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Lug 29, 2011 - Curiosando in Rete, Informatica, Informazione, Internet    Commenti disabilitati su G Mail , servizio GRATUITO….

G Mail , servizio GRATUITO….

GmailMan

Molti di voi Utilizzano regolarmente la Gmail.
Beh, IN TROPPI NON SANNO CHE:

Big G utilizza le parole del contenuto delle VOSTRE MAIL a scopo pubblicitario.

In buona sostanza si fà un bel pacco di CAZZI VOSTRI e ci Guadagna sopra miliardi di dollari.

Altro che servizio Gratuito!!

Lug 4, 2011 - Abuso di Potere, Informatica, Informazione, Internet, Truffe    Commenti disabilitati su Agcom parte seconda ….

Agcom parte seconda ….

corrado calabroLa buona fede, qualche giorno fa, mi ha spinto a scrivere un post sugli sviluppi della vicenda censoria dell’agcom.
Oggi, un acuto editoriale su puntoinformatico mi ha fatto riflettere e mi ha moralmente obbligato a riportarne il contenuto.
Avrà mica ragione Massimo Mantellini?


            Roma – Eppure, guardate, la faccenda in fondo è molto semplice. Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che nei prossimi giorni secondo i piani dovrebbe diventare il soggetto amministrativo in grado di decidere quali siti web gli italiani potranno vedere e quali dovranno essere censurati per violazione del copyright, ha un solo unico grande problema. È, da sempre e non solo da quando è presieduta da Corrado Calabrò, una autorità senza alcuna autorevolezza.

Il discorso potrebbe chiudersi qui. Possono i cittadini italiani affidare compiti tanto delicati ad un organismo del genere? Una autorità per modo di dire, diretta estensione del potere politico, composta in genere da commissari con modestissime competenze specifiche, che mai, in questi ultimi dieci anni, è riuscita a rappresentare nitidamente l’interesse dei cittadini nella complicata arena dei sistemi di comunicazione. Possiamo fidarci di loro? La risposta è semplicemente no.

Corrado Calabrò ed i commissari Agcom non hanno alcuna autorevolezza per molte ragioni: sono pedine di un potere politico mediamente digiuno delle questioni complicate che riguardano Internet, e assommano due differenti caratteristiche. Da un lato rappresentano un organismo che la politica ha mantenuto debolissimo nelle proprie prerogative di controllo, perché ovviamente nessuno può in Italia anche solo pensare di rappresentare gli interessi dei cittadini dentro l’enorme ventre del potere radiotelevisivo; dall’altro, in questa inedita ultima versione berlusconiana, gli stessi cavalieri di cartone vengono utilizzati come ariete nella lotta alla pirateria in Rete, ovviamente declinata nell’unica maniera nota all’industria dei contenuti, quella secondo la quale gli interessi economici si tutelano con alti muri e colpi di fucile. Dieci anni che questa gente è chiusa in questo loop, dove minaccia legale e intimidazione hanno comodamente sostituito pochezza di idee e modelli economici decotti. Agcom oggi è un inedito piede di porco, in una ipotesi di scenario di tutela dei diritti nella quale nemmeno le truppe servono. Basta un timbro a firma Calabrò a certificare la lista dei presunti cattivi, gli ISP verrano costretti come al solito nel ruolo di forzosi gendarmi e i cittadini, quelli che Agcom dovrebbe tutelare, lasciati senza tutele e garanzie nelle mani dell’esattore di turno, vedranno sospese le proprie prerogative legate allo stato di diritto. E la magistratura? Ah beh quella sostanzialmente non serve, può essere saltata (altro vecchio sogno delle major del disco e del cinema che si concretizza), ce la si sbriga fra noi, a colpi di letterine e velocissime censure. Occhio non vede, cuore non duole.

L’unica cosa cambiata dai tempi della vecchia Agcom, che Giuliano Amato definì non senza ironia una autorità “semi-indipendente”, è che oggi la centralità di Internet è assai più chiara anche fuori da Internet, per esempio dentro i santuari radiotelevisivi come Mediaset, oltre che nelle stanze dei lobbisti del cinema e della musica che tengono la Rete nel mirino da almeno un decennio.

