Ago 5, 2010 - opinioni    1 Comment

I prezzi con le multinazionali crescerebbero di 5 volte

Formigoni il 5 agosto, con un blitz, aprofittando dei cittadini in ferie, in silenzio, farà votare una delibera per la totale privatizzazione dell’acqua in Lombardia, già, perché queste cose non si possono fare alla luce del sole, ma solo in sordina.

Il sospetto è: COSA guadagnerà il sig. Formigoni?

I conti della gestione dell’Acqua in Lobardia pare siano in ordine, le condutture piuttosto efficienti (magari qualcosina si può fare ma a differenza di altre regioni, è tra quelle più meritevoli) ed il costo tariffario più BASSO in Europa!

I cittadini non hanno certo un vantaggio da questa mossa, tanto più che le mani delle Multinazionali Francesi non brillano in generosità per gli “Utilizzatori Finali”, ne è dimostrazione palese l’operazione Eau de Paris, esempio di Ri-Pubblicizzazione dell’acquedotto con conseguente risparmio di 30 milioni di euro per il Comune Parigino.

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Roberto Fumagalli, vicepresidente del Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua che sta raccogliendo firme per un referendum contro la privatizzazione, che rischi correrebbe la Lombardia se la giunta desse il via al decreto Ronchi?
“Il pericolo è che la gestione degli acquedotti di tutta la regione finisca in mano a due o tre aziende, non di più, le più forti sul mercato. A loro volta riconducibili attraverso scatole cinesi a un paio di multinazionali che hanno in mano l’acqua di mezzo mondo. Ovvero le francesi Suez e Veolia, già coinvolte negli acquedotti italiani dove si è privatizzato”.

A Milano com’è la situazione?

“Noi vogliamo difendere la gestione del Milaneses, totalmente pubblici. A livello europeo hanno le tariffe più basse e gli indici di efficienza gestionale più alti, ovvero una buona qualità dell’acqua distribuita e le minori perdite in rete, al di sotto del 15%, quando la media lombarda è del 30 e quella nazionale fra 30 e 40. Milano in Europa ha il costo più basso dell’acqua in assoluto, 60 centesimi al metro cubo, mentre in provincia è tra 80 e 90. In Italia la media delle tariffe è superiore all’euro e mezzo”.

E come vanno i prezzi dove si è privatizzato?
“In Toscana, nel Lazio, a Roma le tariffe sono al di sopra dei 2,50 o addirittura 3 euro al metro cubo. In più il servizio è sempre più insoddisfacente. Latina, Arezzo e Agrigento hanno le performance peggiori, e sono in mano alle multinazionali francesi”.

Ma la Lombardia può opporsi ad una legge dello Stato?
“Contro il decreto Ronchi esistono cinque ricorsi per incostituzionalità mossi da Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Puglia e Marche: la Corte costituzionale si dovrebbe esprimere a fine anno. La Lombardia non ha fatto ricorso ma almeno potrebbe stare ferma come le altre Regioni, invece di legiferare. È la seconda volta che si prova a privatizzare l’acqua in agosto. Nel 2006, tre anni prima del decreto Ronchi, si votò una legge regionale che imponeva la privatizzazione a tutti i Comuni lombardi. Ci fu una fortissima mobilitazione e la legge fu cancellata”.

Quante firme avete raccolto contro la privatizzazione?
“Un milione e 400mila, il numero più alto mai registrato per un referendum. E di queste 237mila sono lombarde, la regione che ha firmato di più”.

 

Fonte: Repubblica.it

I prezzi con le multinazionali crescerebbero di 5 volteultima modifica: 2010-08-05T10:34:00+02:00da geoline
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1 Commento

  • Il manigoldo,governatore della lombardia, e’ anche un ciellino. Al peggio non c’e fine! Infatti la combriccola adesso invita marpionne e soci si vede che si sono votati ad un nuovo dio,a torto li tacciavano di essere fermi alla prima pietra della chiesa apostolica di pietro. La frase giusta e’ “mercanti del tempio”.