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Lug 10, 2012 - Economia, InGiustizia, Politica    Commenti disabilitati su Caos Grecia, ammalati senza cibo in ospedale ad Atene

Caos Grecia, ammalati senza cibo in ospedale ad Atene

Già da marzo, nel nosocomio Elpis non vengono più forniti colazione pranzo e cena ai ricoverati. A rischio anche i degenti con diete speciali, come i post-operatori. Il comparto dei fornitori, che aspetta gli arretrati almeno di un anno, accusa una flessione attorno al 50%. E dopo il fallimento nel recupero delle tasse, per l’autunno si profilano nuovi tagli

grecia elezioni interna

 

Emergenza umanitaria in Grecia? Poco ci manca. Insieme con l’ospedale Elpis inizia a svanire la speranza per il salvataggio di un comparto delicatissimo come la salute. Dopo il caso dei malati di cancro costretti a pagare le cure chemioterapiche di tasca propria, per via delle casse dello stato drammaticamente vuote e dopo le lunghissime file di pazienti a cui le farmacie non potevano dare medicinali (in quanto in credito con lo stato per svariati milioni di euro) nella Grecia tecnicamente fallita il nosocomio Elpis non può più garantire i pasti ai propri ricoverati: le ditte fornitrici devono ancora ricevere i pagamenti relativi al 2011.

Un dato sconcertante che si aggiunge ad una criticità oggettiva sostanziale come quella dei materiali sanitari stessi che scarseggiano nelle strutture del paese. Alcune hanno chiesto in prestito addirittura le lenzuola ad altri ospedali. Nello specifico, l’Elpis dallo scorso mese di marzo non provvede a colazioni, pranzi e cene per i propri pazienti. E a questo punto rischia di non poter disporre neanche di alimenti basilari come l’olio d’oliva, la pasta e il semplice pane tostato. Dal Dipartimento di Nutrizione fanno sapere che le ditte fornitrici hanno lanciato un vero e proprio ultimatum: nessun nuovo ordine di alimenti se prima non verranno onorate le fatture dello scorso anno. Inoltre non sarà neanche possibile provvedere a soddisfare quei pazienti che devono seguire diete specifiche, per particolari patologie o perché in regime post operatorio, a cui neanche i parenti potrebbero far fronte, vista la peculiarità dei soggetti e delle relative esigenze.

Un panorama che non potrà che aggravarsi, considerata da un lato la non disponibilità della troika ad andare oltre uno sconto temporale (la ventilata concessione di spalmare l’impegno greco nel prossimo biennio, osteggiata dalla Finlandia) e l’allarmante crollo delle entrate per lo Stato. Infatti, a seguito delle misure proposte da Fmi, Ue e Bce, tra nuove tasse, (i cosiddetti karadzi), controlli anti evasione e lotta agli sprechi, il flop è stato nell’ordine del 70%. Ovvero su cento euro preventivati che l’erario ellenico avrebbe dovuto ricavare da queste prime iniziative legate al memorandum, ne sono entrati solo trenta. Significa che andrebbero riformati soprattutto quei dipartimenti fiscali che semplicemente non hanno accertato quante e quali tasse si sarebbero dovute pagare, specialmente nel settore privato. Mentre invece dipendenti pubblici, pensionati e salariati hanno subito senza se e senza ma un taglio verticale delle proprie buste paga nell’ordine del 25%, con l’iva schizzata al 23% e la benzina verde a due euro al litro. La stessa sanità, che sta offrendo esempi della levatura del nosocomio Elpis, è uno dei settori con le più grosse deficienze strutturali e materiali, dal momento che già si tratta di un settore che da sempre è stato in crisi nel paese. E che oggi, a maggior ragione dopo il memorandum, soffre tremendamente i minori trasferimenti economici da parte dello Stato. Con un intero indotto, quello dei fornitori, che accusa un 50% di flessione; i pazienti che subiscono un servizio non adeguato, e il personale medico e paramedico in agitazione.

Inoltre fonti del ministero dell’Economia ellenico riferiscono che secondo la troika il “buco nero” delle mancate entrate ammonterebbe a due miliardi di euro, ragion per cui i rappresentanti europei in pianta stabile ad Atene avrebbero avanzato forti preoccupazioni su questi risultati negativi oltre che sulle mancate privatizzazioni. Ormai le urne sono chiuse e l’attuale premier Samaras, dopo il forfait a Bruxelles, suo e del ministro Rapanos sostituito da Stournaras (componente della speciale commissione che curò il passaggio dalla dracma all’euro) dovrebbe dar seguito alle promesse elettorali.

