Browsing "Politica"
Lug 20, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su CONCILIAZIONE DELLE CONTROVERSIE CIVILI E COMMERCIALI

CONCILIAZIONE DELLE CONTROVERSIE CIVILI E COMMERCIALI

alfano.jpgDECRETO LEGISLATIVO n. 28/2010

IN MATERIA DI CONCILIAZIONE DELLE CONTROVERSIE CIVILI E COMMERCIALI

Consiglio dei ministri
DECRETO LEGISLATIVO IN MATERIA DI CONCILIAZIONE DELLE CONTROVERSIE CIVILI E COMMERCIALI, IN ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 60 DELLA LEGGE 69/2009
Approvato il 19 febbraio 2010

Pubblicato il 5 marzo 2010, in G.U. n. 53/2010

Art. 13
(Spese processuali)
1. Quando il provvedimento che definisce il giudizio corrisponde interamente al contenuto della proposta, il giudice esclude la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice che ha rifiutato la proposta, riferibili al periodo successivo alla formulazione della stessa, e la condanna al rimborso delle spese sostenute dalla parte soccombente relative allo stesso periodo, nonché al versamento all’entrata del bilancio dello Stato di un’ulteriore somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto. Resta ferma l’applicabilità degli articoli 92 e 96 del codice di procedura civile. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano altresì alle spese per l’indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all’esperto di cui all’articolo 8, comma 4.
___________________________________________________________________________________________________________________

La mediazione delle controversie civili e commerciali è il nuovo istituto giuridico proposto dal ministro della giustizia, Angelino Alfano, in attuazione di una delle deleghe date al governo per la riforma del processo civile.

Un sistema ”in grado di deflazionare il sistema giudiziario italiano rispetto al carico degli arretrati e al rischio di accumulare nuovo ritardo”, ha detto il ministro nel corso della conferenza stampa a termine del Consiglio che ha visto l’approvazione dello schema di decreto legislativo.

La mediazione mira a indurre la parti al ripristino in funzione dei loro interessi: non punta a trovare il “colpevole e l’innocente” e non valuta la situazione solo in riferimento al passato, come invece accade nella controversia giudiziaria, ma punta al risolvere il presente con uno sguardo al futuro: a mediare, appunto, tra le parti che possono avere ancora degli interessi in comune.

In alcune materie particolarmente conflittuali, ha spiegato Alfano, la mediazione sarà obbligatoria prima di avviare un giudizio civile in tribunale: nei casi di liti in materia di condominio, locazione, responsabilità medica e contratti bancari, finanziari e assicurativi.

In tutte le altre materie, la mediazione sarà esperibile su volontaria scelta delle parti. O ancora su invito del giudice che, nel corso di un processo, ritiene possibile trovare, entro 120 giorni, una conciliazione tra le parti con l’aiuto di un mediatore.


E già si affollano i Corsi per:

Mediatore Familiare,

Conciliatrore Professionista,

addirittura i Master in Mediazione Familiare!

… la Conciliazione Obbligatoria per controversie civili e commerciali del 20 marzo 2010, che investirà in pieno gli ambiti civilistici, tra cui settori economicamente e socialmente cruciali come il Condominio, le locazioni, l’assicurativo, etc., a partire dal marzo 2011.

Decreto dalle conseguenze a ricaduta immense, passato sotto silenzio dalla stampa ufficiale in maniera sorprendente e preoccupante.

Allo stato attuale nessuno impedisce i soggetti coinvolti in una causa di conciliare e mediare e ciò di fatto già si fa, ma è la sua obbligatorietà che preoccupa e soprattutto la penalizzazione del soggetto che pretende giustizia in questi ambiti, che sarà costretto a pagare le spese processuali proprie e dell’avversario, ove non accettasse il verbale di Conciliazione e questo verbale venisse confermato dal giudice.
Questa procedura, a nostro avviso, porterà rapidamente ad un imbarbarimento dei rapporti nei settori civilistici, cioè nella società e nel mondo delle aziende, delle imprese, insomma nella società civile, e favorirà l’impunibilità, con la certezza maggiore dei soggetti che sono responsabili di violazioni di farla franca.

Lug 10, 2010 - Politica    1 Comment

Desiderio del giorno: Impalamento dei Politici.

Imp.gifDai, se c’è qualcuno che è daccordo con me, pubblicate un messaggio.

