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Giu 20, 2010 - Economia    Commenti disabilitati su Mercato dei derivati: in arrivo regole più severe

Mercato dei derivati: in arrivo regole più severe

Werner Langen è membro del Parlamento europeo dal 1994Un famoso investitore ha paragonato i derivati ad armi di distruzione di massa finanziarie. Questi complessi prodotti sono stati accusati di esacerbare la crisi e mettere i governi più indebitati con le spalle al muro. Ma Werner Langen, popolare tedesco, responsabile della rapporto sui derivati ci spiega perché, se usati con giudizio e controllati adeguatamente, i derivati sono strumenti necessari a limitare i rischi di imprese e istituzioni finanziarie.

Che cosa sono e come funzionano i derivati

Gli strumenti derivati sono contratti che permettono di ridurre i rischi. Mettiamo il caso di una linea aerea: l’amministratore è preoccupato perché l’instabilità del prezzo del petrolio può far lievitare il prezzo del carburante nei prossimi sei mesi, riducendo i benefici e mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della compagnia.

L’amministratore potrebbe allora volgere lo sguardo al mercato dei derivati: c’è un prodotto che si chiama “futuro del petrolio”. E’ un contratto che permette di comprare un tot di barili al prezzo di oggi per i prossimi sei mesi. Facciamo che l’amministratore compra 10.000 barili a 50 eu, da essere consegnati fra sei mesi. Se fra sei mesi il prezzo del petrolio è salito a 75 eu al barile, l’amministratore avrà risparmiato 250.000 euro sui  10.000 barili.

Chiaramente il privilegio di eludere i rischi ha il suo costo. Il contratto “futuro del petrolio” ha un prezzo. Ma se l’amministratore ci ha visto giusto, chi non vorrà ricomprare il contratto – un derivato – fra sei mesi, pagando il petrolio a 50 eu invece che 75?

Chiarire il ruolo dei derivati nell’economia

“Gli strumenti derivati hanno un ruolo molto utile nell’economia, perché aiutano a dissipare i rischi. Per permettere alle imprese di continuare a usarli, bisogna fare la distinzione fra i derivati usati per minimizzare i rischi, e quelli di natura puramente speculativa”, spiega Werner Langen, autore del rapporto parlamentare sui derivati.

“Il problema è che questi strumenti non sono stati abbastanza regolamentati, e non sono trasparenti”, spiega il deputato del Partito Popolare Europeo. La maggior parte dei contratti, infatti, si stipulano fra le due parti, senza alcun tipo di controllo da parte dei regolatori e dei mercati.

“Nel futuro, le transazioni di derivati – sia delle imprese che delle istituzioni finanziarie-  dovranno essere registrate presso repertori centralizzati, in modo che il regolatore possa accedervi. Questo aiuterà a differenziare fra i diversi tipi di derivati”.

Grecia, vittima degli speculatori?

Distinguere fra derivati speculativi e prodotti per limitare il rischio è di fondamentale importanza nel caso dei Credit Default Swaps (CDS), strumenti che permettono di acquistare un’assicurazione per l’eventuale fallimento dei titoli di Stato. I CDS sono sotto accusa per aver accelerato la crisi dei bond in Europa, soprattutto in Grecia.

“Si dice che gli speculatori abbiamo usato i CDS nudi per alzare artificialmente il prezzo dei prestiti al governo greco. E’ difficile trovare le prove di tale meccanismo”, continua Langen. Ma tutti gli osservatori concordano sul fatto che i “CDS nudi” (credit default swaps detenuti da un investitore che non possiede i titoli di Stato a essi collegati, ma che recupera comunque i propri soldi anche in caso di fallimento) sono una delle cause principali della speculazione.

“Il rapporto chiede chiaramente che i CDS passino da una camera di compensazione centrale. In più diciamo che alcuni tipi di derivati dovrebbero essere autorizzati solo in condizioni particolari o, in alcuni casi, addirittura proibiti”, spiega il parlamentare tedesco.

Se la proposta diventerà legge, compratori e venditori di CDS e altri derivati non potranno più operare indipendentemente, al di fuori delle istituzioni finanziarie, ma dovranno passare per una camera di compensazione, che diventerà il centro di tutte le transazioni, assicurando che le parti onorino i loro impegni e il denaro circoli davvero fra mani diverse.