Chiusi in questo refrain il giochetto tentato in Italia è il solito che abbiamo già visto applicato altrove, aggravato da un indecoroso scaricabarile. Prima il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani (prestato alla politica dopo una non brillantissima carriera nella televisone privata, uno dei tanti che Berlusconi ha spostato di peso dai suoi contatti commerciali dentro il Parlamento) fa approvare un decreto che porta il suo nome che investe Agcom di immensi poteri di controllo sul traffico di Rete, poi Agcom stessa che, in questi giorni di forti critiche, rimanda responsabilità ed oneri per simili spinose questioni al Parlamento stesso. È la gag del “È stato lui!”, “No, è stato lui”, fra due soggetti che sono di fatto la stessa persona.

Quale autorevolezza può avere una autorità che ha come ultimo commissario nominato un ex-dirigente di Publitalia? Davvero Antonio Martusciello riceve uno stipendio da quelle parti per difendere i miei interessi dei cittadino? Quale autorevolezza può vantare Corrado Calabrò che nella recente relazione annuale ha dichiarato che i diritti degli autori sono diritti di proprietà? Ma stiamo scherzando? Quale Agcom potrà mai essere la mia Agcom se il relatore del provvedimento sul copyright Nicola D’Angelo, l’unico fra i commissari con qualche competenza sulle cose di Rete, è stato allontanato silenziosamente dal suo incarico perché non sufficientemente allineato?

E ancora, di quale dialogo fra Agcom e la Rete stiamo parlando in questi giorni? Basta leggere le risposte dei commissari Agcom pubblicate in giro, o le stizzite repliche di Calabrò e di Enzo Mazza della FIMI (perdonami Enzo ma hai torto) all’articolo sacrosanto che Juan Carlos De Martin ha scritto su La Stampa per capire che non ci sono audizioni da fare o dialoghi costruttivi da tentare.

Diciamolo chiaramente: questi signori, per loro natura e mandato, sono semplicemente inadatti a rappresentare i cittadini in tematiche del genere. Non ne hanno gli strumenti né tantomeno la voglia. Diradando la nebbia delle parole, delle tante frasettine di cortesia e di tutto il bagaglio sterile dei diritti e dei doveri ovunque citati, Agcom è mediamente un signor nessuno che in questo caso fa da paravento alle esigenze degli industriali dei contenuti che, d’accordo con il Governo in carica (per ragioni di interesse che sono evidenti anche ad un lattante), hanno costruito un giochetto per poter controllare la Rete e salvare i propri amati contenuti a colpi di ingiunzioni e processi sommari saltando il controllo della magistratura.

Ovviamente non funzionerà, come non funziona la disciplina dei tre colpi in Francia e come è stata infine bocciata una ipotesi simile in Spagna, ma questo è un altro discorso. Il discorso di oggi è assai più elementare: Corrado Calabrò e i suoi commissari della Authority senza autorevolezza non rappresentano gli interessi dei cittadini italiani. Non ne hanno titolo, lo hanno dimostrato più e più volte. Qualsiasi loro decisione per nostro conto, semplicemente, non vale niente.

Fonte: puntoinformatico.it

 

Giu 29, 2011 - Informazione, Internet, Politica    Commenti disabilitati su Soppressione della Libertà sul Web Italiano?

Soppressione della Libertà sul Web Italiano?

agcom   Ebbene, non è esattamente come riportato sul Tam-Tam della nostra cara rete, sarebbe più prudente fare un paio di riflessioni prima di gridare allo scandalo.
Intanto, la “Violazione al diritto d’autore” è GIA’ REATO da tempo, mi sembra quindi una sciocchezza allarmarsi per qualcosa che non rivela alcuna novità. Certo, bypassare i tribunali ed affidare al’AGCOM il POTERE di “intimare la rimozione dei contenuti non autorizzati” può sembrare una semplificazione eccessiva, ma personalmente credo che i tribunali siano già abbastanza affollati e, se davvero desideriamo una giustizia più GIUSTA, dovremmo cominciare con il limitare le VALANGHE di atti e ricorsi che giornalmente vi si riversano, ma la mia idea sulla questione potrebbe essere oggetto di altro post dedicato a questo argomento.
Chi possiede più di due neuroni capisce bene che la cosa non sposta il problema sulla libertà o meno di pubblicare matriale protetto, la causa VINTA da Mediaset contro YouTube (che ha più di tremila lire da spendere in avvocati) è un’evidente conferma di quanto ciò sia solo una agilizzazione di certe procedure che al momento sono solo più lunghe e dispendiose.
Approfitto per ricordarvi che Mediaset è tutt’oggi detentrice ABUSIVA di canali televisivi, con SENTENZA della 
Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia, mica Mediaset (valli a capire, LORO abusano e NOI paghiamo).
Ad ogni buon conto, chi scrive su un blog, è consapevole del fatto che talvolta possa riportare contenuti (anche a propria insaputa) non “liberamente diffondibili” senza previa autorizzazione, ma, senza far riapparire i fantasmi di Staliniana memoria, è sufficiente operarne la rimozione qualora chi ne detenga la proprietà ne segnali la richiesta di rimozione (va bene, “intimare” ci piace meno, ma il significato è il medesimo).

