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Lug 7, 2012 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Truffe    Commenti disabilitati su Le banche boicottano i giovani

Le banche boicottano i giovani

Un’indagine di Altroconsumo rivela che allo sportello la grande maggioranza degli istituti non rivela ai precari che esiste un fondo di garanzia governativo per i loro mutui. In compenso, cercano di vendergli le proprie polizze assicurative (anche se è vietato)

Fonte: Altroconsumo, luglio 2012 (premi massimi richiesti per polizza vita per un mutuo di 100mila euro) Fonte: Altroconsumo, luglio 2012 (premi massimi richiesti per polizza vita per un mutuo di 100mila euro)Un mutuo all’1,2% anziché al 4? Cari precari, continuate a sognare. Eppure nel giugno del 2011 l’ex ministro Meloni e molti istituti di credito avevano siglato un accordo che prevedeva proprio questo: grazie a un fondo garantito dal governo le banche avrebbe potuto offrire mutui a prezzi agevolati alle giovani coppie di precari. Un’opzione di cui sembra si siano dimenticati tutti. Come dimostra un’inchiesta di Altroconsumo, a un anno dall’attivazione del fondo, le banche si guardano bene dall’offrire questa soluzione, anzi. Solo nove agenzie sulle 71 visitate dall’associazione lo hanno proposto: tutte le altre si son limitate a proporre prestiti con tassi d’interesse due o tre volte superiori.

«Dicevano sempre di non sapere nemmeno dell’esistenza del fondo, o che la loro banca non vi aveva aderito – racconta Anna Vizzari, una dei membri di Altroconsumo che ha seguito l’inchiesta – quando sappiamo non è vero: erano tutte agenzie di istituti che hanno firmato il protocollo d’intesa». Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Milano, tanto per citarne alcune (potete trovare qui la lista completa http://www.diamoglifuturo.it/fondo-casa/Soggetti%20Finanziatori).

Secondo il protocollo, intitolato “Diamogli futuro”, il governo metteva a disposizione un fondo di garanzia di 50 milioni di euro perché le banche concedessero mutui agevolati alle coppie di precari: un tasso dell’1,20% o dell’1,50% per mutui superiori ai 20 anni. «Praticamente nessuno ce l’ha proposto, e sì che spesso, soprattutto nelle agenzie più piccole, parlavamo direttamente con i direttori. E se non sono loro a offrire questa soluzione ai clienti chi dovrebbe informare i precari di questo diritto?». Nessuno. Nemmeno sul sito “Patti Chiari”, fondato dall’associazione bancaria italiana per “migliorare la relazione banca-cliente”, se ne trova il minimo cenno.

Per le coppie di precari under 35, insomma, le barriere per l’accesso al credito rimangono le stesse, nonostante gli impegni di banche e governo. Non che per i lavoratori “stabili” le cose vadano meglio: «La banche stanno proponendo tassi insostentibili per il reddito medio – continua Anna Vizzari – oltre a richiedere ormai anche un terzo garante. Per mutui, poi, che non coprono più del 50, 60% del valore di perizia della casa: tutto questo impedisce di accedere al credito a milioni di persone che lo potrebbero sostenere».

Ma l’inchiesta di Altroconsumo ha verificato anche altro. Secondo l’ultimo regolamento Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e d’interesse collettivo), le banche non possono vendere polizze legate al mutuo di cui sono beneficiarie. Bene, su 185 agenzie visitate da Altroconsumo, il 68% ha offerto ai finti clienti dell’associazione delle polizze di incendio e scoppio: «Dicevamo di voler aprire un mutuo da 100.000 euro – racconta la Vizzari – poi chiedevamo se si potessero legare al mutuo delle polizze assicurative, e chi ne fosse il beneficiario. Ce le offrivano subito, infischiandosene del regolamento. Abbiamo denunciato tutto all’Isvap». Cigliegina sulla torta: tra le 12 città visitate non sono mancate le banche che queste polizze le offrivano a prezzi esorbitanti. Come se non bastasse già tutto il resto.