L’impalatura era un antica e terribile tortura, consistente nel preparare un palo con la punta acuminata e ricoperta di miele ed inserirlo attraverso l’ano o la vagina, oppure nel corpo, fino alla bocca od a una scapola.

Se non si ledevano organi vitali il supplizio poteva durare giorni e la morte era atroce e tutt’altro che rapida. Uno dei piu grandi usufruitori di tale efferatezze fu Vlad III, meglio conosciuto come Vlad Tepes (impalatore, in rumeno) Draculea, voivoda di Valacchia, regione della Romania, vissuto nel XV secolo.

Tratto da: Esopedia

Lug 7, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su 30 ANNI dopo, la strage di Ustica NON HA COLPEVOLI.

30 ANNI dopo, la strage di Ustica NON HA COLPEVOLI.

Museo_ustica-1024x768.jpgSfogliando il Sito ufficiale di Romano Prodi ho trovato questo:

Messaggio di Romano Prodi al Convegno sulla strage di Ustica tenutosi a Bologna il 25 giugno 2010

Cosa avremmo saputo della strage di Ustica senza di voi, senza la perseveranza e il coraggio, senza la vostra dedizione?

(Già, perché è con la dedizione delle Associazioni delle Vittime che si fa luce sulle stragi, mica con gli apparati dello Stato PROFUMATAMENTE PAGATI COL DENARO DEI CONTRIBUENTI ndr.)

Questi trent’anni di storia italiana esigono un tributo all’Associazione dei familiari delle vittime e a Daria Bonfietti, tenace Presidente. Ha saputo unire tante voci in una unica voce che ha tenuto viva per anni e anni l’attenzione su questa tragedia. Una richiesta di giustizia che riguarda la salvaguardia dei valori democratici.

Avreste potuto trasformare il vostro dolore in volontà di vendetta, in rancore. Al contrario, avete cercato di migliorare il tessuto civile della comunità nazionale promuovendo verità, conoscenze e valori: ci avete costretto a riflettere sulla democrazia e sulla sua messa in pratica. Avete perciò svolto una obiettiva funzione civile contro l’oblio, grazie alla forza della memoria, valore fondante di ogni società, aspetto irrinunciabile per tornare a dare vita a un ideale di comunità violato, quell’ideale di comunità che per vivere ha bisogno anche di azioni concrete da parte di chi si occupa di amministrare la cosa pubblica.

La storia non può essere scritta solo nelle aule giudiziarie, la politica deve fare la sua parte. Di fianco ai magistrati ci sia allora anche la politica. Quella politica che deve mettere la magistratura nelle condizioni di poter agire, quella politica che deve lasciare libera la stampa di scavare e approfondire perché possa contribuire a chiarire gli avvenimenti, a tenere viva la coscienza a formare una opinione pubblica capace di sentire la storia del Paese intero come storia condivisa.

Questo insegnamento rimarrà. La memoria vive in ognuno di noi, e fare memoria è soprattutto questo: continuare a chiedere che la verità si faccia strada. Tenere vivo il ricordo è infatti la condizione per continuare a cercare la verità nella sua interezza, e per difenderla da tentativi di violazione.

Quando chiedemmo alle autorità politico-militari della Nato che i tracciati radar venissero messi a disposizione dell’autorità giudiziaria italiana facemmo semplicemente il nostro dovere. “Intrecci eversivi” e “forse anche intrighi internazionali”, “opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato e inefficienze di apparati” hanno allontanato la verità sulla strage del Dc9 affondato a Ustica, ha detto di recente il Presidente Giorgio Napolitano. Voglio proprio concludere con queste parole del Capo dello Stato perché essi ci aiutano a perseguire ogni sforzo per giungere a una veritiera ricostruzione della tragedia di Ustica.

Non è solo un atto dovuto a vittime innocenti, ma anche un atto dovuto alla coscienza democratica del nostro Paese.

Grazie a voi tutti.

Romano Prodi


Come NON RINGRAZIARLO PER IL RISULTATO OTTENUTO?

Mi è piaciuto sopratutto il passaggio: “Quando chiedemmo alle autorità politico-militari della Nato che i tracciati radar venissero messi a disposizione dell’autorità giudiziaria italiana facemmo semplicemente il nostro dovere.”

Già, ed il risultato è SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, un pò meno le ginocchiere mai dismesse.