Non a caso, io per esempio, lo specifico, anche se non ce ne sarebbe la necessità, quanto potete leggere sulla finca di sinistra ” Le immagini pubblicate sono state trovate su pagine web e giudicate di pubblico dominio. Se qualcuno, potendo vantare diritti su di esse, volesse chiederne la rimozione, può scrivere al mio indirizzo e-mail.”. La cosa è ovviamente da intendersi anche per i contenuti, ma è decisamente superfluo specificarlo.


Vi riporto una parte dell’articolodi Paolo Attivissimo che mi sento di sottoscrivere appieno:

Muore il Web italiano? Esagerati. Ma è ora di imparare a usare davvero Internet

[…omissis…]
Parliamoci chiaro: questo dell’Agcom, come ogni altro tentativo di imbavagliare la Rete, è destinato a fallire per motivi assolutamente fisiologici. Non ci riescono i cinesi, figuriamoci se ci riusciranno le sciacquette dei burocrati italiani. Buttarla in politica non fa altro che distrarre da questo concetto fondamentale e svilire la questione. Come il DDOS contro Agcom, non fa altro che regalare comode munizioni a chi vuole trasformare in rissa una questione seria e a chi brama di accusare di apologia della pirateria gli onesti che vogliono difendere non solo il diritto d’autore ma anche quello del fruitore.

Sarà facile zittire le iniziative sensate, come il Creative Commons e il fair use, etichettandole come pro-pirateria, sovversive, anarco-insurrezionaliste, antiberlusconiane e quant’altro, senza bisogno di dimostrare che lo stato delle cose attuale causi danni ad autori e artisti. Senza fermarsi a chiedere quanta pubblicità gratuita ha avuto Lady Gaga da Internet o come mai, se siamo tutti così pirati, Avatar o Il Signore degli Anelli incassano miliardi di euro. Verrà dimostrata invece una sola cosa: che i governi non hanno la più pallida idea di come funzioni Internet e sono mentalmente fermi all’Ottocento. Ne pagheranno le conseguenze.

A mio avviso ci sono due modi per far fallire in modo elegante e civile quest’ennesimo giro di giostra. Il primo è sommergere l’Agcom di segnalazioni di presunte violazioni. Noi siamo in tanti; loro sono in pochi. Basta qualche decina di migliaia di segnalazioni per mandare in tilt il sistema e ricordare a questi asini digitali che stanno cercando di vietare al vento di soffiare e stanno ragionando ancora in termini di piombo in tipografia anziché di bit nella Rete. Qualcuno si ricorda, per esempio, l’obbligo di mandare una copia di ogni pubblicazione agli Archivi Nazionali e tutto il panico che fu diffuso quando parve che l’obbligo si dovesse estendere a ogni sito Web? Appunto.

Il secondo è che è ora di studiare invece di strillare. I vari tentativi di censura e oscuramento funzionano soltanto con chi non sa usare Internet e non ha voglia di imparare a usarla come si deve, però poi si lamenta. La resistenza civile ai tentativi di imporre leggi idiote non passa solo dai canali politici e dalla scheda elettorale: passa dal filo dell’ADSL che abbiamo in casa. L’HADOPI francese non è fallita perché i francesi si sono dedicati al denial of service contro i siti delle autorità. È stata ridicolizzata perché gli internauti francesi hanno capito che il peer-to-peer è vulnerabile e sono passati ad altri sistemi. È ora di spegnere il teleschermo e di accendere il cervello; di smettere di comprare giornali-spazzatura e diventare tutti hacker.