Fonte: espresso.repubblica.it

Nonostante non piaccia ai diversamente onesti…..

 

 

eBayAbuse is Back!eBayAbuse is Back!


Giovedì 7 Giugno 2012

Siamo di nuovo online, nonostante i farabutti che ci vogliono fuori dal web, nonostante eBay che li sponsorizza, nonostante lo Stato che gli permette di far scempio della Legge e disporre a proprio piacemento del web italiano. A breve rimetteremo online i nostri soliti contenuti ma, nel frattempo, fai attenzione quando compri su eBay.it: è il più grande sito di truffe online d’Europa. La piattaforma italiana è praticamente controllata da gruppi di truffatori professionali che godono della ‘simpatia’ di personale dell’Assistenza che li appoggia in ogni modo: se non sei esperto, le probabilità di acquistare su eBay senza restare truffato sono veramente scarse.

Aggiornamento ore 13:
In attesa di tornare online con il nostro solito dominio, stiamo estendendo una rete di presenze che faranno da mirror ai contenuti di eBayabuse, in maniera da garantirne la presenza anche se il sito madre finisce offline. Abbiamo anche attivato un solido sistema di RSS ed entro stasera saremo massicciamente presenti su wordpress.com, blogspot.com, twitter e facebook con un fanclub. Se qualcuno vuole dare una mano può contattare mirror.ebayabuse@gmail.com


 




Aggiornamento 8 Giugno 2012:


Nuovamente raggiungibile.

 

 

 


Per quanti avessero difficoltà, di seguito l’elenco dei mirror dai quali poter accedere al servizio:


Mag 28, 2012 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Informazione, InGiustizia, Truffe    Commenti disabilitati su La Distanza dalla vita normale di LORSIGNORI…

La Distanza dalla vita normale di LORSIGNORI…

MONTI E CHI GUADAGNA 5 EURO ALL’ORA

DI MARCELLO FOA
blog.ilgiornale.it

Ci sono immagini che non richiedono commenti. Guardatevi lo stralcio dell’intervista concessa dal premier Mario Monti alla Sette (vedi più sotto, ndr). Formigli gli chiede: se lei avesse un figlio ventenne, laureato che guadagna 5 euro all’ora con un contratto da precario che cosa gli direbbe: vai via dall’Italia? Come lo convincerebbe a restare?

Mario Monti resta in silenzio per 17 secondi, poi farfuglia una risposta sconclusionata, evasiva; tipica dell’accademico che non sa cosa sia la realtà, che non ha mai visto, né frequentato, né pensato a chi lavora umilmente; perché quel mondo non gli appartiene, esce dal suo radar mentale se non per ripetere le stesse regole astratte sulla flessibilità, sulla necessità di cambiare.


O meglio: cambino gli altri, lui no di certo. Quanto a suo figlio, è giovanissimo ma ha già fatto una carriera brillante a Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, Parmalat. Per meriti personali, non dubitiamo

Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale.it
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/05/26/monti-e-che-guadagna-5-euro-allora/ 26.05.2012

Tratto da: comedonchisciotte.org
Mag 2, 2012 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Equitalia, Finanza, Fisco, Giustizia, InGiustizia, Lavoro, opinioni, Politica, sfoghi, Truffe    Commenti disabilitati su Volete la VERA lotta all’evasione?

Volete la VERA lotta all’evasione?

Anti EquitaliaEquitalia? No, a Calalzo di Cadore recupero crediti gestito dalla comunità montana

Il progetto, in vigore dal primo marzo, è un’iniziativa del sindaco (con il sì unanime del consiglio comunale). Esclusi rischi di pignoramento. “Se qualcuno – dice il primo cittadino – non ce la fa a pagare noi rateizziamo. Non mandiamo sul lastrico una famiglia” 

Equitalia? No, grazie. La decisione presa dal sindaco di Calalzo di Cadore (piccolo centro montano in provincia di Belluno) inizia a fare proseliti tra altri comuni. Lo scorso novembre, il primo cittadino Luca De Carlo – eletto con una lista civica sostenuta dal centrodestra – applicando le legge 166/2011, che prevede che ogni amministrazione possa non servirsi di Equitalia per incassare dai cittadini i soldi di multe e tributi non pagati, ha infatti scelto di dare la riscossione dei crediti insoluti in gestione alla Comunità montana Valbelluna.