Ritardi ci sono nell’abolizione del Codice di libri e dischi (una specie di Siae), nella fusione o soppressione della autorità doganali e fiscali annunciate ormai da tempo. Il governo replica che verrà istituita una task force per eliminare le esenzioni fiscali e i regimi speciali. Ma serve fare presto e farlo bene. E soprattutto portare risultati accettabile al prossimo Eurogruppo. Sempre sperando che premier e ministro preposto riescano ad essere presenti. Mentre per settembre già si prepara una nuova ventata di scioperi e manifestazioni anti memorandum e antigoverno.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Giu 11, 2012 - Informazione, Internet, Movimento 5 Stelle, opinioni, Politica    Commenti disabilitati su Quando si dice “parlare a vanvera”…….

Quando si dice “parlare a vanvera”…….

Comunicato Stampa
Dura la reazione dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Sardegna dopo le polemiche suscitate dall’intervento durante la trasmissione ‘Monitor’, in onda il 31 maggio scorso su Videolina.

Cagliari, Alghero, Quartucciu, Sennori, 11 Giugno 2012.

A seguito delle numerose segnalazioni pervenute da tutta Italia da parte di cittadini indignati per le affermazioni di un tale ‘Francesco Perra’ in merito ai matrimoni tra omosessuali, il Movimento 5 Stelle Alghero, il Movimento 5 Stelle Quartucciu, l’Associazione 5 Stelle Cagliari e il Movimento 5 Stelle Sennori si dissociano fermamente da tali dichiarazioni, in quanto contrarie allo spirito del Movimento e lesive persino della sensibilità dei suoi attivisti. Inoltre si segnala che lo stesso Sig. Perra a nessun titolo – se non unicamente personale – è autorizzato a rilasciare dichiarazioni a nome del Movimento stesso.

Nel ricordare, infine, che in diverse realtà regionali il Movimento 5 Stelle si sta battendo a favore delle pari opportunità e del riconoscimento dei diritti civili, il Movimento 5 Stelle Alghero, il Movimento 5 Stelle Quartucciu, l’Associazione 5 Stelle Cagliari e il Movimento 5 Stelle Sennori ribadiscono con forza la loro solidarietà incondizionata a chi si è giustamente sentito offeso da un simile atteggiamento.

MoVimento 5 Stelle:
Il Movimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini. Non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee. Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.

Per informazioni:

Dafni Ruscetta – Ufficio Stampa Associazione 5 Stelle Cagliari

http://www.movimento5stellecagliari.it/?p=2932#comment-4842

Mag 19, 2012 - Abuso di Potere, Informazione, InGiustizia, Politica    Commenti disabilitati su Problemi SERISSIMI in vista…..

Problemi SERISSIMI in vista…..

EFFEDIEFFEIl buon Maurizio Blondet mi perdonerà per il copia/incolla, ma si tratta di una notizia di un ALLARMATE SPAVENTOSO!LEGGETE E DIFFONDETE!!!


La nuova Rivoluzione Americana. Sarà stroncata.

Il Dipartimento per la Homeland Security si prepara: ha comprato 450 milioni di proiettili a punta cava molto potenti di grosso calibro (40 , pari a 10 mm) e altri 175 milioni di munizioni calibro .223 (5,56 mm), che è il calibro NATO. Ne dà notizia sul sito «Liberty Bell» Ron Holland, economista, attivista e blogger, che ricorda come il primo tipo di munizioni sia vietato nei conflitti fra nazioni fin dalla Convenzione dell’Aja del 1899, e «si può solo immaginare in quale situazione domestica questa potenza di fuoco può essere usata dalla Sicurezza Interna». La ditta fornitrice, ATK, vanta così le sue pallottole: offrono «optimum penetration for terminal performance» (Where Do We Go From Here in the Freedom Movement?).

Holland annuncia un seminario che si terrà l’11 luglio a Las Vegas, cui interverranno note personalità, sul tema: «Crisi in America, un appello all’Azione» (A Call for Action). «Sono tempi da paura, ed è per questo che abbiamo una sessione speciale d’emergenza». Ad organizzare l’incontro è il Freedom Movement, il gruppo del movimento libertario a cui si richiama anche Ron Paul.

Ron Paul (benchè abbia ottenuto lusinghieri risultati elettorali) s’è ritirato dalla corsa presidenziale, lasciando nella confusione i suoi militanti e ausiliari della campagna, ed è un altro indizio di qualcosa di grave. Lui motiva la sua rinuncia con ragioni finanziarie (plausibili); alcuni dei suoi più stretti collaboratori negano che abbia capitolato e danno un’altra ragione: Message from Ron Paul 5/14/2012.

Il 76enne politico sa che non è possibile affermarsi al di fuori del sistema dei due partiti, non si può sfidare oltre il partito di cui anche il suo movimento ha bisogno, ossia il Partito Repubblicano cui formalmente appartiene, e rientra nella casa-madre contando di influenzarlo dall’interno. Plausibile anche questo.