 

Lug 6, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Concorso Pubblico “AD HOC”??

Concorso Pubblico “AD HOC”??

Leggo proprio oggi una ghiottoneria tratta dal sito di REPORT RAI

Qualche giorno fa alla nostra redazione è arrivata, in forma anonima, la seguente segnalazione proveniente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Segue elenco di 13 nomi (che pubblicheremo ad esito concorso concluso, per ora riportiamo solo le iniziali).

Ad una verifica si scopre che i soggetti in questione già ricoprono incarichi dirigenziali. Allora ci siamo chiesti “come è possibile, visto che nella pubblica amministrazione l’incarico dirigenziale viene conferito attraverso un concorso?”
Abbiamo chesto numi all’ufficio stampa della Protezione Civile.

Fonte: Leggi tutto dal Sito di Report RAI

Mag 11, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su Appaltopoli, Tangentopoli, Affittopoli… non ne avete i coglioni pieni?

Appaltopoli, Tangentopoli, Affittopoli… non ne avete i coglioni pieni?

140781.jpg

Appaltopoli

Alfano: Non è nuova Tangentopoli, punire responsabili

 

Roma, 11 mag – L’ipotesi di un allargamento delle inchieste sul G8 e sulla corruzione che in qualche modo potrebbe interessare anche il Governo non significa che c’è una nuova Tangentopoli. Ne è convinto il ministro della Giustizia Angelino Alfano: “Non credo – dice, parlando a margine della riunione congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato per l’incardinamento del ddl anticorruzione – che siamo di fronte a una nuova Tangentopoli. Se ci sono stati degli episodi vanno individuati e puniti i responsabili, per evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio”.

Fonte: www.diariodelweb.it/
Mar 6, 2010 - Politica    Commenti disabilitati su 4 Marzo 2010 – Colpo di Stato in Italia

4 Marzo 2010 – Colpo di Stato in Italia

Napolitano

Beh, che altro dire?
Si è già detto tutto.
Ed il signore INNOMINABILE rappresentato in foto, fa da Notaio al NUOVO DUCE.

Già, lasciamo in eredità ai nostri Figli, un
NUOVO VENTENNIO, MA MOLTO PIU’ VERGOGNOSO.

Il Duce, quello vero, per lo meno (a parte l’abominio della Guerra) portò innovazione, progresso, crescita sociale, coesione Nazionale.

Tutto il contrario di quanto avviene sotto i nostri occhi negli ultimi 40 anni.


Riporto una interessante lettura per quanti, ELETTORI DI SINISTRA ANNEBBIATI DALL’ANTIBERLUSCONISMO MA CHE NON HANNO ANCORA CAPITO UNA CAZZO, ammirano personaggini come Scalfaro, Ciampi, Cossiga, Napolitano.
Dopo Sandro Pertini, solo il BUIO COMPLETO. Un presidente peggio dell’altro.
Ed il bello è che a Noi, si pretende il rispetto della legalità. I nostri DIPENDENTI???

Immaginate solo un istante che nell’ambito della Vostra Azienda, dove esistono Livelli, Responsabilità, e PROCEDURE, i DIPENDENTI “interpretino” le procedure, modificandole a piacimento a discapito di CHI LI PAGA. Beh, immaginate bene l’aberrante scanario che ci si è configurato di fronte.

Ecco di seguito la lettura alla quale ho fatto testé riferimento:


Il curioso caso di Giorgio Napolitano

«Io non do consigli a nessuno, meno che mai a chi mi ha succeduto al Quirinale. Ma il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione. Se una legge non va non si firma. E non si deve usare come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione che tanto, se il Parlamento riapprova la legge respinta la prima volta, il presidente è poi costretto a firmarla […] è un modo per lanciare un segnale forte, a chi vuole alterare le regole, al Parlamento e all’opinione pubblica[…] Credo che per chi ha a cuore le istituzioni, oggi, l’unica regola da rispettare sia quella del “quantum potes”: fai ciò che puoi. Detto altrimenti: resisti». Era con queste parole che il senatore a vita ed ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi spiegava il compito e i poteri che un Capo di Stato italiano può e deve usare in certi momenti delicati della vita del paese. Una frase che lo stesso Ciampi  non indirizzava direttamente all’attuale Presidente della Repubblica ma che aveva nel significato delle sue parole un implicito riferimento al suo successore, Giorgio Napolitano.