Per il giovane sindaco veneto, il servizio adottato dalla società pubblica di riscossione presieduta da Attilio Befera, con la sua applicazione di more e interessi, è “disumano e da sceriffo di Nottingham”. A chiedere ai cittadini di pagare le temutissime cartelle esattoriali, per conto del Comune, dal primo marzo ci penserà l’ente territoriale locale. “In questo modo – spiega il primo cittadino – riusciamo a monitorare costantemente i furbetti, quelli cioè che non pagano perché credono che le tasse le debbano pagare solo i poveracci, e quei cittadini che invece sono in oggettive difficoltà. Proprio su questi ultimi interveniamo subito, magari con la rateizzazione. Abbiamo cercato insomma di umanizzare e avvicinare ai cittadini un servizio che resta comunque antipatico. Perché non è vero che le tasse sono belle da pagare, come diceva Padoa Schioppa

Continua su: ilfattoquotidiano.it
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Eppure, continuo ad essere del mio avviso: il PROBLEMA NON E’ EQUITALIA, che invece stà dimostrando efficacia nell’azione.
Il problema è LO STRUMENTO LEGISLATIVO che ne LEGALIZZA e regolamenta L’AZIONE!
In definitiva, con l’abolizione di Equitalia si farebbe un gran favore a chi E’ UN’EVASORE DI PROFESSIONE e poi conduce una vita al di sopra del dichiarato. In realtà bisognerebbe entrare nel merito DI OGNI SINGOLO CASO.
    Mi direte, ma com’è possibile, se uno dichiara poco, non ci si può fare gran ché. Ebbene no, si tratta di investire qualche decina di milioni in strumenti per la Guardia di Finanza ed impiegarli in questa maniera:
– la comunicazione e l’emissione dei ruoi può avvenire come ora, non è necessaria alcuna modifica;
– il contribuente che ritenga di essere vessato, potrà presentare istanza circostanziata in autotutela o assistito da un CAF o da società certificate dall’Agenzia delle Entrate (ed ecco un fiorire di nuova occupazione);
– Equitalia esamina la pratica e, dopo un’analisi in concerto con tre membri del Comune di Residenza del contribuente, che potrebbero essere nominati a rotazione tra una lista di cittadini volontari incensurati ed in ordine con i pagamenti, stabilisce di accettare e rimodulare l’emissione in ragione dell’effettivo stato patrimoniale/economico/familiare del contribuente;
– potrà quindi, non solo valutare con maggiore attenzione le modalità per le rateizzazioni, ma addirittura rinegoziarne gli importi (come invece accade VERGOGNOSAMENTE SOLO CON I GRANDI EVASORI) fino alla REMISSIONE DEL DEBITO per i casi più disperati!

Eh già, perchè questo paese dimmerda è cattolico solo per fare i pompini ai preti, ma quandoi si tratta di REMISSIONI, le si applicano solo a chi sappiamo tutti.