Ma c’è una misteriosa «colazione d’affari» a cui Ron Paul è stato invitato da Ben Bernanke, il capo della Federal Reserve, presso la Banca Centrale, pochi giorni prima dell’annuncio della rinuncia (il Wall Street Journal ha dato notizia dell’incontro il 9 maggio). Ron Paul è un noto nemico della FED, di cui chiede l’abolizione pura e semplice. Il tema dell’incontro è rimasto riservato (Fed Foe Ron Paul Breakfasts With Bernanke at Central Bank).

I siti che appoggiano il vecchio fanno ridde di ipotesi su pressioni e minacce che Ron Paul potrebbe aver ricevuto, onde mettere fine ad una campagna che stava diventando troppo efficace e pericolosa per un establishment esso stesso in piena crisi di sistema, fra il degrado dell’egemonia e il declino economico. Questo ha scelto, come sfidante di Obama, Mitt Romney; e Ron Paul tallonava il candidato prescelto troppo da vicino. A pericolo percepito come estremo, l’establishment non ha mai mancato di ricorrere a mezzi estremi. Abbastanza, in questo caso, dal dissuadere il vecchio parlamentare a rientrare nei ranghi.

Si aggiungano le ormai annose informazioni sull’allestimento di vasti campi di concentramento per la popolazione, di gigantesche scorte di alimenti conservati fatte dallo Stato federale, di migliaia di bare, di reparti delle forze armate in addestramento per essere usate contro la popolazione (ciò che è vietato dalla Costituzione); si profila qualche evento, che il già citato Holland spiega così: «Il governo federale si sta preparando per disordini civili senza precedenti, peggiori che in Grecia e Spagna, quando Washington sarà costretto ad imporre piani di ‘austerità’ l’anno prossimo, dopo le elezioni di novembre».

Da dicembre infatti scattano una serie di tagli automatici o forzati al bilancio federale, resi obbligatori per le norme sul «tetto all’indebitamento» (debt ceiling) approvate l’anno scorso.

Di questo momento fatale ha parlato il 24 aprile, davanti al Council on Foreign Relations (lo storico centro decisionale dell’establishment), Erskine Bowles, condirettore della Commissione per il Bilancio del presidente Obama. Bowles ha spiegato al selezionato pubblico che tutti i dollari di entrate fiscale sono andati nelle spese fisse (Medicare, Medicaid, Sicurezza Sociale) e nel ‘servizio del debito’, 250 miliardi di dollari; ma questa cifra già mostruosa può salire a fine anno a 600 miliardi per il solo rincaro degli interessi passivi dovuto al credit crunch mondiale, e «possiamo trovarci a spendere mille miliardi in soli interessi in un batter d’occhio».

Le entrate fiscali sono andate via per quello. Per tutte le altre spese della superpotenza – Pentagono, infrastrutture, ricerca, istruzione, sicurezza interna, e le due guerre in corso – si è ricorso a prestiti; metà dei quali, ha detto Bowles, li abbiamo ottenuti da Paesi stranieri. Siamo al punto, ha celiato, che se la Cina invadesse Taiwan e fossimo costretti al conflitto come ci obbliga il trattato d’alleanza, per farlo dovremmo chiedere un altro prestito ai cinesi. Risate nervose in aula (U.S. Perfecting Formula for Budget Failure, Says Bowles).

A dicembre, il bilancio federale incontrerà diversi «scalini» in discesa, dai tagli obbligatori di 1,1 trilione (metà li subirà il Pentagono), diverse scadenze di facilitazioni fiscali risalenti all’era Bush, eccetera: da 4 a 7 trilioni (ossia 7 mila miliardi di dollari) di tagli, per i quali non ci si è affatto preparati. Anche perchè con il voto per la presidenza a novembre, nè l’Amministrazione Obama nè il Congresso a lui avverso hanno interesse a cominciare i tagli. Anche se a dire il vero la Camera bassa (dove la maggioranza è ostile ad Obama) ha già passato una legge che grazia dai tagli automatici la Difesa, trasferendoli sui servizi sociali e sulla (pseudo) riforma sanitaria varata da Obama, e aumentando i contributi a carico dei dipendenti statali per le pensioni. Anche se questa legge sarà silurata al Senato dove la maggioranza è del Partito Democratico, ciò indica l’orientamento prevalente nel mondo politico come nei poteri forti: piuttosto che le spese militari (strumento dell’egemonia terminale), si taglieranno le miserabili spese sociali. Dalla sanità fino ai buoni-pasto caritativi, da cui dipendono decine di milioni di americani (Appalled by sequester cuts, House begins efforts to avoid them).