Un potere, quello non promulgativo, che l’attuale Presidente non sembra voler esercitare e che nei suoi 3 anni di mandato ha minacciato di usare realmente solo una volta in occasione del Decreto Englaro, cioè quando l’attuale Governo tentò di bloccare tramite emendamento la sentenza di vari tribunali nel caso della povera Eluana.  La firma e l’avallo del Capo di Stato sono arrivati infatti per tutte le leggi di questo esecutivo, comprese le incostituzionali Lodo Alfano e Legge Gelmini, la discriminante (secondo l’Onu)aggravante razziale“ legata al reato di clandestinità e infine il salvacondotto per gli evasori, lo Scudo Fiscale.

Il baratto” è il titolo di un libro pubblicato nell’aprile del 2008, scritto da Michele De Lucia, membro della direzione nazionale dei Radicali Italiani.  Uno scritto che riporta alla luce strani incroci politici ed editoriali di più di 25 anni fa, ricordandoci infatti i suoi principali attori e collegandoli alla politica di oggi. Uno di questi è proprio Giorgio Napolitano, all’epoca leader della corrente “migliorista” del Partito Comunista Italiano. Questa ala politica, definita come “la destra del PCI“ aveva anche un giornale di riferimento, “Il Moderno“, un mensile  non di elevata tiratura ma che aveva nel suo interno “curiosi” articoli e pubblicità. Ecco alcuni estratti dal libro di De Lucia:

«Ad aprile del 1985 esce a Milano il primo numero de Il Moderno, mensile (poi settimanale) della cor­rente “migliorista” del Pci (cioè la destra tecnocratica e filo-craxiana del partito, guidata da Giorgio Na­politano). Animato da Gianni Cervetti… all’insegna dello slogan “l’innovazione nella società, nell’econo­mia, nella cultura” (p. 104).»

«Intanto a Milano il numero di febbraio 1986 de Il Moderno… scrive che “la rivoluzione Berlusconi [è] di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si o­stina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente i modernizzazione, nelle aziende, nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale te­levisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità pro­duttive” (p. 115).»

«Il numero di aprile 1987 del mensile comunista Il Moderno esce con un’intera pagina pubblicitaria della Fininvest. È la prima di una lunga serie di inserzioni pubblicitarie dalla misteriosa utilità per l’in­serzionista, dato che il giornale è semi-clandestino e vende meno di 500 copie… Intanto uno dei fondato­ri del Moderno, l’onorevole Gianni Cervetti, alla metà di aprile è di nuovo a Mosca… E il 18 aprile l’a­genzia Ansa da Mosca informa che in Urss, insieme al compagno Cervetti, c’è anche Canale 5… (pp 126 — 127).»

«A giugno 1989 il settimanale comunista Il Moderno pubblica un megaservizio su Giocare al calcio a Milano. Con un panegirico sul Berlusconi miracoloso presidente milanista che “ha cambiato tutto: ades­so la sua squadra è una vera e propria azienda,” e così via. Il giornale della corrente di destra del Pci è ormai un bollettino della Fininvest, e le pagine di pubblicità comprate dal gruppo berlusconiano ormai non si contano (p. 148).»

Berlusconi in quegli anni era solo un imprenditore, ma le sue parole dopo un mega-contratto tra Fininvest e la “tv sovietica” dimostrano ancora oggi la sua poliedricità politica quando si parla di affari: «Noi non abbiamo cattivi rapporti col Partito comunista italiano, e cerchiamo di averne sempre di migliori».  Se tra i  miglioristi militò anche Sandro Bondi, attuale Ministro della Cultura nel governo Berlusconi IV, vuol dire che con qualcuno del vecchio PCI qualche intreccio c’è stato, e sarebbe importante sapere se qualcun altro ha avuto rapporti con l’attuale Presidente del Consiglio. Certo, fare domande del genere al Presidente Napolitano non sarebbe facile, specialmente visto come  rispose stizzito già 5 anni fa ai giornalisti tedeschi che chiedevano spiegazioni riguardo i suoi onerosi rimborsi spese per i viaggi aerei  utilizzati durante il periodo in cui era parlamentare europeo (video sotto). «La Costituzione italiana contiene valori, regole, principi che devono ispirare i comportamenti di tutti gli italiani» ha detto in questi giorni il nostro Presidente della Repubblica. Speriamo che  non intendesse  “di tutti meno uno” come lasciò dedurre un anno fa avallando una legge palesemente ingiusta, il Lodo Alfano.