Ah, già, ma stasera c’è la partita su Inediaset Premium Plus Ultra 3D 4×4 Dolby Surround Ritardante per Lui Stimolante per Lei. Non si può rinviare la rivoluzione di qualche ora?

Fonte: attivissimo.blogspot.com
Giu 19, 2011 - Internet, Truffe    1 Comment

Beh, se credete alla “protezione” dello staff eBay….

Eh si, i Truffatori, non solo fanno quello che fanno….

Ma offendono chi cerca di contrastarli e PREDONO PER IL CULO I TRUFFATI, che si vantano di essere poco raccomandabili ma sono dei polli fuori scala (l’unità di misura è ignota).

Capite bene che (come dice il Signore “figo da paura” del filmato che ovviamente ha RUBATO l’identità ad un ingenuo Sassarese)…
… crede che la Polizia Postale stia …. “ma ha capito in che paese viviamo?”…

Figuriamoci,….
… se addirittura un  Poliziotto (che sà bene come funziona) ci casca e si fa prendere per il culo…..

Fonte: Youtube
Giu 18, 2011 - Internet, Truffe    5 Comments

eBayAbuse, pronti per il RITORNO.

ritorno-online.jpg


Truffatori attivi su eBay TREMATE! Siete pronti al ritorno dello smascheratore?

Pronto al rientro previsto per Mercoledì 15 Giugno, comprensibilmente in ritardo (immaginate la dimensione del database).

Questa volta su un server Svizzero, auguriamo un grande in bocca al lupo sperando che questo manteiner non sia come i precedenti.


Aggiornamento: Il Server Svizzero non ha funzionato. Adesso pare che il server che ospiterà eBayAbuse sarà a Panama.

Giu 7, 2011 - Internet, opinioni, sfoghi, Truffe    9 Comments

eBayAbuse, NUOVO OSCURAMENTO.

Di eBayAbuse ne avevo già parlato in altri post. Stavolta vi è un nuovo oscuramento.
Sarà come quello del 2008 ad opera di Auba?
O una cancellazione dai DNS ad opera di qualche magistrato?
O, più semplicemente, Terrazzano si è rotto i coglioni di fare un SERVIZIO GRATUITO a quei deficenti dello staff eBay ed ha buttato tutto al cesso?

Su Intertraders ho poi trovato la notizia:

Lunedì 06 Giugno 2011
Con un comunicato giunto in Redazione nelle ultime ore, l’admin di eBayabuse, Rosario Terrazzano, ha reso noto l’avvenuto oscuramento del famoso sito dedicato alle truffe su eBay.

Non è la prima volta in verità che a eBayabuse viene precluso l’accesso alla Rete: da quel 23 settembre 2007 (data di inaugurazione), infatti, il portale e il relativo forum sono stati oscurati in più circostanze. Gli utenti ricorderanno sicuramente quella clamorosa del febbraio 2008 da parte di Aruba, su richiesta della Polizia Postale.

In quell’occasione (ma anche in altre a seguire), all’origine dell’oscuramento vi era stata l’iniziativa di alcuni venditori di eBay che, ritenendosi ingiustamente etichettati come truffatori, avevano denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine, richiedendo la rimozione del proprio nominativo dal sito. Circostanza ripetutasi nel tempo anche con altri providers.

Dopo Aruba, infatti, anche altri fornitori italiani, di fronte alle segnalazioni e alle pressanti minacce degli interessati, avevano optato per l’oscuramento del sito, costringendo nei fatti Terrazzano a far migrare la piattaforma su vari server stranieri, fino ad approdare al texano HostGator [BELLA MERDA ndr].

L’immunità offerta dal provider statunitense, tuttavia, è durata solo qualche anno. Il 2 giugno scorso, infatti, eBayabuse è stato nuovamente oscurato e la situazione ufficializzata attraverso le seguenti righe:

“Ieri pomeriggio, in seguito alla protesta di un truffatore, il provider Hostgator ha deciso di cessare l’hosting di eBayabuse. Di conseguenza e sino a quando il dominio eBayabuse.com non sarà trasferito ad un altro host, sito e Forum non saranno accessibili. Del Forum c’é il backup completo aggiornato al 2 Giugno.
Assieme all’hosting sono cessati anche i server di posta per cui gli account ebayabuse.com (compreso il mio, sostituito con terrazzano.ebayabuse@gmail.com) sono inaccessibili.”

