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Ott 23, 2011 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Finanza, Fisco, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Federal Reserve, BCE, Banca d’ITALIA???

Federal Reserve, BCE, Banca d’ITALIA???

Oggi, un meraviglioso CARTONE ANIMATO.

Beh, mi spiace per chi non sa una parola di inglese e dovrà leggerlo,

ma vi GARANTISCO che ne vale la pena.


… Bene attenti al passaggio verso il minuto 24 !

E vi sarà più chiaro il motivo per il quale il Signor OBAMA stia deludendo le attese

di quanti speravano fosse “la Svolta epocale”.

Beh, GODETEVI I VOSTRI RISPARMI 😉

 

Fonte: nocensura.com
Ott 2, 2011 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Finanza, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Salvataggi e COGLIONATE propinate via Media.

Salvataggi e COGLIONATE propinate via Media.

Salvataggio Euro

Desidero condividere un articolo del Corriere che conferma quanto assersco da anni: viviamo in una BANCOCRAZIA. Ed ora, con la “Lettera di Trichet e Draghi“, ne abbiamo avuto la definitiva ufficializzazione: la Banca Centrale (di proprietà delle Bance centrali Nazionali (a loro volta di proprietà delle BANCHE PRIVATE)) detta l’agenda politica ai FANTOCCI SEDUTI SULLE POLTRONE DORATE.


***Crisi: gli hedge fund scommettono sul recupero dei bond greci

Li comprano ai minimi in attesa del salvataggio di Atene New York, 29 set – La Grecia potrebbe avere difficolta’ a ripagare il suo debito, ma per gli hedge fund l’affare del momento e’ l’acquisto di titoli di stato di Atene. Secondo il New York Times, i bond ellenici vengono attualmente scambiati per meno di 36 centesimi su ogni euro di valore nominale, sperando di registrare significativi profitti nella convinzione che Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale non permetteranno il default del Paese. Stando all’accordo raggiunto a luglio tra governo greco e banche nazionali (parte integrante del piano salvataggio di Atene), una parte sostanziale dei bond esistenti dovrebbe essere convertita in nuovi titoli a scadenza piu’ lunga che potrebbero essere valutati a 70 centesimi su euro. Per il Times, circa il 30% degli investitori che prenderanno parte allo swap da circa 135 miliardi di euro hanno acquistato i titoli dopo il 21 luglio e non sono quindi i possessori originali (ovvero le grandi banche europee) ma speculatori. Per Otmar Issing, economista tedesco ed ex membro del Board della Banca Centrale Europea, “l’accordo non aiutera’ la Grecia, ma e’ un buon affare per le banche”. Si spiegano cosi’ le difficolta’ incontrate dal cancelliere tedesco Angela Merkel nel convincere il parlamento ad approvare il piano di salvataggio greco: i politici sono preoccupati dalla reazione dei loro elettori. Issing crede che una soluzione migliore sarebbe quella di obbligare i possessori attuali di debito greco ad accollarsi svalutazioni dei titoli in loro possesso fino al 50% in modo da ridurre il peso del debito greco, permettendo ad Atene di far fronte ai suoi obblighi.

Set 29, 2011 - Abuso di Potere, Bancocrazia, Economia, Finanza    Commenti disabilitati su E, se credete di poter mettere al riparo i VOSTRI spiccioli….

E, se credete di poter mettere al riparo i VOSTRI spiccioli….

LingottiNotizia che NON TROVERETE nei canali del NEO Istituo Luce (RaiSet)


Francia:proibite compravendite di oro e di argento sopra i 600 $

LEuropa si attiva per impedire ai suoi cittadini di difendere i propri beni
Le Banche Centrali sono plausibilmente così preoccupate del crescente numero di cittadini che si disfano di denaro contante in rapida svalutazione e che cercano di preservare i propri risparmi acquistando metalli preziosi, che i governi stanno ora bloccando gli acquisti anonimi di oro e di argento.

Set 12, 2011 - Abuso di Potere, InGiustizia, Politica    Commenti disabilitati su Si stanno rompendo i coglioni anche gli sceriffi??