Vi chiederete: e la Guardia di Finanza?
Sì, la Guardia di Finanza e l’investimento summenzionato centra eccome! A mo avviso, tutta la procedura avrebbe una pecca: LE FALSE DICHIARAZIONI, FALSE AUTOCERTIFICAZIONI, FALSE FATTURAZIONI, FALSE DOCUMENTAZIONI che ovviamente inficierebbero l’equità dell’azione. Come ovviare? Il Comitato di Valutazione potrà, a maggioranza dei componenti, vincolati da giuramento di segretezza, incaricare la GdF di svolgere indagini nei confronti di QUEL contribuente, la sua Famiglia, la sua Azienda, ecc. e VERIFICARE il tenore di vita ed i movimenti se congrui a quanto dichiarato.
ALTRO CHE STUDI DI SETTORE DEL CAZZO che sono solo un PIZZO e che costringe milioni di partite IVA all’Adeguamento con lo spauracchio della Verifica Fiscale che già i Commercialisti demonizzano (anche a loro vantaggio) con il refrain “alla fine qualcosa te lo troverebbero sempre”!
STOCAZZO!
SE TI PAGO PER UN SERVIZIO, MI FAI IL SERVIZIO E SE SBAGLI PAGHI TU!

Ho già scritto cosa ne penso degli Avvocati e Commercialisti che fatturano anche quando PERDONO!
Che bella vita. Continuo ad affermare che dovrebbero SEGUIRE LE SORTI DELL’ASSISTITO, quando ottengono il risultato vengono regolarmente pagati, quando PERDONO, dividono le perdite E LE CONDANNE col loro cliente.
Il vantaggio è di una evidenza sconcertante: il furfante e l’evasore non troverebbero facilmente Commercialisti ed Avvocati disponibili e comunque costerebbero un botto (quasi da trovare maggior convenienza nel pagare le tasse regolarmente).

Mag 1, 2012 - Movimento 5 Stelle, opinioni, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Cavalcatori di onde – parte seconda….

Cavalcatori di onde – parte seconda….

Rutelli LusiMargherita, Rutelli: ‘Nostri soldi agli esodati’

“Oggi iniziamo a dare i soldi in avanzo di bilancio della Margherita agli esodati“. E’ quanto annuncia l’ex leader della Margherita Francesco Rutelli fuori da Montecitorio ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. “Abbiamo stretto un accordo con l’Inps – aggiunge il senatore dell’Api – per cui 5 milioni di Euro, saranno destinati al fondo per le persone esodate”. “Per 5 mesi garantiamo a 1200 persone di avere un reddito. Avremo – continua – anche altri soldi e li destineremo ai giovani meritevoli”. Poi l’ennesimo attacco a Grillo. “Profondo rispetto per i militanti e per chi si candida in qualunque lista, però Grillo non si presenta. Il Mentore (Grillo) – afferma – è un uomo di spettacolo e ha capito come fare spettacolo, ma la politica è fatta di democrazia e mandare avanti gli altri lo considero discutibile” di Manolo Lanaro

30 aprile 2012
 
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Ma chi l’ha votato NON SE NE VERGOGNA ANCORA?
Apr 28, 2012 - Politica, sfoghi, Truffe    Commenti disabilitati su Cavalcatori di onde….

Cavalcatori di onde….

Cazzo, niente niente il caghetta kippà voterà per il MoVimento 5 Stelle?

Fini: “Politica sia volontariato”

“Fli non percepisce un centesimo”

foto Ansa
 

19:28 – “La politica sia all’insegna del volontariato”. A dirlo, nel corso di una manifestazione elettorale a Palermo, è stato Gianfranco Fini. “A Fli questa campagna elettorale costa unicamente in ragione di ciò che candidati, volontari, attivisti, riescono a rimediare in termini di risorse attraverso una sorta di catena di Sant’Antonio – ha aggiunto Fini -. Fli sta dimostrando che si può far politica anche senza percepire un solo centesimo”.

Fonte: tgcom24.mediaset.it
Apr 25, 2012 - 11 Settembre 2001, Bancocrazia, Economia, Finanza, Giustizia, Informazione, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Petrodollari e petro€uro….

Petrodollari e petro€uro….