Abbiamo contattato in queste ore Rosario Terrazzano che ci ha rassicurato sul proseguo di attività, anticipando che a breve il sito sarà di nuovo on line, ma tramite altro provider estero.

Chi lo desiderasse, intanto, può contattare l’admin di eBayabuse all’indirizzo terrazzano.ebayabuse@gmail.com

Redazione InterTraders

Cazzo!!

“in seguito alla protesta di un truffatore” ???
MA IN CHE CAZZO DI MONDO VIVIAMO???

Mar 28, 2011 - Internet    Commenti disabilitati su Firefox 4, schede e Xmarks

Firefox 4, schede e Xmarks

Firefox 4

Chiarimenti per chi è passato a Firefox 4

chi ha felicemente utilizzato Firefox, ha trovato nella precedente versione 3 la comoda funzione di salvataggio delle schede aperte alla sua chiusura.
Ebbene, questa nuova versione pare non averla, ma NON E’ COSI’.
Infatti gli sviluppatori hanno ritenuto preferibile un metodo detto “Restore on demand” anzichè “Save on demand”.

Ovvero: la sessione viene SEMPRE salvata, ma il ripristino avviene dietro richiesta alla riapertura:

Firefox > Cronologia > Ripristina la sessione precedente

Sono personalmente daccordo con la scelta, ma per chi desiderasse il vecchio metodo, da about:config potrà ottenerlo modificando le voci sottoindicate:
Ora ci sono due possibili finestre di uscita.
Una con due opzioni: annulla ed esci.
browser.warnOnQuit = true
L’altra con tre opzioni: annulla, esci, salva e esci.
browser.warnOnQuit = true
browser.showQuitWarning = true

(per avere effetto browser.showQuitWarning = true deve essere anche browser.warnOnQuit = true)


Nuova schedaAltro problema riscontrato, l’assenza della crocetta a destra delle etichette delle schede per l’apertura di una nuova scheda.

Click sulla barra in alto, scegliete “Personalizza” evidenziate l’icona “Nuova scheda” e trascinatela a destra dell’ultima scheda aperta.
Al momento vi apparirà molto sulla destra della barra delle schede e non accanto all’ultima scheda, ma poi facendo clic su fatto va al posto giusto.

Inerente alle nuove schede, in tanti hanno trovato spiacevole che quando si apra una nuova scheda (che normalmente servirà per avviare una ricerca) questa appaia bianca richiedendo un click addizionale sulla casetta, nel caso desideriamo che ci mostri la nostra homepage (generalmente impostata su un motore di ricerca o il portale preferito).

Ebbene, esiste un add-on che si chiama new-tab-homepage che fà proprio questo.


xmarksDesidero anche segnalarvi un add-on utile a quanti utilizzano più PC (un desktop ed un notebook come faccio io): Xmarks
Dopo una breve sottoscrizione, consentirà di sincronizzare:
– segnalibri;
– password;
– cronologia e schede aperte!
Salverà i dati in maniera completamente criptata (invisibile anche agli sviluppatori) nel loro server in rete.
A prescindere dal fatto che SUGGERISCO SEMPRE DI NON SALVARE ALCUNA PASSWORD SOPRATUTTO SU PC WINDOWS, in questo modo avrete tutto sincronizzato e non dovrete più ammattire a copiarvi i segnalibri con le pennette USB.

Tratto e rieditato da forum.mozillaitalia.org
Mar 23, 2011 - Internet    Commenti disabilitati su Dopo tante attese…

Dopo tante attese…

Firefox 4

E’ Uscito Firefox 4!

che promette una velocità fino a SEI VOLTE MAGGIORE rispetto alla sua precedente versione.

Abbiamo notato che con Ubuntu, l’aggiornamento non avviene in maniera automatica, e che scaricandolo dal download sul sito ufficiale, non si ottengono i pacchetti da installare col gestore.

Con pochi comandi però è possibile risolvere il problema; unico neo è che vi installerà Firefox 4.0 in Inglese… ma ciò non costituisce assolutamente un problema in quanto, sarà sufficiente applicare poi il componente aggiuntivo linkato in basso.