Ago 29, 2009 - Politica    1 Comment

Conflitto Israelo-Palestinese

Capire Il TortoSe ci fosse più informazione …

Palestina Israele

e se avessimo un giornalismo indipendente dalle Lobby

 

 


territori palestina 1946 2000

 

 

Condividi questo post: Condividi in Facebookcon i tuoi amici di facebook

OGNI COMMENTO E’ DECISAMENTE GRADITO e concorrerà all’affinamento del post.

Fonte: YouTube

In seguito ad una gradita segnalazione, desidero integrare il post con il contenuto di Uniroma.tv riguardante il punto di vista “dal basso”.

Ago 11, 2009 - Politica    Commenti disabilitati su Legge Ammazzablog

Legge Ammazzablog

Abrogato nella notte l'emendamento D'Alia

29 Aprile 2009 ore 09:30 Abrogato nella notte l’emendamento D’Alia

Grazie a tre proposte portate avanti da Roberto Cassinelli e Barbara Mannucci la Camera ha infine abrogato l’emendamento D’Alia, il testo introdotto nel pacchetto sicurezza per chiudere i siti web messi all’indice. Prende corpo una nuova idea di Rete

«Sono soddisfatto, la battaglia per la libertà dei blog continua»: così Roberto Cassinelli commenta il successo ottenuto in nottata quando, dopo un tribolato percorso parlamentare ed extra-parlamentare, si è arrivati all’abrogazione del famigerato art.60 introdotto dall’emendamento dell’on. Gianpiero D’Alia al ddl 2180. Dell’emendamento D’Alia molto si è detto e molto si è dibattuto anche nel contesto di tutta una serie di altre sgangherate proposte per la regolamentazione della Rete. Da oggi la verità da cui si riparte è una soltanto: il testo che chiedeva (con passaggi quantomeno opinabili) l’oscuramento dei siti web nel caso in cui si fossero riscontrati illeciti è inserito in una storia a lieto fine.

Spiega l’on. Cassinelli sul proprio blog: «Vi confesso che raggiungere questa soluzione (che è, senza dubbio, la migliore possibile) non è stato facile. È stata necessaria un’intensa attività, svolta insieme a me dagli amici Antonio Palmieri e Barbara Mannucci, per convincere i colleghi Deputati ed il Governo (hanno dovuto esprimere il proprio parere il Ministero dell’interno ed il dipartimento per le comunicazioni del Ministero dello sviluppo economico). Alla fine ho presentato, insieme all’onorevole Mannucci, tre emendamenti: quello che vi ho proposto qui sul blog, un altro quasi identico che però presentava alcune differenze dal punto di vista giuridico, ed una terza versione – che è poi quella che le Commissioni hanno approvato – formata da 24 caratteri, spazi inclusi: “Sopprimere l’articolo 60“». Quest’ultima opzione è quella approvata dalla Camera, la quale ha pertanto preferito dribblare il nodo abrogando in toto la precedente proposta.

L’iter burocratico prevede che ora il testo debba tornare in Senato per l’approvazione conseguente alle modifiche introdotte alla Camera « e c’è da augurarsi che a nessuno venga l’idea di introdurre nuovamente norme incostituzionali ed illiberali». Il successo personale dell’on. Cassinelli, colui il quale ha raccolto la voce della Rete conglobandola nella propria proposta di emendamento al testo di D’Alia, si inserisce in un quadro più complesso, che intende andare oltre la sola pezza apposta al pacchetto sicurezza in queste ore: «Ci poniamo in coerenza con lo spirito della cosiddetta proposta di legge “salva-blog”, con la quale abbiamo raccolto migliaia e migliaia di proposte dalla rete e nello spirito di altre proposte alle quali daremo presto seguito come la legge antiphishing, la riforma del diritto d’autore, la richiesta di referendum e proposte di legge online».

Questo nuovo spirito che prende forma, sembra prendere anche corpo: si segnala infatti come, in una forse non casuale coincidenza di tempi, nasce l’Intergruppo Parlamentare 2.0, un riferimento che intende porsi a metà tra la Rete ed il Parlamento per mediarne le posizioni ed il dialogo. Una dozzina di onorevoli ha già offerto il proprio consenso alla partecipazione ai lavori: sarà probabilmente questo il motore delle prossime iniziative parlamentari concernenti la Rete, il che pone sul progetto importanti responsabilità che il popolo della Rete potrà condividere e vagliare passo dopo passo.