Di qui la necessità di provvedere in anticipo a probabili rivolte sociali. Il movimento libertario si prepara con il Freedom Festial a Las Vegas; la Homeland Security con i 450 milioni di palle calibro .40, e con la nuova legislazione già varata: il National Defense Autorization Act che toglie ai cittadini americani l’habeas corpus – se definiti «terroristi» o «enemy combatants» possono essere incarecerati senza processo e senza limiti di tempo, fino alla proposta della senatrice democratica Barbara Boxer: chi deve all’ufficio imposte più di 50 mila dollari si vedrà ritirare il passaporto.

«Tempi da paura», come dice Holland.

Fonte: effedieffe.com
Mag 2, 2012 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Equitalia, Finanza, Fisco, Giustizia, InGiustizia, Lavoro, opinioni, Politica, sfoghi, Truffe    Commenti disabilitati su Volete la VERA lotta all’evasione?

Volete la VERA lotta all’evasione?

Anti EquitaliaEquitalia? No, a Calalzo di Cadore recupero crediti gestito dalla comunità montana

Il progetto, in vigore dal primo marzo, è un’iniziativa del sindaco (con il sì unanime del consiglio comunale). Esclusi rischi di pignoramento. “Se qualcuno – dice il primo cittadino – non ce la fa a pagare noi rateizziamo. Non mandiamo sul lastrico una famiglia” 

Equitalia? No, grazie. La decisione presa dal sindaco di Calalzo di Cadore (piccolo centro montano in provincia di Belluno) inizia a fare proseliti tra altri comuni. Lo scorso novembre, il primo cittadino Luca De Carlo – eletto con una lista civica sostenuta dal centrodestra – applicando le legge 166/2011, che prevede che ogni amministrazione possa non servirsi di Equitalia per incassare dai cittadini i soldi di multe e tributi non pagati, ha infatti scelto di dare la riscossione dei crediti insoluti in gestione alla Comunità montana Valbelluna.

Per il giovane sindaco veneto, il servizio adottato dalla società pubblica di riscossione presieduta da Attilio Befera, con la sua applicazione di more e interessi, è “disumano e da sceriffo di Nottingham”. A chiedere ai cittadini di pagare le temutissime cartelle esattoriali, per conto del Comune, dal primo marzo ci penserà l’ente territoriale locale. “In questo modo – spiega il primo cittadino – riusciamo a monitorare costantemente i furbetti, quelli cioè che non pagano perché credono che le tasse le debbano pagare solo i poveracci, e quei cittadini che invece sono in oggettive difficoltà. Proprio su questi ultimi interveniamo subito, magari con la rateizzazione. Abbiamo cercato insomma di umanizzare e avvicinare ai cittadini un servizio che resta comunque antipatico. Perché non è vero che le tasse sono belle da pagare, come diceva Padoa Schioppa

Continua su: ilfattoquotidiano.it
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Eppure, continuo ad essere del mio avviso: il PROBLEMA NON E’ EQUITALIA, che invece stà dimostrando efficacia nell’azione.
Il problema è LO STRUMENTO LEGISLATIVO che ne LEGALIZZA e regolamenta L’AZIONE!
In definitiva, con l’abolizione di Equitalia si farebbe un gran favore a chi E’ UN’EVASORE DI PROFESSIONE e poi conduce una vita al di sopra del dichiarato. In realtà bisognerebbe entrare nel merito DI OGNI SINGOLO CASO.
    Mi direte, ma com’è possibile, se uno dichiara poco, non ci si può fare gran ché. Ebbene no, si tratta di investire qualche decina di milioni in strumenti per la Guardia di Finanza ed impiegarli in questa maniera:
– la comunicazione e l’emissione dei ruoi può avvenire come ora, non è necessaria alcuna modifica;
– il contribuente che ritenga di essere vessato, potrà presentare istanza circostanziata in autotutela o assistito da un CAF o da società certificate dall’Agenzia delle Entrate (ed ecco un fiorire di nuova occupazione);
– Equitalia esamina la pratica e, dopo un’analisi in concerto con tre membri del Comune di Residenza del contribuente, che potrebbero essere nominati a rotazione tra una lista di cittadini volontari incensurati ed in ordine con i pagamenti, stabilisce di accettare e rimodulare l’emissione in ragione dell’effettivo stato patrimoniale/economico/familiare del contribuente;
– potrà quindi, non solo valutare con maggiore attenzione le modalità per le rateizzazioni, ma addirittura rinegoziarne gli importi (come invece accade VERGOGNOSAMENTE SOLO CON I GRANDI EVASORI) fino alla REMISSIONE DEL DEBITO per i casi più disperati!