Si stanno rompendo i coglioni anche gli sceriffi??

poliziottiIl sindacato di polizia contro la Casta: “Veniamo in Senato e spariamo i lacrimogeni”

E alla fine anche tra le forze dell’ordine comincia a  serpeggiare la rabbia contro la Casta. Un comunicato di fuoco del Coisp, inviato sotto Ferragosto al ministro Maroni e oggi reso pubblico, sta allarmando il mondo politico e i giornali di destra, Dagospia grida al golpe, “Il Giornale” parla di “minaccia”. La denuncia dei poliziotti, in particolare, è contro i  privilegi dei parlamentari, a partire dal menu del Senato. Ecco un passaggio del comunicato stampa del Coisp : “I poliziotti invece – recita il comunicato -guadagnano mediamente 1500 euro  al mese, che raggiungono faticosamente includendovi l’indennità di servizio esterno, i turni festivi e notturni e qualche ora di lavoro straordinario, quando viene  pagata; quasi nessuno gode del privilegio della seconda casa, o meglio ancora di qualcuno che gli paghi, per anni, il mutuo della prima senza accorgersene; paga il biglietto  del treno e dell’aereo, il pedaggio autostradale, l’entrata al cinema e allo stadio, il ticket sanitario per se stesso e per i suoi familiari e si veste come può e dove può, facendo i conti al centesimo  “per far passare la nottata”. Ha però diritto ad un buono pasto di euro 7 che bastano a malapena a coprire la consumazione di un panino imbottito, accompagnato da una bibita e da un caffè, in quanto per le lamelle di spigola con radicchio e mandorle deve spendere almeno 22  euro, con la conseguenza che i 19 euro di differenza tra quanto pagato da  un Senatore ed il corrente prezzo di mercato della spigola viene pagato dai contribuenti, poliziotti inclusi”. Un comunicato durissimo che ad un certo punto recita: “Viene voglia di venire sotto Palazzo Madama e Montecitorio,  magari il giorno di ferragosto, e spararvici all’interno i nuovi lacrimogeni in dotazione così si coglierebbero due piccioni con una fava, ovvero si otterrebbe lo sgombero immediato di certi ristoranti da politici mediocri e si testerebbero su quest’ultimi gli effetti dei nuovi artifici lacrimogeni in dotazione alle forze di Polizia, la cui lesività nonostante le numerose interpellanze parlamentari, è sempre stata tenuta nascosta da Lor Signori. L’ultimo passaggio-denuncia di questo documento è il più inquietante, il Coisp parla infatti di lesività dei lacrimogeni che viene nascosta dal governo anche alle forze di polizia. Su questo ci sarebbe da approfondire.

Fonte: letteraviola.it
Ago 28, 2011 - Abuso di Potere, Economia, Politica    Commenti disabilitati su Politici afflitti da spese pasti.

Politici afflitti da spese pasti.

L’invito della Rete che diffonde tra commenti ironici il menu dei senatori

MILANO -«Andiamo a mangiare tutti lì?». L’«onorevole» menu spopola su Internet. Che i pranzi dei nostri politici facessero invidia, come costo s’intende, alle mense francescane si sapeva da tempo. Eppure fa una certa impressione vedere stampati nero su bianco, anzi blu su giallo, gli euro che i senatori (ma anche i giornalisti parlamentari) sono «costretti» a sborsare al ristorante di Palazzo Madama. Qualche esempio? Un piatto di spaghetti alle alici: 1 euro e 60 centesimi. Avete ancora fame? E allora buttatevi sul fresco pesce spada alla griglia, tanto bastano solo tre (3!) euro e 55. La realtà di lusso, simile situazione anche a Montecitorio, è stata svelata dal deputato dell’Idv Carlo Monai, attraverso il settimanale l’Espresso.

I COMMENTI – Ora però ci pensa la Rete a scherzarci sopra: «Un po’ troppo caro per le mie tasche…». I commenti ironici e gli sfottò si sprecano: «Chissà se ai peones come me è possibile abbonarsi. Tre persone con meno di € 100 mensili mangiano ben serviti! Se po’ fa!». In tempo di nuove misure economiche e di sacrifici per tutti c’è chi invoca la mannaia e chi fa notare che «ad integrare la differenza ovviamente ci pensano le tasse dei cittadini» (siamo in attesa della risposta dell’ufficio stampa, ndr). E non manca chi vuole investigare: «Lo scandalo sarà conoscere l’integrazione a carico del Senato. Chi è a conoscenza dei prezzi, li pubblichi ed allora potremo veramente indignarci!». Ma c’è anche chi non accetta il confronto: «Per un panino, una bottiglietta d’acqua e un caffè non spendo mai meno di 6 euro. Ma un po’ di vergogna non l’avete?». La Rete, con il suo carattere irriverente e dissacratorio, ha fatto centro ancora una volta. Quella carta, in pochi minuti, è diventata cento, mille, diecimila menu. E replicato impietosamente a futura memoria. Portandosi un dubbio perenne: «Ma non sarà troppo pagare 52 centesimi per pane e servizio di camerieri in livrea?».