Il Valore reale dei DollariDa anni tengo a ricordare che l‘evento scatenante dell’11 Settembre e dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo sia partito dal fatto che nel 2000, a Novembre, Saddam Hussein iniziò a richiedere che il petrolio iracheno fosse pagato in euro anziché in dollari, forse perché gran parte delle importazioni irachene avvenivano dai paesi europei, ma più probabilmente per tentare di indebolire la moneta statunitense: infatti secondo alcuni la domanda di dollari sarebbe dovuta soprattutto alla compravendita del greggio in quella valuta, il che sosterrebbe il suo cambio, proteggendolo dalla svalutazione.
L’embargo proclamato dalle Nazioni Unite a seguito della guerra (il primo Desert Storm”) ha pesato fortemente sull’economia irachena, vista la difficoltà per l’apposito Ufficio dell’ONU incaricato di vagliare la rilevanza militare di ogni componente elettronico e ad alto contenuto tecnologico la cui importazione veniva sollecitata dall’Iraq e che, tra l’altro, ha a lungo impedito al Paese di sfruttare appieno la sua potenzialità energetica e idrica che in forte misura dipendevano proprio da un corretto impiego e da un’utilizzazione appropriata di tali apparecchiature. (fonte: wikipedia)
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In seguito, anche su disinformazione.it ritrovo le medesime tesi: http://disinformazione.it/cauaaconflittoiraq.htm.
Che addirittura riporta:
“Francia e Germania che con Saddam stanno facendo affari sono naturalmente contrarie all’intervento militare.Trovano quindi un alleato nella Gran Bretagna che guarda caso  l’1 gennaio 1999,. non ha adottato l’euro ed è uno dei grandi produttori Europei di petrolio inoltre Tony Blair ha diversi motivi urgenti per supportare un’invasione. Appoggiando George Bush, egli appoggia l’ala destra della stampa britannica. Restando al fianco di Bush, può vantarsi di una leadership globale più credibile rispetto a quella di altri leader europei, continuando a difendere la posizione anomala della Gran Bretagna come membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Occupato l’Iraq gli Usa smantellano il programma ONU  “Oil for Food” riconvertono in dollari le riserve irachene e varano il loro Fondo per la Assistenza all’Iraq naturalmente in dollari USA. Washington elabora una lista di imprese con lo scopo di eliminarle dal business della ricostruzione Irachena. Tra queste vi è l’ENI, prendendo come motivo il pretesto che hanno trasgredito la legge sulle sanzioni imposte a Iran e Libia del 1996 e classificandole come complici del terrorismo. L’Italia per non predere i pozzi dell’ENI a Nassiriya aderisce  a guerra conclusa (?) all’operazione Antica Babilonia  l’inviando truppe militari come missione di pace o umanitaria. Invece proprio in questi giorni il il presidente della commissione esteri della camera Gustavo Selva dichiara: “Basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario. (…) Abbiamo dovuto mascherare come operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle non sarebbe mai arrivato il via libera”.
Nel dicembre 2003, gli USA (il Pentagono) annunciano che per le compagnie petrolifere e di altra natura, Francesi, Tedesche e Russe è chiusa la porta per ottenere commesse per la ricostruzione in Iraq. “Grazie alla guerra al’Iraq L’Unione Europa non esiste più” può affermare  soddisfatto Bush in un incontro con il premier turco Erdogan.
IRAQ invaso OPEC impaurita. Europa spaccata.
Missione compiuta COMMANDER IN CHEEF: abbiamo il petrolio e il dollaro è salvo!


Ebbene, in questi giorni ho trovato un articolo molto interessante sulle motivazioni che, da qualche anno a questa parte ed in particolar modo dopo aver tolto di mezzo l’Hussein ribell, hanno spostato l’attenzione sull’IRAN. Pubblicato su italia.pravda.ru il 30 Aprile del 2007, agli albori DELLA NUOVA CRISI EPOCALE CHE CI STA’ TRAVOLGENDO TUTTI!


L’Iran guida l’attacco contro il dollaro Usa

30.04.2007
 

Mentre la stampa mondiale si è concentrata sui piani dell’Iran di continuare l’arricchimento dell’uranio, Teheran continua dietro le quinte a muovere una guerra economica contro il dollaro Usa.