Eh già, perchè questo paese dimmerda è cattolico solo per fare i pompini ai preti, ma quandoi si tratta di REMISSIONI, le si applicano solo a chi sappiamo tutti.

Vi chiederete: e la Guardia di Finanza?
Sì, la Guardia di Finanza e l’investimento summenzionato centra eccome! A mo avviso, tutta la procedura avrebbe una pecca: LE FALSE DICHIARAZIONI, FALSE AUTOCERTIFICAZIONI, FALSE FATTURAZIONI, FALSE DOCUMENTAZIONI che ovviamente inficierebbero l’equità dell’azione. Come ovviare? Il Comitato di Valutazione potrà, a maggioranza dei componenti, vincolati da giuramento di segretezza, incaricare la GdF di svolgere indagini nei confronti di QUEL contribuente, la sua Famiglia, la sua Azienda, ecc. e VERIFICARE il tenore di vita ed i movimenti se congrui a quanto dichiarato.
ALTRO CHE STUDI DI SETTORE DEL CAZZO che sono solo un PIZZO e che costringe milioni di partite IVA all’Adeguamento con lo spauracchio della Verifica Fiscale che già i Commercialisti demonizzano (anche a loro vantaggio) con il refrain “alla fine qualcosa te lo troverebbero sempre”!
STOCAZZO!
SE TI PAGO PER UN SERVIZIO, MI FAI IL SERVIZIO E SE SBAGLI PAGHI TU!

Ho già scritto cosa ne penso degli Avvocati e Commercialisti che fatturano anche quando PERDONO!
Che bella vita. Continuo ad affermare che dovrebbero SEGUIRE LE SORTI DELL’ASSISTITO, quando ottengono il risultato vengono regolarmente pagati, quando PERDONO, dividono le perdite E LE CONDANNE col loro cliente.
Il vantaggio è di una evidenza sconcertante: il furfante e l’evasore non troverebbero facilmente Commercialisti ed Avvocati disponibili e comunque costerebbero un botto (quasi da trovare maggior convenienza nel pagare le tasse regolarmente).

Mag 1, 2012 - Movimento 5 Stelle, opinioni, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Cavalcatori di onde – parte seconda….

Cavalcatori di onde – parte seconda….

Rutelli LusiMargherita, Rutelli: ‘Nostri soldi agli esodati’

“Oggi iniziamo a dare i soldi in avanzo di bilancio della Margherita agli esodati“. E’ quanto annuncia l’ex leader della Margherita Francesco Rutelli fuori da Montecitorio ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. “Abbiamo stretto un accordo con l’Inps – aggiunge il senatore dell’Api – per cui 5 milioni di Euro, saranno destinati al fondo per le persone esodate”. “Per 5 mesi garantiamo a 1200 persone di avere un reddito. Avremo – continua – anche altri soldi e li destineremo ai giovani meritevoli”. Poi l’ennesimo attacco a Grillo. “Profondo rispetto per i militanti e per chi si candida in qualunque lista, però Grillo non si presenta. Il Mentore (Grillo) – afferma – è un uomo di spettacolo e ha capito come fare spettacolo, ma la politica è fatta di democrazia e mandare avanti gli altri lo considero discutibile” di Manolo Lanaro

30 aprile 2012
 
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Ma chi l’ha votato NON SE NE VERGOGNA ANCORA?
Apr 28, 2012 - Politica, sfoghi, Truffe    Commenti disabilitati su Cavalcatori di onde….

Cavalcatori di onde….

Cazzo, niente niente il caghetta kippà voterà per il MoVimento 5 Stelle?

Fini: “Politica sia volontariato”

“Fli non percepisce un centesimo”

foto Ansa
 

19:28 – “La politica sia all’insegna del volontariato”. A dirlo, nel corso di una manifestazione elettorale a Palermo, è stato Gianfranco Fini. “A Fli questa campagna elettorale costa unicamente in ragione di ciò che candidati, volontari, attivisti, riescono a rimediare in termini di risorse attraverso una sorta di catena di Sant’Antonio – ha aggiunto Fini -. Fli sta dimostrando che si può far politica anche senza percepire un solo centesimo”.

Fonte: tgcom24.mediaset.it
Apr 25, 2012 - 11 Settembre 2001, Bancocrazia, Economia, Finanza, Giustizia, Informazione, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Petrodollari e petro€uro….

Petrodollari e petro€uro….