LA RETROMARCIA DEL SENATO – Una volta ancora, però, la Rete si fa sentire anche nei palazzi del potere. Nel pomeriggio di giovedì, l’ufficio stampa del Senato ha annunciato «che in sede di approvazione del bilancio interno è stato approvato un ordine del giorno specifico (G100) che intende porre a carico degli utenti del ristorante del Senato il costo effettivo dei pasti consumati». Della cosa si è interessato il presidente del Senato, Renato Schifani in persona, che «ha già invitato i senatori questori ad assumere nel più breve tempo possibile tutte le necessarie iniziative e decisioni».

Fonte: corriere.it
Ago 24, 2011 - Abuso di Potere, Economia, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su “Rimborsi” spese, e neppure se ne vergognano!!

“Rimborsi” spese, e neppure se ne vergognano!!

scrocconeQuanto vi fidereste di uno che

FA LA CRESTA sui rimborsi spesa?


Qualche tempo fa lessi su EFFEDIEFFE dei “Rimborsi patacca” di Giorgio Napolitano.
E’ vero, vi anticipo, che il regolamento parlamentare NON prevede la presentazione delle pezze giustificative, ma un’uomo col SENSO DELLO STATO acclamato da COMUNIONE & FATTURAZIONE (copyrigth Dagospia)…
… avrebbe dovuto vergognarsi almeno un po e emettere il rimborso alla Minzolini.

Oggi, la pubblicazione di Beppe Grillo mi da lo spunto per un post, giusto per farvi vedere il video (che su EFFEDIEFFE pare rimosso) che NESSUNA TV ITALIANA ha rimandato e si è anzi guardata bene dal menzionare minimamente.

Ah, e non disturbateli con domande inopportune!

Altrimenti chiamano la Polizia!!

Equitalia: agente di riscossione o DISTRUTTORE di tessuto Sociale?

Interrogazione_ParlamentareDalla Sardegna, un’Interrogazione Parlamentare che interessa TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE….
… (beep. “l’utente è non raggiungibile, si prega di riprovare più tardi” beep)…
… senza risposta.

Atto a cui si riferisce:
S.3/02370 SCANU – Al Ministro dell’economia e delle finanze – Premesso che:l’entità del debito complessivo nei confronti dell’agente di riscossione Equitalia in Sardegna ed il numero di imprese sarde…

SANNA, CABRAS, SCANU – Al Ministro dell’economia e delle finanze – Premesso che:

l’entità del debito complessivo nei confronti dell’agente di riscossione Equitalia in Sardegna ed il numero di imprese sarde raggiunte da cartelle esattoriali è tale da costituire una vera e propria emergenza economica e sociale al punto di prospettare il serio rischio di fallimento di molte aziende;

le difficoltà generalizzate di accesso al credito bancario e quelle create dai ritardi di pagamento dei grandi committenti e della pubblica amministrazione generano a loro volta ulteriori ritardi da parte delle aziende che sono costrette a posticipare i pagamenti di imposte e contributi per continuare a sopravvivere e trovare liquidità;

in particolare, in molti casi la situazione debitoria nei confronti dell’erario è dovuta al contegno della pubblica amministrazione che, vincolata al rispetto del patto di stabilità, ritarda i pagamenti per commesse già eseguite. Per poter partecipare alla realizzazione delle commesse pubbliche le imprese sono obbligate ad anticipare somme che saranno recuperate solo dopo alcuni anni;

l’entità del debito fiscale preclude la partecipazione delle imprese a bandi di gara per l’appalto di opere pubbliche la cui aggiudicazione permetterebbe alle stesse una ripresa della attività ed un rientro accelerato del debito fiscale in essere. Si assiste quindi al paradosso per cui imprese che non sono state pagate dalla pubblica amministrazione per commesse già eseguite, non avendo sufficiente liquidità, sono costrette a dover ritardare i pagamenti delle imposte e dei contributi, con ciò precludendo di fatto la loro partecipazione ad altre gare d’appalto in quanto risultanti non in regola con i versamenti;