In base alle affermazioni del governatore della Banca centrale dell’Iran, Ehrabhim Sheibany, a Kuala Lumpur alla fine del mese scorso, Tehran ha raggiunto la decisione di terminare tutte le vendite di petrolio in dollari.
La Zhuhai Zhenrong Trading, una compagnia statale cinese che compra 240.000 barili di petrolio al giorno dall’Iran, approssimativamente il 10% della produzione totale iraniana di 2, 2 milioni di barili al giorno, ha confermato il passaggio all’euro per i suoi acquisti di petrolio iraniano.
Circa il 60% degli introiti iraniani derivati dal petrolio sono attualmente in valute diverse dal dollaro secondo Hojjatollah Ghanimifard, che è responsabile degli affari internazionali per la National Iranian Oil. Persino le raffinerie giapponesi, che comprano qualcosa come 550.000 barili di petrolio al giorno dall’Iran, hanno indicato la loro volontà di comprare il petrolio iraniano in yen.
La Cina, che compra circa il 12% delle sue forniture di greggio dall’Iran, ha firmato lo scorso anno un accordo a lungo termine da $ 100 miliardi con l’Iran per sviluppare l’enorme giacimento iraniano di Yadvaran. Stime indicano che la Cina potrebbe ricavare 150.000 barili di petrolio dal giacimento di Yadvaran per tutti i prossimi 25 anni, assicurando la posizione dell’Iran per i decenni futuri come uno dei maggiori fornitori di petrolio alla Cina.
Una possibilità è che la Cina possa iniziare a pagare il petrolio iraniano in yuans.
Nel frattempo la Cina, che possiede ora depositi da mille miliardi di dollari in valuta straniera, ha annunciato il 20 marzo che non accumulerà più riserve in valute straniere. Questa è un’ulteriore cattiva notizia per il dollaro, dal momento che circa il 70% dei mille miliardi cinesi in valute estere sono in dollari Usa.
Circa la metà dei fondi cinesi in valuta Usa sono investiti in buoni del Tesoro statunitense, che sono vitali per il finanziamento dei continui deficit del budget federale Usa.
La recente spinta dell’Iran di richiedere pagamenti per il petrolio iraniano in valute diverse dal dollaro segna un allontanamento da un precedente annuncio in cui Tehran dichiarava di star pianificando di aprire una borsa petrolifera iraniana nel marzo 2006 destinata a quotare i prezzi del petrolio in euro.
L’Iran deve ancora aprire una borsa petrolifera iraniana, ma chiedere il pagamento del petrolio in valute diverse dal dollaro è visto da molti esperti come un più diretto attacco contro il dollaro, specialmente se la decisione iraniana appoggia un allontanamento mondiale dall’uso del dollaro come base delle riserve mondiali in valuta estera.
Il governatore della Banca centrale dell’Iran Sheibany ha anche confermato che l’Iran sta tagliando le riserve in dollari a meno del 20% di suoi depositi totali in valuta estera. L’Iran progetta di gestire le sue riserve di valuta estera provenienti dalle vendite del petrolio in un paniere di 20 differenti monete.
La mossa, da parte sia dell’Iran che della Cina, di detenere meno dollari nelle loro riserve di valuta estera riflette un desiderio di diversificare il portafoglio di valute estere nel timore che il dollaro continui a perdere valore nei confronti dell’euro. Nello scorso anno il dollaro ha perso il 9% del suo valore contro l’euro, ed è sceso del 35% contro l’euro negli scorsi cinque anni.
WorldNetDaily ha precedentemente riferito del fatto che il defunto dittatore iracheno Saddam Hussein aveva virtualmente firmato la sua condanna a morte quando aveva ottenuto il permesso delle Nazioni Unite per detenere in euro le sue riserve di valuta estera derivata dal programma Oil for Food.