Iniziamo con l’installare il browser (e il relativo pacchetto ubufox, che fornisce i classici plugin – e qualche tweak – proprio per Ubuntu) su Ubuntu 10.04 Lucid e 10.10 Maverick tramite il repository Firefox Stable, con i comandi

sudo add-apt-repository ppa:mozillateam/firefox-stable
sudo apt-get update
sudo apt-get install firefox ubufox

E avremo bello e installato un bel Firefox completamente in inglese. Per localizzare il nostro Firefox e renderlo italiano non dovremo far altro che installare una tra le due estensioni (a seconda della vostra architettura, 32 o 64 bit) linkate a fondo articolo.

 

Tratto e rieditato da chimerarevo.com
Mar 3, 2011 - Internet    Commenti disabilitati su Alla faccia della Privacy!!

Alla faccia della Privacy!!

FacebookFacebook: condivideremo numeri e indirizzi

I vertici del sito in blu hanno risposto a due congressman statunitensi. Le applicazioni chiederanno il permesso agli utenti per lo sfruttamento di dati relativi ad indirizzi fisici e numeri di telefono. Le preoccupazioni continuano

Roma – A scriverla è stata Marne Levine, vicepresidente della divisione global public policy di Facebook. Una missiva di sette pagine, indirizzata all’attenzione dei due congressman statunitensi Edward J. Markey e Joe Barton. Una lettera certo delicata, in cui il colosso social è tornato a spiegarsi su alcune delle problematiche relative alla privacy dei suoi utenti.

I due membri del Congresso – attualmente co-presidenti del House of Representatives’ Privacy Caucus – non avevano affatto usato mezze misure con gli alti rappresentanti del sito in blu. Facebook avrebbe dovuto rispondere entro la fine del mese scorso ad alcuni spinosi interrogativi, principalmente legati alla possibile condivisione di indirizzi fisici e numeri di telefono di milioni di utenti.

A preoccupare Markey e Barton erano stati alcuni cambiamenti annunciati da Facebook alla metà dello scorso gennaio. Dati personali come quelli relativi agli indirizzi fisici e numeri di telefono sarebbero stati messi a disposizione delle più svariate applicazioni terze presenti sul social network. Informazioni dunque rese accessibili con le API dello User Graph Project del sito in blu.

L’annuncio aveva subito destato non poche polemiche, in primis da parte di alcuni esperti in sicurezza informatica. I dati degli utenti sarebbero potuti finire più facilmente tra le grinfie di app malintenzionate, soprattutto quelle gestite da truffatori e affini. I due congressman statunitensi avevano poi sottolineato come a rischio fossero in particolare i minori, dato il livello di condivisione troppo pericoloso.

Gli stessi vertici di Facebook avevano in seguito annunciato il congelamento delle nuove policy, apparentemente convinti da “utili feedback” inviati dall’esterno. Sul developer blog del sito in blu era stata dunque fatta chiarezza: le modifiche sarebbero state implementate solo a partire da un’effettiva consapevolezza da parte degli utenti. Un assunto più che ribadito nella missiva scritta da Marne Levine.

Pare infatti che Facebook sia ancora intenzionato ad implementare le modifiche annunciate, prevedendo un’apposita schermata che chieda agli utenti un esplicito permesso per la condivisione delle informazioni. Un principio molto semplice, almeno secondo la visione del social network: si potrà accettare lo sfruttamento da parte di terzi di indirizzi e numeri di telefono oppure no.

Un ragionamento troppo semplicistico, almeno secondo il parere dei due congressman. Facebook dovrebbe fare decisamente di più per evitare che il libro dei volti diventi un elenco del telefono a disposizione di terzi. La stessa Levine ha sottolineato come nessun minore di 13 anni possa attualmente iscriversi al sito. E un quattordicenne rimane anagraficamente un minore.

Mentre Facebook annuncia ulteriori tutele per i propri utenti, c’è chi suggerisce di proteggersi per conto proprio. Il consiglio più diffuso resta quello già espresso dagli esperti in sicurezza informatica: procedere con la rimozione di informazioni come quelle relative agli indirizzi e ai numeri di telefono.

Fonte: Mauro Vecchio, puntoinformatico.it
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