l’entità dell’emergenza è rilevabile osservando i numeri delle aziende sarde che al 31 dicembre 2010 risultano indebitate con il fisco. Più di 64.000 imprese sono debitrici esposte per un totale di 3.516 milioni di euro; il 40 per cento delle imprese sarde è gravata in media da un debito verso l’erario di circa 55.000 euro; nel 2010 hanno dovuto dichiarare fallimento 2.351 aziende sarde;

la situazione delle aziende artigiane, commerciali ed anche agricole è quindi a dir poco catastrofica e si colloca in una crisi più vasta fatta di disoccupazione, di cassa integrazione, di blocco degli investimenti, di impoverimento del tessuto industriale di cui l’esempio più acuto è la provincia del Sulcis Iglesiente;

molti imprenditori sardi, in particolare piccole e medie imprese artigiane ed aziende agricole a conduzione familiare, tradizionalmente in regola con i versamenti delle imposte e dei contributi, oggi non sono in grado di far fronte al debito fiscale anche a causa dell’attuale sistema di computo degli interessi di mora e delle sanzioni che porta il debito a lievitare oltre ogni ragionevole misura facendo raddoppiare la cifra dovuta dopo circa cinque anni dall’accertamento;

sulle somme dovute dal contribuente all’erario vengono calcolati, in caso di ritardo nei pagamenti, costi aggiuntivi estremamente onerosi, mentre non si procede simmetricamente al computo degli interessi allorquando a vantare il credito sia il cittadino nei confronti dello Stato;

l’attuale sistema fiscale, i pignoramenti immobiliari e le procedure di fermo amministrativo di macchinari e automezzi utilizzati per il lavoro, sia di ambito artigianale che agropastorale, rischiano di risultare, oltre che inefficaci per l’impotenza finanziaria momentanea delle imprese, anche causa della definitiva compromissione del tessuto produttivo delle imprese localizzate nella regione, già gravemente colpito dalla crisi economica internazionale;

per far fronte all’attuale crisi di liquidità delle imprese sarde sono necessarie misure urgenti che potrebbero alleviare il peso del debito fiscale ed evitare il razionamento del credito quali: l’allungamento del periodo di rateazione; il blocco dei pignoramenti; la riduzione dell’aggio di Equitalia e degli interessi di mora, la rivisitazione degli studi di settore; la sospensione della riscossione in casi eccezionali; la riduzione delle sanzioni civili in materia di contributi previdenziali; la sostituzione di garanzie reali con garanzie fideiussorie; l’accelerazione dei rimborsi erariali e l’applicazione della transazione fiscale di cui all’articolo 182-ter del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267;

la Camera dei deputati ha approvato nella seduta del 21 giugno 2011 l’ordine del giorno 9/4357-A/75 che impegna il Governo a dar corso alla sospensione dei pagamenti delle cartelle esattoriali emesse da Equitalia Sardegna per almeno 12 mesi, nonché alla sospensione della metà dei carichi messi a ruolo a causa degli omessi versamenti e all’inapplicabilità degli studi di settori per la Sardegna dall’anno d’imposta 2008 fino a oggi, o, in alternativa, alla riduzione standard degli stessi «studi» almeno del 10 per cento;

nella stessa occasione il Governo ha dichiarato l’intenzione di sviluppare un’iniziativa specifica di approfondimento delle problematiche sopra evocate nei confronti della realtà della Sardegna, raccogliendo gli stimoli proposti negli ordini del giorno approvati in Parlamento;

il Presidente della Regione ha dichiarato in una nota stampa che «da diverse settimane il ministro Tremonti ha ricevuto l’istanza formale per la moratoria di almeno un anno del debito con Equitalia a favore delle piccole e medie imprese sarde»;

ad oggi non risulta avviata da parte del Ministro in indirizzo alcuna procedura necessaria, mentre sarebbe dovuta già essere convocata la Regione per individuare congiuntamente le aree destinate a beneficiare della citata “moratoria”,

si chiede di sapere con quali modalità, con quali contenuti ed entro quali termini temporali il Governo intenda dare attuazione agli impegni assunti con l’accoglimento del richiamato ordine del giorno al fine di riproporre tra le priorità dell’agenda politica le ormai improrogabili misure per la tutela dei contribuenti sardi ed in generale del sistema economico isolano.