Il Valore reale dei DollariDa anni tengo a ricordare che l‘evento scatenante dell’11 Settembre e dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo sia partito dal fatto che nel 2000, a Novembre, Saddam Hussein iniziò a richiedere che il petrolio iracheno fosse pagato in euro anziché in dollari, forse perché gran parte delle importazioni irachene avvenivano dai paesi europei, ma più probabilmente per tentare di indebolire la moneta statunitense: infatti secondo alcuni la domanda di dollari sarebbe dovuta soprattutto alla compravendita del greggio in quella valuta, il che sosterrebbe il suo cambio, proteggendolo dalla svalutazione.
L’embargo proclamato dalle Nazioni Unite a seguito della guerra (il primo Desert Storm”) ha pesato fortemente sull’economia irachena, vista la difficoltà per l’apposito Ufficio dell’ONU incaricato di vagliare la rilevanza militare di ogni componente elettronico e ad alto contenuto tecnologico la cui importazione veniva sollecitata dall’Iraq e che, tra l’altro, ha a lungo impedito al Paese di sfruttare appieno la sua potenzialità energetica e idrica che in forte misura dipendevano proprio da un corretto impiego e da un’utilizzazione appropriata di tali apparecchiature. (fonte: wikipedia)
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In seguito, anche su disinformazione.it ritrovo le medesime tesi: http://disinformazione.it/cauaaconflittoiraq.htm.
Che addirittura riporta:
“Francia e Germania che con Saddam stanno facendo affari sono naturalmente contrarie all’intervento militare.Trovano quindi un alleato nella Gran Bretagna che guarda caso  l’1 gennaio 1999,. non ha adottato l’euro ed è uno dei grandi produttori Europei di petrolio inoltre Tony Blair ha diversi motivi urgenti per supportare un’invasione. Appoggiando George Bush, egli appoggia l’ala destra della stampa britannica. Restando al fianco di Bush, può vantarsi di una leadership globale più credibile rispetto a quella di altri leader europei, continuando a difendere la posizione anomala della Gran Bretagna come membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Occupato l’Iraq gli Usa smantellano il programma ONU  “Oil for Food” riconvertono in dollari le riserve irachene e varano il loro Fondo per la Assistenza all’Iraq naturalmente in dollari USA. Washington elabora una lista di imprese con lo scopo di eliminarle dal business della ricostruzione Irachena. Tra queste vi è l’ENI, prendendo come motivo il pretesto che hanno trasgredito la legge sulle sanzioni imposte a Iran e Libia del 1996 e classificandole come complici del terrorismo. L’Italia per non predere i pozzi dell’ENI a Nassiriya aderisce  a guerra conclusa (?) all’operazione Antica Babilonia  l’inviando truppe militari come missione di pace o umanitaria. Invece proprio in questi giorni il il presidente della commissione esteri della camera Gustavo Selva dichiara: “Basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario. (…) Abbiamo dovuto mascherare come operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle non sarebbe mai arrivato il via libera”.
Nel dicembre 2003, gli USA (il Pentagono) annunciano che per le compagnie petrolifere e di altra natura, Francesi, Tedesche e Russe è chiusa la porta per ottenere commesse per la ricostruzione in Iraq. “Grazie alla guerra al’Iraq L’Unione Europa non esiste più” può affermare  soddisfatto Bush in un incontro con il premier turco Erdogan.
IRAQ invaso OPEC impaurita. Europa spaccata.
Missione compiuta COMMANDER IN CHEEF: abbiamo il petrolio e il dollaro è salvo!


Ebbene, in questi giorni ho trovato un articolo molto interessante sulle motivazioni che, da qualche anno a questa parte ed in particolar modo dopo aver tolto di mezzo l’Hussein ribell, hanno spostato l’attenzione sull’IRAN. Pubblicato su italia.pravda.ru il 30 Aprile del 2007, agli albori DELLA NUOVA CRISI EPOCALE CHE CI STA’ TRAVOLGENDO TUTTI!


L’Iran guida l’attacco contro il dollaro Usa

30.04.2007
 

Mentre la stampa mondiale si è concentrata sui piani dell’Iran di continuare l’arricchimento dell’uranio, Teheran continua dietro le quinte a muovere una guerra economica contro il dollaro Usa.