OGNI COMMENTO E’ DECISAMENTE GRADITO e concorrerà all’affinamento del post.

Fonte: WebNews
Mag 10, 2009 - Politica    Commenti disabilitati su Proiettili all’Uranio Impoverito

Proiettili all’Uranio Impoverito

Proiettile all'Uranio ImpoveritoIl problema delle armi NON CONVENZIONALI.

La STRONZATA dell’Uranio Impoverito.


Il primo marzo 2006 la Commissione d’inchiesta del Senato sull’uranio impoverito, ha chiuso i lavori con l’approvazione della relazione finale. Un’intervista di Osservatorio sui Balcani al senatore Luigi Malabarba, del Partito della Rifondazione Comunista, membro della commissione.
La Commissione d’inchiesta del Senato, che ha votato la relazione finale dei lavori lo scorso primo marzo, era stata chiamata ad indagare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impegnato nelle missioni internazionali di pace e sulle loro cause, ma anche sulle condizioni della conservazione e sull’eventuale utilizzo di uranio impverito nelle esercitazioni militari sul territorio italiano. Dopo nemmeno dieci mesi di indagine, costellati di difficoltà, si è arrivati alle tanto attese conclusioni. Mentre il Presidente della Commissione Paolo Franco ha dichiarato che “non sono emersi elementi per affermare una responsabilità diretta dell’uranio impoverito” pur ammettendo il ritrovamento di “nanoparticelle che potrebbero essere state prodotte dall’esplosione dei proiettili”, tutti i componenti di opposizione della stessa si sono dichiarati non soddisfatti. Tra essi il senatore Luigi Malabarba che a seguito della prima seduta di voto, interrotta a causa di forti divergenze tra i membri della Commissione, aveva diramato un comunicato dai toni accesi. Proprio Malabarba spiega a Osservatorio sui Balcani i motivi di questa insoddisfazione e quali possibili sviluppi si auspicano in futuro.

Quello che ci fà riflettere però, nonostante la tragicità dell’argomento di che trattasi, sul piano logico, una realta’ paradossale non puo’ esistere. Poiche’ un paradosso e’ una situazione ove non possiamo distinguere il vero dal falso, mentre una realta’ e’ vera per definizione. Quindi, una “realta’ paradossale” non ha alcun valore logico, poiche’ i due termini non sono logicamente coerenti. Al contrario, i discorsi paradossali attirano particolarmente alcune fasce di Girnalisti ASSERVITI e di Politici che dal “TRAFFICO LEGALE DI ARMI” traggono una buona fetta che inglrossa il PIL. Già, a breve posterò un articolo sul PIL e, per quanti interessati a come la penso e che vorranno condividere opinioni e pensieri, potrà risultare interessante. Parlo di TRAFFICO LEGALE DI ARMI, a ragion veduta. Ifatti, la produzione e vendita da parte dei Governi, è perfettamente legale, se non fosse che crea danni spesso irreparabili a quanti “In nome della nazione” finiscono per subirne le conseguenze. Già, il traffico ILLEGALE, invece, è dannoso (giusto perchè non entra nel conteggio del PIL) perchè danneggia l’economia dei Governi, mica per il danno che piò arrecare alle popolazioni!
Ciòpremesso, prendiamo per esempio il caso dell’uranio impoverito sparato dai Thunderbolt. Si tratta di un’arma che devasta carri armati mediante quantita’ folli di energia cinetica, ottenendo come risultato di mandare in pezzi bruciare e scarnificare gli equipaggi , uccidendoli in maniera atroce. Questo e’ dovuto ad una particolare caratteristica delle munizioni da guerra: sono concepite per fare del male al bersaglio.
Ora, vi siete mai chiesti se un colpo in testa mandi via la forfora? Certamente no, perche’ rispetto ad un colpo in testa, la forfora e’ un problema irrilevante. Ebbene, gli anticontroboicottari hanno scoperto una cosa: che i proiettili all’uranio impoverito possano provocare il cancro. Oh, beh: considerato che bruciano viva le gente dentro i carri, direi che sia l’ultimo dei problemi. Ha senso, secondo voi,chiedersi se un’arma progettata per bruciare vive le persone possa dare problemi di salute? Ha senso chiedersi se i proiettili dell’ M16 facciano male alla pelle? E le bombe termobariche aiutano a combattere il tartaro, per caso?
Ovviamente, si tratta di un problema ridicolo: nessun militare neghera’ mai che un’arma sia concepita per fare del male. Cosi’, chi affronta il problema dell’Uranio Impoverito si getta a pesce su questa evidente illogicita’, ed enuncia che i militari siano stati esposti ad un rischio di morte (che strano. I militari. Quando mai hanno rischiato la vita?) per via dell’uranio impoverito, che sarebbe un’arma da vietare perche’ puo’ causare il cancro: il fatto che bruci vive le persone dentro i carri armati non viene considerato rilevante.
Fregiandosi di avere scoperto che l’uranio impoverito possa causare il cancro, verita’ scomodissima, quando il suo uso nominale, pubblico e del tutto innegato e’ quello di macellare vivi gli equipaggi dei carri dentro le lamiere bollenti del veicolo. Questi farlocchi girano credendosi intelligenti perche’ hanno scoperto che una munizione, concepita e disegnata per uccidere…. puo’ uccidere. Questo amore per l’illogico e‘ il primo dei loro tratti distintivi. I ragionamenti che fanno reggono solo quando non ci si astrae un minimo dal singolo problema: se guardiamo che le polveri di uranio fanno venire il cancro, possiamo percepire un problema morale molto duro. Se allarghiamo lo sguardo all’arma in se’, cioe’ diamo uno sguardo d’insieme, vediamo invece dei fessi che si chiedono se un’arma concepita per massacrare gente possa causare il cancro. Prima o poi ci diranno che i fucili fanno male alla pelle, o che il napalm possa causare impotenza. Verita’ scomodissime.