“Nessun esodo per i servizi finanziari”

Langen pensa che non ci sia da preoccuparsi di una possibile fuga dei fornitori di servizi finanziari dall’Europa all’estero, perché “anche gli Stati Uniti e gli altri paesi del G20 hanno espresso senza equivoci la loro volontà di migliorare la governance finanziaria e stanno approvando leggi in questo senso”.

E’importante, però, che la proposta della Commissione sui derivati – che dovrebbe essere pubblicata nelle prossime settimane-  non sia “isolata internazionalmente, e segua gli sviluppi degli USA e delle altre economie del G20”, conclude il deputato.

Il suo rapporto d’iniziativa del Parlamento sarà discusso in Aula lunedì 14 e approvato martedì 15 giugno.

Fonte: Sito del Parlamento Europeo

Mag 11, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Appaltopoli, Tangentopoli, Affittopoli… non ne avete i coglioni pieni?

Appaltopoli, Tangentopoli, Affittopoli… non ne avete i coglioni pieni?

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Appaltopoli

Alfano: Non è nuova Tangentopoli, punire responsabili

 

Roma, 11 mag – L’ipotesi di un allargamento delle inchieste sul G8 e sulla corruzione che in qualche modo potrebbe interessare anche il Governo non significa che c’è una nuova Tangentopoli. Ne è convinto il ministro della Giustizia Angelino Alfano: “Non credo – dice, parlando a margine della riunione congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato per l’incardinamento del ddl anticorruzione – che siamo di fronte a una nuova Tangentopoli. Se ci sono stati degli episodi vanno individuati e puniti i responsabili, per evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio”.

Fonte: www.diariodelweb.it/
Mar 6, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su 4 Marzo 2010 – Colpo di Stato in Italia

4 Marzo 2010 – Colpo di Stato in Italia

Napolitano

Beh, che altro dire?
Si è già detto tutto.
Ed il signore INNOMINABILE rappresentato in foto, fa da Notaio al NUOVO DUCE.

Già, lasciamo in eredità ai nostri Figli, un
NUOVO VENTENNIO, MA MOLTO PIU’ VERGOGNOSO.

Il Duce, quello vero, per lo meno (a parte l’abominio della Guerra) portò innovazione, progresso, crescita sociale, coesione Nazionale.

Tutto il contrario di quanto avviene sotto i nostri occhi negli ultimi 40 anni.


Riporto una interessante lettura per quanti, ELETTORI DI SINISTRA ANNEBBIATI DALL’ANTIBERLUSCONISMO MA CHE NON HANNO ANCORA CAPITO UNA CAZZO, ammirano personaggini come Scalfaro, Ciampi, Cossiga, Napolitano.
Dopo Sandro Pertini, solo il BUIO COMPLETO. Un presidente peggio dell’altro.
Ed il bello è che a Noi, si pretende il rispetto della legalità. I nostri DIPENDENTI???

Immaginate solo un istante che nell’ambito della Vostra Azienda, dove esistono Livelli, Responsabilità, e PROCEDURE, i DIPENDENTI “interpretino” le procedure, modificandole a piacimento a discapito di CHI LI PAGA. Beh, immaginate bene l’aberrante scanario che ci si è configurato di fronte.

Ecco di seguito la lettura alla quale ho fatto testé riferimento:


Il curioso caso di Giorgio Napolitano

«Io non do consigli a nessuno, meno che mai a chi mi ha succeduto al Quirinale. Ma il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione. Se una legge non va non si firma. E non si deve usare come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione che tanto, se il Parlamento riapprova la legge respinta la prima volta, il presidente è poi costretto a firmarla […] è un modo per lanciare un segnale forte, a chi vuole alterare le regole, al Parlamento e all’opinione pubblica[…] Credo che per chi ha a cuore le istituzioni, oggi, l’unica regola da rispettare sia quella del “quantum potes”: fai ciò che puoi. Detto altrimenti: resisti». Era con queste parole che il senatore a vita ed ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi spiegava il compito e i poteri che un Capo di Stato italiano può e deve usare in certi momenti delicati della vita del paese. Una frase che lo stesso Ciampi  non indirizzava direttamente all’attuale Presidente della Repubblica ma che aveva nel significato delle sue parole un implicito riferimento al suo successore, Giorgio Napolitano.