Fonte: parlamento.openpolis.it
Ago 19, 2011 - Abuso di Potere, Economia, Finanza, Giustizia, Politica, Religioni, Truffe    Commenti disabilitati su A proposito di PARASSITI

A proposito di PARASSITI

Contro i Parassiti il Governo ha speso altri soldi (più per finanziare le Reti TV che per fare azione seria) ma ha dimenticato di menzionare MOLTI PARASSITI.

Filippo Facci Filippo Facci ce ne ricorda due

L’amministrazione parassita della Sicilia va commissariata

Per normalizzare la situazione è necessario mettere mano alla Costituzione. L’isola detiene tutti i record degli sprechi.

    Bisognerebbe prendere la Sicilia, commissariarla all’istante e cambiare la Costituzione per normalizzare la sua amministrazione parassita: altro che il ricorso presentato da un gruppo di consiglieri siciliani (capofila il sindaco di Messina, vedi articolo) che mirano a mantenere il doppio stipendio alla faccia di una sentenza della Consulta e soprattutto alla faccia nostra, che non possiamo neppure linciarli: in luglio l’assemblea siciliana si è assicurata contro il «rischio insurrezione» («tumulti e aggressioni», polizza estesa ai familiari) e hanno fatto bene, visti gli incredibili privilegi di cui godono: dai pranzi a 9 euro al «contributo sepoltura» di 5mila euro in caso di morte (tutto vero) e questo da parte di una classe dirigente che costa 496.400 euro annui a consigliere (più dei parlamentari di Montecitorio) quando i consiglieri sono 90 perché rifiutano di ridurli. Aggiungi 20mila dipendenti strapagati (1,7 miliardi annui, quasi come tutte le altre regioni messe insieme) che vanno in pensione prima degli altri e che costano 349 euro annui a cittadino, quasi venti volte il costo di un dipendente lombardo. Dimenticavamo il record nazionale di consulenze e auto blu. Dimenticavamo i 1428 dirigenti che secondo la Corte dei Conti sono in sovrannumero rispetto alla legge. Dimenticavamo ogni volta, il problema è questo.

19/08/2011

Fonte: libero-news.it

Assenti Sacrifici (chi più, chi meno) per tutti. Ma perché la Chiesa non fa la sua parte?

L’appunto di Filippo Facci. Il muro del sacro è stato sfondato davvero: pagano anche i calciatori. Eppure…

    Chi più e chi meno (ripeto e scandisco: chi-più-e-chi-meno) c’è un intero popolo che è invitato a forti sacrifici economici da spalmare su ogni possibile categoria sociale: e se a pagare il contributo di solidarietà saranno davvero anche i calciatori – come dovrebbe essere ovvio – allora è segno che il muro del sacro è stato sfondato davvero. Ergo, a proposito di intoccabili, non si capisce perché la Chiesa non dovrebbe fare la propria parte: fruisce di agevolazioni fiscali per miliardi (tutti soldi nostri, credenti o meno) e lo fa con furberie che a tratti profumano di raggiro: basta infilare una cappellina, un altarino, una statuetta o un mezzo padrepio in un angoletto di grandi alberghi, ristoranti, cinema, cliniche, scuole, impianti sportivi e interi palazzi con appartamenti in affitto (tutto di proprietà della Chiesa, che è leader nazionale con 100mila fabbricati) ed ecco che un immobile viene definito «adibito a culto» e viene perciò completamente esentato dal pagamento dell’Ici, senza contare altre agevolazioni. Le tasse non pagate, secondo una stima europea, ammontano ad almeno 4 miliardi di euro: corrispondono proprio, toh guarda, all’intero contributo di solidarietà che gli italiani saranno chiamati a pagare nei prossimi tre anni. Berlusconi ha detto: «Siamo aperti alle nuove idee che siano migliorative dei provvedimenti adottati». Ecco fatto.

17/08/2011

Fonte: libero-news.it

 

Ago 9, 2011 - Abuso di Potere, Economia, Giustizia, Politica, Truffe    Commenti disabilitati su Sul filo del rasoio.

Sul filo del rasoio.

