non inserito nel sito nè nell’archivio del sito) o se sia stato RIMOSSO ad hoc.

Vi rimando alla letture del Post originale del 25 Aprile 2008.

Ritaglio in formato ORIGINALE ….
Ago 8, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Non sanno che pesci prendere ….

Non sanno che pesci prendere ….

35202-bersani.jpgTratto da: Il Tempo on-line

Ancora non l’avete capito?

Non sanno più che cazzo inventarsi, sono storditi dalle lamentele sulla Crisi Economica (si, giusto delle lamentele, perché Lorsignori, la crisi NON HANNO IDEA COSA SIA) ED ORA, PER TENERCI “IMPEGNATI” si inventano una Crisi di Governo.

Quell’inqualificabile del Co-Fondatore del PDL, se avesse potuto avere una chanche con i suoi elettori, finalmente soddisfatti per la ridistinzione dal Nanetto tricotrapiantato, ha invece buttato tutto alle ortiche astenendosi durante la votazione sulla sfiducia del sottosegretario Caliendo. Ha perso l’unica occasione di racimolare qualche voto “fresco”.

bocco.jpgAdesso, giusto Bocchino, può votarlo.

Ciopremesso, gli altri non stanno mica meglio, si stracciano le vesti su Niki Vendola, che però NON è gradito a personaggi come la Donna “più Bella che intelligente” ed altri ex DC che ancora tremano all’idea che “toccarsi è peccato” ma farsi fare un lavoretto, anche con qualche riga, basta che non si sappia in giro…

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Elezioni sì, elezioni no
L’opposizione si divide

Di Pietro e Vendola vogliono andare al voto. Bersani e Rutelli preferiscono il governo di transizione. E nel Pd gli ex Ppi pronti a dare battaglia.

Saranno il tormentone dell’estate. Eternamente sospese tra chi le chiede perché le vuole, chi le chiede perché non può in alcun modo dare l’impressione di temerle e chi le teme, quindi, non le chiede. Sono le elezioni anticipate, il nuovo spettro che aleggia sul dibattito politico nazionale. Uno spettro che crea problemi soprattutto nel campo dell’opposizione. A testimonianza che Silvio Berlusconi, nonostante la dipartita della truppa finiana, per ora può dormire sonni tranquilli. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, infatti, continua a ripetere la sua formula magica: la maggioranza è in crisi, noi non temiamo le urne, ma adesso serve un esecutivo di transizione che cambi la legge elettorale. La priorità indicata non è casuale. I Democratici non hanno un candidato da opporre al premier che, si votasse domani con questo sistema, potrebbe coronare il sogno di guidare il Paese in tandem con la Lega e senza «rompiscatole» (Gianfranco Fini secondo i sondaggi non otterrebbe neanche la percentuale minima per entrare in Parlamento). Ma Bersani deve anche difendersi dall’opa ostile lanciata sul suo partito da Nichi Vendola e Antonio Di Pietro.

Non a caso i due spingono per andare subito alle elezioni. Il primo avrebbe infatti la possibilità di giocarsi la partita della leadership, mentre il secondo potrebbe lucrare voti ai danni del Pd. Non a caso l’ex pm ha inviato una lettera aperta (pubblicata su Repubblica) al leader democratico: «Riteniamo che le opposizioni, piuttosto che affannarsi continuamente nel prefigurare o auspicare cose che non dipendono né da noi né da Voi, quali larghe intese, governi tecnici o governissimi che dir si voglia, dovrebbero senza ulteriori indugi riunirsi e mettere in campo al più presto idee, progetti e uomini che rappresentino l’alternativa al governo. Ricostruiamo, insieme, una coalizione innovatrice e capace di vincere le sfide del cambiamento». Bersani per ora prende tempo («bisogna accorciare le distanze tra le forze di opposizione, ma non si può un giorno darsi i calci negli stinchi e il giorno dopo fare il partito unico, i partiti non si fanno col predellino») anche perché aprire a Di Pietro, o a Vendola, significherebbe dover fronteggiare la rivolta dell’anima ex Ppi del partito.


Stasera [il 10 Agosto scorso n.d.r.] una sessantina di parlamentari si riuniranno al ristorante «La Capricciosa» con Giuseppe Fioroni, nel frattempo lanciano avvertimenti. «Berlusconi e Di Pietro – spiega il senatore Lucio D’Ubaldo – hanno entrambi interesse alle elezioni anticipate. Tutto il ciclo della Seconda Repubblica è dominato dalla puntuale convergenza degli opposti. Fini ha perlomeno un merito: strappando, chiude questo ciclo. Ora è lui che potrebbe guidare l’alternativa a Berlusconi? Se così fosse, dovremmo certificare il fallimento del Pd. Per questo Bersani non può che sbarrare le porte all’avventura vendoliana e dare un contenuto forte alla possibile transizione di governo. Dobbiamo pertanto, senza ambiguità, spostare al centro l’asse della politica riformista». E lungo questa strada il Pd potrebbe trovare un compagno. Francesco Rutelli, infatti, applaude ad una soluzione di transizione. Mentre Pier Ferdinando Casini preferisce parlare di un governo di responsabilità nazionale. Non riescono a mettersi d’accordo manco sui termini.

Nicola Imberti

02/08/2010

Lug 31, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Voti per Berlusconi?

Voti per Berlusconi?

berlusconi_BIG.jpg

La nostra rivista la Destra affronta argomenti legati alle culture de la destra e intervista personaggi di tutte le destre da Gianfranco Fini a Gianni Alemanno a Silvio Berlusconi a Francesco Storace a Giano Accame a Marcello Veneziani a Maurizio Gasparri ma anche le destre liberali monarchiche cattoliche e le piu estreme come quelle di Alessandra Mussolini, Roberto Fiore, Adriano Thilgher e Luca Romagnoli.