Alla luce di questi fatti, è più chiaro CHI stia attentando all’Unione Europea, oltre i Bancocrati che sono evidentemente in combutta con i detentori della Stampante di Dollari non più collegati ad alcun controvalore aurifero già dal 1971 grazie a Richard Nixon, che con questo atto dichiara implicitamente il reale FALLIMENTO DELL’ECONOMIA USA e del Dollaro:

Sotto Bretton Woods, era d’obbligo tenere i dollari a riserva e dunque era nota la somma di dollari in possesso delle banche straniere, quantità prevalente della massa di dollari esistente fuori dagli USA. Inoltre, i dollari circolanti in USA (come ogni moneta circolante dentro uno Stato) erano un dato disponibile poiché la massa monetaria era ed è decisa dalla FED. Al tempo di Roosevelt era già risaputo che le once d’oro dichiarate nella riserva della FED non erano sufficienti né a convertire il totale dei dollari esistente (dentro e fuori USA), né quelli in possesso di stranieri. Nemmeno una forte svalutazione da 30 a 300 dollari/oncia avrebbe reso Bretton Woods un sistema di cambi sostenibile. Era chiaro che prima o poi la convertibilità sarebbe finita; l’aumento successivo dell’emissione di dollari (da convertire) accelerò questo processo.
Il provvedimento di Roosevelt parlò, infatti, di Gold Window (chiusa da Nixon 40 anni dopo) come periodo di transizione per il ripagamento di una parte dei dollari in possesso di investitori stranieri (quelli che l’oro disponibile poteva ripagare).

  • Con la guerra in Vietnam e la crescita economica di Germania e Giappone, gli USA necessitano di finanziamenti eccezionali; l’indebitamento a causa delle guerre costrinse a coniare ingenti quantità di dollari e a svalutare la moneta, fissando un cambio inferiore rispetto all’oncia d’oro (e quindi alle altre valute) perché la riserva d’oro doveva bastare per una massa circolante di moneta molto più alta.

Per tentare di mantenere il sistema creato a Bretton Woods, si organizza un pool di banche centrali che mantengono il corso del cambio del dollaro sull’oro a 35 $ l’oncia, comprando titoli di Stato USA in caso di perdita e vendendoli in caso di risalita. La Francia si ritira dal pool nel 1967.

  • 15 agosto 1971: il presidente statunitense Richard Nixon annuncia che nemmeno i dollari degli stranieri sono più convertibili in oro. La soppressione della convertibilità totale del dollaro in oro è per alcuni una dichiarazione implicita di bancarotta.

A completamento del danno ci si è poi messo quel bel pezzo di Democratico amante delle scrivanie popolate del Clinton:
Con l’Abolizione del Glass-Steagall Act, che fu revocato negli Stati Uniti, mentre era presidente Bill Clinton e Ministro del Tesoro Robert Rubin. Alla distinzione cioè fra banca commerciale e banca di investimenti si è progressivamente sostituito il modello di banca universale, che tende a includere l’attività assicurativa. Il Gramm-Leach-Bliley Act del 1999 abrogava il Glass-Steagall Act. La legge passò al Senato con un voto di 90 contro 8, col contributo di 38 Democratici, inclusi: Joe Biden, John Kerry, Tom Daschle, Dick Durbin e (perfino) John Edwards. Nei primi del Novecento, il Glass-Steagall Act aveva introdotto una distinzione giuridica tra banche di commercio pubblico e banche d’investimento pubblico, attività che non potevano essere svolte dallo stesso soggetto giuridico per il conflitto di interessi esistente fra le due. Il Glass-Steagall Act proibiva alle banche commerciali, o a società da esse controllate, di sottoscrivere, detenere, vendere o comprare titoli emessi da imprese private. Questa separazione fu decisa dopo che un comitato d’inchiesta (noto come Pecora Committee), promosso dal Senato americano in seguito ai numerosi fallimenti conseguenza della crisi del ’29, verificò che alcune banche avevano collocato presso i propri clienti titoli emessi da imprese loro affidate e che queste avevano successivamente utilizzato i fondi così raccolti per rimborsare i prestiti precedentemente concessi dalla banca. In sostanza, le banche avrebbero trasformato potenziali sofferenze in emissioni collocate presso i propri clienti. in altri casi, gli istituti di credito emettono dei prestiti con la cosiddetta “opzione convertendo”, che permette al debitore, in presenza di determinate condizioni economiche, di non rimborsare il prestito e cedere alla banca altrettante azioni di proprietà.