Ho trovato un articolo che racconta dei disordini di Londra e mette in evidenza le accuse nei confronti dei Social Network.
E sì, perchè (sebbene gli atti di saccheggio siano da condannare senza esitazione) Lorsignori amministratori della Cosa Pubblica, salvatori di CULO DI BANCHIERE, non si rendono conto che sono sempre maggiori le fasce di popolazione che vive ai limiti della sopportazione, sull’orlo della crisi di nervi.
Non mi stancherò di ripetere che anche da noi, il caso Equitalia, che ipoteca e pignora aziende agricole e prime case ai poveracci che NON HANNO I SOLDI PER TIRARE AVANTI (a quelli che li hanno fanno ammuina) stà esasperando migliaia di perone, famiglie e aziende.
Poi, non si accusino I pochi mezzi di comunicazione utilizzati per condividere lo sgomento trasformatosi in rabbia e sete di vendetta nei confronti di quanti se ne fottono bellamente e nella migliore delle ipotesi, RINUNCIANO ALL’AUMENTO DELLA BEN PROFUMATA RETRIBUZIONE !!!

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Fumo su Londra, fuoco sui social networkFumo su Londra, fuoco sui social network

La polizia punta il dito contro Twitter e gli altri social media, BlackBerry Messenger si trova costretto a prendere le distanze dai suoi utenti che si sono resi protagonisti dei saccheggi

Roma – I fatti violenti che stanno scuotendo la periferia di Londra hanno ripercussioni anche online, dove i social network si trovano a dimostrare la loro capacità di informazione e l’utilità del neworking in una situazione di rivolta in un paese occidentale. E a difendersi dalle diffidenze e dalle accuse di supporto al vandalismo

Su Twitter i cinguettii si addensano per capire cosa sta succedendo a Tottenham e dintorni, tanto che #londoriots e #stoprioting sono trending topic.
L’uso del servizio di microblogging viene accusato, d’altronde, aver influenzato anche l’origine della rivolta degenerata poi in vandalismo dalla protesta pacifica organizzata per l’indignazione creata dalla morte del 29enne Mark Duggan che sembra da imputare alla polizia: il vicecommissario della polizia di Londra Steve Kavanagh dice che tweet “veramente inaccurati e istigatori” sarebbero in larga parte la causa delle sommosse.

Kavanagh è voluto intervenire per riferire dei fatti, non distogliendo l’attenzione dai social network: “I social media sono stati impiegati per organizzare questi livelli di criminalità e di avidità”. Un pericolo tale, secondo la polizia, che il vicecommissario è arrivato a minacciare l’arresto per gli autori dei messaggi istigatori.Alle parole delle forze dell’ordine hanno fatto seguito commenti sui giornali e interventi di politici, che, accantonando momentaneamente le tensioni economiche e il background storico-sociale fra le cause, hanno concentrato il fuoco di diffidenze nei confronti dei nuovi mezzi. Uno degli esempi della confusione sul fronte online della vicenda è un articolo di BBC intitolato “Is technology to blame for the London riots?”: sembrerebbe essere pronto a sparare a zero su Twitter e compagnia, ma poi al suo interno vengono riportati una serie di esempi di tweet citati incompleti o senza il messaggio successivo che ne chiarisce tono o ironia.

Eppure, ancora una volta, i social network hanno colmato anche le mancanze dei media tradizionali, dimostrandosi un mezzo le cui implicazioni dipendono dalla persona che ci sta dietro: le dirette di BBC e delle altre televisioni, per esempio, ieri sera sembravano ferme e riportavano ancora quelle delle prime ore della giornata, mentre su Twitter la gente cercava fonti fresche.

In realtà una posizione più difficile da tenere di Twitter ce l’ha il sistema di messaggistica gratuito di BlackBerry con funzione da social network, Messenger. Proprio attraverso BlackBerry Messenger, poi, Duggan ha inviato il suo ultimo messaggio alla fidanzata a cui ha scritto “I federali mi stanno seguendo”. E ora il servizio sembra il preferito dei vandali per comunicare le proprie incursioni, i saccheggi e per coordinarsi.

Anche per questo RIM è ricorsa a Twitter per prendere le distanze dalle violenze, e ha detto di volersi “impegnare con le autorità per assisterle in ogni modo possibile”.

Al centro, ancora una volta dopo l’accerchiamento subito dalla canadese i altri paesi come gli Emirati Arabi, il sistema cifrato su cui passa il traffico degli utenti BlackBerry: anche se RIM non ha detto come collaborerà di preciso con le forze dell’ordine, per il momento ha detto tuttavia che non ha la possibilità di decifrare i messaggi che passano tra gli utenti sui suoi circuiti.

Claudio Tamburrino

Fonte: puntoinformatico.it
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