La casa editrice Nuove Idee pubblica riviste, libri e più in generale si occupa di cultura di Centro-Destra.
L’obiettivo ambizioso dell’editore: Luciano Lucarini è quello di smontare lo stereotipo che vede la cultura italiana ad esclusiva appartenenza di una classe di sinistra.

Le nostre pubblicazioni si rivolgono quindi ad un pubblico di Centro-Destra per tenerlo sempre aggiornato circa tutti gli sviluppi della politica italiana. In particolare la nostra rivista “La Destra” è oggi una delle più apprezzate testate del panorama politico italiano con più di 20.000 lettori abbonati.


Unica raccomandazione: evitare di star male dalle RISATE!!

Fonte: destra-dx.it

Lug 18, 2010 - sport    Commenti disabilitati su Berlusconi vuol vendere il Milan?

Berlusconi vuol vendere il Milan?

gaudente.jpgBerlusconi: “Ho visto il bilancio del Milan e sono svenuto”

pubblicato: giovedì 15 luglio 2010 da Antonio D’Avanzo

Dzeko al Milan? Se Galliani è pessimista, Berlusconi ancor più. E’ un’operazione molto difficile, a giudicare dalle eloquenti frasi, appena pronunciate da Silvio Berlusconi, sul bilancio del Milan. Più che di una sommaria analisi si è trattato di una battuta amara. Berlusconi ha accennato, durante una cena, alla salute finanziaria del Milan e ha confermato il difficile momento economico. Nel Milan ci ho messo 427 milioni in sette anni, tutti di tasca mia. Poi ho visto il bilancio e sono svenuto”, ha affermato il Presidente del Consiglio alla cena milanese per l’anniversario della rivista Capital. “Il Milan? Signora – dice rivolto alla più scatenata delle fan – se lei ha 427 milioni glielo vendo“.

La fase dell’austerity rossonera, dunque, continua e forse non permetterà nemmeno di sognare ai tifosi rossoneri. Se su Ronaldinho i dirigenti rossoneri smentiscono le voci di un passaggio al Flamengo, a questo punto, diventa alquanto improbabile un acquisto di grido come Ibrahimovic o Dzeko. E’ Berlusconi che decide ed a lui spetta l’ultima parola. E di mettere in vendita il club, almeno per il momento, non se ne parla. Parole ancora una volta pronunciate da Berlusconi a metà maggio, qualche giorno dopo la pesantissima contestazione dei tifosi rossoneri:

La contestazione? Dopo tutto quello che ho fatto… Sono amareggiato, non lo merito. Sono stato io a portare questa squadra sul tetto del mondo, li ho fatti sognare e vengo ripagato così. Vendere il Milan mi costerebbe in termini di popolarità. Non è una decisione facile. Vi ricordate quando ho venduto Kakà? Ci ho rimesso tre punti alle europee. E poi con la crisi economica che c’è non è facile trovare un compratore”.

Fonte: calcioblog.it

Lug 17, 2010 - Religioni    Commenti disabilitati su Ci era sfuggita la “Norma SALVAPRETI”?

Ci era sfuggita la “Norma SALVAPRETI”?

berlusconi_baciamano_papa.jpgDECRETO ANTI INTERCETTAZIONI: SPUNTA LA NORMA “SALVA PRETI”

Tra le norme previste dal governo Berlusconi, l`obbligatorietà di avvisare il Vaticano nel caso sia indagato un membro del clero.

Tra le varie norme previste dal decreto anti intercettazioni, presentato ieri in Consiglio dei Ministri, ce n’è una, passata quasi in sordina nei media nazionali, che riguarda i rapporti tra lo Stato e il Vaticano.

Dopo i 4 miliardi di tasse dei contribuenti trasferiti ogni anno al clero (come ampiamente documentato dal libro di Curzio Maltese basato sulle sue inchieste per la Repubblica LEGGI >); dopo l’esenzione Ici alle attività economiche del clero (LEGGI QUI > e QUI >) che, in capo ad una normale azienda commerciale, pesa due volte in quanto non rappresenta un costo deducibile (per fare un esempio, una pensione di 10 stanze paga circa trentamila euro di ICI l’anno almeno, e tale costo poi concorre a far reddito ai fini Irpeg; una pensione analoga posseduta dal clero non paga nulla); ora è stata creata anche una norma ‘salva preti’.

Infatti nel decreto anti intercettazioni del governo Berlusconi è previsto che, nel caso le indagini riguardino un membro del clero, il vescovo competente debba essere avvisato pena l’annullamento dell’indagine. Non bastasse, se ad essere indagato è un vescovo (vedi il caso Bagnasco a Genova) ad essere avvisato è il  Vaticano stesso. Questo vuol dire che, nel caso dei membri della Chiesa, per indagare un cittadino italiano si deve chiedere il permesso ad un capo di stato straniero.

Ricordiamo che anche nel decreto Mastella, approvato da una sola delle due Camere nella passata legislatura, era stata presentato un provvedimento simile.

di Giorgio Lazzarini

Tratto da: gay.tv

Mag 10, 2010 - sfoghi    Commenti disabilitati su Italia: Repubblica fondata sul… Fanculo!

Italia: Repubblica fondata sul… Fanculo!

Repubblica
E per chi insiste con Destra e Sinistra…

OGNI COMMENTO E’ DECISAMENTE GRADITO e concorrerà all’affinamento del post.

Aggiornamento: Il filmato RISULTA “rimosso dall’utente”. Ci credete?

Fonte: YouTube

 

e quindi ne devo trovare uno simile

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