Pertanto, attendiamoci il temuto atto finale nei confronti dell’Iran in quanto, oltre alle evidenze suesposte, è FORTEMENTE VOLUTO DA QUELLA TEOCRAZIA paradossalmente definita come l’unica Democrazia del Medio Oriente (detentrice di oltre 200 testate nucleari E DEI MISSILI che ne consentono l’utilizzo a lunga gittata) che è ISRAELE.

Beh, se credete in qualche dio, attaccatevi alle preghiere, perché tra poco assisteremo ad uno scenario da INCUBO!

Mar 5, 2012 - Informatica, Internet, Truffe    Commenti disabilitati su Frode informatica con logo GdF: Allarme spamming 2.0

Frode informatica con logo GdF: Allarme spamming 2.0

Frode Guardia di Finanza

Già da tempo gira una frode che sfrutta il logo della Guardia di Finanza.
Gli utenti vengono avvisati del fatto che, trovati in possesso di materiale pedo-pornografico, gli è stato bloccato il PC.
Si invitano quindi a pagare 100 euro per lo sblocco.
Due considerazioni devono essere fatte:
– il reato di possesso e traffico di materiale pedo-pornografico è un reato gravissimo, credete che vi avviserebbero, consentendovi di sbarazzarvene per tempo?
– credete davvero che per un reato del genere, un’ammenda da 100 euro risolverebbe il problema?
Bene, ciòpremesso è del tutto evidente anche ai meno esperti il fatto che si tratti di una trappola che fa affidamento sulla scarsa scolarizzazione informatica dell’utente medio.
Tanti, forse TROPPI hanno chiamato la Guardia di Finanza per chiedere informazioni cha hanno spinto la GdF a pubblicare sul Sito Ufficiale le istruzioni per la rimozionedella falsa pagina che appare all’avvio del PC vittima della frode.

Tratto dal sito ufficiale della GdF:
Una nuova frode telematica si sta diffondendo sfruttando il logo istituzionale della Guardia di Finanza.
Decine di utenti hanno visto apparire, sullo schermo del computer,  un avviso web firmato Guardia di Finanza con il quale si comunica che il computer è stato bloccato e si invita l’utente a versare la somma di € 100,00 per ripristinarne la funzionalità.
Altri utenti hanno ricevuto al proprio indirizzo di posta elettronica, una e-mail nella quale venivano richieste informazioni personali.
Invitiamo chiunque ricevesse un avviso del genere, di non pagare.
Coloro che sono caduti “nella trappola”, pagando la somma, sono pregati di segnalare quanto accaduto al più vicino Reparto della Guardia di Finanza.

Istruzioni per la rimozione del virus
Finta pagina web
Finto modulo

Oggi, chiamato per risolvere questo problema, scopro che i pirati si sono evoluti!
Infatti, fino a qualche mese fa, seguendo le istruzioni pubblicate dalla GdF si risolveva il problema, adesso NON PIU’!
O per lo meno, ne gira UNA VERSIONE 2.0 che, anzichè posizionare il file WPBTO.dll nella cartella Esecuzione automatica, scopro che il nome è cambiato in msdubmnax.exe
e che viene messo in:
C:Documents and SettingsAll UsersLocal SettingsTempmsdubmnax.exe
Non solo!
Vengono anche modificate le credenziali di gestione nel registro di configurazione, si rende pertanto necessario trovarlo nel registro e modificarne le proprietà di modifica.
Solo così sarà possibile poterlo rimuovere (in modalità provvisoria, ovviamente).

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