In base alle affermazioni del governatore della Banca centrale dell’Iran, Ehrabhim Sheibany, a Kuala Lumpur alla fine del mese scorso, Tehran ha raggiunto la decisione di terminare tutte le vendite di petrolio in dollari.
La Zhuhai Zhenrong Trading, una compagnia statale cinese che compra 240.000 barili di petrolio al giorno dall’Iran, approssimativamente il 10% della produzione totale iraniana di 2, 2 milioni di barili al giorno, ha confermato il passaggio all’euro per i suoi acquisti di petrolio iraniano.
Circa il 60% degli introiti iraniani derivati dal petrolio sono attualmente in valute diverse dal dollaro secondo Hojjatollah Ghanimifard, che è responsabile degli affari internazionali per la National Iranian Oil. Persino le raffinerie giapponesi, che comprano qualcosa come 550.000 barili di petrolio al giorno dall’Iran, hanno indicato la loro volontà di comprare il petrolio iraniano in yen.
La Cina, che compra circa il 12% delle sue forniture di greggio dall’Iran, ha firmato lo scorso anno un accordo a lungo termine da $ 100 miliardi con l’Iran per sviluppare l’enorme giacimento iraniano di Yadvaran. Stime indicano che la Cina potrebbe ricavare 150.000 barili di petrolio dal giacimento di Yadvaran per tutti i prossimi 25 anni, assicurando la posizione dell’Iran per i decenni futuri come uno dei maggiori fornitori di petrolio alla Cina.
Una possibilità è che la Cina possa iniziare a pagare il petrolio iraniano in yuans.
Nel frattempo la Cina, che possiede ora depositi da mille miliardi di dollari in valuta straniera, ha annunciato il 20 marzo che non accumulerà più riserve in valute straniere. Questa è un’ulteriore cattiva notizia per il dollaro, dal momento che circa il 70% dei mille miliardi cinesi in valute estere sono in dollari Usa.
Circa la metà dei fondi cinesi in valuta Usa sono investiti in buoni del Tesoro statunitense, che sono vitali per il finanziamento dei continui deficit del budget federale Usa.
La recente spinta dell’Iran di richiedere pagamenti per il petrolio iraniano in valute diverse dal dollaro segna un allontanamento da un precedente annuncio in cui Tehran dichiarava di star pianificando di aprire una borsa petrolifera iraniana nel marzo 2006 destinata a quotare i prezzi del petrolio in euro.
L’Iran deve ancora aprire una borsa petrolifera iraniana, ma chiedere il pagamento del petrolio in valute diverse dal dollaro è visto da molti esperti come un più diretto attacco contro il dollaro, specialmente se la decisione iraniana appoggia un allontanamento mondiale dall’uso del dollaro come base delle riserve mondiali in valuta estera.
Il governatore della Banca centrale dell’Iran Sheibany ha anche confermato che l’Iran sta tagliando le riserve in dollari a meno del 20% di suoi depositi totali in valuta estera. L’Iran progetta di gestire le sue riserve di valuta estera provenienti dalle vendite del petrolio in un paniere di 20 differenti monete.
La mossa, da parte sia dell’Iran che della Cina, di detenere meno dollari nelle loro riserve di valuta estera riflette un desiderio di diversificare il portafoglio di valute estere nel timore che il dollaro continui a perdere valore nei confronti dell’euro. Nello scorso anno il dollaro ha perso il 9% del suo valore contro l’euro, ed è sceso del 35% contro l’euro negli scorsi cinque anni.
WorldNetDaily ha precedentemente riferito del fatto che il defunto dittatore iracheno Saddam Hussein aveva virtualmente firmato la sua condanna a morte quando aveva ottenuto il permesso delle Nazioni Unite per detenere in euro le sue riserve di valuta estera derivata dal programma Oil for Food.


Alla luce di questi fatti, è più chiaro CHI stia attentando all’Unione Europea, oltre i Bancocrati che sono evidentemente in combutta con i detentori della Stampante di Dollari non più collegati ad alcun controvalore aurifero già dal 1971 grazie a Richard Nixon, che con questo atto dichiara implicitamente il reale FALLIMENTO DELL’ECONOMIA USA e del Dollaro:

Sotto Bretton Woods, era d’obbligo tenere i dollari a riserva e dunque era nota la somma di dollari in possesso delle banche straniere, quantità prevalente della massa di dollari esistente fuori dagli USA. Inoltre, i dollari circolanti in USA (come ogni moneta circolante dentro uno Stato) erano un dato disponibile poiché la massa monetaria era ed è decisa dalla FED. Al tempo di Roosevelt era già risaputo che le once d’oro dichiarate nella riserva della FED non erano sufficienti né a convertire il totale dei dollari esistente (dentro e fuori USA), né quelli in possesso di stranieri. Nemmeno una forte svalutazione da 30 a 300 dollari/oncia avrebbe reso Bretton Woods un sistema di cambi sostenibile. Era chiaro che prima o poi la convertibilità sarebbe finita; l’aumento successivo dell’emissione di dollari (da convertire) accelerò questo processo.
Il provvedimento di Roosevelt parlò, infatti, di Gold Window (chiusa da Nixon 40 anni dopo) come periodo di transizione per il ripagamento di una parte dei dollari in possesso di investitori stranieri (quelli che l’oro disponibile poteva ripagare).