Non sarebbe più corretto vietare una volta per tutte le armi in sè?

Mar 10, 2009 - Politica    2 Comments

Petizione della Gazzetta di Mantova

La Gazzetta on LineAl Parlamento e alle Regioni:
“E’ ora di tagliarvi lo stipendio” !!

«Fosse caduto un privilegio, in queste settimane (…) Si fosse iniziato a discutere seriamente della riduzione del numero dei nostri onorevoli (come promesso da tutti in campagna elettorale), dei loro vitalizi e dei loro benefit». Così ha scritto sulla Gazzetta di Mantova il direttore Enrico Grazioli.

Un atto d’accusa che lascia poco spazio alle esercitazioni dialettiche: il Paese e le comunità locali attraversano un momento difficile, terribile, senza che la politica riesca a dare risposte credibili ed efficaci. Solo risposte di facciata, contabili, parole generiche o propagandistiche che negano addirittura l’esistenza della crisi. S’invita a parlare d’altro: di ronde, di sicurezza, di immigrazione, quando il primo pensiero degli italiani è proprio la difficile situazione economica, da cui possono discendere ferite sociali difficilmente rimarginabili.

Si chiede all’operaio di ridursi il salario, ai manager di tagliare i lauti compensi. Molte aziende hanno rinunciato a distribuire dividendi agli azionisti. Anche la Chiesa è scesa in campo (a Milano Tettamanzi ha istituito un fondo di solidarietà con chi perde il lavoro). E la politica che fa? E’ immobile nel suo fortino, facendo finta di non vedere che i privilegi di cui gode stanno scavando un fossato con l’Italia vera e reale.

Nell’ultima campagna elettorale, destra e sinistra erano d’accordo nel contenere i costi della politica, nel ridurre macroscopici privilegi che di fatto ci pongono al primo posto in Europa. Ma di concreto non s’è visto nulla. Anzi, i costi della politica in Parlamento, nei consigli regionali, sono aumentati. Uno schiaffo in faccia a chi soffre.

La Gazzetta di Mantova lancia una petizione per far sì che a parlamentari e consiglieri regionali vengano ridotti (fino alla fine della legislatura e di almeno il 30%) le indennità, i vitalizi, con un giro di vite anche sui privilegi. E che anche nelle Regioni si dia vita a un contenimento analogo. Un senatore percepisce ogni mese quasi 17mila euro nette. Anche i consiglieri regionali non sono da meno.

Fonte: La Gazzetta di Mantova