Un potere, quello non promulgativo, che l’attuale Presidente non sembra voler esercitare e che nei suoi 3 anni di mandato ha minacciato di usare realmente solo una volta in occasione del Decreto Englaro, cioè quando l’attuale Governo tentò di bloccare tramite emendamento la sentenza di vari tribunali nel caso della povera Eluana.  La firma e l’avallo del Capo di Stato sono arrivati infatti per tutte le leggi di questo esecutivo, comprese le incostituzionali Lodo Alfano e Legge Gelmini, la discriminante (secondo l’Onu)aggravante razziale“ legata al reato di clandestinità e infine il salvacondotto per gli evasori, lo Scudo Fiscale.

Il baratto” è il titolo di un libro pubblicato nell’aprile del 2008, scritto da Michele De Lucia, membro della direzione nazionale dei Radicali Italiani.  Uno scritto che riporta alla luce strani incroci politici ed editoriali di più di 25 anni fa, ricordandoci infatti i suoi principali attori e collegandoli alla politica di oggi. Uno di questi è proprio Giorgio Napolitano, all’epoca leader della corrente “migliorista” del Partito Comunista Italiano. Questa ala politica, definita come “la destra del PCI“ aveva anche un giornale di riferimento, “Il Moderno“, un mensile  non di elevata tiratura ma che aveva nel suo interno “curiosi” articoli e pubblicità. Ecco alcuni estratti dal libro di De Lucia:

«Ad aprile del 1985 esce a Milano il primo numero de Il Moderno, mensile (poi settimanale) della cor­rente “migliorista” del Pci (cioè la destra tecnocratica e filo-craxiana del partito, guidata da Giorgio Na­politano). Animato da Gianni Cervetti… all’insegna dello slogan “l’innovazione nella società, nell’econo­mia, nella cultura” (p. 104).»

«Intanto a Milano il numero di febbraio 1986 de Il Moderno… scrive che “la rivoluzione Berlusconi [è] di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si o­stina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente i modernizzazione, nelle aziende, nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale te­levisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità pro­duttive” (p. 115).»

«Il numero di aprile 1987 del mensile comunista Il Moderno esce con un’intera pagina pubblicitaria della Fininvest. È la prima di una lunga serie di inserzioni pubblicitarie dalla misteriosa utilità per l’in­serzionista, dato che il giornale è semi-clandestino e vende meno di 500 copie… Intanto uno dei fondato­ri del Moderno, l’onorevole Gianni Cervetti, alla metà di aprile è di nuovo a Mosca… E il 18 aprile l’a­genzia Ansa da Mosca informa che in Urss, insieme al compagno Cervetti, c’è anche Canale 5… (pp 126 — 127).»

«A giugno 1989 il settimanale comunista Il Moderno pubblica un megaservizio su Giocare al calcio a Milano. Con un panegirico sul Berlusconi miracoloso presidente milanista che “ha cambiato tutto: ades­so la sua squadra è una vera e propria azienda,” e così via. Il giornale della corrente di destra del Pci è ormai un bollettino della Fininvest, e le pagine di pubblicità comprate dal gruppo berlusconiano ormai non si contano (p. 148).»

Berlusconi in quegli anni era solo un imprenditore, ma le sue parole dopo un mega-contratto tra Fininvest e la “tv sovietica” dimostrano ancora oggi la sua poliedricità politica quando si parla di affari: «Noi non abbiamo cattivi rapporti col Partito comunista italiano, e cerchiamo di averne sempre di migliori».  Se tra i  miglioristi militò anche Sandro Bondi, attuale Ministro della Cultura nel governo Berlusconi IV, vuol dire che con qualcuno del vecchio PCI qualche intreccio c’è stato, e sarebbe importante sapere se qualcun altro ha avuto rapporti con l’attuale Presidente del Consiglio. Certo, fare domande del genere al Presidente Napolitano non sarebbe facile, specialmente visto come  rispose stizzito già 5 anni fa ai giornalisti tedeschi che chiedevano spiegazioni riguardo i suoi onerosi rimborsi spese per i viaggi aerei  utilizzati durante il periodo in cui era parlamentare europeo (video sotto). «La Costituzione italiana contiene valori, regole, principi che devono ispirare i comportamenti di tutti gli italiani» ha detto in questi giorni il nostro Presidente della Repubblica. Speriamo che  non intendesse  “di tutti meno uno” come lasciò dedurre un anno fa avallando una legge palesemente ingiusta, il Lodo Alfano.