  • Con la guerra in Vietnam e la crescita economica di Germania e Giappone, gli USA necessitano di finanziamenti eccezionali; l’indebitamento a causa delle guerre costrinse a coniare ingenti quantità di dollari e a svalutare la moneta, fissando un cambio inferiore rispetto all’oncia d’oro (e quindi alle altre valute) perché la riserva d’oro doveva bastare per una massa circolante di moneta molto più alta.

Per tentare di mantenere il sistema creato a Bretton Woods, si organizza un pool di banche centrali che mantengono il corso del cambio del dollaro sull’oro a 35 $ l’oncia, comprando titoli di Stato USA in caso di perdita e vendendoli in caso di risalita. La Francia si ritira dal pool nel 1967.

  • 15 agosto 1971: il presidente statunitense Richard Nixon annuncia che nemmeno i dollari degli stranieri sono più convertibili in oro. La soppressione della convertibilità totale del dollaro in oro è per alcuni una dichiarazione implicita di bancarotta.

A completamento del danno ci si è poi messo quel bel pezzo di Democratico amante delle scrivanie popolate del Clinton:
Con l’Abolizione del Glass-Steagall Act, che fu revocato negli Stati Uniti, mentre era presidente Bill Clinton e Ministro del Tesoro Robert Rubin. Alla distinzione cioè fra banca commerciale e banca di investimenti si è progressivamente sostituito il modello di banca universale, che tende a includere l’attività assicurativa. Il Gramm-Leach-Bliley Act del 1999 abrogava il Glass-Steagall Act. La legge passò al Senato con un voto di 90 contro 8, col contributo di 38 Democratici, inclusi: Joe Biden, John Kerry, Tom Daschle, Dick Durbin e (perfino) John Edwards. Nei primi del Novecento, il Glass-Steagall Act aveva introdotto una distinzione giuridica tra banche di commercio pubblico e banche d’investimento pubblico, attività che non potevano essere svolte dallo stesso soggetto giuridico per il conflitto di interessi esistente fra le due. Il Glass-Steagall Act proibiva alle banche commerciali, o a società da esse controllate, di sottoscrivere, detenere, vendere o comprare titoli emessi da imprese private. Questa separazione fu decisa dopo che un comitato d’inchiesta (noto come Pecora Committee), promosso dal Senato americano in seguito ai numerosi fallimenti conseguenza della crisi del ’29, verificò che alcune banche avevano collocato presso i propri clienti titoli emessi da imprese loro affidate e che queste avevano successivamente utilizzato i fondi così raccolti per rimborsare i prestiti precedentemente concessi dalla banca. In sostanza, le banche avrebbero trasformato potenziali sofferenze in emissioni collocate presso i propri clienti. in altri casi, gli istituti di credito emettono dei prestiti con la cosiddetta “opzione convertendo”, che permette al debitore, in presenza di determinate condizioni economiche, di non rimborsare il prestito e cedere alla banca altrettante azioni di proprietà.

Pertanto, attendiamoci il temuto atto finale nei confronti dell’Iran in quanto, oltre alle evidenze suesposte, è FORTEMENTE VOLUTO DA QUELLA TEOCRAZIA paradossalmente definita come l’unica Democrazia del Medio Oriente (detentrice di oltre 200 testate nucleari E DEI MISSILI che ne consentono l’utilizzo a lunga gittata) che è ISRAELE.

Beh, se credete in qualche dio, attaccatevi alle preghiere, perché tra poco assisteremo ad uno scenario da INCUBO!

Mar 3, 2012 - Giustizia, Informazione, Internet, Politica    Commenti disabilitati su 9 Marzo 2012. Cagliari, Hotel Regina Margherita ore 18:30.

9 Marzo 2012. Cagliari, Hotel Regina Margherita ore 18:30.

Siete oramai stufi della politica tradizionale e credete che le elezioni di legislatura del 2013 siano l’occasione per cacciare via questi cialtroni che di Onorevole hanno solo i COMPENSI?
Siete daccordo che si debba riabolire il finanziamento pubblico truccato sotto mentite spoglie da “rimborso elettorale”?
La pensate come noi. Venite al Primo evento dell’anno, il Movimento 5 Stelle organizza a Cagliari: 

9Marzo2012.jpg

Incontro dibattito IMPERDIBILE! Coinvolgerte amici e parenti, sopratutto chi non ha accesso alla Rete ed è giocoforza lobotomizzato dai media tradizionali!!

E’ l’occasione giusta per fare un PIAZZAPULITA CON LO STRUMENTO DEMOCRATICO NON VIOLENTO DEL VOTO!!

Se avete un blog, aprite un post e fatelo sapere al maggior numero possibile.

Scaricatevi e stampate il volantino.

Affiggetelo SOLO IN SPAZI LIBERI o consegnatelo A MANO!

Il Movimento richiede il rispetto della legalità. Grazie per la collaborazione.